sabato 25 dicembre 2010

Auguri

è ormai tradizione che i miei auguri natalizi siano scritti da una rianimazione:
Buon Natale a tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

Corruzione e peculato 2 (o altri punti purgatorio)

Paziente: "dottore, volevo farvi una cosa per ringraziarvi di tutto quello che avete fatto per me"
Ortopedico (scherzando): "guarda, bastano 2,3mila euro..."
Paz. (condiscente): eh, certo, per voi duemila euro sono spicci...
Io: (ridendo) "caro, mi sa che hai un idea un po' romantica dei nostri stipendi."
Paz, (serio, a me): "eh, i vostri ci credo che sono bassi, ma quelli dei medici devono essere delle belle sommette..."

6 anni di medicina, 1 anno di internato post laurea, 4 anni di specializzazione in anestesia.
...e non c'è neanche mastercard...

martedì 21 dicembre 2010

di sesso e meccanica

Il sesso a 33 anni è come quello a 23: breve e intenso.
Allora la frase tipica era: "dai che non ci stanno i miei" adesso è: "dai che non ci sta la bambina".
Ieri, per una miracolosa congiunzione astrale, avevamo un intera ora tutta per noi prima che io andassi a fare la guardia.

Dopo 45 minuti ho detto: "Non ti addormentare, fammi le coccole"
Ok, lo so cosa stanno pensando tutti i maschi che leggono questo blog: è una frase da rompipalle. Teoricamente sono d'accordo con voi , ma quando si hanno 60 minuti di intimità di coppia la settimana bisogna farci entrare un po' tutto, no?
comunque il tentativo mi si è ritorto contro: il mio amore mi ha abbracciato sonnolento e mi ha sussurrato: "Ricordati di controllare l'acqua nel radiatore della panda".

Ecco fatto: non era meglio se dormiva?

venerdì 17 dicembre 2010

Corruzione e peculato

Fine della giornata in sala operatoria: la mia ultima paziente, una vecchietta che avrebbe messo a dura prova il buon Giobbe, mi chiama a sè e mi dice:
- Signorì (non importa quante lauree  e quanti figli hai, se sei donna per le vecchiette sei sempre "signorina") Signorì, venite qua...
- Mi dica signora, che succede?
- Lei è stata tanto gentile, io so' una povera vecchia, però le volevo fare un regalino...
- Signora, non si preoccupi, non c'è nessun bisogno, io non ho fatto niente e poi vengo pagata per lavorare! non deve assolutamente!
- e no, non dica così, venga qua: ecco: si vada a prendere un caffè
e prendendomi la mano mi ci mette una moneta da 50 centesimi dentro.
Che dovevo fare? la carne è debole e ho ceduto alla sontuosa offerta. Sono andata alle macchinette e ho scoperto che il caffè costava 70 centesimi pure là.
Come corrotta sono un fallimento...

mercoledì 8 dicembre 2010

Donne, mamme e anche anestesiste

Partoanalgesia alle 18: in sala parto arriviamo insieme io e Chicca, di guardia; Sofia adesso ha 5 mesi, il figlio di Chicca ne ha appena 3, entrambe avevamo ancora vivide le sensazioni dell'ultimo parto che abbiamo visto: il nostro.
La paziente sul lettino con la pancia e tutti intorno che incitano tipo stadio e alla fine, come un coniglio dal cappello, eccolo là: un bambino nuovo nuovo che strilla a pieni polmoni.
E mentre tutti si affaccendavano noi due ci siamo simultaneamente asciugate una lacrimuccia furtiva sul ciglio.
Pensando che due rianimatrici che si commuovono guasta la fama di insensibili della categoria siamo uscite un attimo in corridoio per darci un tono: è uscito anche il ginecologo e sorridendo ci ha apostrofato: "oh, avevate due facce che se la signora vi vedeva si alzava e se ne andava..."

Era quello che avremmo dovuto consigliarle, ho pensato io, ma 9 mesi prima...

Che cosa fantastica...

giovedì 2 dicembre 2010

e questa è la nostra versione...

Loro ci vedono così

Questi valgono doppio

Come ho già avuto modo di dire, gli ortopedici sono tra i chirurghi più simpatici. Sono alla mano e raramente maleducati e aggressivi; a volte però hai l'impressione che manchino di quel savoir vivre che consente un sereno rapporto con i pazienti, o per dirla più semplicemente: sembrano completamente deficienti.
Parlavo con un ragazzo visibilmente impressionato dalla sala operatoria - i pazienti ortopedici sono spesso terrorizzati,  molti sono vittime di traumi,eventi completamente inaspettati - e gli spiegavo con tutta la mia capacità di rasserenamento, che gli avrei fatto un'anestesia spinale. Neanche a farlo apposta entra l'ortopedico; sente le mie parole e chiede:
"Ma la spinale dà una migliore analgesia post operatoria rispetto alla generale? "
"mah, non è tanto una questione di analgesia post operatoria" inizio io" quanto di recupero che..."
"ah insomma: l'analgesia dura solo le prime ore dopo l'intervento, poi il dolore lo senti"
"..."
"insomma: la generale va bene lo stesso, anzi è meglio" conclude.
A quel punto deve aver percepito qualcosa che non andava nel mio sguardo e nel tentativo di riprendersi si è rivolto al paziente:
"No, non è per il tuo intervento: è una cosa mia che mi devo fare il menisco, ma continuo a rimandare perchè ho paura della spinale"
Ora sia il paziente che io lo guardiamo con una faccia su cui è chiaramente scritto: IDIOTA, COSA STAI DICENDO?!
e lui, in un estremo tentativo di metterci una pezza, aggiunge: "no, cioè è una cosa mia che ho paura di farmi pungere da dietro...vabbè. vado a lavarmi, eh?"
e finalmente esce lasciandosi una scia di gelo.
Quando stavo per riprendere il discorso entra il portantino che con il tipico aplomb goliardico dei portantini di periferia esordisce  con: "a dottorè, che fàmo? fàmo 'sta spinale o prima me la dài?"
ed io , per la prima volta nella mia lunga carriera, ho pensato che il paziente si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato.
Malasanità? c'est moi

mercoledì 1 dicembre 2010

lunedì 22 novembre 2010

Tutti a me

Io sono una donna fortunata: sono sana, ho un lavoro che mi piace e che mi dà da vivere dignitosamente, ho due genitori fantastici, un uomo che amo, tanti amici ed ora una bimba, che il mio cuore di mamma terrona mi fa considerare il punto più altro dell'evoluzione della nostra specie.
Ho spesso pensato che dovrò salvare molte vite umane e sopportare molti pazienti rompicoglioni, per dimostrare all'Altissimo di non essere completamente indegna delle benedizioni che ha sparso così copiosamente sul mio cammino.
Lui, con il Suo udito fine, deve aver sentito la mia preghiera e pensato di darmi una mano; solo così si spiega perchè tutti gli squinternati vengono a farsi anestestizzare da me.
Paziente Squinternato  (da ora: PS): "dottoressa, io ho mangiato alle 9, stamattina."
Io:" va bene caro, sono passate 6 ore perciò possiamo operarti"
PS :" ...mmm... però alle 11 mi sono fatto una canna..."
Io: "!!?? alle 11?! ma non hai fatto l'incidente alle 10?"
PS:" sì."
Io: "ma ti sei rotto entrambi i polsi!"
PS" sì. infatti. mi facevano male allora ho pensato di farmi una canna che così mi passava il dolore."
Io: "..."

Io: "va bene, allora facciam così, invece di addormentarti tutto, ti levo la sensibilità solo al polso da operare"
PS:" fammi quello che vuoi, da una ragazza così bella mi faccio fare tutto. Ma sei sposata?"
Io: "convivo da 4 anni ed ho una bimba di 5 mesi"
PS: "ah! ma quanti anni hai?
Io: "34"
PS: "ah, pensavo che eri giovane..."

SONO GIOVANE BRUTTO TOSSICO DEL CAZZO!!!

... invece non l'ho detto e l'ho anche anestetizzato.

Conterà pure qualcosa, no?!

giovedì 4 novembre 2010

Ma un pacchetto di cazzi vostri, no?

Era un po' che volevo scrivere questo post, poi ho sempre lasciato perdere per evitare polemiche facili; e prima Sirchia che dice che i gay non devono donare il sangue perchè hanno comportamenti sessuali a rischio (evidentemente non ha mai frequentato degli studenti di medicina!), e passi Buttiglione che dice che l'omosessualità è come l'evasione fiscale (suvvia, onorevole, chi è in Italia che non evade qualche cosa?) e facciamo fnta di non aver sentito le sparate del vescovo per cui l'omosessualità distrugge i valori fondanti della chiesa (e allora... no, troppo facile, neanche la faccio la battuta), ma di fronte alla sparata del presidente del consiglio non si può più tacere: SMETTETELA DI ROMPERE I COGLIONI AI GAY!
In questo paese una delle poche cose che non è regolamentata da un decreto legge è cosa fare nel proprio letto tra maggiorenni consezienti. E allora, qual'è il motivo per cui vi interessa tanto cosa fanno i gay? perchè se un uomo e una donna sposati hanno rapporti anali non frega niente a nessuno, mentre se sono dello stesso sesso è un offesa alla morale? ma sopratutto: quando mi presentano qualcuno io non gli chiedo, come prima cosa, come gli piace scopare, di solito mi interesso di cosa fa, cosa legge, se gli piace il cinema...perchè di un gay la sola cosa che si dice è chi si scopa? Gli omosessuali sono persone a tutto tondo con milioni di sfaccettature diverse: perchè focalizzarsi solo su una? si chiama razzismo eh? ve ne siete accorti?
e, last but not the least, io credo che ci si debba vergognare dell'odio, dell'intolleranza, della violenza, della malevolenza, non dell'amore, in qualsiasi forma esso sia.
Per cui gente: meno pippe mentali, meno cazzi che NON vi riguardano, lasciate in pace la gente che vive la sua vita senza creare problemi a nessuno.
L'unica forma di discriminazione accettabile è contro gli imbecilli, ma pare che loro in questo paese non scandalizzino nessuno.

sabato 30 ottobre 2010

Che vita grama, che grama vita

Noi anestesisti siamo la classe di medici più bistrattata: nessuno sa cosa facciamo, ma la colpa è nostra.
E spesso i pazienti ti fanno venir voglia di cercare un posto al catasto.
Tra le tipologie più perniciose ci sono:
Il confuso: ti guarda con quella faccetta tenera e spaventata che ti fa stringere il cuore e ti dice: "dottore, io non ho paura dell'intervento, io ho paura dell'anestesia..."
Caro figliolo, il chirugo sta per aprirti come un capretto pasquale e la cosa che ti fa paura sono io che ti addormento e ti faccio gli antidolorifici?
Ma sei convinto?
L'informato: Dice, con aria furba, che non vuole fare l'anestesia spinale perchè gli hanno detto che si può rimanere paraplegici.
Beh, se è per questo con quella generale si può morire.
Fatti due conti.
Resta comunque il fatto che la probabilità che ti accada qualcosa durante un'anestesia sono di diversi ordini di grandezza inferiori a quelle che hai di schiantarti con la macchina.
Perchè rompi i coglioni a me e non a quello del casello dell'autosole?!
Il miscredente: Appena ti vede ti dice: "io non prendo medicine perchè secondo me fanno tutte male".
Della serie: che vuoi da me? semi o lupini?
L'effetto collaterale: ti dice che dopo l'anestesia per appendicite si è ricoperto di squame verdi e gli sono spuntati gli occhi sull'occipite, ma si affretta ad aggiungere che dopo è passato, quasi a scusarsi se ha nominato una cosa così banale.
Mi stupisce sempre che i pazienti - solitamente non sopportano neanche un po' di pallore - quando si tratta dei presunti effetti collaterali dell'anestesia, non facciano una piega di fronte a cose inenarrabili.
D'altronde sono disposti a credere che gli effetti collaterali si manifestino fino a sei mesi dopo l'anestesia.
D'altronde la farmacocinetica è un opinione.
Il caso raro: ha il morbo di kawasaky-suzuky-honda rarissima sindrome genetica, presente in 3 individui per millennio che consiste in: dita affusolate, orecchie a sventola e colite spastica e ti parla come se tu dovessi conoscerla perfettamente.
In questa sottocategoria rientrano anche i colleghi che, specialisti in una materia, insistono a parlare come se anche tu nella vita ti fossi occupato esclusivamente delle mutazioni genetiche del citocromo p 450.
Con questi ultimi io chiedo sempre com'è l'indice di Tiffeneau del paziente, che è una puttanata, ma la sanno solo gli anestesisti, perciò agli altri colleghi fà molta impressione e si sentono subito inferiori...
Ma è inutile che ne discutiamo, cosa possiamo aspettarci dai pazienti se i nostri colleghi chirurghi ci vedono così?
La cosa più deprimente è l'ineluttabile consapevolezza che loro DAVVERO non capiscono neanche quello che stiamo facendo...

mercoledì 20 ottobre 2010

God save the queen

L'altro giorno la borsa di Stellina è rimasta incastrata in un armadietto e un  ortopedico l'ha aiutata a tirarla fuori (vedi che a volte la forza bruta senza intelligenza serve?).
Mentre sono lì che armeggiano, lui dice:
-"Speriamo che non si rovini! è una borsa di...?"
-"è una borsa di Maria Stella, Bianchi! Non tutte le donne portano borse firmate, chi sei abituato a frequentare?! "
Stellina, specie quando è innervosita, manca di quella pazienza che è tanto necessaria nei rapporti con i chirurghi.
Aveva però torto, come si è dimostrato pochi giorni dopo a cena con me ed Enrica.
Io: "Enry, che bella quella borsa! è nuova?"
Enry (con aria colpevole): "si, ma non guardarla neanche perchè questa è IL MALE."
Io: "perchè l'hai pagata tanto?"
Enry: "beh, considera che ero molto depressa quel giorno, mi sentivo triste e sconsolata."
Io: "beh, quanto?"
Enry: "...e poi è stato un acquisto fatto per caso, perchè io ero andata a comprarmi delle scarpe da Gucci in saldo che poi sono costate molto meno di quanto pensassi per cui mi sono avanzati i soldi..."
Io: "e quindi quanto l'hai pagata?"

