sabato 26 dicembre 2009

Lieta novella

Ora che anche l'ultimo dei miei amici che vivono all'estero ha avuto la notizia di persona, posso annunciarlo pubblicamente: aspettiamo un bambino.
La cosa si è svolta, come al nostro solito, al limite del comico.
Dopo un paio d'anni che ne parlavamo io e il coinquilino del frigorifero abbiamo pensato che potevamo iniziare a provare qualche volta ad avere un bambino, così, intanto che veniva ci abituavamo all'idea.
Questa conversazione avveniva il 1 settembre.
il 5 settembre sono rimasta incinta.
Siccome noi medici siamo sempre di un'oggettività proverbiale quando ad ottobre mi è mancato il ciclo sono corsa dall'endocrinologo dicendogli che avevo probabilmente un tumore dell'ipofisi. Lui, che è un uomo di una certa esperienza, ha guardato le analisi e ha detto: "ma non sarai incinta?"
ed io: ma noooo! figuriamoci, non può essere mai!!!"
A casa comunque ho fatto il test, così per essere sicura. Quando sono comparse ventudue strisce nella finestrella ho cominciato ad avere qualche sospetto.
Ed eccoci dunque catapultati in quest'avventura così, alla fine senza alcuna preparazione o abitudine.
Ma c'è mai qualcuno pronto? comincio a dubitarne.
Anche Giò, che devo ammettere è un uomo che sa mantenere la calma nelle situazioni critiche, quando ha avuto la notizia ha vacillato. Mi guardava e continuava a ripetere: bene, stai calma, eh? va tutto bene, stai calma, non ti agitare!
Il mio amico ginecologo quando gli ho raccontato questa storia si è messo a ridere e ha commentato: e c'hai pure preso 30 e lode a quell'esame! Se me lo chiedevi te lo dicevo io che ne basta una!
Ma piano piano ci stiamo abituando alla cosa, così penso che quando avrà 36 o 37 anni, probabilmente noi due ci sentiremo finalmente davvero pronti ad affrontare il difficile mestiere di genitori.
Almeno spero.

mercoledì 4 novembre 2009

Old school

L'altro giorno guardavo due specializzandi in sala che chiudevano la cute: uno, smilzo, non faceva altro che parlare, l'altro, grosso, taceva e lavorava.
-:"forza un po' voi due co' sta cute" ho esclamato "sembrate Jay e Silent Bob!"
si sono girati con un grosso punto interrogativo negli occhi
-: "chi?!?!"
"jay e silent Bob" ho risposto stupita "ma non l'avete visto Clerks?!"
-"no, che robba è?"
-: "ma..ma.. "ho continuato stralunata "ma di che anno siete???"
Ha risposto prima Jay "io dell'84"
"ed io dell'83" ha risposto Silent Bob.
Ah.
insomma: per noi era impensabile non aver visto Clerks...era il film della mia generazione, di noi che non potremo mai più pensare a "piccolo pippo cucciolo eroico" senza confonderlo con un porno.
L'ho raccontato a Giò che è scoppiato a ridere e mi ha fatto notare che ormai non sono più una teenager, ma vado per i 33, e alla mia età c'è rimasta giusto la croce.
Ha riso meno, però, un paio di sere dopo in un pub quando, facendo il simpatico con una cameriera circa 20enne, gli ha ordinato "4 polli fritti e una coca" e lei , senza un accenno di sorriso ha risposto: "non abbiamo pollo fritto".
Con la stessa espressione stupita che ho fatto io ha detto: "ma non l'hai riconosciuta la citazione?"
con la più olimpica indifferenza la ragazza ha risposto: "No, scusa. Che ti porto?"
Io gli ho dato una pacca sulla spalla e gli ho passato la birra.
Certe consapevolezze vanno affogate nell'alcool appena affiorano.

sabato 24 ottobre 2009

I conti della serva

Stamattina alle 6 me ne stavo con gli occhi sul soffitto a pensare e, complice la rata dell'enpam appena arrivata, mi stavo facendo due conti della serva.
Come ho già avuto modo di far notare, la contabilità non è il mio forte, ma ogni tanto scendo anch'io dalle nuvole e mi scontro con la realtà.
Dunque seguitemi:
io prendo 50.000 euro l'anno lordi. Ovvero: 4166.66 euro al mese.
Quando mi dissero che avrei guadagnato 4000 euro al mese, arrivando fresca fresca dai 900 che prendevo da specializzanda, ho avuto la fugace visione di me che scendevo da una limousine rosa, con un cappello di piume di dodo e un aragosta al guinzaglio, e dicevo al commesso di Cartier: "uno di ognuno, grazie" con un largo gesto che comprendeva tutte le scintillanti vetrine.
Ecco il mio bilancio annuo:
Di imposte pago allo stato 17.000 euro.
Di enpam (la cassa pensione dell'ordine dei medici) circa 6000 euro l'anno.
Di assicurazione professionale, indispensabile per lavorare, 4000 euro l'anno.
per un totale di 27.000 euro l'anno. ovvero il 54% del mio guadagno.
E questo ,diciamo così, solo per il privilegio di svegliarmi alle 6 e 20 per andare al lavoro.
Ma andiamo avanti: mi restano quindi 23.000 euro l'anno che fanno 1916 euro al mese.
Mettiamo che di questi io debba pagare di affitto (e mi tengo bassa) o di mutuo 700 euro al mese. Mi restano perciò 1216 euro al mese.
Al supermercato , per noi due, diciamo che mensilmente spendo 700 euro. è vero che faccio la spesa in un grosso supermercato senza stare troppo attenta ai prezzi, ma il nostro menù giornaliero non comprende di solito l'aragosta e così diciamo che mi restano 516 euro. In questi soldi entreranno: luce, gas, telefono, benzina, assicurazione della macchina e del motorino, bollo della macchina e del motorino, varie ed eventuali.
Non ci siamo. non ci entrerebbero mai.
La verità è che con 4166 euro al mese io dovrei fare economia, rinunciare alla macchina o al motorino, fare la spesa al discount, scordarmi le vacanze, stare attenta alla luce e al gas, mangiare poco fuori, comprarmi pochi vestiti.
Con 4166 euro.
Una somma mostruosa.
Win for life, il nuovo gioco del lotto, promette 4000 euro al mese per 20 anni.
Il lotto.
Io sono fortunata, perchè mia nonna mi ha lasciato casa e perchè io e Giò siamo in due, ecco cosa mi permette di mantenere questo tenore di vita, ma chi non è fortunato come me?
Come siamo arrivati all'assurdo di non riuscire a finire il mese con 4000 euro ?
Cerco risposte dalle 6 del mattino.
Stanotte prendo un sonnifero.

venerdì 9 ottobre 2009

Diplomacy

Il bello di un ospedale universitario è che tutti si conoscono da sempre. Ti può capitare quindi di parlare col radiologo di guardia e dopo aver discusso un caso andare a bere una birra.

il brutto di un ospedale universitario è che tutti si conoscono da sempre. Quindi c'è sicuramente qualcuno a cui sta sul cazzo qualcun'altro perchè ai tempi del corso di anatomia gli ha fregato il ragazzo o non gli ha passato gli appunti.

Quando poi questi crescono e diventano primari o responsabili di reparti s'innescano buffi meccanismi del tipo: "i nemici dei miei amici sono miei nemici" che fanno sì che gli anestesisti della rianimazione e quelli del D.E.A. si detestano per cose accaduti 4 o 5 lustri prima.

Tutta la situazione ha divertenti risvolti sopratutto per noi del dinamico trio  che, ca va sans dire, siamo finite a lavorare nei tre reparti dell'ospedale che si stanno più sul cazzo a vicenda.

Tanto per dire: il primario di Stella non saluta nè me nè Enrica, la mia responsabile saluta Enrica, ma non Stella, il responsabile di Enrica ignora Stella e se può non saluta me. Complicato.

Questo porta ad incresciose situazioni che sembrano a volte molto simili ad una partita di Diplomacy. Per esempio al congresso Stella ed io per andare a cena insieme eravamo costrette a mentire ai rispettivi primari per sfuggire alle cene di reparto. Per fare colazione con Enrica devo aspettare fuori dal suo reparto che lei esca. Per avere notizie sul mio reparto lei deve chiamarmi sul cellulare e fare conversazioni cifrate tipo 007.

Se i nostri responsabili non vanno presto in pensione, prima o poi ci daranno l'oscar.

Ma va bene così,

that's entertainment!

sabato 3 ottobre 2009

La vera prosperità

Un uomo ricco chiese a Sengai di scrivergli qualche cosa per la continua prosperità della sua famiglia così che si potesse custodirla come un tesoro di generazione in generazione. 

Sengai si fece dare un grande foglio di carta e scrisse: "Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote".

L'uomo ricco andò in collera: "io ti avevo chiesto di scrivere qualcosa per la felicità della mia famiglia! perchè mi fai uno scherzo del genere?"

