venerdì 29 maggio 2009

Però ammiro l'idea

Per ragioni note al primario, e a lui solo, nei turni in sala operatoria io sono accoppiata o alternata sempre alla stessa collega, che chiamerò Velia.

L'inizio di questa convivenza non è stato felicissimo, essendo, io e Velia, diametralmente opposte da ogni punto di vista:

lei è bionda, magra e algida, io mora cicciottella e skazzata;

lei è tendenzialmente pignola, precisa e assoluamente rigida nel rispetto dei regolamenti. Inoltre è sempre pronta a litigare con chiunque per far valere le sue ragioni; io detesto alzare la voce e aborro le liti, anche se ci devo rimettere e tendo ad essere magari superficiale e imprecisa nelle cose da poco, e comunque in generale, abbastanza elastica. 

Col tempo però abbiamo trovato una nostra armonia e una certa stima reciproca che ci ha portato a diventare una sorta di duo: "poliziotto buono/poliziotto cattivo"

Questa cosa l'hanno ottimamente capita i chirurghi delle sale operatorie che frequentiamo, in particolare gli oculisti che, quando hanno un paziente impresentabile aspettano me per metterlo sul tavolo.

Siccome io l'altro giorno non c'ero,  hanno pensato di far leva sull'orgoglio di Velia. Fabio le ha portato la cartella di una paziente senza esami nè elettrocardiogramma e le ha detto: 

"la possiamo fare lo stesso questa paziente?"

"No. Non ha esami nè ecg in cartella" ha risposto lei, ovviamente

"ma la tua collega (che sarei io) il mese scorso me l'ha fatta fare! guarda, c'è il suo cartellino!"

Velia, che sa che io sono pazza, ma non del tutto fuori di testa ha risposto: "ah, sì? si vede che allora gli esami c'erano, valli a cercare nell'altra cartella"

Lui non si è arreso, ma ha provato un'altra strategia: "No, è che io e lei (che sarei sempre io) siamo amici, perchè abbiamo entrambi la passione del mare! anche lei fà immersioni, ecco perchè me l'ha fatta fare anche così!"

Velia, per nulla colpita ha alzato di mezzo millimetro il sopracciglio perfettamente depilato e ha risposto: "ah, si?! interessante. Mo' però levate le pinne e vai a cercare gli esami in cartella sennò la signora non si opera."

poveri, ingenui oculisti...

martedì 26 maggio 2009

la tredicesima piaga d'Egitto

La peggior cosa che ti può capitare al lavoro è avere a che fare con uno stupido ostinato.

la combinazione è , purtroppo, virtualmente imbattbile.

Avere a che fare con gli stupidi è , in pratica l'attività predominante nella vita di ogni essere umano, e di solito uno stupido semplice e di buona volontà è facilmente neutralizzabile; infatti con una buona dose di pazienza e gentilezza gli si può far eseguire qualsiasi tipo di compito alla perfezione.

Un testardo intelligente è una rottura di palle, ma non un grosso danno: se è davvero intelligente , infatti, basta dimostrargli che sta sbagliando e si correggerà da solo.

ma lo stupido ostinato è una piaga per cui non esiste cura.

Non capisce cosa sta sbagliando e si ostina a fare le cose come dice lui.

Se si cerca di spiegargli come farle bene non capisce perchè è stupido, se si cerca di persuaderlo a farle nel modo corretto, non ci si riesce perchè è testardo.
Messo di fronte all'evidenza schiacciante dell'errore nega che sia colpa sua, se lo si cazzia si offende ritenendosi ingiustamente mortificato.
è convinto di essere nel giusto ed è impermeabile all'umorismo quindi prende tutto come un insulto mortale al quale reagisce con violenza assolutamente ingiustificata.
La sua capacità di incasinare le cose va dalle inezie quotidiane ai Grandi Progetti Mondiali e colpisce qualsiasi ceto, sesso, razza, età e religione, come l'ulcera e la peste.
Lavorare con un vero, autentico, inossidabile squalo, stronzo e figlio di puttana è una passeggiata di salute, credetemi.

lunedì 25 maggio 2009

Ritorno

Volevo riuscire a scrivere qualcosa sulla mia esperienza fuori che fosse al tempo stesso conciso, significativo ed esauriente. Poi ho capito che non sono Virginia Woolf e quindi mi limiterò a descrivere alcuni dei momenti che più mi hanno colpito di una settimana densissima di momenti meravigliosi, strani, commoventi e disperati.