Stella, che ha poteri jedi, le ha chiesto a bruciapelo: "quanto costavano le scarpe di Gucci?" e lei rianimandosi: "Pensa! le ho pagate solo 200 euro!" Stella si è girata verso di me: "Quella borsa costa 800 euro".
Ho guardato Enry allibita e lei mi ha fatto lo stesso sorriso irresistibile che fa Sofia quando ti ha appena rigurgitato il latte sulla maglietta pulita.

Loro son sempre chirurghi, ma noi per fortuna abbiamo Enrica.

lunedì 18 ottobre 2010

Come la maglietta della salute

Cambio di stagione: scatole che salgono e scendono dall'armadio. Giò appollaiato sulla scala ha il compito di esaminarne brevemente il contenuto prima di tirarle giù.
Ne apre una sul fondo ed estrae un corsetto di raso nero allacciato dietro con inserti in pizzo  (ricordi di gioventù...). Lo guarda perplesso poi mi domanda: "Questo è estivo o invernale?"
Mi chiedo: faranno corsi di recupero da Victoria's secret?

venerdì 15 ottobre 2010

FIlosofia nonnesca

Ho già detto altrove che l'anestesista-rianimatore è il medico pagato per pensare al peggio; questa caratteristica, unita alla classica ipocondria della neomamma crea una sindrome ossessivo-compulsiva da grave a severa: per esempio quando lascio la bimba a mia madre io non le spiego dove trovare i vestitini, ma dove trovare i presidi di primo soccorso.
Ieri l'ho portata da lei prima di andare al lavoro.
-"Mamma ha mangiato mezz'ora fa, deve fare il pisolino, controlla che respiri "
-"Perchè?!?!?" ha chiesto esterrefatta
-"Perchè oggi ho inserito il biscotto granulato nel latte per la prima volta, e magari le viene uno shock anafilattico."
-"Uno shock anafilattico?!"
-"Si, ma non dovrebbe perchè ormai è passata quasi un ora, però ricordati che in caso i presidi salvavita più vicini si trovano..."
-"...alla asl qui davanti, me lo ha già detto..." 
-"ecco, se è già chiusa vai in farmacia e falle fare dell'adrenalina..."
-"adrenalina?! ma un po' di cortisone o antistaminico?!"
-"no, mamma! non fare cazzate! la terapia dello shock anafilattico è l'adrenalina endovena! "
-"...adrenalina..." ha proseguito guardandomi disgustata "...per il biscotto granulato!... io quando ho svezzato te a queste cose non ci ho neanche mai pensato...vai a lavorare, va'..."
Sono uscita più tranquilla: va bene il cuore della mamma, ma a volte ci vuole il potere rasserenante della nonna per prendere le cose nel verso giusto.

domenica 10 ottobre 2010

Essere laici non vuol dire non avere etica

Questo è un post dichiaratamente politico, chi non  vuole leggerlo può saltarlo  a piè pari.

A questo link il commento dell'avvenire al comportamento dei media sul delitto di Avetrana, a questo il commento del corriere.
segnalo particolarmente sul "corriere" questo passaggio:

"Passata la commozione e superato lo shock, dobbiamo provare a ragionare a mente fredda. Certo, la trasmissione poteva essere interrotta e la regia evitare di indugiare sul volto pietrificato della madre, ma in simili situazioni è ancora possibile staccare la spina? Spenta la telecamera di un programma dedicato alle persone scomparse, siamo sicuri che non sarebbe rimasta accesa quella di una tv locale? I media non sono più soltanto strumenti del comunicare, ma rappresentano un nuovo ambiente in cui viviamo, nuotiamo galleggiamo. Interrotto «Chi l'ha visto?», forse noi oggi inseguiremmo sul web quello stesso volto pietrificato, ripreso magari da un telefonino."


Dobbiamo quindi considerare accettabile tutto ciò che è materialmente possibile? dobbiamo permettere qualunque cosa perchè se non la facciamo noi la faranno altri? Io credo (e sto facendo una citazione, non è mia) che non tutto ciò che si può fare si deve fare e in ogni caso non tutto ciò che si può fare è giusto farlo.
Mi sento profondamente umiliata dal fatto che sia stato un giornale confessionale ad esprimere quelle opinioni; come se la pietà, il buon senso, la morale fossero appannaggio della religione e non dell' umanità tutta.
Mi rifiuto di aderire ad un concetto di laicità ormai invocata per giustificare qualunque mancanza dell'etica più elementare, e degradazione a qualunque bruttura.
Ringrazio l'avvenire e i credenti, per aver dimostrato una volta di più quale doveva essere il comportamento in questa situazione: una ferma condanna scevra da qualunque sensazionalismo e retorica.
Di altro non c'era in fondo bisogno per chiunque si volesse definire un Uomo.

martedì 5 ottobre 2010

Cartoni animati

Quando ero piccola io i cartoni animati non erano molto educativi: innanzitutto erano quasi tutti giapponesi - quelli della Disney li vedevi al cinema, e a natale in tv davano Asterix- impregnati di un etica del lavoro e del sacrificio scevra di qualsiasi humor ( Mimì che si allena a pallavolo con le catene ai polsi per rinforzarli: MA PERCHE?! ); i personaggi dei cartoni erano sempre orfani di almeno un genitore, o i più fortunati lo avevano disperso e lo cercavano per tutto il tempo (come Chobin che assomigliava ad un supertele verde mentre la madre era una figa fotonica); come se non bastasse erano tutti trasposti da storie per adulti e le parti  non adatte ai bambini venivano tagliate brutalmente lasciando dei buchi inspiegabili nella trama (perchè Arthur preferisce stare con quel tizio biondo con i baffi invece di tornare da Georgie? )
Oggi invece questi nuovi cartoni sono pieni fino all'orlo di intenti educativi: per esempio c'è la casa di Topolino in cui il topo deve scegliere lo strumento adatto tra quattro alternative di cui l'ultima è sempre lo strumentopolo misterioso (ad oggi la miglior definizione che ho mai trovato del catetere di Swan-Ganz...). Poi c'è l'agente speciale Oso che è un orsetto che spiega ai bimbi come si fanno le cose dividendole in 3 fasi (fase1 : squagliare il fumo, fase 2: mischiarlo al tabacco, fase 3: arrotolarlo nella cartina...); il mio preferito è Manny tuttofare,  nato dalla fantasia di qualche cartoonist frustrato: è falegname, carpentiere, idraulico e fabbro e quando lo chiami arriva subito e ti aggiusta tutto gratis; un personaggio completamente immaginario.
Ah, poi ci sono i numerotti: numeri con occhi e bocca che risolvono dei semplici problemi di logica e aritmetica. Per me però sono troppo complessi: bisogna aspettare che cresca Sofia.

domenica 3 ottobre 2010

I bambini dell'asilo, stanno facendo casino

La seguente conversazione è avvenuta nello spazio antistante le sale operatorie.

Chirurgo : te l'ho salutato Mario l'altro giorno
Io: ah, grazie! ma si ricordava di me solo dal nome?
Chir. : in effetti no, ha cercato di capire chi eri, mi ha chiesto se eri baciabile.
Io: beh, per essere considerata baciabile da Mario basta respirare, non è che escluda nessuno...
Chir: perchè è un mandrillone?
Io: eh beh, tra lui e il suo primario hanno fatto strame tra le colleghe.
2°Chir: chi Mario e Paolo? sono due porconi: io li conosco!
Io: ecco appunto, come ti dicevo.
Chir: però c'è una loro collega bionda che è veramente carina, me la farei volentieri... (la tipica finesse del chirurgo che emerge sempre...)
Io: chi, Maria? beh, non degnarti perchè il favore lo farebbe lei a te, Maria è una bellissima ragazza.

La discussione sarebbe stata inadatta all'Accademia dei Lincei, però non è niente confronto ad una puntata media del "Grande fratello". Peccato che, nascosta dalla nostra vista da uno dei paraventi, c'era una paziente in attesa che si è andata a lamentare con il direttore sanitario: in sala operatoria si fanno discorsi da osteria!

un paio di commenti al volo:
1- in un ospedale pubblico la cosa avrebbe provocato solo una risata. Sarà che se paghi sei il solo a poterti divertire?
2- davvero  tutte quelle serie di dottor House vi hanno convinto che i medici sono persone serie?! maddài...
3- invece di pensare a quello che dico, pensa a quello che faccio: ti abbiamo addormentato, operato, e risvegliato senza danni nè effetti collaterali, in un tempo brevissimo; e , senza scendere in particolari, la cosa non era nè facile, nè scontata. Ringrazia la Madonna che ti ha detto un gran culo e lascia un po' in pace la gente che lavora!

Ho detto.

lunedì 27 settembre 2010

Qualche inesattezza

Io amo i pazienti, davvero. Li amo per la loro capacità di sorvolare sull'inessenziale.
Io: buongiorno signora, sono l'anestesista. Volevo farle qualche domanda prima di entrare in sala operatoria, così compilo questa cartella con i suoi dati.
Allora: lei ha qualche malattia importante?
Paz: no...mmmh...no, niente.
Io: bene.
 scrivo: anamnesi negativa per patologie importanti
Io: ha mai avuto qualche problema al cuore? pressione alta? problemi ai    polmoni?
Paz: no, mai.
 anamnesi cardiovascolare e respiratoria negativa
Io: ha mai fatto l'anestesia prima? magari per qualche piccolo interevnto ai denti.
Paz: si, mi hanno fatto un bypass gastrico. pesavo 148 chili, ho perso 70 chili in un anno e sono stata ricoverata in ospedale per 6 mesi.
Io: ah, ecco.
 anemnesi negativa per patologie importanti    pregressa obesità patologica trattata chirurgicamente.
Io: è allergica a qualcosa?
Paz: no, giusto un po' di asma.
 anamnesi cardiovascolare e respiratoria negativa. Asma allergico.
Io: a cosa è allergica? le viene in primavera? per la polvere?
Paz: ma, veramente mi viene un po' per tutto.
Io: ho capito.
 anamnesi cardiovascolare e respiratoria negativa. Asma allergico intrinseco di  lieve entità.
Io: e quando le vengono gli attacchi cosa prende? il ventolin?
Paz: si, però dopo l'operazione sono molto meno frequenti non sono più come prima.
  Asma allergico intrinseco di lieve entità moderata in trattamento con  broncodilatatori.
Io: bene, e ogni quanto lo prende il ventolin?
Paz: mah...ormai due, tre volte.
Io: all'anno? al mese?
Paz: no, al giorno.
Io: Peppe! mi prendi una fiala di adrenalina e una di cortisone e me le metti sul carrello, per favore!

Anamnesi:
anemnesi negativa per patologie importanti    Pregressa obesità patologica trattata chirurgicamente. anamnesi cardiovascolare e respiratoria negativa. Asma allergico intrinseco di lieve entità moderata grave in trattamento con broncodilatatori...

venerdì 24 settembre 2010

Traumi infantili

Roby, sempre un passo avanti, ha regalato a Sofia quello che per ora è il suo gioco preferito: un libro di stoffa morbida e colorata. Quando non cerca di infilarlo in bocca intero, mia figlia si diverte a guardare le figure mentre qualcuno le commenta;
Tema del libro: animali in una fattoria su sfondi colorati.
Ecco alcune delle interpretazioni parentali:

- e questo è il maiale, sulla pagina tutta rossa...si vede che viene dalla Russia.
della serie: porci comunisti.