-: "Non sto scherzando affatto" spiegò Sengai."Se prima che tu muoia dovesse morire tuo figlio , per te sarebbe un grande dolore. Se tuo nipote morisse prima di tuo figlio, ne avreste entrambi il cuore spezzato. Se la tua famiglia, di generazione in generazione, muore nell'ordine che ho detto, sarà il corso naturale della vita. Questa per me è la vera prosperità"


Da " 101 storie zen"

a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps

sabato 26 settembre 2009

Crudelia Demon

L'altro giorno ho addormentato una paziente per una breve procedura sul fegato.
Il più gentile tra i suoi medici curanti l'ha definita "una rompipalle", ed in effetti la signora si comportava in modo da risultare il più antipatica possibile a tutti.
Mi sembrava però che, più che vera perfidia, il suo fosse un po' un modo "gigione" di fare il personaggio, di recitare la parte di "Crudelia Demon".
Appena aperti gli occhi non ha detto: "dove sono", o "com'è andato l'intervento", ma ha esclamato stizzita:
-: "Faccia stare zitti quest'infermieri che fanno troppo rumore!"
tornati in stanza mi ha chiesto
-: "Comè che si chiama lei di cognome?"
glil'ho ripetuto ancora una volta
-: Ma che razza di cognome è?! " ha esclamato "come si fa a chiamarsi così?!"
io ho sorriso allargando le braccia.
" Ma lei è sposata?" ha detto, cercandomi una scusante
-: "no, convivo."
-: "ah... ma perchè voi ragazze non riuscite più a farvi sposare?"
ho allargato le braccia per la seconda volta
-: "da quanto?" ha continuato lei
-: "tre anni quasi" ho risposto, ormai divertita e rassegnata al terzo grado
-: "umpf" ha chiosato, poco convinta " cerchi di non farsi mettere incinta prima di farsi sposare sennò è fregata"
-: "senz'altro, la ringrazio" ho risposto con faccia serissima.
mentre stavo andandomene mi ha richiamato sulla porta
-: "La rivedrò?" ha chiesto, con aria finalmente simpatica.
mi sono concessa un sorriso un po', ma solo un po', malizioso
:- "Spero per lei di no"
e ho chiuso la porta.

domenica 20 settembre 2009

Bestiario

Enrica , qualche giorno fa era al telefono con la mamma, una bella donna, gentile, colta, deliziosa.
-:"Amore, stiamo tornando dalla Puglia, io volevo passare da Castel del Monte"
-:"Brava mamma!, ha risposto lei sovrappensiero, "che adesso all'outlet ci stanno anche i saldi!"
la madre, senza proferire altro verbo, ha attaccato il telefono e quando Enrica ha richiamato ha risposto il padre
-:" tua madre in questo momento non vuole parlare con te. Ha detto che ti vai a vedere una moneta da un centesimo e poi richiami"
della serie : è dura essere genitori.

Ma qualcosa ne sa anche Giò che qualche tempo fa è venuto alla festa di compleanno di una mia cara amica, archeologa. Io portavo dei pettinini di tartaruga ai lati della testa
-:"tesoro!ma stai benissimo!" ha detto Mina indicandoli " sembri un Pollaiolo"
ed io, portandomi le mani alla testa
-:"un pollaiolo? e che ci stanno le piume nella Panda?"
Giò da dietro ha mugolato:
-: "è un pittore...bestia..."

Mi sono vendicata a giugno quando sono tornata dalla mia settimana di volontariato e le ho telefonato
-:"bentornata! com'è andata?"
-:"tutto bene," ho risposto
-:"senti, ma gli albini hanno qualche problema particolare legato al sisma?" mi ha chiesto
-:"gli albini? no,non credo, cioè non è che ci sia tanto sole" ho detto perplessa
-:"e allora perchè gli hanno fatto un campo speciale?"
-:"un campo speciale?" ho risposto sempre più stralunata, immaginando delle tende piene di gente bianca e con gli occhi rossi
-:"si, tua madre mi ha detto che stavi in un campo con gli albini!"
a quel punto ho visto la luce:
-:"Martì, ma quali albini! gli ALPINI, alpini, occhio alla penna, quella roba là!!!" ho esclamato
-:"ahhh, dicevo io: ma quanti saranno questi albini terremotati?"

venerdì 18 settembre 2009

Ermetismo contemporaneo

Io ho la memoria di un pesce rosso; ho attraversato sei anni di studi medici ricorrendo a tutti i trucchi possibili per superare 54 esami e ancora oggi giro con le tasche piene di fogli e libretti per avere sottomano le dosi dei farmaci. Peggio che peggio con i nomi, che regolarmente dimentico e confondo, non parliamo neanche delle date, che se mi beccano le iene fuori dall'ospedale faccio una serie di figuracce che scànsati.
Ma c'è una cosa che s'imprime nella mia memoria a lettere indelebili, che riemerge intatta dopo anni, che senza alcuno sforzo passa dalle orecchie al cervello e lì resta: le canzoni. Ebbene sì. basta farmi ascoltare una volta una sequenza di parole su una squallida base di sintetizzatore ed eccola fissata nella mia mente per sempre.
Considerando che in sala operatoria c'è la radio sempre accesa è facile capire come il mio repertorio, che era partito dai Pink Floyd, si è ora espanso a tal punto che mi ritrovo a fischiettare Laura Pausini e il peggio della musica commerciale italiana.

Data questa premessa mi sono potuta rendere conto che se è vero che anche i testi degli U2 sono a volte criptici, i nostri cantanti eccellono in demenza.
Chi si è dimenticato " e ancora ti chiamerò trottolino amoroso e dudu dadadà?"
Chi è riuscito a rimuovere dal suo subconscio "sono un ragazzo fortunato perchè non c'è niente che ho bisogno?"
Ma l'apice del nonsense nei testi, il Bertold Brecht del giro di do è lui: Tiziano Ferro.
L'altro giorno canticchiando una sua canzone che avevo memorizzato automaticamente mi sono fermata sulle parole e mi sono detta che dovevo aver capito male.
Invece no. Questo campione dell'ermetismo nostrano ha veramente scritto:

Ti do questa notizia in conclusione
Notizia è l'anagramma del mio nome,

Ma perchè!?!?!
perchè, o Muse del Parnaso!?
volevi dirci qualcosa di te che nessuno sapeva?
ti pagano a numero di sillabe?
non ti veniva un'altra rima con "conclusione"?
Guarda te la trovo io:
- adesso esco e compro un panettone
- odio quelli che giocano a pallone
- se mi lasci divento un arancione

- avrei voluto esser capellone
- t'ho sentito che tiravi un bestemmione.

Insomma caro Tiziano:
Ti dò questa notizia in conclusione:
licenzia chi t'ha scritto 'sta canzone

martedì 15 settembre 2009

Miti da sfatare

Frequentando l'ambiente medico-chirurgico da più di 3 lustri ci sono cose che fatalmente ti capita di dover ascoltare e che tu sai essere assolutamente false.
I primi anni cercavo di smentire i miei interlocutori, ma ho visto che la cosa non faceva altro che irritarli, perciò ho imparato a tacere senza compromettermi.
Tuttavia, un mero bisogno di verità mi spinge a rettificare un paio di miti che quasi tutti i pazienti hanno.
per esempio:
O' professore: professore è un titolo accademico che indica l'abilitazione ad insegnare. Non tutti i medici sono professori, non tutti i medici bravi sono professori e non tutti i primari sono professori. Professore è solo chi insegna in un università.

O' primario. Idem. Primario è solo il medico che riveste il ruolo amministrativo più alto del reparto. Per la cronaca di solito si diventa primario non per bravura ma per raccomandazione. Il titolo di primario dà modo di alzare la parcella, ma non corrisponde necessariamente a delle capacità maggiori degli altri. Anzi: spesso il primario è un geronte con il parkinson che è rimasto alle tecniche operatorie del secolo scorso, e chi opera veramente è l'aiuto giovane che però prende la metà dell'onorario per una visita.

L'operatore. Tutti quelli che hanno subito un intervento chirurgico, se interrogati, e a volte anche non, affermano con sicurezza: "a me mi ha operato il professor Tal de' Tali, primario del reparto xyz, e siccome il mio era un caso particolare, anche se al tavolo c'era l'assistente, ha fatto tutto lui fino all'ultimo punto!"
Può essere. Però in 8 anni di sala operatoria io non ho mai visto un chirurgo con la qualifica superiore a" ricercatore" mettere un punto di cute. Di solito nei policlinici universitari la cute la fà lo specializzando che dopo 12 ore di intervento a tirare le valve è l'ultimo che rimane al tavolo mentre il primario e l'assistente stanno a prendere il caffè.
Inter nos lo specializzando è anche il migliore a fare la cute perchè è l'unico che ci mette attenzione e dedizione.