1- I miei colleghi (ed ora amici) di tutti i corpi, dai medici ai carabinieri, dagli psicologi ai soccorritori, in fila vicini a cantare l'inno nazionale.

Ebbene si, sull'attenti, mano sul cuore. L'ho fatto.

2- Uno scout che entra nella tenda medica con un dito ferito da una mazzetta per piantare un piolo; mentre lo stiamo medicando ne entra un secondo con un taglio praticamente identico, dicendo: "Stavo cercando di finire il suo lavoro".

Io che consideravo gli scout degli zuzzurelloni in braghe di tela, dopo averli visti al lavoro ho capito che i lagunari in confronto sono una squadra di softball. Tanto di cappello.

3- Il mio amico Andrea che alla radio, sul canale della frequenza nazionale captato da Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Protezione civile, Vigili del fuoco e , probabilmente anche i servizi segreti americani,  chiede candidamente: "Senti: pensavo: se ti hanno chiesto la pillola del giorno dopo perché gli si è rotto il preservativo vuol dire che li tengono nelle tende in condizioni non idonee. Che possiamo fare?"

Risposta: Non so proprio cosa dirti. passo.

4- La mia fantastica squadra veronese che mi spiega la manovra di estrinsecazione dall'automobile nel soccorso su strada usando un alpino come manichino.

I migliori!

e poi i miei pazienti di questi giorni, tutti meravigliosi dal primo all'ultimo. Tutti lì a ricordarmi chi sono e che lavoro faccio e perchè l'ho scelto.

E adesso basta sennò scado nel patetico.

venerdì 15 maggio 2009

Partenza

Sto per andare una settimana a fare volontariato lontano da casa.

Come sempre ho la sensazione che non sarò all'altezza...

che Dio me la mandi buona.

Amen

domenica 10 maggio 2009

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti

Lo sport nazionale del mio ospedale è il lamento.

Ho dei colleghi , per fortuna non tutti, che si lamentano sempre di tutto .

perchè fanno i turni in rianimazione.

perchè non fanno i turni in rianimazione.

perchè fanno i primi di guardia.

perchè non fanno i primi di guardia.

perchè fanno troppe notti.

perchè fanno troppi giorni.

perchè fanno i festivi.

perchè fanno i prefestivi.

perchè vanno in sala operatoria.

perchè non vanno in sala operatoria.

Qualunque cosa gli si proponga di fare soffocano letteralmente dalla rabbia e iniziano delle geremiadi interminabili di cose che non gli vanno bene che terminano di solito con delle scenate isteriche di fronte a testimoni sul fatto che tutti ce l'hanno con loro e a loro va sempre tutto male.

Per carità: non voglio dire che io faccia i salti di gioia ad andare a lavorare di domenica o di notte, ma la verità è che se decidi di fare l'anestesista nella vita, il lavoro di notte e di domenica lo hai messo in conto. quindi la domanda è:

Ma perchè devi sfracassarmi i maroni tutto il giorno con i tuoi lamenti?

Amica del sole, siamo tutti nella stessa barca, almeno cerchiamo di farcela prendere bene, che già la vita è tanto amara...se oltre a fare un lavoro di merda lo devo fare con una che non fa altro che lamentarsi tutto il santo giorno per ogni cosa, alla fine delle 12 ore mi devono fare l'antirabbica.

Allora: le opzioni sono due: o cambi lavoro e vai a fare la commessa o la pittrice o la mantenuta o quel che cazzo ti pare, oppure impari a soffrire in silenzio.

Se vuoi ti insegno un paio di trucchi.

giovedì 7 maggio 2009

Allora ogni tanto ci piglia

 Non so se lo ha detto lui veramente, ma lo trovo del tutto condivisibile...