- e questo è l'asinello che ha rubato le mele al fattore.
esproprio proletario o tendenza criminale?

- e questo è l'asinello con cui si fa la mortadella con il pistacchietto.
quasi ora di pranzo?

- e questa è la pecorella con cui facciamo i maglioni di cachemire.
pastorizia sì, ma sempre trendy!

- e questa è la pecorella che mangia l'erbetta, questa invece è la mucca che ce la mangiamo noi.
noi l'erba la fumiamo...

- e questa è l'erba su cui salta un uomo con gli occhi color del cielo...
ho capito la passione per Tolkien, ma che c'entra Tom Bombadil con la Fisher Price??!!

Quante sedute di psicanalisi serviranno per rimuoverle tutto questo dal subconscio?

mercoledì 22 settembre 2010

Son sempre chirurghi

Ad ulteriore prova che in Italia la tutela della maternità è pura utopia, l'ospedale in cui lavoravo non mi ha rinnovato il contratto.
Nessuna struttura pubblica mediamente sottorganico si accatterebbe un anestesista con una bambina di 3 mesi - quindi in pieno allattamento - perciò il meglio che sono riuscita a trovare è una piccola clinica convenzionata in una zona piuttosto chic.
Premesso che io non amo la sanità privata, per l'ovvio motivo che credo, fortissimamente credo, nel diritto dei cittadini ad un'assistenza pubblica, la fauna che si trova in queste strutture è comunque degna di un trattato di sociologia o di un qualsiasi reality show.
In particolare i chirurghi, sono sempre chirurghi, come dimostra il seguente dialogo:

Urologo: il prossimo paziente dobbiamo tenercelo buono, che è uno che vende macchine.

Io: (interessata) ah, si? allora mi serve! ha buone occasioni?

U: come no! pensa che io tutte le Porsche che ho avuto le ho comprate da lui!

Io: si, beh, noi veramente pensavamo più ad una Punto usata.

Si è messo a ridere: non ha mica capito che la mia non era per niente una battuta.
Ci sarà da divertirsi...

domenica 19 settembre 2010

Momento di stupidità

Sabato sera, davanti ad una grande gelateria.
Io: Cinzia, Guarda! ma quello non è il comico Xyz?!
Cinzia: Non lo conosco, non so!
Io: Oddìo, è lui, mi sa! è il mio comico preferito! (vocina esitante) Signor Xyz?
Xyz: sì? buonasera!
Io: E' LEI?!
Xyz: faccio del mio meglio! arrivederci! (se ne va)
Io: (pensosa) certo che le cose intelligenti che si possono dire...
Cinzia: ...le hai schivate tutte, eh!

venerdì 17 settembre 2010

Good night and good luck

Ecco i titoli di alcuni articoli usciti su dei quotidiani a tiratura nazionale:
"Trasfusione sbagliata, muore un'anziana."
Una 76enne ricoverata d'urgenza in rianimazione per insufficienza respiratoria e grave anemia. Muore il giorno dopo; è in corso l'autopsia per accertare le cause.
L'articolista ritiene irrilevante scrivere quanto sangue le è stato trasfuso, dopo quanto se ne sono accorti, se quel sangue, pur non essendo il suo, fosse dello stesso gruppo sanguigno o di un gruppo compatibile (ad esempio, se fosse stato un sangue zero negativo sarebbe stato comunque trasfondibile, oppure uno zero positivo su una paziente positiva), nè quale fosse la prognosi della malattia di base che l'ha portata lì.
"Lite tra medici in sala parto: gravissimi mamma e bambino."
La donna in questione nonostante la lite è stata: operata d'urgenza, controllata nel postoperatorio e quindi rioperata tempestivamente, e pochi giorni dopo, dimessa. Il bambino ha avuto una sofferenza fetale, non imputabile a cause esterne, che è stata subito rilevata e per la quale è stato praticato il cesareo d'urgenza; questa sofferenza ha provocato due arresti cardiaci che sono stati tempestivamente trattati, e il bambino è stato subito ricoverato in terapia intensiva neonatale.
Sinceramente non mi sembra affatto male come assistenza.
Questo non assolve i due medici dall'aver scatenato una rissa, ma è molto diverso dall'omicidio colposo.
Tutte le notizie sono riportate da interviste fatte ai parenti, non al primario, ai presenti, agli inquirenti. Senza nulla togliere, non mi sembra una fonte oggettiva; in entrambi i casi mentre i titoli vengono sbattuti sui giornali, le indagini sono ancora in corso e nessuna giuria ha dichiarato la colpevolezza di qualcuno.
Su quali siano i doveri, i fini e i limiti deontologici della professione di giornalista, si potrebbe discutere delle ore. Io credo che uno di questi sia dare le notizie in modo corretto, cercando di distorcere la realtà il meno possibile. Senza negare che in Italia la malasanità esiste, non trovo giusto sfruttare ogni fatto di cronaca in chiave sensazionalistica solo per farne uscire un "pezzo che piace", infangando la reputazione di persone innocenti o di ospedali seri e diffondendo una sfiducia immotivata verso la sanità pubblica; a meno che questa non sia una manovra di chi vorrebbe la sanità privatizzata in modo da poter guadagnare con un bel sistema "all'americana", nel qual caso oltre all'ignoranza, l'articolista pecca anche di malafede.
Queste persone dovrebbero scusarsi con i loro colleghi, esponenti di un giornalismo serio, per aver offuscato il rispetto di cui gode la loro professione, che rimane uno degli strumenti più potenti in mano alla democrazia.
Good night and good luck

giovedì 16 settembre 2010

Demenza pubblicitaria

Capisco che il consumatore è un idiota, ma le ultime pubblicità sono troppo anche per noi.
Prendiamo quella delle 3 mentecatte che si lamentano: sperperano lo stipendio in test di gravidanza perchè non riescono a capire cosa significano le stanghette indicatrici; però quando eri al dunque cosa significava la stanghetta l'hai capito subito, eh!?
Ho una proposta: se una non riesce a leggere il test di gravidanza, non ha diritto a riprodursi: giusto per salvaguardare l'evoluzione della specie.
Adesso a queste dementi gli hanno fatto il test che scrive SEI INCINTA, CRETINA! però se non riescono a contare le stanghette, ho dei dubbi che con le lettere sia meglio...
Oggi ho visto l'ennesimo insulto all'intelligenza del consumatore medio: cartellone pubblicitario di una nota marca di vestiti; in primo piano una squinzia con minigonna e tacco 12 riversa in terra di fronte al banco frutta del supermercato. Su di lei un cestino rovesciato pieno di cetrioli; guarda in camera con espressione intensa stringendo un cetriolo in pugno.
Ecco.
Amici pubblicitari, illuminatemi.
vi prego, ditemi cosa esattamente cercavate di comunicare con questa pubblicità?
che chi si compra quei vestiti prende il cetriolo?
che se mangi i cetrioli entri in vestiti della taglia della modella?
o che non importa cosa indossi, se c'è un cetriolo sei sempre l'ortolano?
ai consumatori l'ardua interpretazione.

mercoledì 15 settembre 2010

Grazie per la spiegazione, neh!

Pediatra: (cercando di immobilizzare Sofia che sguscia come un anguilla) però, com'è mobile questa bimba... non ha neanche 3 mesi...
Io: eh..sì...
Pediatra (al secondo tentativo) umpf...dammi un attimo una mano...strano, di solito i neonati di due mesi si immobill..aspè...dicevo, si immobilizzano facilmente...
Io: sì, lei è molto mobile...ma è normale?...pucci pucci, amore di mamma, stai ferma un secondo che non ti fa niente la dottoressa...
Pediatra: eh, no, mica è tanto normale...ferma un attimo tesoro, non ti faccio niente...è piuttosto anomalo, anzi, che si muovano così...
Io: Ah, è anomalo...Sofia, amore, FERMA un attimo!...e che vuol dire?
Pediatra: eh...eh...vuol dire che le dovrai correre dietro parecchio!

martedì 7 settembre 2010

Leggende metropolitane

Quest'anno, come tutte le estati , i ladri di appartamenti hanno approfittato della pausa estiva per mettersi al lavoro, colpendo, purtroppo il mio palazzo.

I fatti:

4 agosto ore 23.30

Giò, Fabrizio ed io scendiamo per le scale per andare a prenderci un gelato. Sul pianerottolo del quarto piano, vediamo entrambe le porte aperte e le serrature scassinate. Sul pavimento giace una lattina di redbull vuota.
Chiamiamo il 113 e arrivano due agenti che constatano l'accaduto e rintracciano i proprietari. Questi, rientrati di corsa dai luoghi di villeggiatura, fanno un elenco degli oggetti rubati tra cui un ceppo di coltelli da cucina.

Resoconto degli avvenimenti sentito al bar del quartiere 2 giorni fa:

4 agosto ore 15.30

Una banda di malviventi composta da zingari e rumeni sferra un offensiva nel quartiere attaccando simultaneamente 12 appartamenti; un inquilino del numero 97 ha potuto vedere in trasparenza attraverso i vetri della chiostrina (satinati, n.d.r. ) i malfattori armati di pesanti coltelli da macellaio.
Dopo aver sfondato le porte i ladri, evidentemente provati, si fermano a consumare un lauto pasto innaffiato da bevande alcoliche.
I tutori dell'ordine, giunti sul luogo del delitto , devono lavorare alacremente per 40 minuti per riuscire ad aprire le porte, accuratamente richiuse dai malfattori.

Che emozione: posso dire di aver assistito alla nascita di una leggenda metropolitana...

mercoledì 1 settembre 2010

Luoghi comuni

Se c'è una cosa che detesto sono le generalizzazioni: non sono quasi mai rispondenti al vero e sono foriere di pregiudizi e atteggiamenti sgradevoli di ogni tipo.
Nella realtà per esempio, mio padre è un maniaco dello shopping, mia madre portata in un centro commerciale ha una resistenza di circa 7 secondi, come un orata fuori dall'acqua, in casa nostra invece per trovare un po' di senso della moda bisogna aspettare che venga Enrica a cena.
Inoltre, tra noi due, Giò è quello che riesce a ricordare nomi, date e avvenimenti in perfetto ordine cronologico, mentre io sono, indubitabilmente, quella dotata delle abilità prassiche.
Il mio amato infatti pur avendo un cervello di prim'ordine, ha qualche difficoltà nel collegare questo alle mani, cosa che offre sempre nuovi spunti per innalzare Inni di Lode all'Altissimo. Da quando è nata Sofia, per esempio, c'è la simpatica rubrica giornaliera "un padre e la fotocellula" che consiste nel tentativo di Giò di far entrare il passeggino nell'ascensore prima che le porte automatiche si chiudano intrappolandolo. L'operazione si conclude sempre con l'evocazione del Santo del Giorno, e un paio di ferite leggere all'ascensore.
Ma il suo capolavoro è stato l'altroieri, mentre la famiglia intera era mobilitata nel riunire i bagagli per tornare ai patri lidi da quel di Lugano, dove il Delfino ci aveva accolto con la sua proverbiale ospitalità, per un weekend di bagordi svizzeri. Il mio amore, approfittando della mia disattenzione mette lo sterilizzatore nel microonde e poi, confondendo le tacche, accende la funzione grill a tutta forza, fondendo in soli sei minuti, un set completo di 6 biberon, 2 ciucci anatomici e lo sterilizzatore stesso. Dopo l'incidente sono discesi diversi cori angelici ed è uscito dalla sua stanza il coinquilino del Delfino, un simpatico ragazzo fortunatamente polacco che sta studiando italiano su cassette che certamente non comprendono i vocaboli usati dal mio amore.
Morale della favola: prima di dire banalità, pensateci; ma proprio nel senso: pensate a noi!

venerdì 6 agosto 2010

Sadismo ospedaliero

Avendo fatto il cesareo, qualche giorno fa sono andata a togliermi i punti.
Davanti all'ambulatorio aspettavamo in 3: una 18enne che ha partorito una bambina prematura con un suo coetaneo, che il giorno dopo il parto aveva l'esame per prendere la terza media, e una donna un po' avanti con gli anni con un espressione ovina sulla faccia cicciotta.
La mia esperienza mi ha permesso di individuare subito i due tipi. La ragazzina: la vittima sacrificale (Vs). La cicciona: la paziente rompicoglioni lamentosa (Prl).
Il dialogo che segue è un classico del genere:
Prl (rivolta a me): tu sei la prima?
io abbasso la testa di qualche millimetro a significare assenso.
Prl: allora dopo vado io; tu quando hai partorito?
io: sedici
Prl: ah, io il 15, chissà perchè mi hanno fatto tenere i punti un giorno di più. Forse ieri non c'era nessuno a togliermeli...
io: ...
Prl: anche l'altra volta me li hanno tolti dopo 15 giorni. Quando mi hanno tolto il cerotto mi ha fatto malissimo, sono venuti via pezzi di pelle...ma stavolta lo sapevo prima e mi sono portata questo (mostra una bottiglietta di acetone che dovrebbe sciogliere la colla).
A questo punto mi guarda con malcelata impazienza aspettandosi che io mi getti a terra urlando: IO NON CE L'HO!!! COME FACCIO???
La guardo con occhio metallico che non lascia trapelare alcuna emozione.