Il caso particolare. I casi particolari non esistono. La vostra colecisti è come quella di tutti gli altri. Le vostre ragadi anali non hanno niente di speciale e il chirurgo che le ha operate ne ha viste altre centinaia così. Se vi dice il contrario può avere solo due motivi:
1- giustificare il fatto che l'intervento è durato più del previsto.
2- farvi piacere per ammortizare la cifra esorbitante che sta per chiedervi.
Se il vostro caso è davvero speciale il chirurgo si presenta con un sorriso a 32 denti e vi blandisce per mezz'ora prima di chiedervi se può usare delle foto che vi ha fatto per una pubblicazione scientifica.
In quel caso preoccupatevi.

mercoledì 9 settembre 2009

Non è morta la fanciulla, ma dorme.

C'è chi oggi ha perso la mamma, io ho perso la mia mamma adottiva, o come diceva lei la mia "mamma dell'anima".
Addio Carla, questo è un dolore che non passa e non passerà.

martedì 8 settembre 2009

Soprannomi

Ho avuto un'adolescenza assolutamente da manuale: lo scontro generazionale, l'amore, la politica, il sesso, i tradimenti. Insomma: un mix tra "il tempo delle mele" e "jack Frusciante è nuscito dal gruppo". Sono andata in giro con le treccine rasta, ho letto il capitale di Marx, mi sono fatta le canne ai concerti, ho gridato slogan retorici alle manifestazioni e ho scritto poesie sul bosco che stormisce.
Da quegli anni confusi e divertenti mi è rimasto un atteggiamento antiproibizionista, una passione per la prosa asciutta ed incisiva, un assoluta avversione verso la retorica e la propaganda, una istintiva diffidenza verso chi manifesta le proprie emozioni in maniera plateale e la convinzione che un certo riserbo sui propri sentimenti e le proprie debolezze sia assolutamente sano.
Questo è l'atteggiamento che ho cercato di avere sul lavoro e che mi ha portato negli anni a guadagnarmi il soprannome di "pantera", dovuto ad una certa tendenza a ringhiare ed inkazzarmi e alla mia scarsa propensione alle manifestazioni emotive.
Il problema è che questo soprannome ha cominciato poi a girare e propagarsi urbi et orbi dando luogo, ora che sono un po' più grande, a situazioni quantomeno imbarazzanti.
Sabato portavamo un malato in TC quando abbiamo incontrato il braccio destro del direttore, un anestesista 40enne, molto brillante, noto per essere un estimatore della compagnia femminile.
Sempre gentile con tutti, saluta noi e la portantina che, avendo lavorato nel suo reparto lo apostrofa:
"vede prof.? oggi lavoro co' pantera!"
"e chi è pantera?" risponde lui
io mi sento sprofondare e spero che il pavimento mi inghiotta seduta stante.
"sn io prf." bofonchio
lui ,palesemente fraintendendo l'origine del soprannome, guarda stupito la cuffietta con i disegni di polipi, la divisa taglia 44/46 sdrucita, lo zoccolo selvaggio della birkenstock e ,dulcis in fundo, la borsetta con penne e portafoglio con su la figurina di Hello Spank, e , signorilmente si limita a dire: "ah".
Poi se ne va sorridendo tra se e se.
neanche stavolta la terra si è aperta.
Signore: ma che ti ho fatto???

mercoledì 2 settembre 2009

Scienza

Due anni fa , quando ero specialista da poco, una mattina mentre andavamo al bar a fare colazione, ho sentito una collega "anziana" dire che aveva sentito ad un congresso un talk di Gattinoni e, senza pensare ho chiesto: "Chi è Gattinoni?"
A mia scusante posso dire che ho una pessima memoria per i nomi, che erano le 8 del mattino e che avevo fatto la notte in bianco, ma lo so: avrei dovuto saperlo. Avete presente quella scena del diavolo veste Prada in cui lei, neoassunta in una famigerata rivista di moda risponde al telefono e dice: "Gabbana con uno o due "B" ?".
Per i non anestesisti Gattinoni è il presidente (ora ex) della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione, e il padre di una cosa complicatissima e importantissima che si chiama Ards, nonno di un tipo di ventilazione chiamato baby lung e zio di una altra cosa che si chiama sepsi. Insomma: uno fighissimo.
La mia incauta osservazione mi costò uno shampoo di mezz'ora in reparto, additata al pubblico ludibrio come anestesista riprovevole sul piano umano, scientifico , morale, e chi più ne ha più ne metta.
Due anni dopo, di nuovo bar dopo la notte (sempre lì mi beccano, è la gola che mi frega), una collega ha incautamente ritirato fuori l'episodio di fronte alla nostra responsabile che, a due anni di distanza, mi ha fatto il secondo shampoo sulle mie colpe scientifiche, etiche e morali.
A questo punto che dovevo fare? mi sono sentita autorizzata a prendermi 4 giorni di ferie per andare al s.i.a.a.r.t.i. a sentire Gattinoni.
Il siaarti è il Congresso Nazionale della Società di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, un evento che quest'anno si univa al congresso della w.f.s.i.c.c.m. ovvero World Federation of Societies of Intensive Care and Critical Medicine, insomma una cosa esagerata, tipo la finale del mondiale tra il brasile di Pelè e i Queen che cantano con Janis Joplin più Michael Jordan che va a canestro negli ultimi 10 secondi mentre gli All Black gli coprono le spalle.
Insomma: 'na bella cosa.
La prima sorpresa del congresso è stata il primo giorno: mi sono girata e dietro di me ci saranno state 300 persone in fila. La prima volta nella mia vita che vedo tanti anestesisti insieme.
Della serie: non siamo soli. I want to believe.
La seconda sono stati gli interventi: a parte quelli di Gattinoni che non ha detto una parola davanti ad un microfono che io non abbia sentito, tutti gli altri: avevano i miei stessi problemi e mi offrivano soluzioni... A volte le soluzioni erano fuori dalla mia portata tipo: "noi consigliamo di non far passare più di 2 ore tra l'ammissione in pronto soccorso dopo arresto cardiaco e il posizionamento di un catetere di Swan Ganz in rianimazione" nell'ospedale in cui lavoro la media di tempo per questa cosa è tra le 50 e le 55 ore. Un filo fuori.
La terza sorpresa è stata l'umorismo. Gli anestesisti si fanno tutti battute trucide e divertenti sul loro lavoro, con un autoironia tutto sommato consolante. Un esempio? Quella che è stata ribatezzata la canzone del rianimatore. Un inno del congresso. eccola a voi:

lunedì 17 agosto 2009

Dialetti

Le cartelle cliniche e i documenti medici sono scritti in un linguaggio formale che spesso appare incomprensibile a chi non è del ramo. Ma se è vero che questo serve a volte ai medici per nascondersi dietro alle parole, come faceva Don Abbondio di manzoniana memoria, è vero anche che serve agli addetti ai lavori per esprimere concetti complessi con poche sillabe, come si fa in ogni professione.
Dietro a questo linguaggio ufficiale, in un ospedale esiste un gergo parallelo, che serve ai medici per parlare tra loro in modo informale usando ancora meno sillabe.
Questo dialetto medico, che non arriva mai alle orecchie del paziente o dei familiari, ha il pregio di condensare una serie di fatti e impressioni in un numero di parole estremamente ridotto, permettendo lo scambio di informazioni in maniera veloce e accurata, e se a volte può sembrare irriguardoso o cinico è perchè, come strumento di lavoro, non ha criteri estetici o etici, ma solo funzionali.


Il nostro , per esempio è un mix di espressioni culinarie e citazioni cinefile, passando per il gergo infantile e il dialetto regionale...una cosa insomma che farebbe la gioia di un glottologo esaurito, e suona più o meno così:

Sala operatoria:

Ho fatto il bollito
Ho ecceduto nella somministrazione di farmaci, ritardando il risveglio del paziente

Deve fare una smontectomia
Deve essere sottoposto ad un intervento lungo e complesso di cui neanche il chirurgo è in grado di determinare l'entità e la radicalità prima dell'apertura

Sta a fà la caccia al globulo rosso
Il chirurgo si sta dilungando nella fase dell'emostasi

Oggi famò il pollo
La gravità delle condizioni del paziente e il tipo di intervento rendono molto improbabile che riesca a superare l'intervento

Rianimazione:

Sta carino
Le condizioni cliniche del paziente sono in lieve ma costante miglioramento

è loffia (o è moscia)
Nonostante non vi siano segni clinici sfavorevoli la ripresa del paziente non è quella attesa

Ha fatto badaboùm
Le condizioni del paziente sono peggiorate in modo repentino

Fà nora bora tora
è sottoposto a terapia di supporto polifarmacologica massimale

Stiamo aspettando che lo chiamino a Villa Celeste
Le condizioni generali del paziente sono gravissime e si attende l'exitus in poco tempo.