"Bill Gates recently gave a speech at a High School about 11 things they did not and will not learn in school. He talks about how feel-good, politically correct teachings created a generation of kids with no concept of reality and how this concept set them up for failure in the real world.


 Rule 1 : Life is not fair - get used to it! 
 
 Rule 2 : The world doesn't care about your 
 self-esteem. The world will expect you to accomplish
 something BEFORE you feel good about yourself. 
 
 Rule 3 : You will NOT make $60,000 a year right out of high
 school. You won't be a vice-president with a car phone
 until you earn both. 
 
 Rule 4 : If you think your teacher is tough, wait till you
 get a boss. 
 
 Rule 5 : Flipping burgers is not beneath your dignity. Your
 Grandparents had a different word for burger flipping: they
 called it opportunity. 
 
 Rule 6 : If you mess up, it's not your parents'
 fault , so don't whine about your mistakes, learn from
 them. 
 
 Rule 7 : Before you were born, your parents weren't as
 boring as they are now. They got that way from paying your
 bills, cleaning your clothes and listening to you talk about
 how cool you thought you were. So before you save the rain
 forest from the parasites of your parent's generation,
 try delousing the closet in your own room. 
 
 Rule 8 : Your school may have done away with winners and
 losers, but life HAS NOT. In some schools, they have
 abolished failing grades and they'll give you as MANY
 TIMES as you want to get the right answer. This doesn't
 bear the slightest resemblance to ANYTHING in real life. 
 
 Rule 9 : Life is not divided into semesters. You don't
 get summers off and very few employers are interested in
 helping you FIND YOURSELF. Do that on your own time. 
 
 Rule 10 : Television is NOT real life. In real life people
 actually have to leave the coffee shop and go to jobs. 
 
 Rule 11 : Be nice to nerds. Chances are you'll end up
 working for one. "
 

martedì 5 maggio 2009

Ecco dov'è il problema

parlavo giusto ieri con una persona che conosce molto bene l'ambiente della nostra rianimazione.

Una persona intelligente da cui cercavo consigli e lumi su come fare a trovare un sereno rapporto di convivenza con queste persone.

Mi interrogavo chiedendomi se l'atteggiamento sbagliato non fosse proprio il mio, se non fossi troppo suscettibile o chissà cosa.

"No, vedi, "mi ha spiegato invece lei " secondo me il problema è in te: tu sei una persona ironica e sarcastica e spesso fai battute...ecco: loro, l'ironia non la capiscono...pensano che magari sei seria...dovresti cercare di usare una forma di umorismo più diretta..."

Magari provo con le vignette di sturmtruppen...

e poi dice che uno è depresso...

lunedì 4 maggio 2009

La vita, l'amore, le vacche

La vita è quella cosa che ti capita mentre sei impegnato a fare altro.

Se c'è una lezione d vita che vorrei imparare da quello che faccio e vedo è a vivere nel presente e non nel futuro.

Ho vissuto l'adolescenza pensando che dovevo prendere voti alti a scuola per fare l'università. L'università a pensare che dovevo studiare per diventare specializzanda di anestesia, la specializzazione a pensare che dovevo lavorare molto, per diventare una brava anestesista. 

Nel frattempo, forse troppo spesso, mi sono scordata di gustarmi le cose che c'erano in quel momento, perchè con lo sguardo vedevo un futuro perfetto che ci sarebbe stato dopo.

ma ogni volta, dopo, c'erano le stesse cose di prima e, andando avanti a fare questo lavoro mi sembra di capire che a volte non c'è un dopo, oppure quello che c'è è completamente diverso da come te lo sei immaginato e progettato.

Non riesco a dire ciò che vorrei senza che le mie stesse parole suonino retoriche e banali ai miei occhi: cerco di dire che la vita non va vissuta come un compito in classe; che alla fine non c'è nessun buon voto per chi ha fatto tutti i compiti, quindi è inutile starsi a preoccupare, a pianificare tutto, perchè c'è sempre qualcosa che non hai calcolato.

Come dire: relax.