Vedendo che su di me non fa presa si volta verso la ragazzina, che nel frattempo guarda la porta dell'ambulatorio con evidente terrore, e con un ghigno sadico attacca.
Prl: tu quando hai partorito?
Vs: il 15.
Prl : ah, anche tu. Primo figlio? (evidentemente si, visto che prima era prepubere probabilmente)
Vs: si.
Prl: (sempre più ghignante) ti hanno fatto il cesareo, eh?
Vs: si.
Prl: è la prima volta che ti tolgono i punti?
Vs (voce tremante): si
Prl (trionfante): AH, per me è la seconda: fa MALISSIMO.
Vs (occhio spalancato): Oddio, davvero?!
Prl: si! ti tirano il filo finchè non esce, senti che passa nella carne della ferita e in certi punti si incastra e lo devono strappare...
Vs (con le lacrime ) : ma non ti fanno l'anestesia?
Prl: no, devi sopportare.

A questo punto decido che ne ho abbastanza e intervengo con voce decisa:

io: ma non è vero! è una cosa da un secondo, non senti niente.
Prl: (aggressiva) ah, tu come fai saperlo, è il primo figlio.
io: (sopracciglio alzato) primo, me li hanno già tolti per un altro intrevento (falso, mai stata operata prima) e secondo (voce di superiorità) sono un medico, e queste cose le so (falso anche questo, potrei benissimo non saperne assolutamente niente).
Silenzio all'opposizione. In quel momento si apre la porta e vengo chiamata all'interno.
Mi tolgono questi famosi punti, senza grande pathos ed esco dopo 5 minuti.
Ignoro la cicciona che mi guarda scettica e rivolgo il mio sorriso più luminoso alla ragazzina: "vai tranquilla, non fa assolutamente niente, è una passeggiata di salute! "
Esco con il passo più disinvolto che mi viene mentre lei mi guarda come un agnello sacrificale un po' rinfrancato.
Sapere è potere. Quanto è vero.

sabato 31 luglio 2010

Figli piccoli, non rompetemi le scatole

Ad un mese dalla nascita di mia figlia sono finalmente in grado di smentire tutti quelli che sentenziavano "goditi questo periodo, che dopo arriva il peggio!" mentre ero piegata dalle nausee del primo trimestre di gravidanza.
Avere Sofia in braccio, poterla vedere e sentire, godermi la sua presenza, anche ad orari improbabili del mattino, è mille volte meglio che avere una panza enorme con qualcosa che scalcia dentro.
Ogni volta che lo dico l'immancabile di adesso è: "ehhhh, goditi questo periodo: figli piccoli, problemi piccoli, figli grandi, problemi grandi! dopo arriva il peggio"
Sembra insomma che non ci sia scampo, questo peggio è sempre dietro l'angolo.
Strano, perchè io mi sento incredibilmente felice e piena di ricchezze come non mai, sebbene leggermente in debito di sonno...
Fortuna che ci sono le mie amiche con figli che mi danno un supporto morale convincendomi che non sono del tutto sciroccata.
Un po' difficile dire come me la cavo paragonandomi agli altri.
"Non devi assolutamente addormentarla in braccio!" mi ammonisce Vale "io la mia l'ho abituata sin dall'inizio a stare in culla, e se piangeva la lasciavo piangere!"
"Devi assolutamente addormentarla in braccio!" mi redarguisce Ale " i neonati hanno bisogni del contatto fisico per tranquillizzarsi e crescere bene!"
Inoltre si innesca un fenomeno peculiare per cui perfetti sconosciuti, incontrandoti per strada con un bambino in braccio, sentono l'irresistibile desiderio di comunicarti perle di saggezza sull'allevamento dei figli desunte dalla loro esperienza.
"Non utilizzare il passeggino! abituala al marsupio che è più fisiologico!" dicono le mamme under 50
"questo marsupio è proprio terribile! secondo me fa anche male alla schiena, non vedi come è tutta rinsaccata?" mi rinfacciano le madri over 50.
Dopo un iniziale periodo di confusione ho pensato alle mie amiche: Martina, archeologa supercolta, ma anche ottima cuoca, Ea avvocato in carriera che vive all'estero, Stellina, brillante anestesista, Enrica, ormai lanciata nel mondo del pronto soccorso e dell'alta moda, Silvia, che riesce a gestire il suo lavoro di maestra , due figli ed un cane enorme: tutte quante cresciute con metodi completamente diversi, ma con risultati ottimi.
Dio vede e provvede...

giovedì 29 luglio 2010

Considerazioni

Quando avevo 16 anni guardavo l'alba dall'autobus che mi portava a scuola
Quando avevo 20 anni guardavo l'alba dall'entrata della discoteca.
Quando avevo 27 anni guardavo l'alba dalla finestra della sala operatoria
A 33 anni guardo l'alba dal terrazzino del balcone con la bambina in braccio.

Ma non si dorme mai in questa cazzo di vita???

p.s. A chi dice che la maternità non fa dormire rispondo che, sì, è vero: ma anche prima non era tutto rose e fiori

venerdì 9 luglio 2010

Analogic natives

Un amico, informatico per vocazione , ha postato sul blog della sua azienda una articolo interessante sulle possibili applicazioni dell'informatica alla sanità.
L'entusiasmo c'è e si vede, gli utilizzi sarebbero molteplici e tutti lodevoli, purtroppo però la pratica si scontra con l'anello debole della catena: noi medici.
Mi dispiace dirlo, ma in generale la classe medica è rimasta all'analogico, e vanifica qualunque tentativo di inserire il digitale in un reparto.
Facciamo un esempio: diversi anni fa, in rianimazione si è deciso di informatizzare la cartella clinica. A questo scopo abbiamo preso un programma fatto apposta il cui costo d'affitto e assistenza tecnica equivalgono allo stipendio di 5 anestesisti co.co.co. (che per un contratto copierebbero le cartelle a mano impreziosendole con delicate miniature a tema sui capoversi...).
Nelle dimostrazioni il programma era perfetto; dopo un paio di settimane di utilizzo sul campo non lo era più.
Punto primo: i dati scritti non si possono cancellare.
Ovvio, perchè la cartella clinica è un documento ufficiale e non si può manomettere.
Peccato però che se io sbaglio a scrivere il codice di una sacca di sangue risulta che ho iniettato una cosa mortale ad un paziente, quindi per ovviare devo andare sul campo delle consegne della giornata e scrivere lì che la sacca iniettata non è la 054678 ma la 054679 e sperare che in caso di processo il giudice ci creda.
Punto secondo: l'infusione dei liquidi è temporizzata a 24 ore. Perciò se non ti ricordi tutte le sere di far ripartire l'infusione risulta che tu a quel paziente non hai fatto una goccia di niente. Ci sono pazienti che risulta non hanno fatto niente per giorni con questa storia. La verità però è che quando il reparto è un casino, i letti straripano e tutti i pazienti cercano di morire nelle stesse 12 ore non solo non hai il tempo di metterti a cliccare tutte le flebo di tutti i letti, una per una, ma proprio non te ne frega un cazzo.
Punto terzo: la maschera per l'inserimento dei dati della microbiologia non permette di segnare quali germi sono stati cercati e sono negativi, ma segna solo i positivi, facendo si che ad un paziente sia mandato per 3 volte il campione per un germe che risulta per 3 volte negativo.
Ci sono ovviamente un punto 4, 5 e 6, ma l'esempio l'avete capito. Quello che doveva essere un aiuto a velocizzare il lavoro diventa un ulteriore carico di lavoro, per il quale però non abbiamo competenza specifica.
I tecnici dell'azienda , alle nostre richieste di modifiche hanno risposto che il programma non si può cambiare.
Il risultato, molto italiano, è che con un programma che costa una cifra annua con 4 zeri noi scriviamo la microbiologia a mano, correggiamo le cartelle con dei p.s. sulle consegne, e abbiamo le infusioni di liquidi invariabilmente sbagliate.
Io, che conosco un po' l'informatica ( e gli informatici) ho pensato all'inizio che fossero i tecnici che ci marciavano per non avere rogne, ma dopo aver assistito ad un paio di conversazioni tra loro ed i miei colleghi mi sono resa conto che la verità non è solo questa. Il fatto è che i miei colleghi ne sanno così poco di computer che non sanno cosa chiedere .
I creatori del programma parlano con gente che non sa neanche cosa può fare un programma e come può farlo e si trovano a cercare di interpretare delle esigenze che loro non conoscono. è come un muto che parla ad un sordo: non si capiscono proprio l'uno con l'altro perchè non hanno quel minimo background comune che gli permetterebbe di lavorare insieme per un fine.
Le soluzioni sono due: o informatizzare i medici, o medicalizzare gli informatici.
A voi la scelta

giovedì 8 luglio 2010

Per la mia migliore amica

-: Se mai mi sposerò la mia testimone sarà Roberta, senza dubbio.

-: Va bene, ma perchè?

-: è l'unica che sono certa spergiurerebbe per la causa...

martedì 29 giugno 2010

Acida, basica o stupida?

All'anagrafe:
Impiegata: nome della bambina?
Noi: Sofia
Impiegata: col "ph"?
sguardo stupito dei genitori tra loro.
Il padre: no, è neutra.

domenica 27 giugno 2010

Come diventare rincoglioniti in 10 giorni

Interno sera.
Giò, sdraiato sul divano con in braccio la piccola Sofia, nata da 10 giorni, mi ascolta paziente, mentre spiego come si prepara il biberon di latte in polvere.
"Vedi: si mette l'acqua panna, 60 ml, e poi si aggiungono 2 misurini rasi di polvere. Se apri il barattolo dentro c'è il cucchiaino apposito, che poi si incastra nel tappo, sennò si perde nella polvere. Mischi tutto e lo metti nel microonde, e poi quando è caldo mischi di nuovo. Capito? due misurini per 60 ml di acqua, 3 se ne fai 90, ok?...e..."
Mi ha interrotto con aria da martire: "amore, ho una laurea in chimica e un dottorato di ricerca: non è la prima soluzione che preparo, penso di potermela cavare..."
Ho fatto uno smagliante sorriso e sono andata a dargli un bacio con aria disinvolta.
10 giorni e sono già rincoglionita...

venerdì 18 giugno 2010

Supermercato - terza parte

Un anno fa, ispirata dalla mia dolce metà, ho scritto una serie di post sul problematico rapporto tra uomini e supermercato. Da quel giorno ho ricevuto la solidarietà di molte donne che mi hanno aperto il loro cuore facendomi conoscere diverse perversioni di questo rapporto e tutte altamente perniciose. A volte i tipi si mescolano anche tra loro creando degli ingestibili grovigli di delirio da supermarket.
Analizziamoli:
il portatemi via di qui: ti segue trascinandosi per il supermercato con una faccia da funerale e risponde a monosillabi a qualunque domanda. Dopo 5 minuti comincia a dire: "hai finito? ma quanta roba devi comprare?" dopo 10 lo mandi fuori ad aspettarti per non strangolarlo.
L' offerta speciale: compra tutto ciò che è scontato per qualche motivo, pensando di aiutare il bilancio familiare. Non importa se sono sardine e caramelle alla menta e voi siete allergiche alle sardine.
La spesa intelligente: ha un idiosincrasia particolare per qualche cosa che condiziona tutta la spesa. Magari vuole solo prodotti italiani, o biologici, o a chilometri zero, senza minimamente preoccuparsi di cosa serve in casa.
L'esperto: il tonno si compra solo in tranci da 5 kili perchè i pezzi piccoli sono scadenti, le olive devono venire solo da Gaeta, sennò non sono buone, per scegliere il melone battendoci sopra serve il diapason, il taglio del prosciutto deve avere una determinata percentuale di grasso sennò rinseccolisce, il pane dev'essere cotto solo in un certo tipo di forno ad una certa temperatura. Al banco frigo meditate di fare la spesa via internet.
L'impreciso: gli chiedete di comprare il detersivo per pavimenti blu con l'omino pelato e torna con il disgorgante viola con sopra il superman moro dicendo: "era questo che volevi , no?"
il goloso: lo mandate a prendere uno yoghurt e torna con: patatine alla paprika, mortadella, lardo di colonnata, biscotti al cioccolato (2 tipi), gelato alla crema affogato al caffè, vodka, salatini, peperoni ripieni e pizze surgelate. Ovviamente si è scordato lo yoghurt.
Alla fine ci si chiede: ma non è meglio se vado da sola?
La risposta è dentro ognuna di noi.

martedì 8 giugno 2010

Venenum prendendum est

Zia: "Ho avuto anch'io l'influenza di stomaco. Mi è passata prendendo per 3 giorni un farmaco nuovo che mi ha dato il dottore: si chiama "Seuferm"."
Io: "Allora ora scendo in farmacia e glielo prendo"
Zia: "Non credi sia il caso di dargli un antibiotico?"
Io: "A meno che tu non creda che mamma ha il colera, direi di no. Questa mi sembra una gastroenterite virale"
Zia: (poco convinta) "va bene, allora gli diamo solo il seuferm."
Io:" si, vado in farmacia a comprare i fermenti lattici e glieli porto"
Zia: "NO! non i fermenti lattici! prendile il seuferm che a me son bastati 3 giorni! i fermenti lattici non fanno niente e ci mettono un sacco di tempo!"
Io: (serissima) "Si, zia, hai ragione. Vado."