Invito i colleghi a dare il loro contributo all'analisi linguistica del dialetto medico regionale...pensa quanto sarebbero felici i leghisti...potremmo farci un esame del corso di laurea...

venerdì 7 agosto 2009

Medicina estetica

Essendo una donna occidentale del 21esimo secolo sono anch'io costretta a sottopormi alla barbara e decadente pratica della depilazione. Il rito sadico al dio della bellezza femminile viene perpetrato mensilmente da una simpatica signora, che ha superato da un po' gli "anta" e che, mentre mi cosparge con cera bollente parti sensibili, cerca di distrarmi raccontandomi delle sue scorrerie nel mondo della chirurgia estetica. Non c'è filo, collagene, botulino, placenta che questa simpatica estetista non abbia provato nel tentativo di conservarsi simile a quando girava in vespa con una gonna a ruota nei "roaring fifties". L'ultimo ritrovato, l'ho appreso venerdì, è un farmaco che ha praticamente "rubato" al suo chirurgo estetico e che ha un effetto rassodante "meraviglioso" senza praticamente effetti collaterali, essendo" omeopatico".Siccome un chirurgo estetico dedito all'omeopatia è una cosa che non ha nessun senso non ho resistito e mi sono fatta dare la confezione per leggere la composizione.Il ritrovato meraviglioso è composto di:
vitamine del gruppo B
vitamine del gruppo C
placenta suina
collagene suino
muscolo suino
estratto di surrene suino
epidermide suina
un paio di erbe irrilevanti
Il costo di 5 fiale di questa roba è 42 euro.Io capisco poco di medicina estetica, perciò non so assolutamente se questa cosa possa avere le qualità che vanta, ma dalle mie scarse conoscenze di economia domestica pensavo: se io prendo un paio d'etti di San Daniele e lo mischio con una bustina di supradyn la composizione è la stessa e con 7 euro me la sono cavata.O no?

martedì 28 luglio 2009

Recensione

Un consiglio letterario da non perdere sotto l'ombrellone: "la strage degli imbecilli" di Carl Aderhold...tanto liberatorio...

venerdì 10 luglio 2009

lunedì 6 luglio 2009

A proposito di razzismo

Qualche tempo fa, facevamo ancora i turni in ostetricia, è arrivata in sala parto una giovane donna dello Sri Lanka in procinto di partorire il primo figlio. Evidentemente arrivata in Italia da poco, aveva l'aria spersa e spaventata di tutte le donne al primo parto , oltretutto lontana dalla famiglia, in un paese straniero, circondata da persone che non aveva mai visto e che parlavano una lingua di cui non capiva una parola.
Con lei è entrato il marito, un uomo un po' più grande, con un viso intelligente e occhi solo per la moglie.
è stato lui ad assistere al parto, senza un tremito nè un cedimento, e ad aiutarla, traducendo per lei le nostre istruzioni, rassicurandola, confortandola, tenendola materialmente, finchè ,dopo 6 lunghe ore di travaglio è nato un bel maschietto color cioccolata.
Tutto il personale, partecipe dell'avvenimento, si è congratulato festante con la mamma, finalmente rasserenata, ma sopratutto col neopapà che scoppiava evidentemente di orgoglio.
Alcuni giorni dopo camminavo per i corridoi dell'ostetricia immersa nei miei pensieri quando ho visto con la coda dell'occhio un uomo che mi salutava.
Ero talmente concentrata che ci ho messo qualche attimo a registrare il fatto, riconoscerlo e alzare gli occhi; in quei pochi istanti, lui, invece di richiamarmi, aveva ritirato il sorriso e ripreso a camminare ingobbito, con un espressione in viso umiliata e mortificata.

Ecco: più di ogni altra cosa, più delle stupide leggi, più dei criminali che picchiano la gente per strada, mi sembra che la misura del nostro razzismo me l'abbia data costui. Un uomo, giovane, onesto, nel momento felice ed orgoglioso della nascita del primo figlio, talmente abituato ad essere discriminato in questo paese, da ritenere "normale" che il medico che ha assistito al parto non lo saluti per strada, facendo finta di non riconoscerlo.
Ovviamente l' ho inseguito, salutato e ho chiesto notizie della sua famiglia, sperando di fargli vedere che non siamo tutti come le bestie con cui evidentemente è abituato a trattare.
E quella è stata la prima, ma non l'ultima volta, in cui mi sono vergognata del mio paese.

venerdì 3 luglio 2009

Mi dispiace, ma è così

I non medici tendono a pensare che la medicina sia un monolitico blocco di sapere senza ombre o incrinature. In realtà , molto più che a scienze esatte come la matematica o la fisica, la medicina assomiglia a discipline "umanistiche" o "empiriche" come il diritto o l'informatica. Con questo voglio dire che ci sono leggi ottime, in teoria, la cui applicazione, come tutti sappiamo, porta a delle ingiustizie tragiche; e ci sono delle volte in cui un computer si pianta e smette di funzionare, e anche il miglior tecnico del mondo, quello con più esperienza e capacità, non riesce a capirci nulla.

Non esiste una legge di causa effetto che fa si che quel sintomo sia collegato a quella malattia e risponda a quella medicina; ci sono delle reazioni, abbastanza stereotipate, dell'organismo che mette in atto delle difese verso un ventaglio spaventosamente vasto di cause e noi cerchiamo di andargli dietro e capire quello che succede e fermare il processo con mezzi assolutamente insufficienti e una comprensione, allo stato attuale, largamente imperfetta.

Per fare un esempio prendiamo la rianimazione cardiopolmonare.

Una cosa che si studia da che mondo è mondo, uno degli argomenti su cui ci sono più studi, trattati, case-report... ecco: le regole della rianimazione cambiano ogni 5 anni.

Ogni 5 anni.

Questo vuol dire che i pazienti che io ho rianimato nei miei 10 anni di pratica, sono stati rianimati con 3 diverse tecniche, ognuna delle quali era quella giusta al momento e sarebbe stata condannata come inappropriata 5 anni dopo. 

Noi medici sbagliamo nel non saper spiegare e ammettere i limiti delle nostre conoscenze, nel pensare che non si può spiegare il nostro lavoro, nel credere che solo noi sappiamo cosa è meglio, e mi rendo conto, perfettamente che non tutti abbiamo doti di empatia e comunicazione  tali da riuscire a trasmettere il nostro impegno, ma a volte non abbiamo semplicemente la risposta.

E nè voi, nè noi possiamo farci niente.

So che è difficile stare dall'altra parte della porta di una rianimazione e sentire un tizio che dice cose incomprensibili sulla vita di tuo figlio, fratello, moglie, amante, e probabilmente noi siamo la persona con cui è facile, è giusto, prendersela. Solo a volte mi sembra ingiusto venir condannati anche se abbiamo fatto il massimo, perchè il nostro massimo non è bastato.

Ma va bene anche così.

mercoledì 1 luglio 2009

L'altra metà del cielo, reprise.

I miei amici hanno detto che non è assolutamente vero che gli uomini non sanno fare la spesa e hanno problemi al supermercato. Io, che sono un anima fiduciosa, mi sono sentita un verme: "ma guarda" ho pensato tra me e me "sono proprio malvagia nell'animo: come ho potuto pensare che delle persone così smart potessero fare cose del genere?!"

Poi , sabato sono andata al supermercato con Gio.

Lui quando andiamo al supermercato ci tiene sempre a vestirsi in un certo modo, probabilmente per farmi fare bella figura con i vicini di casa che potremmo incontrare; infatti sabato portava: pantaloncini corti a quadroni scozzesi gialli e blu, sandalo vecchio e sformato modello venditore di suk marocchino, e sopra, dulcis in fundo, maglietta con bandiera della Turchia, attenzione, rosso fuoco con sopra mezzaluna e stella bianco latte. Capello selvaggio, barba incolta, ca va sans dire. 

Aggiungo che in mezzo al supermercato la mia dolce metà assume l'aria intelligente di chi ha appena visto il bianconiglio urlare "presto che è tardi " scappando via...

Ecco: TRE e dico tre, diversi individui maschi nel supermercato gli hanno chiesto informazioni scambiandolo per un commesso.

Come, O Signore, Marte, Osiride, Gamesh e qualunque divinità maschile del pantheon, si può scambiare uno vestito così per un inserviente del supermercato?

sopratutto: cosa ti fa pensare che una maglietta rosso fuoco sia la divisa degli inservienti di un supermercato che ha la scritta ARANCIONE?!

per dirla con le parole di Blake: In what furnace was thy brain?

Ma il culmine dello spettacolo è stato un attempato signore che gli ha chiesto l'ubicazione del detersivo.

"Non lo so, mi dispiace" ha risposto lui cortesemente

e quello perseguendo nell'errore: "Ma insomma: se non lo sapete neanche voi a chi lo devo chiedere! possibile che non sappia dove sta il detersivo!!??"

Gio lo ha guardato fissamente per 5 secondi, poi con tutta calma ha risposto: "Ha ragione, mi scusi, è che oggi hanno cambiato i posti sugli scaffali e non mi hanno avvisato, comunque il detersivo è là, vicino alle scatolette" ha detto indicando un punto a caso dall'altra parte dell'edificio.

l'ho trovato che rideva piegato in due guardando un vecchietto che si allontanava.

Dai, ragazzi, non è normale!!!

venerdì 26 giugno 2009

O forse sarei stata come adesso

E' arrivata in rianimazione una nuova collega, giovane, carina, da un altro posto.

Prima ancora che avesse messo piede in ospedale è stato perfettamente chiaro che era raccomandata da qualcuno, e neanche poco. 

Dopo 30 giorni di lavoro è stata messa a fare la prima di guardia in rianimazione;

Il primario ha messo ben in chiaro che qualunque pubblicazione esca dal reparto deve contenere il suo nome tra gli autori;

Nei 3 mesi che è stata nel nostro ospedale ha partecipato , lei sola, a due congressi italiani e un congresso internazionale a spese dell'istituto;

Siccome un piccolo servizio è rimasto vacante a causa di un pensionamento inatteso lei ne è stata nominata responsabile, dopo 4 mesi che lavora con noi;

Siccome ovviamente, tutto ciò ha creato non poche polemiche tra gli altri, il primario in persona è sceso per dire che nessuno doveva permettersi di parlare male di lei oppure ne avrebbe risposto a lui.

Come ci aspetta che sia una persona così? minimo una sciacquetta senza arte nè parte, che va avanti andando a letto col primario.

Ecco: lei invece è non solo uno dei migliori anestesisti che io conosca, ma è anche una persona deliziosa: gentile, sorridente, disponibile. Forse con un po' l'aria da prima della classe, ma date le sue conoscenze non la si può neanche biasimare troppo. Sempre disposta ad aiutare e fare un favore, la prima ad arrivare e l'ultima ad andare via. La collega e l'anestesista che tutti vorrebbero.

Come al solito considerazioni sulla faccenda:

1: in che diavolo di paese viviamo in cui devono essere raccomandati i migliori? è una cosa tristissima...

2: cosa vuol dire in sintesi essere raccomandati? semplicemente poter fare il proprio lavoro secondo le proprie capacità, approfittare delle occasioni per migliorarsi e non essere costretto a subire una serie di umiliazioni e soprusi da parte di chi è più anziano. In altri paesi questo si chiama lavoro.

C'è un 'altra considerazione, un po' più personale e non scevra da una certa invidia: come sarei io al suo posto? che medico sarei divenato se il mio cognome fosse stato quello "giusto", invece che uno qualsiasi? Quanto sarei migliore di come sono se avessi avuto la possibilità di beneficiare del suo stesso addestramento?

Forse amerei il mio lavoro ugualmente , ma di un amore più leggero, non appesantito dalle tante volte che ho dovuto chinare la testa quando non volevo, e accontentarmi di quello che restava.

Unica piccola soddisfazione: potrei uscire domani dall'ospedale senza dover dire grazie a nessuno.

Non è molto, ma è già qualcosa.

giovedì 25 giugno 2009

Cose da donne

-:"Sono 2 settimane che sto provando questa nuova crema anticellulite."

-:"E funziona?"

-:"Come no! me la spalmo sulla pancia mattina e sera e guarda che dita affusolate che mi sono venute!"

lunedì 22 giugno 2009

l'altra metà del cielo

Io amo gli uomini. Davvero, dico sul serio. Sono creature meravigliose.

Il fatto che il nostro corredo genetico sia diverso dal loro conferma definitivamente che apparteniamo a due specie diverse e l'interfecondabilità è un bizzarro scherzo del destino, ma ammetto che il cromosoma Y ha i suoi vantaggi.

Per esempio, se devo andare in macchina da A a B io mi accontento di controllare che i cartelli con la scritta della mia destinazione appaiano ad intervalli regolari.

Un uomo no. Lui sa in ogni preciso istante su che strada è della regione, della nazione e del pianeta. Praticamente il suo cervello è un upgrade di google maps, ma fatto meglio. Inoltre gli uomini possiedono cognizioni meravigliose: per esempio sanno la data esatta della battaglia di Waterloo, e quali sono i modelli di punta della FIAT degli ultimi 10 anni.

Mi chiedo allora perchè la loro mente si blocchi totalmente di fronte alle bilance del supermercato. Dopo una notte di guardia, mentre ambivo a procurarmi due sammarzano che mi garantissero il sostentamento prima di andare a dormire, vedo un tizio davanti alla bilancia del reparto ortofrutta con un sacchetto di peperoni.

Un esemplare maschio della specie di almeno 24/25 anni, quindi si suppone alfabetizzato ed anche abile a riprodursi! ,che continuava a premere il tasto dello scontrino mentre quelli che uscivano si appiccicavano insieme senza che lui riuscisse a staccarne uno singolo.

Ho concesso 30 secondi di dubbio alla sua intelligenza poi l'ho spinto via, ho strappato gli scontrini attaccati e dopo averne fatto uscire uno nuovo gliel'ho appiccicato sul sacchetto. Mi ha guardato come la Madonna di Fatima.

Sarà per questo che Giò, un uomo di cui ammiro l'intelligenza anche quando è volta al male, per venire al supermercato deve essere trascinato a forza, mentre per portarlo all'IKEA devo utilizzare dosi di violenza psicologica appena inferiori a quelle di "Arancia Meccanica"?

Devo ammettere però che hanno anche la capacità di prenderti in contropiede: oggi , per esempio, tornando dal lavoro in motorino sento dietro un altro scooter. Mi accosto a destra per farlo superare, ma lui resta dietro. Faccio un po' di attenzione e mi rendo conto che il tizio da 3 o 4 incroci mi sta dietro per guardarmi le gambe che il vento scopre alzando la gonna. Al semaforo successivo inchiodo e mi affianco squadrandolo con il sopracciglio alzato di mezzo metro: "'mbè? " domando.

Lui mi guarda con aria innocente e, senza ombra di scusa o rimorso anzi, sorridente dice: "Certo che d'estate con la gonna il motorino è un bel problema eh?!" e riparte superandomi tranquillo.

Non c'è più religione...

venerdì 19 giugno 2009

I vengo per menarvi all'altra riva...

Questo è un post un po' tecnico, me ne rendo conto; magari chi non fa il mio lavoro non riesce a capire quanto è fastidioso tutto ciò, e, diciamo pure la verità, questa è un po' una lamentela da casalinga frustrata, quelle cose che uno s'inkazza sempre ma poi abbozza perchè sono ineliminabili.

Il fatto è che noi facciamo i rianimatori, che è sensibilmente diverso da resuscitatori, in quanto non contempla l'utilizzo dei miracoli. 

Credo che a tutti i medici la morte dia fastidio. Anche ai non medici se è per questo, cosa che sospetto sia alla base del fatto che alcuni aprono un vivaio (ah! quanto rimpianto! ) o s'impiegano al catasto. purtroppo però la morte è ineliminabile dalla vita e , guarda caso, spesso congiunta ad uno stato di malattia.

I miei colleghi medici di altre specialità questa cosa non la vogliono sapere: il loro sogno è che i pazienti troppi gravi vengano tutti trasferiti fuori dal loro reparto e portati a morire in rianimazione dove ci siamo noi che , nella loro idea, facciamo più o meno i becchini, lasciandogli quelli che stanno bene e che loro così li curano.

Ecco: non è così.

Oggi per esempio mi hanno chiamato in un reparto per un paziente con una malattia incurabile. 

Tutte le terapie che avevano tentato erano fallite e d'altronde la malattia di per sè già dava poche possibilità di sopravvivere.

Io sono andata ,ho fatto quel poco che potevo per evitare che stesse peggio di come già stava e poi ho scritto sulla cartella la mia consulenza che finisce con la frase fatidica che a loro piace tanto perchè possono mettersi in pace: "Non indicazione al trattamento rianimatorio" che vuol dire: "Guarda: non ci posso fare niente neanch'io"

Già la cosa mi aveva infastidito (io non faccio estreme unzioni in altri reparti!) , ma speravo fosse finita lì.

E non credo.

Alle 4 mi chiama la specializzanda del reparto che mi informa che il paziente si è aggravato.

"eh, si,"  dico io " sta morendo"

e questa demente: "non capisco perchè quest'atteggiamento così poco collaborativo" (ti rendi conto?!?! se io da specializzanda avessi risposto così ad un mio superiore mi avrebbero crocefisso davanti ai timbri a perenne monito!!! ). 

Dopo 3 ore mi chiama la sua strutturata (il pesce puzza dalla testa...) e mi informa che il paziente è peggiorato ulteriormente. Io faccio un bel respiro e comincio:

"Cara collega, ho parlato stamattina con i medici del reparto e mi hanno detto chiaramente che lui non ha chances terapeutiche ulteriori, o sbaglio?"

"eh, si, hai ragione" ha risposto l'idiota

"quindi, questo paziente è ,purtroppo, destinato alla morte, come ho scritto nella consulenza" ho ripetuto

"eh, sì, questo si" ha convenuto lei,

"bene" ho risposto io credendo di averla illuminata

" Si, ma cosa intendi fare per quest'acidosi?" ha concluso lei

Mi arrendo.

Chiamatemi Caronte.

martedì 16 giugno 2009

Si trasforma in un razzo missile...

La fantasia del primario ha deciso un nuovo cambio di assegnazioni che mi ha spedito ieri mattina, così senza un vero perché, in radiologia interventistica.

Timorosa della mia sorte (radiologia interventistica?! e che d'è?), sono arrivata puntualissima alle 8.00 già cambiata e dopo aver fatto colazione.