Seuferm: int alim gtt 5m composizione: è un probiotico a base di fermenti lattici vivi.

Stregoni...Dovremmo vestirci da stregoni... da oggi scriverò le ricette in latino... giuro...


domenica 6 giugno 2010

Saggezza

Ho già parlato altrove di Gazza e della sua infinita saggezza.
Oggi sono passata a trovarlo e chiaccherando del più e del meno siamo finiti come al solito ai Grandi Problemi dell'Esistenza.
"Vedi: " ha detto lui " ciò che rende l'uomo debole e imperfetto sono i sentimenti. Noi non siamo macchine raziocinanti, siamo in preda alle nostre emozioni e questo a volte ci rende infelici"
"Beh, è vero Gazza, "ho risposto "ma in fondo, se fossi senza sentimenti ed emozioni, cosa ti distinguerebbe da un'ameba?"
Mi ha guardato come fosse ovvio: "E chi se vo' distingue da un ameba?!?!"

Mitico Gazza

martedì 1 giugno 2010

E partorirai con dolore

Quasi ci siamo, si avvicina il grande giorno, ormai manca una settimana e questi 9 lunghi mesi saranno finalmente terminati, speriamo nel migliore dei modi.
Ammetto che, pur avendo visto un certo numero di parti ora che ci siamo quasi mi sta prendendo un po' di strizza, fortuna che ci sono altre donne che hanno partorito prima di me e che non vedono l'ora di raccontarmi com'è andata.
Innanzitutto non ce n'è stata una che ha avuto un travaglio di meno di 27 ore in cui è rimasta abbandonata in sala parto soffrendo atrocemente senza nessuno.
La peridurale praticamente non funziona, o se funziona lo fa solo alla 25 ora.
Quelle che non hanno travagliato 27 ore si sono dovute fiondare nel più vicino ospedale perchè rischiavano di partorire per strada tipo "Senti chi parla".
Le ostetriche, che dovrebbero essere lì per aiutarti, è tanto se non ti picchiano con un randello chiodato mentre hai le doglie, il ginecolgo si trova quasi sempre in un altro emisfero.
Le donne sopra i 50 anni fanno racconti ancora più terrorizzanti, ai limiti dell'inverosimile. Uno per tutti: donna di 25 anni con placenta previa entra in travaglio e le si rompono le acque. Va in ospedale dove le applicano del ghiaccio sulla pancia che blocca il travaglio (!) e poi la fanno restare 2 giorni in ospedale senza partorire per studiare il suo caso. Dopo si fa le solite 27 ore di doglie e alla fine il bambino nasce.
Fortuna che sono un medico e riesco ancora a distinguere il sensato dall'inverosimile, perchè questa sembra la sceneggiatura di un film di Lynch.
Ma la parte migliore l'ha fatta un ginecologo che ho incontrato ad una festa di amici che parlando mi ha detto "dai, adesso comincia il bello; a parte il travaglio, ovviamente, che sarà il momento peggiore della tua vita" e quando io l'ho guardato basita mi ha risposto: "beh, ma te lo avevano detto, no?"
e meno male che ci fai pure il ginecologo! ma dovrai avere problemi di prostata nella vita... chiedimi un parere...
L'osservazione più sensata l'ho avuta, come spesso, dalla mia dolce metà a cui ho chiesto: ma sarà così terribile? Mi ha guardato rassicurante e ha detto: sono 4 milioni di anni che le donne partoriscono; non preoccuparti.
Che Dio me la mandi buona

mercoledì 26 maggio 2010

Se coltiviamo arance ci sarà un motivo...

Ormai 8 anni fa, Gio ed io ci trovavamo al mare insieme con altri amici, quando eravamo anche noi solo amici, e lui si riempì la pianta del piede di aculei di riccio. Avrei scoperto dopo a mie spese che il mio amato è una calamita per qualsiasi tipo di bestia acquatica, ma già allora, ancora ignara, mi armai di pinze ed ago dalla punta arroventata e tolsi le spine alla vecchia maniera.
Lui, che aveva il suo onore di uomo da mantenere, (aveva 22 anni ed era ancora ingenuo) si sottopose all'operazione senza un lamento, con vera faccia di granito.
Non dico che quest'episodio mise le fondamenta per il nostro amore, però fu uno dei primi momenti di contatto fisico tra noi e si sa, da cosa nasce cosa, come dimostra la mia pancia.
Mia madre oggi mi ha informato che in televisione ha sentito un dermatologo che spiegava che per togliere gli aculei di riccio si deve usare il succo di papaya.
Le ho fatto notare che viviamo in Italia e la papaya da noi non è proprio autoctona, ma lei ha ribattuto che ormai la papaya si trova in tutti i supermercati.
-:"va be" ho detto io, "ma metti che sei in spiaggia con mezzo riccio nel piede, non è che puoi prendere la macchina e andare al supermercato a comprare la papaya, facendo pure la fila alla cassa! "
-:"infatti! " ha risposto trionfante la mia criminale "ho pensato di comprarla e metterla nel frezeer della casa al mare in piccoli sacchetti, così ce l'abbiamo sempre pronta!"
-:"ma mamma, tu non sai nuotare...è improbabile che il riccio venga a cercarti al bar!"
Mi ha guardato con sufficienza: "Ma c'è la bambina!" ha spiegato indicando la mia pancia.
che potevo dire? terremo la papaya in freezer.
Però mi chiedo: se invece di togliergli gli aculei dal piede io avessi tirato fuori un sacchettino di papaya, Giò ed io saremmo dove siamo?
Il dubbio mi rode...

mercoledì 19 maggio 2010

Però, Enry, pensavo...

...dopo questo orrore della docufiction sui trapianti (tra l'altro ieri sera ne ho visti 10 minuti e sono una cosa di una noia mortale) la gente magari si convince a donare gli organi.
Forse noi vediamo le cose da un punto di vista sbagliato: può essere che lo scopo sia sensibilizzare le masse alla donazione; magari immedesimandosi nei personaggi le persone diventano più propense alla cosa.
Che dici, sono io che mi faccio delle illusioni?

sabato 8 maggio 2010

Problematica dell'insalata russa

Mia madre mia ha informato che non farà più l'insalata russa.
L'iniziativa parte da mia zia che l'ha convinta che la maionese fatta in casa con le uova è portatrice di terribili germi.
Tu pensa: sono 33 anni che faccio questa roulette (russa) mangiando l'insalata (russa) piena di germi usciti dritti dal culo della gallina.
Ma mi domando: le uova sono sempre uscite dallo stesso posto, e noi le abbiamo sempre mangiate dal paleolitico in poi. Cos'è che le rende così tragicamente infette?
Il fondo del barile, però, è la pubblicità del detersivo che si attacca al wc così non devi mettere la gabbietta che si riempie di batteri.
Ma scusate se scado nel triviale: i batteri come ci arrivano nel cesso? sbaglio o ce li metto io che in quel cesso ci vado a cagare almeno una volta al giorno? e allora perchè dovrei avere il cesso sterile se il mio colon è pieno di batteri?
Poi ci sono i vari allarmi sanitari, che sfiorano la psicosi: vi ricordate due anni fa quei ragazzi (di Padova mi pare) che avevano preso la meningite? Aiuto, si salvi chi più il meningococco impazza!
Ecco: quest'anno ci sono stati in rianimazione da noi 2 casi di meningite, esattamente come l'anno scorso e l'anno prima, ma nessuno se li è filati. D'altronde, forse stupirà qualcuno sapere che il 15% della popolazione ospita nel naso il microorganismo senza sviluppare la malattia...attenti al kleenex killer...
Ma quest'anno avevamo altro da pensare: c'era la suina. Non voglio neanche parlarne, perchè è come sparare sulla croce rossa; dirò solo la parola che terrorizza le masse: PANDEMIA. Attenzione: la suina è una pandemia! si salvi chi può! e giù scenari da "l'ombra dello scorpione". Anche la rosolia è una pandemia. Com'è che la cosa non allarma nessuno? Ci sono malattie che sono diffuse in tutto il mondo, e ce ne saranno sempre di più, visto che ci muoviamo tutti di più.
Ogni volta che c'è una nuova influenza si fa il paragone con la famosa spagnola. Peccato che Spagnola si diffuse in piena guerra mondiale, prima dell'avvento degli antibiotici, nelle trincee, in inverno tra i soldati denutriti che vivevano tutti insieme. Non è che sia esattamente il nostro caso...
La cosa che tutti sembrano improvvisamente ignorare è che vivere in questo pianeta comporta l'esposizione massiccia, continua e ripetuta ad altri microrganismi (d'altronde hanno trovato batteri anche su Marte...). Siccome questa cosa continua dall'origine della specie il nostro sistema immunitario è programmato per gestire questa convivenza. Noi affrontiamo ogni giorno virus e batteri, alcuni di essi vivono perennemente nel nostro corpo e ci sono indispensabili per sopravvivere. Appena viene a contatto con un microorganismo (virus, batterio o fungo) nuovo il corpo si attiva e mette in atto tutte le strategie a sua disposizione per combatterlo. Quando lo ha sconfitto (la maggior parte delle volte sennò saremmo estinti da un pezzo) si ricorda "come" ha fatto e mantiene questa memoria. Cercare di sterilizzare l'ambiente è non solo inutile, ma potenzialmente letale perchè impedirebbe al nostro sistema immunitario di funzionare.
Allora: è giusto attuare delle sensate norme igieniche che limitino la diffusione dei germi patogeni, ma non dimentichiamoci che non siamo gli unici abitanti del pianeta, e sicuramente non i più numerosi.
P.s. a questa pagina il link sulle procedure per "sterilizzare" qualcosa. Dopo averle lette sarà chiaro a tutti come niente di ciò che ci circonda è sterile, nè abbiamo speranze di renderlo tale. Vi invito a guardare anche disinfezione e igiene.

sabato 1 maggio 2010

Televisione

Apprendo oggi dalla televisione la prossima messa in onda di un'ennesima "docu-fiction" (pastrocchio di parole che significa una cosa che vuol sembrare vera, ma non lo è) sul reparto trapianti del Sant'Orsola di Bologna.
Già quella sul reparto maternità mi aveva lasciato francamente perplessa (chiunque abbia visto un parto sa che non è uno spettacolo da vedere con la famiglia mentre si cena), quella sul pronto soccorso mi aveva fatto seriamente dubitare del buon gusto dei miei connazionali, ma questa mi sembra veramente il fondo del barile.
Essendo stata in un reparto trapianti so quanto quel tipo di lavoro possa essere deprimente, sfiancante, pieno di disillusioni e delusioni ;
Oltretutto i trapianti d'organo non consistono solo nella fase in cui metti il nuovo fegato e il paziente sta bene, ma anche e sopratutto nel lavoro preparatorio, quanto mai ingrato, che inizia quando devi andare a dire alla madre/moglie/padre/marito di qualcuno che, nonostante il cuore batta visibilmente, quel qualcuno è morto e sarebbe molto utile il suo fegato.
Un discorso questo, raramente semplice, mai piacevole.
Dopo si passa alla seconda fase in cui diverse equipe chirurgiche aprono quello che era "il paziente" e cominciano a togliere roba, finchè l'ultimo non dice "ok, finito" preleva un pezzo di carne e lo mette in un thermos da picnic e a te non resta che spegnere il monitor e il ventilatore e andartene con un certo disagio, lasciando "la salma".
Alla fine si passa al trapianto vero e proprio e poi al post trapianto, nessuna delle due cose particolarmente allegre.
A me, che non sono uno spirito particolarmente sensibile, sono occorsi anni per mandare giù questa roba e tornare a casa a parlare dell'ultimo x-men senza risentirne, e consideriamo che io ho le conoscenze per capire la parte "tecnica".
Sembra invece che il telespettatore medio, dopo 8 ore in ufficio col capo stronzo, i colleghi squali, il traffico del rientro, la moglie che gli parla del mutuo e il figlio che vuole il cellulare nuovo si sieda, stracco, davanti agli spaghetti con la "pummarola 'n coppa" e si immerga, finalmente!, nella gioiosa atmosfera del Servizio Trapianti d'Organo. Che goduria!
Mah...sarò io che non capisco...