C'eravamo io e la signora che fa le pulizie.

Alle 9.00, con la calma, arriva un branco di radiologi interventisti, maschi, giovani super chic e simili, in tutto e per tutto ad una boyband (a dimostrazione che Enrica è quella tra noi che davvero ci capisce di uomini...)

Infatti, tanto per dire, c' erano , in ordine di età:

Un emo

un grunge

uno yuppie

un radical chic

Sono arrivati dandosi pacche sulle spalle e parlando di figa e di playstation e si sono vestiti di tutto punto con i loro camici piombati su misura con iniziali ricamate sul davanti.

Quando credevo che avrebbero iniziato a cantare, invece sono entrati in sala e si sono messi al lavoro secondo il seguente schema:

h10.00 primo intervento

h11.00 colazione offerta da loro

h13.00 secondo intervento

h14.00 pranzo offerto da loro

h16.00 terzo intervento

h17.00 gelato offerto da loro

h19.00 quarto intervento

h21.00 chiusura della sala e tutti a casa.

La parte più istruttiva della giornata è stata quando mi hanno spiegato che andando in aereo ci si espone ai "raggi cosmici", un tipo di radiazioni provenienti dallo spazio...

praticamente i Subsonica che ti spiegano Mazinga Zeta...

Ho capito perchè tutte le mie colleghe cercano di fare cambio per venire qua...

sabato 13 giugno 2009

Uno spettro si aggira per l'Europa...

Ho iniziato questo blog un po' alla chetichella, giusto per farmi due risate, poi, man mano che i miei amici si sono sparsi per il mondo alla ricerca di contratti di lavoro decorosi è diventato un modo per restare uniti, per condividere cose tra noi.

Loro non commentano quasi mai, a volte anzi penso che neanche lo leggano il blog, invece, puntualmente, ogni volta che scrivo un post triste o sconfortato, nella settimana seguente arrivano casuali telefonate da Padova, misteriose mail dalla Svizzera, sms teneri dalla Germania, cartoline dall'Inghilterra. 

Una serie di personaggi oscuri sparsi per l'Europa e legati da un blog. Una cricca di impresentabili figuri che sono i miei amici, anche se lontani.

Grazie a tutti.

vi voglio bene.

Propofol

P.s. ma tu guarda che roba...che post melensi che mi tocca scrivere...

mercoledì 10 giugno 2009

Questo linguaggio dei ggiovani

Oggi in pediatria abbiamo addormentato un 13enne per fare un puntato midollare.

Memore della mia piccola Amanda, invece delle Winx le ho detto: "adesso devi pensare a Zach Efron, così mentre dormi lo sogni"

"Ma insomma" ha risposto lei storcendo un po' il naso "è un po troppo emo per i miei gusti..."

L'ematologa che era lì davanti ci ha guardato stupita: "Zach Ephron è emofiliaco?"

"Ma no!" ho detto io con aria di superiorità " gli emo sono quelli che hanno i capelli lunghi e lisci, si vestono di nero e ascoltano musica melodica" (meno male che c'è il mio amico delfino , nato nel 1980, che mi informa sulle tendenze dei giovani...)

Dopo l'intervento commentavamo questa cosa con Sandra, un infermiera che ha una figlia 16enne. "eh, beh, sì! "ha esclamato con aria da intendrice " lui è una cifra emo!"

A queste parole l'otorino che stava operando si è girata allarmata: "chi è che è emorragico? qualcuno sanguina?"

Non ci siamo. 

Domani li porto tutti a vedere High School Musical.

lunedì 8 giugno 2009

Un complimento speciale

Gli psicologi usano parole complicate come "transfert" e "controtransfert" per dire semplicemente che uno si affeziona ai pazienti e viceversa. Il fatto è che, sopratutto in rianimazione, dove un paziente può stazionare per settimane e anche mesi, si finisce col parlare, mangiare, passare magari le feste comandate con queste persone, vederle quando sei di buon umore quando sei di cattivo umore, finchè non diventano, in un certo senso, degli amici.

è raro che, usciti da quello spazio asettico, rimanga un rapporto, però lì per lì funziona.

Ora per esempio in rianimazione è ricoverato Santo, un ragazzo più o meno della mia età che ha avuto un incidente. Santo lo è di nome e di fatto. Ha preso una botta al torace non riesce a respirare da solo e quindi se ne sta col tubo in gola, senza poter parlare, sveglio, sopportando tutte le nostre cure e trovando  anche il modo di fare battute, ascoltare e farsi capire. 

Ieri per esempio, dopo  he lo avevamo già portato in tac, riportato indietro, lavato, cambiato la medicazione (operazioni piacevolissime con 3 costole rotte), gli dovevamo fare una broncoscopia (ovvero infilare una sonda con telecamera nei polmoni). Santo mi ha guardato con occhi supplichevoli ed ha articolato con la bocca: "fatemi dormire!"

"Tranquillo", ho risposto, io "ora ti addormentiamo così non senti niente"

ho preso la siringa dell'anestetico e ho comiciato ad iniettarla piano piano. 

Stava per addormentarsi quando mi ha guardato e a farfugliato qualcosa.

"Cosa? ti fa male?" ho chiesto allarmata che l'ago fosse fuori vena.

lui ha fatto no con la testa e sull'orlo del sonno ha articolato più chiaramente "sei molto bella" e poi si è addormentato.

E adesso sfido qualunque diva famosa e acclamata a poter dire di aver ricevuto un complimento così bello...

venerdì 5 giugno 2009

Stanco e perduto

A volte nella vita si è costretti a prendere delle decisioni che non si vorrebbe prendere.

Delle responsabilità che non si vorrebbe avere.

Il risultato è confusione e dolore, anche quando pensi di aver fatto la cosa giusta. Ma quando sei dentro la vita, che corre a ritmo dei minuti, delle ore, dei giorni, non c'è tempo per fermarti e analizzare, puoi solo agire d'istinto e pregare quello in cui credi di aver fatto la cosa giusta.

Per favore, fà che sia così.

lunedì 1 giugno 2009

Lettera aperta

Santità,

mi perdoni se oso rivolgermi direttamente a Lei; so che Lei e i Suoi precedessori, avete viaggiato spesso per recare conforto ai nostri pazienti, specialmente ai più piccoli, ma mi sembra che le Sue visite non le diano modo di rendersi veramente conto della situazione.

Vedere un bambino malato di HIV una sola volta in ospedale, non fa capire bene le sue condizioni. Quando invece te lo portano in sala operatoria per la terza volta per una tubercolosi diffusa ovunque a causa del virus, quando lo addormenti per la terza risonanza per l'encefalite, quando devi infilargli l'ennesimo ago nella carne perchè ha la diarrea di continuo, allora cominci a renderti conto di cosa vuol dire nascere sieropositivi da genitori infetti che non hanno usato il preservativo.

Bambini talmente abituati a stare in ospedale che neanche piangono a stare da soli sul lettino.

Dite che il Vostro è un Dio d'amore, e io ci credo, ma perchè un Dio che si è fatto attaccare ad una croce per risparmiare a delle bestie come noi la sofferenza e la morte dovrebbe volere questo per un bambino?

Non mi dica, la prego, che il suo volere è imperscrutabile, perchè non lo sta facendo lui, lo stiamo facendo noi. Noi abbiamo la possibilità di evitare delle sofferenze usando il preservativo e dobbiamo rinnegarla attivamente per non coglierla.

Se un bambino ha la polmonite ed io non gli dò l'antibiotico non è il volere di Dio che muoia, è il mio.

Dite che Dio è padre di tutti noi e che ci ama come un padre.

Io li ho visti i genitori dei bambini malati, e quasi tutti se potessero prenderebbero la malattia del figlio pur di risparmiargliela, glielo garantisco, a costo di morire.

Se un uomo, miserabile, fallibile, ma fatto a immagine e somiglianza della scintilla divina si comporta così naturalmente, istintivamente, perchè Dio dovrebbe volere il contrario? perchè lui dovrebbe preferire la sofferenza e la morte?

Santità, non sarà che avete anteposto un principio ad un altro? non avrete messo il "non commettere atti impuri" davanti all' "ama il prossimo tuo come te stesso?" non state facendo sì che le colpe dei padri ricadano sui figli?

Mi chiedo perchè dovrei seguire delle regole così contrarie a quello che la mia coscienza e il mio giuramento mi impongono di fare, e me lo chiedo sul serio, umilmente, come chi si sforza di capire ed è pronta ad ascoltare la risposta.

Aspetto.

venerdì 29 maggio 2009

Però ammiro l'idea

Per ragioni note al primario, e a lui solo, nei turni in sala operatoria io sono accoppiata o alternata sempre alla stessa collega, che chiamerò Velia.

L'inizio di questa convivenza non è stato felicissimo, essendo, io e Velia, diametralmente opposte da ogni punto di vista:

lei è bionda, magra e algida, io mora cicciottella e skazzata;

lei è tendenzialmente pignola, precisa e assoluamente rigida nel rispetto dei regolamenti. Inoltre è sempre pronta a litigare con chiunque per far valere le sue ragioni; io detesto alzare la voce e aborro le liti, anche se ci devo rimettere e tendo ad essere magari superficiale e imprecisa nelle cose da poco, e comunque in generale, abbastanza elastica. 

Col tempo però abbiamo trovato una nostra armonia e una certa stima reciproca che ci ha portato a diventare una sorta di duo: "poliziotto buono/poliziotto cattivo"

Questa cosa l'hanno ottimamente capita i chirurghi delle sale operatorie che frequentiamo, in particolare gli oculisti che, quando hanno un paziente impresentabile aspettano me per metterlo sul tavolo.

Siccome io l'altro giorno non c'ero,  hanno pensato di far leva sull'orgoglio di Velia. Fabio le ha portato la cartella di una paziente senza esami nè elettrocardiogramma e le ha detto: 

"la possiamo fare lo stesso questa paziente?"

"No. Non ha esami nè ecg in cartella" ha risposto lei, ovviamente

"ma la tua collega (che sarei io) il mese scorso me l'ha fatta fare! guarda, c'è il suo cartellino!"

Velia, che sa che io sono pazza, ma non del tutto fuori di testa ha risposto: "ah, sì? si vede che allora gli esami c'erano, valli a cercare nell'altra cartella"

Lui non si è arreso, ma ha provato un'altra strategia: "No, è che io e lei (che sarei sempre io) siamo amici, perchè abbiamo entrambi la passione del mare! anche lei fà immersioni, ecco perchè me l'ha fatta fare anche così!"

Velia, per nulla colpita ha alzato di mezzo millimetro il sopracciglio perfettamente depilato e ha risposto: "ah, si?! interessante. Mo' però levate le pinne e vai a cercare gli esami in cartella sennò la signora non si opera."

poveri, ingenui oculisti...

martedì 26 maggio 2009

la tredicesima piaga d'Egitto

La peggior cosa che ti può capitare al lavoro è avere a che fare con uno stupido ostinato.

la combinazione è , purtroppo, virtualmente imbattbile.

Avere a che fare con gli stupidi è , in pratica l'attività predominante nella vita di ogni essere umano, e di solito uno stupido semplice e di buona volontà è facilmente neutralizzabile; infatti con una buona dose di pazienza e gentilezza gli si può far eseguire qualsiasi tipo di compito alla perfezione.

Un testardo intelligente è una rottura di palle, ma non un grosso danno: se è davvero intelligente , infatti, basta dimostrargli che sta sbagliando e si correggerà da solo.

ma lo stupido ostinato è una piaga per cui non esiste cura.

Non capisce cosa sta sbagliando e si ostina a fare le cose come dice lui.

Se si cerca di spiegargli come farle bene non capisce perchè è stupido, se si cerca di persuaderlo a farle nel modo corretto, non ci si riesce perchè è testardo.
Messo di fronte all'evidenza schiacciante dell'errore nega che sia colpa sua, se lo si cazzia si offende ritenendosi ingiustamente mortificato.
è convinto di essere nel giusto ed è impermeabile all'umorismo quindi prende tutto come un insulto mortale al quale reagisce con violenza assolutamente ingiustificata.
La sua capacità di incasinare le cose va dalle inezie quotidiane ai Grandi Progetti Mondiali e colpisce qualsiasi ceto, sesso, razza, età e religione, come l'ulcera e la peste.
Lavorare con un vero, autentico, inossidabile squalo, stronzo e figlio di puttana è una passeggiata di salute, credetemi.

lunedì 25 maggio 2009

Ritorno

Volevo riuscire a scrivere qualcosa sulla mia esperienza fuori che fosse al tempo stesso conciso, significativo ed esauriente. Poi ho capito che non sono Virginia Woolf e quindi mi limiterò a descrivere alcuni dei momenti che più mi hanno colpito di una settimana densissima di momenti meravigliosi, strani, commoventi e disperati.

1- I miei colleghi (ed ora amici) di tutti i corpi, dai medici ai carabinieri, dagli psicologi ai soccorritori, in fila vicini a cantare l'inno nazionale.

Ebbene si, sull'attenti, mano sul cuore. L'ho fatto.

2- Uno scout che entra nella tenda medica con un dito ferito da una mazzetta per piantare un piolo; mentre lo stiamo medicando ne entra un secondo con un taglio praticamente identico, dicendo: "Stavo cercando di finire il suo lavoro".

Io che consideravo gli scout degli zuzzurelloni in braghe di tela, dopo averli visti al lavoro ho capito che i lagunari in confronto sono una squadra di softball. Tanto di cappello.

3- Il mio amico Andrea che alla radio, sul canale della frequenza nazionale captato da Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Protezione civile, Vigili del fuoco e , probabilmente anche i servizi segreti americani,  chiede candidamente: "Senti: pensavo: se ti hanno chiesto la pillola del giorno dopo perché gli si è rotto il preservativo vuol dire che li tengono nelle tende in condizioni non idonee. Che possiamo fare?"

Risposta: Non so proprio cosa dirti. passo.

4- La mia fantastica squadra veronese che mi spiega la manovra di estrinsecazione dall'automobile nel soccorso su strada usando un alpino come manichino.

I migliori!

e poi i miei pazienti di questi giorni, tutti meravigliosi dal primo all'ultimo. Tutti lì a ricordarmi chi sono e che lavoro faccio e perchè l'ho scelto.

E adesso basta sennò scado nel patetico.

venerdì 15 maggio 2009

Partenza

Sto per andare una settimana a fare volontariato lontano da casa.

Come sempre ho la sensazione che non sarò all'altezza...

che Dio me la mandi buona.

Amen

domenica 10 maggio 2009

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti

Lo sport nazionale del mio ospedale è il lamento.

Ho dei colleghi , per fortuna non tutti, che si lamentano sempre di tutto .

perchè fanno i turni in rianimazione.

perchè non fanno i turni in rianimazione.

perchè fanno i primi di guardia.

perchè non fanno i primi di guardia.

perchè fanno troppe notti.

perchè fanno troppi giorni.

perchè fanno i festivi.

perchè fanno i prefestivi.

perchè vanno in sala operatoria.

perchè non vanno in sala operatoria.

Qualunque cosa gli si proponga di fare soffocano letteralmente dalla rabbia e iniziano delle geremiadi interminabili di cose che non gli vanno bene che terminano di solito con delle scenate isteriche di fronte a testimoni sul fatto che tutti ce l'hanno con loro e a loro va sempre tutto male.

Per carità: non voglio dire che io faccia i salti di gioia ad andare a lavorare di domenica o di notte, ma la verità è che se decidi di fare l'anestesista nella vita, il lavoro di notte e di domenica lo hai messo in conto. quindi la domanda è:

Ma perchè devi sfracassarmi i maroni tutto il giorno con i tuoi lamenti?

Amica del sole, siamo tutti nella stessa barca, almeno cerchiamo di farcela prendere bene, che già la vita è tanto amara...se oltre a fare un lavoro di merda lo devo fare con una che non fa altro che lamentarsi tutto il santo giorno per ogni cosa, alla fine delle 12 ore mi devono fare l'antirabbica.

Allora: le opzioni sono due: o cambi lavoro e vai a fare la commessa o la pittrice o la mantenuta o quel che cazzo ti pare, oppure impari a soffrire in silenzio.

Se vuoi ti insegno un paio di trucchi.

giovedì 7 maggio 2009

Allora ogni tanto ci piglia

 Non so se lo ha detto lui veramente, ma lo trovo del tutto condivisibile...

"Bill Gates recently gave a speech at a High School about 11 things they did not and will not learn in school. He talks about how feel-good, politically correct teachings created a generation of kids with no concept of reality and how this concept set them up for failure in the real world.


 Rule 1 : Life is not fair - get used to it! 
 
 Rule 2 : The world doesn't care about your 
 self-esteem. The world will expect you to accomplish
 something BEFORE you feel good about yourself. 
 
 Rule 3 : You will NOT make $60,000 a year right out of high
 school. You won't be a vice-president with a car phone
 until you earn both. 
 
 Rule 4 : If you think your teacher is tough, wait till you
 get a boss. 
 
 Rule 5 : Flipping burgers is not beneath your dignity. Your
 Grandparents had a different word for burger flipping: they
 called it opportunity. 
 
 Rule 6 : If you mess up, it's not your parents'
 fault , so don't whine about your mistakes, learn from
 them. 
 
 Rule 7 : Before you were born, your parents weren't as
 boring as they are now. They got that way from paying your
 bills, cleaning your clothes and listening to you talk about
 how cool you thought you were. So before you save the rain
 forest from the parasites of your parent's generation,
 try delousing the closet in your own room. 
 
 Rule 8 : Your school may have done away with winners and
 losers, but life HAS NOT. In some schools, they have
 abolished failing grades and they'll give you as MANY
 TIMES as you want to get the right answer. This doesn't
 bear the slightest resemblance to ANYTHING in real life. 
 