venerdì 16 aprile 2010

La farmacopea raccontata dai pazienti

Antiipertensivi: comunemente detti: "la pilloletta della pressione", anche se possono avere le dimensioni di un big mac ed essere una decina. Ne esistono di diverse classi farmacologiche, con diversi effetti collaterali. Vengono raggruppati con nomi vagamente simili che i pazienti confondono (si chiama...una cosa che finisce in "olo"...).In pazienti di cardiologi sadici, possono essere somministrati secondo orari e giorni del calendario Maya.
Anticoagulanti/ antiaggreganti: farmaci di problematico impiego: si utilizzano per una varietà di patologie che vanno dall'infarto alla flebite. Interrogato, il paziente non sa assolutamente dire per quale motivo gli sono stati prescritti.
Ansiolitici/antidepressivi: mai chiedere ad un paziente se assume psicofarmaci. La risposta sarà un indignato "no!", fedele all'opinione comune in Italia che gli psicofarmaci li prendono solo i matti.
Alla domanda se prendono qualcosa per dormire meglio la risposta sarà invece un elenco di sedativi, ipnotici, tranquillanti, analettici, antidepressivi, e antipsicotici da far impallidire un farmacologo.
Nota bene: questi farmaci vengono di solito prescritti dai medici di famiglia perchè dallo psicologo ci vanno solo i matti.
Cortisonici: Farmaci di impiego comune che nell'immaginario collettivo sono responsabili di ogni tipo di patologia dall'obesità all'insonnia. La maggior parte dei pazienti quando gli prescrivi dei cortisonici ti guardano terrorizzati come se gli avessi proposto un ciclo di stricnina. Come al solito questa pessima fama è immeritata e dovuta in gran parte ad un utilizzo sbagliato.
Antibiotici: Questa classe farmacologica divide i pazienti a metà: una parte li vede come una panacea di tutte le infezioni e li prende anche per il raffreddore perchè "così passa prima", una parte li considera un mortale veleno e li ritiene superflui se non in caso di peste fulminante.
Non so quale elle due categorie sia peggiore per la salute pubblica.
Antidolorifici/antiinfiammatori/antipiretici: La classe di farmaci più abusata e misusata del mondo. Vengono presi in maniera del tutto aleatoria senza nessuna correlazione con la loro funzione effettiva. Il fatto che spesso vengano venduti senza ricetta li associa, nell'immaginario comune, alle zigulì.
Come per i profumi, ognuno ha il suo preferito che utilizza un po' per tutto adducendo scuse difficilmente sostenibili.
Le grandi compagnie che creano i farmaci e li vendono sono un branco di sciacalli immorali e disonesti, ma quando penso che devono fare farmaci a prova di paziente, mi rendo conto che fare lo sciacallo non è tutto rose e fiori.

lunedì 12 aprile 2010

Vantaggi dell'anestesia

Se avessi fatto la bibliotecaria, come per un certo periodo ho sognato, avrei preso un terzo del mio stipendio, ma probabilmente ci avrei guadagnato in salute.
Una cosa è certa: sono sempre più contenta di aver scelto anestesia: una materia in cui vedi il paziente, lo addormenti, lavori e quando è sveglio te lo levi dalle palle. Questo perchè altrimenti mi sarebbero potuti capitare pazienti come mio padre.
Mio padre vive la medicina come una stregoneria da evitare; è convinto che una malattia sia un cedimento imperdonabile del suo corpo da stroncare con severità, e sopratutto un infamante marchio di debolezza da nascondere e negare anche con se stessi. Inoltre ha delle conoscenze mediche più o meno equivalenti al corpus alchemico del '400.
Questo genio del male ha preso l'influenza, come il 90% della popolazione. Ecco la sua reazione:
i primi tre giorni si mette a letto e comincia a ingerire zerinol a dosi tossiche, ma senza misurare la febbre, perchè lui la febbre "se la sente" (tipo medium). Siccome il mal di gola non passa va dal medico di famiglia, un uomo di grande pazienza e rassegnazione, che lo visita e gli cambia la terapia in aulin + aerosol + spray orale, visto che mio padre gli dice che non ha febbre (falso) e ha solo poca tosse (falso). Ovviamente, il paziente impaziente decide che l'aerosol è roba da bambini e non lo fa. Naturalmente, dopo 3 giorni ha ancora mal di gola e la tosse è aumentata. A questo punto va in farmacia e si fà dare uno sciroppo per la tosse , così, alla viva il parroco. Ovviamente tutto ciò non migliora le cose il che lo induce a richiamare il dottore dicendogli esasperato che ha una tosse terribile che non lo fa dormire e non potrebbe il dottore dargli la codeina? (come mai mio padre conosce la codeina? mah, gliene avrà parlato il macellaio...) Il dottore, giustamente, gli dà un antibiotico, un aerosol e uno sciroppo per la tosse adeguato (non più forte, adeguato), questo finalmente comincia a funzionare, ma dopo due giorni mio padre va dal 4 dottore (io, il medico della mutua, il farmacista) che gli dice che gli antibiotici non servivano e di andarsi a fare una lastra (chissà cosa gli ha raccontato...).
Nel frattempo sono passate più di due settimane ed io incautamente gli faccio notare che sarebbe ora di sospendere l'aerosol e lo sciroppo e vedere come va. E cosa fà il genio del male? si rifiuta. Dice che continua finchè non sta bene!
A questo punto io mi rifiuto di parlare ulteriormente con lui di medicina. La prima cosa che ti insegnano nel mio mestiere è che inutile tentare di ragionare con i matti e i drogati...
Solo non so come farò a stare zitta quando lo sentirò dire che l'influenza di quest'anno era particolarmente forte...

mercoledì 7 aprile 2010

Informati di cosa?

A costo di essere impopolare vorrei dire che secondo me il consenso informato, così com'è concepito oggi, è una boiata.
Questo consenso scritto, che nasce dalla giusta esigenza dei pazienti di non essere oggetti passivi, ma parte attiva del processo curativo che li riguarda, è stato trasformato dalla medicina difensiva (un altro dei grandi mali di questo secolo di azzeccagarbugli) in una specie di cuscino antiprocesso, che non aiuta più nessuno.
Un esempio per farmi capire:
l'altro giorno facevo delle visite preoperatorie a dei bimbi in lista per tonsillectomia. Ripeto: tonsille. Niente trapianti, cardochirugia, interventi al cervello. Tonsille.
Alla fine dell'intervista la madre mi chiede timidamente se può farmi una domanda. "Ma certo, signora, sono qui per questo, mi dica tutto" rispondo io sorridendo inconsapevole.
Il sorriso però mi si incrina come quello di un cartone animato quando la signora mi chiede: "Cos'è lo shock settico?"
questa domanda è già di per sè in grado di far tremare le vene dei polsi di quasiasi rianimatore, fatta così poi, senza preavviso, è come andare da un fisico e chiedergli così, a bruciapelo, di spiegarci in due parole la relatività.
Mi ingegno comunque a formulare una risposta abbastanza comprensibile e completa e poi le chiedo: "scusi signora, ma perchè mi ha fatto questa domanda?" "Perchè gli otorini ci hanno fatto firmare il consenso all'operazione e sulle complicanze c'era scritto che si poteva avere anche lo shock settico".
Allora.
Diciamo che io porto la macchina dal meccanico a cambiare l'olio e quello mi fa firmare un consenso che dice che sono consapevole che eseguendo questa procedura lui potrebbe tranciare il filo dei freni.
Io faccio l'anestesista, non lo so dove sta il filo dei freni: se mi fido di quel meccanico firmerò questo consenso in buona fede, e magari poi i schianto sull'autostrada; oppure potrei chiedere ad un amico o ad un altro meccanico che mi direbbe di non firmare, che esiste un altro metodo, ma quest'altro metodo richiederebbe un consenso che contempla l'ipotesi che venga tranciata la frizione.
Allora cerco di capire, di documentarmi.
Vado su internet e trovo milioni di siti di gente a cui si è rotto il freno o la frizione durante la marcia ed hanno fatto incidenti gravissimi, alcuni addirittura sono morti.
Esco per strada e parlo con gli altri e in molti hanno cambiato l'olio alla macchina e non è successo niente.
Alla fine, compleamente confusa e senza saperne più di prima, probabilmente andrò dal mio meccanico di fiducia e firmerò il foglio, e se poi mi schianterò sull'autostrada perchè sono senza freni quello andrà dal giudice ed esibendo il foglio firmato dirà: ma lei lo sapeva.
E questo lo chiamano consenso informato

giovedì 1 aprile 2010

Infetti

In 8 mesi di gravidanza mi sono presa due influenze e una congiuntivite.
Quando giravo per ambienti salubri come la rianimazione, queste cose non succedevano!

domenica 28 marzo 2010

Son bambini, mica coglioni

La pediatria è senz'altro una materia affascinante, ma ben lontano dall'essere rose e fiori.
Due settimane fa abbiamo fatto una gastroscopia a Francesco, un delizioso duenne, figlio della mia vicina di casa, che mi conosce come la figlia della signora che gli regala gli ovetti kinder.
Quando si è svegliato dall'anestesia , ancora intontito, si è reso conto che mentre dormiva gli era stato messo un' agocannula nella vena a tradimento e se ne è giustamente indignato. Per calmarlo la mamma gli ha detto che avevamo preso un po' di "sanguetto" per fare le analisi.
Dopo una settimana lo incontro a spasso con il papà.
-: "Francesco" dice lui tutto giulivo indicandomi al bambino"guarda chi c'è! te la ricordi?"
-: "Non ci sperare" gli dico subito "adesso mi odierà"
-: "Ma figurati" esclama l'ingenuo genitore "neanche si ricorda!"
Nel frattempo Francesco mi guarda attentamente come a cercare di capire se sono proprio io la stessa che era vestita di verde e aveva la cuffietta in testa. Alla fine dell'esame, senza rancore ma con una certa consapevolezza, mi porge il dorso della mano su cui si vede ancora, quasi invisibile ormai, il puntino rosso del foro dell'ago.
Della serie: so chi sei,non ti ho dimenticato.
Ma la vera mentalità criminale tipica del duenne è apparsa chiara la settimana dopo, due dall'operazione, quando incontrandomi per strada con la madre e il fratello di 9 mesi , gli ha subito afferrato la mano e mettendomela sotto il naso, ha esclamato in tono esultante: " tutti sanguetto!!!" con aria di chi si apetta finalmente di veder esaudite le sue speranze.

domenica 21 marzo 2010

Dolce attesa

Le donne incinta sono isteriche. è vero, io lo so.
Però provate un attimo a mettervi nei nostri panni: in soli 9 mesi il tuo corpo subisce dei cambiamenti paragonabili solo a quelli dell'adolescenza mentre tu non puoi più: prendertela con i genitori, darti al bere compulsivo, fumare canne di nascosto, e i concerti metal ti hanno un po' stancato.
Nel frattempo il mondo ti aiuta offrendoti la vasta esperienza di tutti i tuoi conoscenti che si sentono in dovere di dirti tutte le cose che non puoi assolutamente fare per non essere una madre snaturata. Tra queste:
chinarti (sennò gli schiacci il naso), fare scatti (ma perchè??!!, ancora non riesco a capirlo...), avere a che fare con cani, gatti, bambini e altri animali (incluso il partner), dormire a pancia in giù, utilizzare moto, motorini, biciclette, autobus, aeroplani e, se possibile anche automobili, se sei un medico fare qualsiasi cosa abbia a che fare con la medicina (alla prima visita il ginecologo mi ha detto: ti ricordo che la sala operatoria non è il posto migliore per una gestante. Ho chiesto: meglio la rianimazione? e non mi ha più detto niente...)
Non puoi camminare i primi tre mesi (anzi: i primi tre mesi è meglio se non fai assolutamente niente...) mentre poi devi camminare che sennò è un disastro e il bambino deve fare attività fisica.
i primi tre mesi devi mangiare per assicurare i nutrienti al bambino (mentre tu con la nausea riesci a mangiare si e no una fetta di ananas al giorno) negli altri mesi ti è passata la nausea e hai voglia di mangiare e invece no! perchè non devi prendere troppo peso.
Mentre ti dibatti in questi dilemmi esistenziali ti toccano un prelievo di sangue e urine ogni due mesi, un ecografia ogni tre mesi, una visita ogni mese, senza contare gli altri esami extra come il bitest o l'amniocentesi...
Beh, però, uno pensa, dopo ti aspetta la gioia di essere finalmente madre.
Ecco: questo lo puoi credere solo se hai la fortuna di vivere in un mondo in cui non ci sono altri genitori: infatti nell'unico momento dei 9 mesi in cui non stai vomitando, non ti senti una palla e non sei tramortita di stanchezza, ci sarà sicuramente qualche coppia con figli che troverà giusto informarti "per il tuo bene eh!"di quanto sia orrendo , straziante e faticoso avere un bambino con frasi che vanno dal "dì addio alla tua vita, ormai non esiste più" al "ti pentirai ogni giorno di questa scelta maledetta" il tutto condito dai racconti di notti insonni, pianti inconsolabili, coliche eterne, dentizioni sanguinolente e nutrizioni problematiche.
Cari amici che avete già dei figli, capisco il profondo bisogno dell'essere umano di condividere le sue esperienze, ma una forchettata di cazzi vostri , no?
E mentre esperite le gioie di questa nuova vita c'è sempre qualche zia, nonna o vicina di casa che dice: "ehh, goditi questo momento: la gravidanza è il periodo più bello nella vita di una donna! "
Ma vaffanculo!

lunedì 15 marzo 2010

I duri cominciano a giocare

Sta per iniziare "la guerra del divano" un conflitto senza esclusione di colpi.
La nascita della bimba comporterà una serie di modifiche alla pianta di casa che fanno si che il nostro mastodontico divano angolare debba necessariamente cedere il posto a qualcosa di più contenuto.
La questione sembrerebbe semplice a prima vista, e lo sarebbe anche se Gio ed io fossimo entrambi orfani.
Il divano infatti è stato scelto e regalatoci con amore dalla mamma di Giò il cui cuore vacilla al pensiero di doverlo dar via e sta escogitando tutte le possibili soluzioni che consentano di tenerlo seppur modificato o rimpicciolito.
Dall'altra parte c'è mia madre che, per motivi a me ignoti e probabilmente non indagabili se non con lunghe sedute psicoanalitiche, detesta quel divano da quando è entrato in casa nostra e cerca di convincerci a cambiarlo con metodi sicuramente vietati dalla convenzione di Ginevra
In mezzo a questo bollente marasma di passioni scatenate dall'oggetto in questione nel nostro salotto ci siamo Giò ed io, che rimaniamo un po' freddini alla disputa, essendo dell'opinione che un divano serve per sedersi. Opinione che ci taccia definitivamente come gretti materialisti insensibili alla bellezza.
Io però stavolta sono stata irremovibile: ognuno doma la sua parte di genitore. Basta con il solito scaricabarile.
Quando il gioco si fa duro...

domenica 7 marzo 2010

Collaborazione

Ci sono persone che riescono spontaneamente a lavorare con gli altri.
Stellina per esempo, nonostante la sua bravura e la sua professionalità, riesce a lavorare con chiunque e ad essere generalmente amata e stimata da tutti.
Al polo opposto ci sono quelli che devono lavorare da soli, perchè l'interazione con altri proprio non gli riesce. Me ne vengono in mente un paio.
Non sto parlando dello stronzo/a con cui proprio non ti prendi, sto parlando di persone, che anche con le migliori intenzioni, non riescono ad empatizzare abbastanza con un altro da lavorarci in coppia.
Di solito sono persone che seguono dei loro schemi mentali rigidi e che hanno difficoltà a fidarsi degli altri; come risultato tendono o a fare tutto loro o a ricontrollare tutto quello che fai per vedere se è fatto bene.
Gli specializzandi, che lavorano in posizione subordinata a molti anestesisti diversi, sviluppano la capacità di assorbire le abitudini e "sintonizzarsi" su ognuno di noi , finita la specializzazione però , chi più chi meno, perdiamo questa capacità perchè cominciamo a lavorare da soli e a seguire il nostro schema mentale.
Fare un anestesia è, mutatis mutandis, come cucinare un piatto molto complicato. Ora, ci sono mille modi di sbattere le uova e conducono tutti allo stesso risultato, ma probabilmente ognuno di noi ha il suo che ritiene il migliore.
Mia nonna, per esempio era così.
Quando lavavo i piatti me li faceva rilavare finchè non lo facevo con il suo sistema.
Una cosa da impazzire. si, perchè con questo tipo di persone io mi impallo. Comincio a pensare a come farebbero le cose loro, invece di pensare a che risultato devo ottenere e ad usare le mie risorse mentali per entrare nella loro testa invece di usare le mie conoscenze e mi sento, fatalmente, mortificata quando correggono qualcosa.
Sembro deficiente.
Anche se fino a 5 minuti prima ho fatto quella stessa procedura, da sola, 1000 volte, appena appare lei il cervello mi si spiana del tutto e rimango tipo congelata in attesa di istruzioni.
E siccome so che lei ricontrollerà tutto finisco per andare in palla e commettere una quantità incredibile di errori o di sviste (che lei ovviamente rileva e corregge senza pietà) oppure mi blocco e resto con le mani in mano senza fare niente, così non impiccio.
Eppure mi rendo conto che lei non ha nessuna intenzione di offendermi o maltrattarmi, anzi, che come persona le sto anche simpatica!
Il risultato è che a fine giornata la mia gastrite ha fatto un balzo avanti e la mia autostima un passo indietro, e mi trovo a pensare a quanto era bello quando io e Stelluccia stavamo nella nostra sala operatoria senza nessuno che ci rompesse le palle.
Essere così felici senza saperlo...

lunedì 1 marzo 2010

1 marzo 2010

Come avrà capito chi segue questo blog non amo i posto "politici", ma questo non mi impedisce di dichiarare a chiare lettere, oggi che tutti dovremmo farlo, di essere contraria ad ogni forma di razzismo e discriminazione.
Se alcuni pensano che il razzismo sia una cosa che sta solo sui giornali, io l'ho visto in atto e ho smesso di considerarlo una cosa astratta.
Non è una questione di destra o sinistra.
Non è una questione politica.
è ora di svegliarci e cercare di capire a chi fa comodo manipolarci in modo da farci credere determinate cose, chi si avvantaggia nel creare una tensione tra gruppi sociali, a chi fa comodo darci un nemico esterno, per non farci vedere quelli interni.
Il lupo cattivo non esiste e non è mai esistito.
Da ogni parte ci sono persone uguali che vogliono dalla vita le stesse cose, che amano i loro genitori e i loro figli, che, come ogni mammifero presente su questo pianeta, cercano libertà e sicurezzza.
Se qualcuno tenta di farci credere il contrario è perchè conviene a lui.
Aprite gli occhi.
è ora.
Se qualcuno avesse bisogno di pezze d'appoggio, può trovarle qua.

domenica 28 febbraio 2010

Una pessima virtù

Il mio ospedale, si sarà capito, è probabilmente uno dei migliori del Burkina Faso, e sono sicura che è meglio anche di parecchi ospedali delle comunità rurali dell'India del sud. Magari non tutti.
Detto ciò qualche attenuante tocca anche a noi.
La direzione sanitaria ha iniziato da qualche anno una politica di taglio dei costi che si può definire solo "brutale".
Questa politica implica: blocco completo delle assunzioni stabili, tagli sulle forniture di farmaci e materiale parafarmaceutico (tipo sondini per aspirazione, divise, cerotto), mancata sostituzione del personale pensionato o trasferito etc...etc..etc...
Nel frattempo però, non ha programmato alcuna diminuzione del volume delle prestazioni, che anzi: dovrebbero aumentare.
Benchè sia spesso messo in croce , il personale ospedaliero è composto di persone che facilmente empatizzano coi malati, e hanno un minimo sindacale di idea romantica di far del bene all'umanità.
Quando gli si dice che, per esempio mancano le siringhe, ne prendono una sola per paziente e la sciacquano per ogni farmaco.
Quando ad un infermiere si fanno fare 40 ore di straordinario perchè "dai, facciamo anche quest'esame, questo bambino è venuto da lontano, mica lo possiamo rimandare indietro!" lui le fa, ma dopo 6 settimane se sbaglia qualcosa è normale.
Quando si dice all'anestesista: "e dai, questo c'ha un cancro, mica possiamo farlo aspettare perchè mancano un paio di farmaci" è probabile che lui ne userà altri, ma se poi il paziente vomita, o ha più dolore di quanto sarebbe normale, la colpa non è dell'anestesia.
Fare leva sull'empatia del personale sanitario permette senz'altro di risparmiare diversi milioni a fne anno, ma è un sistema che a lungo andare impoverisce la qualità dell'assistenza e anche quella dei rapporti all'interno dell'ospedale.
Per quanto il principio sia buono, penso che questa cosa del "...e dai facciamolo uguale" sia la nostra peggiore virtù.
Se ogni tanto dicessimo: "no. questo non si fa perchè non c'è il materiale." forse all'inizio molti pazienti soffrirebbero disagi, ma in breve i nostri economi si renderebbero conto che la medicina non si nutre di numeri, ma di persone e che la qualità non è un optional.

mercoledì 24 febbraio 2010

Grandi speranze

Veramente questa gravidanza mi fa scoprire cose che non credevo sul mio compagno.
Ieri mi ha guardato soddisfatto e ha detto: "non vedo l'ora che esce questa bambina, cosa vediamo cosa fa..."
Volevo dirgli che sarà una neonata e non uno spettacolo di suoni e luci, ma perchè disilluderlo subito?

lunedì 15 febbraio 2010

Teatro dell'assurdo

Le persone che hanno appena subito un lutto sono, prima ancora che addolorate, travolte dallo shock.
Per questo spesso sono confuse e l'insieme di pratiche e impegni che una morte porta con sè gli sembra spesso insormontabile.
Per esempio, quando è morto mio nonno, una delle persone che amavo di più al mondo, la sera non riuscivo ad arrivare in macchina a casa del mio ragazzo. Giravo in automobile, per strade che conoscevo benissimo senza trovare quella in cui dovevo andare.
E molte altre persone mi hanno raccontato episodi analoghi. Episodi che fuori dal contesto sarebbero veri pezzi comici.
Per esempio ieri un uomo in rianimazione mi ha chiesto cosa sarebbe successo della salma della nonna.
-: "Adesso vengono a portarla in camera mortuaria" ho risposto "domani la potete vedere lì"
-: "ma i funerali possiamo farli domani?"
-: "guardi, non credo proprio domani, perchè per legge devono passare 24 ore dal decesso" ho spiegato
-: "ah, e allora la tengono là?" ha chiesto l'uomo
-: "si, in camera mortuaria." ho ribadito
mi ha guardato esitante
-:" ma non le farà male?"
la mia perplessità sull'interpretazione di questa frase applicata ad una morta si dev'essere vista, perchè ha specificato: "dico, non è che là, all'aria, si rovina?"
Mi si è accesa una lampadina in testa "ah! no, non si preoccupi " e stavo per continuare: la tengono in frigo. Per fortuna mi sono fermata in tempo prima che il dialogo scivolasse completamente nel nonsense, e mi sono limitata a sorridere.
Ionesco non era nessuno...

mercoledì 10 febbraio 2010

Bambini al cinema

nel 1976 quando sono nata io l'ultrasonografia era roba che usava la marina americana per esplorare i fondali in cerca del titanic.
33 anni dopo, uno prende un appuntamento ed un simpatico medico mettendoti una sondina sulla pancia vede il feto preciso preciso fino al dettaglio.
Visto che siamo ormai alla 5 ecografia il padre della nascitura ha ceduto il posto di accompagnatore alla nonna che così ha finalmente potuto ammirare i risultati di questa pregevole e innovativa tecnica.
Dico solo che la neononna era così emozionata che stamattina si è truccata per venire dal dottore a mezzogiorno. Però non si è messa i tacchi. Ho pensato di spiegarle che l'ecografia non è reciproca, ma perchè rovinare un idillio?
Il meglio è stato però quando il medico ha messo il 3d e il viso della bimba è emerso come al cinema: perfetto, completo in tutte le sue parti ed effettivamente con il naso identico al mio. ( la forma del mio naso non si confonde...).
Io, che non l'avevo mai vista sono rimasta a bocca aperta, mia madre era lì che guardava assorta, manco fosse "avatar".
Rosica James Cameron, senza manco bisogno degli occhialetti!

giovedì 4 febbraio 2010

Ma sarà vero?

Non avevo neanche finito di scrivere il post sul dolore che è successo questo buffo episodio: un ragazzo di 21 anni viene a farsi una gastroscopia.
Per chi non sa cos'è una gastroscopia, la procedura consiste nell'infilare in bocca un tubo largo un dito, dotato di una telecamera e abbastanza rigido, e farlo scendere giù per la gola fino allo stomaco, per guardare cosa c'è dentro.
Si può fare anche da svegli, non dico di no. Certo ,mi vengono in mente parecchie cose più piacevoli da fare prima di colazione, ecco perchè è qualche anno che per questo tipo di procedure si addormenta leggermente il paziente.
Questo mi preparavo a fare quando il giovane in questione mette bene in chiaro che lui non vuole alcuna forma di anestesia.
Scambiandolo per un normale attacco di fifa vado da lui a parlargli e gli spiego che è una sedazione molto leggera, che si fa di routine che si sveglierà subito eccetera eccetera, ma lui è irremovibile. Niente anestesia.
Siccome nessuno cerca rogne se proprio non ti piovono in testa, mi metto il cuore in pace e dico all'endoscopista di procedere. Lui, molto riluttante esegue l'esame che, grazie alla sua bravura, termina dopo 10 minuti di conati di vomito e occhi strabuzzati da parte del tizio.
Mentre sta per andar via ci saluta e ci ringrazia tutti e dice:
" Vede dottore il dolore ci fa ricordare che siamo vivi"
Ci siamo sentiti per un attimo come Benigni e Troisi in "non ci resta che piangere" ed io stavo per rispondere: "Mo me lo segno", quando lo specializzando del primo anno, dice: "Sarà uno di questi "emo"...a loro piace il dolore. è proprio una filosofia..."
Ma sarà vero?
Siamo stati adolescenti tutti: io ascoltavo della musica pessima, indossavo i pantaloni fin sotto le ascelle e mi facevo qualche canna ogni tanto, ma la mia filosofia non comprendeva le gastroscopie da sveglio.
Qualunque sia la moda degli adolescenti di oggi non posso credere che sia considerato fico farsi infilare tubi in gola senza anestesia.
Altrimenti il 2012 è una data troppo lontana per l'estinzione della specie...

sabato 30 gennaio 2010

Libera nos a malo

Nella top ten delle frasi che mi fa inkazzare c'è:
-"ehhh, ma i farmaci fanno male, meglio sopportare un po' di dolore!"
NO.
NO.
NO.
Chi l'ha detta questa cazzata?
dove sta scritto che sopportare il dolore faccia bene?
Avere dolore peggiora la qualità di vita, fa calare gli ormoni della soddisfazione, innesca meccanismi di ansia, aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e può causare ulcera e gastrite, scatena l'insonnia e provoca una risposta neuroormonale gigantesca e dannosissima se protratta.
Il dolore è il meccanismo con cui il nostro corpo ci urla che qualcosa non va, e ce lo urla a pieni polmoni e ciò che noi pensiamo sia giusto fare è: ignorarlo e continuare a farlo urlare.
Perchè?
Psicosi.
Pura e semplice psicosi.
Chiariamoci le idee sugli antidolorifici.
Gli antidolorifici fanno male.
Falso.
Gli antidolorifici fanno male se usati a dosi sbagliate per periodi di tempo sbagliati.
E perchè si usano in modo sbagliato?
perchè non abbiamo letto le istruzioni?
perchè li stiamo prendendo sul consiglio del macellaio?
o perchè quelli che stiamo prendendo non bastano a bloccare il dolore che sentiamo?
In questo caso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia esplicitamente di passare ad un antidolorifico più potente.
E qui tocchiamo lo scottante argomento della Morfina e dei suoi derivati.
L'Italia, grazie ad una marea di diffusi pregiudizi è più o meno allo stesso posto del Togo nella terapia antalgica.
Cominciamo col dire che non si diventa tossicodipendenti per la terapia del dolore con Morfina. E questo perchè la tossicodipendenza implica un meccanismo psicologico, il craving, che associa l'assunzione della sostanza ad una sensazione piacevole.
Secondo voi, un malato di cancro che prende la morfina insieme alla chemioterapia, associa il farmaco a qualcosa di piacevole?
La risposta vien da sè.
La dipendenza fisica da oppioidi, ammesso e non concesso che abbia il tempo e il modo di instaurarsi, si può prevenire ed evitare scalandoli in maniera adeguata.
E qui faccio notare, che l'unica crisi di astinenza così forte da essere mortale è quella da alcool.
Capito? non l'eroina, non la morfina, non la coca, gli acidi o le canne.
L'alcool.
Quindi posate quel profumato bicchiere di bianco che avete davanti.
Gli effetti collaterali.
Gli effetti collaterali degli oppioidi, come la sonnolenza, vengono superati n pochi giorni. Altri, come la stipsi, rispondono ad altri farmaci. Effetti collaterali più gravi, come l'arresto respiratorio, avvengono solo quando l'assunzione è fatta in dosi eccessive , senza rispettare le prescrizioni mediche, ed oggi come oggi, gli oppioidi per la terapia del dolore vengono somministrati in formulazioni che ne rendono molto difficile il sovradosaggio.
Faccio comunque presente che la prima causa di trapianto di fegato nei paesi anglosassoni, per dire, è l'intossicazione da paracetamolo.
Quante confezioni di tachipirina avete dato ai vostri figli?
In sintesi: non esiste alcun motivo di sopportare il dolore quando possiamo combatterlo, e dobbiamo combatterlo con tutti i mezzi che abbiamo a nostra disposizione, perchè l'importante della vita non è la quantità, ma la qualità.
e inoltre, sempre, non mi stancherò mai di dirlo, non credete a quello che dice il fruttarolo sotto casa, ma cercate di capire veramente come stanno le cose.
Ci vuole tempo e nespole e una mente libera da pregiudizi.
Ma si può fare.

mercoledì 20 gennaio 2010

Times goes by

I neolaureati in medicina di solito sembrano molto distratti. Questo perchè bisogna chiamarli due o tre volte "dottore!" prima che si voltino. In realtà, non lo sono affatto, è solo che ci vuole un po' prima di realizzare che dopo anni di università, finalmente sei tu il "dottore".
Quando finalmente ti sei abituato al fatto, ti specializzi.
I primi tempi mi salvavano gli specializzandi, perchè quando qualcuno chiedeva: dov'è l'anestesista? loro rispondevano: è lei! indicandomi.
Confesso, senza vergogna che un paio di volte in emergenza ho avuto la tentazione, subito soppressa, di urlare "chiamate il rianimatore".
Ma poi s'impara a mentire.
L'altro giorno sono passata in radiologia interventistica a salutare un collega, che vedendomi ha chiesto al tecnico: "è tutto spento? sono fermi i raggi?"
il tecnico ha annuito" si, si ,l'ho spenti io"
"ah, bene," ha sorriso il mio collega indicandomi " perchè la signora è in dolce attesa"
Invece di rivolgesrsi a qualche ipotetica donna adulta e incinta dietro di me anche il tecnico mi ha sorriso e mi ha detto: "complimenti! non si preoccupi dottoressa, ho spento tutto io, è pulito"
La sera ho detto stupita a Giò: lo sai che sono una "Signora In Dolce Attesa"?
Lui mi ha guardato e si è messo a ridere: " e che pensavi di essere!?"
Voglio proprio vedere quando qualcuno lo chiamerà "il padre"!

venerdì 15 gennaio 2010

Titolo

Mi rendo conto che non dev'essere facile per un genitore tenere sotto controllo l'ansia quando il figlio deve fare una procedura invasiva come un intervento chirurgico. Alcuni ci riescono meglio, altri non ci riescono affatto. Tra questi una coppia che ieri ha portato il figlio 11enne a fare una gastroscopia. Finita la procedura abbiamo svegliato il ragazzo e l'abbiamo portato nella presala dove li abbiamo fatti entrare. Io ho spiegato loro che era ancora sonnolento per via dell'anestetico e che in poco tempo sarebbe stato del tutto sveglio. Evidentemente, la mia spiegazione non li ha convinti, perchè appena ho voltato le spalle, la mamma ha iniziato a scuoterlo e chiamarlo: "Mario, Mario, svegliati! Mario!"
Dopo due secondi mi hanno richiamato: "Infermiera! non si sveglia!" Mi sono avvicinata e gli ho rispiegato che per ottenere che fosse completamente sveglio e vigile , doveva smaltire bene l'anestetico, quindi era inutile chiamarlo ora: tra poco avrebbe aperto gli occhi spontaneamente. La madre ha risposto con un cenno convinto e poi ha ripreso ha scuotere vigorosamente Mario chiamandolo a gran voce.
Gli ho concesso 10 secondi. Ad 8 mi ha raggiunto l'accorato richiamo: "Infermiera! infermiera! dice che ha sonno!". Ho soffocato dentro di me un "grazie ar cazzo, signò!" e sono tornata indietro per spiegare che ciò era, appunto, uno degli effetti ricercati dall'anestesia generale, che suo figlio stava smaltendo.
Forse non sono riuscita a nascondere una punta di acredine.
Finalmente dopo 3 minuti il bambino è sveglio e vigile e dice che ha un po' di nausea. "Infermiera!" si alza l'urlo della madre "dice che ha la nausea!".
La specializzanda di turno con me che finora ha assistito al dialogo senza batter ciglio, ora parte verso l'armadio dei farmaci e comincia a caricare una siringa. Arriva poco dopo con un antiemetico che mi porge con tono ossequioso: "dottoressa Propofol, il farmaco che mi ha richiesto" dice scandendo bene il titolo. "DOTTORESSA" continua imperterrita "credo che sia arrivato il prossimo paziente".
La guardo un po' stupita e tornate in sala mi fà " E basta co' 'st'infermiera! quando è troppo è troppo!"
Il bambino sta bene. è interessante notare, che dopo l'intervento di Flavia non mi hanno più chiamato.
Potere del titolo.

lunedì 11 gennaio 2010

Una questione di sesso

Oggi, mentre camminavo col naso per aria, ho mancato di notare un ramo, praticamente un tronco di baobab, che era in terra davanti a me, facendo un bel capitombolo di fronte all'ingresso dell'ospedale.
- "Ma sei caduta di faccia o di schiena?" mi ha chiesto una collega
- "Di faccia. però ho messo le mani avanti" ho risposto pensando che si stesse preoccupando per il bambino
- "Ah" ha sorriso soddisfatta " allora è femmina!perchè se caschi a faccia avanti è femmina, se caschi indietro è maschio"
In questi 5 mesi ho capito che:
- è maschio, perchè i peli delle gambe mi crescono normalmente (la mia mitica estetista)
- è femmina perchè l'abbiamo concepito in un certo modo e gli spermatozoi col cromosoma x sono più lenti, ma avanzano anche in direzioni difficili (teoria molto più lunga su cui non mi soffermo, perchè mi vergogno, spiegazioni solo su mail private)
- è maschio perchè ho la nausea (o è femmina perchè o la nausea? versioni discordanti)
- è femmina perchè ho la pancia tonda (o a punta? non mi ricordo bene)
- è maschio perchè sono diventata più bella (o è femmina perchè sono diventata più bella? non mi ricordo manco questo)
- è maschio perchè è stato concepito con la luna crescente.
A questa teoria, esposta da zia Esterina, simpatica 87enne lo scienziato, padre dell' enigmatica creatura si è ribellato:
- " Un metodo scientifico! Adesso facciamo una consensus conference! ma dove l'hai letta 'sta cosa?!"
- "Su Frate Indovino" ha risposto la zia,come se avesse detto su "Science".
- " E certo" ha concluso Giò" che impact factor c'ha frate indovino?"
la zia l'ha guardato sprezzante:
- " guarda che è così, che c'indovina, io 'ho detto a mia figlia, quando voleva una femminella: tu controlla la luna, e se non è giusta digli che c'hai mal di testa! "
E noi che mettiamo su i Centri Cefalee...
Giò ha allargato le braccia rassegnato;
Io ho pensato che continuerò con il calendario dell'erbolario, che c'ha anche le figure delle piante esotiche.
Mi sembra una soluzione più rispettosa per la vita di coppia...