 Rule 9 : Life is not divided into semesters. You don't
 get summers off and very few employers are interested in
 helping you FIND YOURSELF. Do that on your own time. 
 
 Rule 10 : Television is NOT real life. In real life people
 actually have to leave the coffee shop and go to jobs. 
 
 Rule 11 : Be nice to nerds. Chances are you'll end up
 working for one. "
 

martedì 5 maggio 2009

Ecco dov'è il problema

parlavo giusto ieri con una persona che conosce molto bene l'ambiente della nostra rianimazione.

Una persona intelligente da cui cercavo consigli e lumi su come fare a trovare un sereno rapporto di convivenza con queste persone.

Mi interrogavo chiedendomi se l'atteggiamento sbagliato non fosse proprio il mio, se non fossi troppo suscettibile o chissà cosa.

"No, vedi, "mi ha spiegato invece lei " secondo me il problema è in te: tu sei una persona ironica e sarcastica e spesso fai battute...ecco: loro, l'ironia non la capiscono...pensano che magari sei seria...dovresti cercare di usare una forma di umorismo più diretta..."

Magari provo con le vignette di sturmtruppen...

e poi dice che uno è depresso...

lunedì 4 maggio 2009

La vita, l'amore, le vacche

La vita è quella cosa che ti capita mentre sei impegnato a fare altro.

Se c'è una lezione d vita che vorrei imparare da quello che faccio e vedo è a vivere nel presente e non nel futuro.

Ho vissuto l'adolescenza pensando che dovevo prendere voti alti a scuola per fare l'università. L'università a pensare che dovevo studiare per diventare specializzanda di anestesia, la specializzazione a pensare che dovevo lavorare molto, per diventare una brava anestesista. 

Nel frattempo, forse troppo spesso, mi sono scordata di gustarmi le cose che c'erano in quel momento, perchè con lo sguardo vedevo un futuro perfetto che ci sarebbe stato dopo.

ma ogni volta, dopo, c'erano le stesse cose di prima e, andando avanti a fare questo lavoro mi sembra di capire che a volte non c'è un dopo, oppure quello che c'è è completamente diverso da come te lo sei immaginato e progettato.

Non riesco a dire ciò che vorrei senza che le mie stesse parole suonino retoriche e banali ai miei occhi: cerco di dire che la vita non va vissuta come un compito in classe; che alla fine non c'è nessun buon voto per chi ha fatto tutti i compiti, quindi è inutile starsi a preoccupare, a pianificare tutto, perchè c'è sempre qualcosa che non hai calcolato.

Come dire: relax.

giovedì 30 aprile 2009

Goliardia trucida

Per quanto strano possa apparire ai profani, il clima di una sala operatoria è spesso improntato alla goliardia e allo scherzo pesante. Questo è dovuto in parte alla presenza dei chirurghi (che come ho già avuto occasione di dire sono tutti un po' bestie), in parte alla presenza di infermieri e portantini che , essendo persone normali, non devono parlare in latino per sentirsi fighi nè tirarsela a morte per dimostrare che sono potenti.

Probabilmente c'entra pure il fatto che la costante presenza di malattia e morte spinge a sdrammatizzare l'atmosfera.

Tra le trovate goliardiche più comuni ci sono gli scherzi ai nuovi arrivati, siano essi specializzandi di anestesia, di chirurgia o allievi infermieri.

Quando si opera il polmone si può usare una tecnica che prevede il taglio di due pezzi di costola per facilitare l'accesso alla zona; siccome la gabbia toracica può benissimo funzionare senza, questi vanno semplicemente buttati.

Ignorandolo, Franco, un infermiere arrivato fresco fresco dalla scuola, ha chiesto al ferrista che gli stava dando i pezzi:" che devo farci?"

Prima che il collega potesse rispondere il chirurgo s'intromette dicendo: "lavali e mettili in una busta che mi servono a fine intervento"

Il povero Franco ha eseguito senza fiatare. 

Forse gli sarebbe potuto venire il dubbio se avesse visto me e il ferrista che ci guardavamo scuotendo la testa, ma lui, povero agnello fiducioso, non ci ha neanche pensato, e quando ha visto che i chirurghi iniziare la chiusura  del taglio ha chiesto: "professore: le servono le costole?"

lui ovviamente non aspettava altro: "si, si, mi servono" ha detto.

"le deve rimettere?" ha chiesto Franco, senza capire ancora,

-:"Macchè", ha risposto il prof, gongolante: "stasera pasta al sugo con le costolette."

e giù tutti a ridere ...

bestie...

mercoledì 29 aprile 2009

Si sta vendicando

Il mio commercialista oggi mi ha inviato questa e-mail:

"Ciao ,
Ti invio in allegato una circolare relativa alle modifiche del criterio di imputazione e di versamento all'erario dell'Imposta sul Valore Aggiunto. 

un bacio grosso

Gian Luca "

Ho meditato a lungo su questa frase e poi ho risposto: grazie, baci anche a te.

perchè togliergli l'illusione di potermi scrivere cose del genere ed essere compreso?

costa così poco fare del bene a volte...



martedì 28 aprile 2009

Notti brave

Il mondo è contro di me.

Dopo aver fatto capire a Giò che il cellulare va spento, dopo che Enrica ha compiuto 30 anni e smesso di bere, speravo che la notte fosse finalmente benevola.

E non credo.

Prima c'è stato il terremoto.

Come tutta la penisola sa, il terremoto è iniziato alle 2,40 del mattino e da noi al settimo piano si è sentito bene, anche se per fortuna siamo lontano dall'epicentro. Quindi io e Giò ci siamo ritrovati in piedi mentre il lampadario si muoveva a chiederci dove fossero i muri portanti sotto cui mettersi. 

Inutile dire che finita la scossa lui si è riaddormentato come un angelo. Io un filo meno.

2 settimane dopo mi comunica: "amore, esco con Gianluca a bere una birra dopo cena". 

Alle 10.30 lo saluto da sotto il piumone e lui dice -: "chiudo la porta del corridoio, così se rientro con Gianluca non ti sveglio"

Mi sveglio ,invece, alle due e mezza con il cuore in bocca, perchè il cretino, dimenticandosi completamente della porta chiusa, è rientrato al buio e ha dato una craniata che ha fatto rimbombare i muri. Me lo vedo davanti mentre tento di ricominciare a respirare che mi guarda con aria tenera e la mano in testa e dice: "scusa, ti ho svegliato?"

Ma il suo capolavoro è stato l'altroieri: io dormivo, felice, serena nel mio letto, già tra le braccia di Morfeo; sul suo comodino la lampadina era rimasta accesa mentre lui era nello studio a lavorare. 

Mi pare di vederlo: con sguardo intenerito, chino su me che dormo, mentre decide che la lampadina accesa avrebbe potuto disturbarmi. e allora che fa? la spegne? nooo! la copre con una sua maglietta di cotone.

All'una e mezza mi sveglia una puzza soffocante e mi trovo davanti lo spettacolo della maglietta che brucia lentamente sulla lampadina bollente.

Lui, ovviamente è lì che tenta di domare l'incendio e con aria tenera e colpevole mi interpella: scusa ti ho svegliato?

e ho pure dovuto dormire con la finestra spalancata per mandare via il puzzo

venerdì 24 aprile 2009

Mai fidarsi dei chirughi

Ieri ero , come al solito nella mia amata oculistica impegnata nel "cataratta  day" e mi sembrava strano che ancora non mi avessero messo sul letto neanche un cardiopatico grave o un nonnetto bicentenario, quando è arrivato uno dei chirurghi più giovani: Fabio Bianchi

-: "ciao Fa', come stai? "

-:"bene grazie, e tu che mi dici?"

 -:"mah, al solito"

-:"ma lo sai che hai gli occhi un po' arrossati?"

-:"eh si, un po di allergia, mi sa...anzi: in questo periodo sono anche un po' fotofobica...che dici può essere correlato?"

-:"e come no! assolutamente, dovresti provare a metterci un po' di lacrime artificiali per tenere l'occhio umettato...anzi, aspetta che te le porto che ne ho dei campioni!"

-:"vabbè, ma non fa niente, magari le prendo in farmacia"

-:"ma scherzi? aspetta, te le porto subito, resta qua!"

-:"vabbè, ma anche dopo..."

-:"no, no no...aspetta"

torna dopo 5 secondi con 6 scatolette di lacrime artificiali delle marche più varie e me le consegna in mano dicendo: "provale! trova quella che ti sembra migliore che poi casomai te ne porto altra!"

mentre ero ancora là con le scatole in mano e il sorriso ebete sulla faccia entra in barella , portata dall'infermiere, una mummia.

una centenne rantolante, con attaccato un monitor defibrillatore su cui una linea verde con delle increspature irregolari metteva in evidenza dei segni di attività cardiaca molto lontano dal normale.

mentre il sorriso scompare sento Fabio che dice:

-:"ah, ecco, questa è la mia paziente...la possiamo mettere sul letto?"

Mai, mai fidarsi dei chirurghi...

martedì 21 aprile 2009

Una precisazione

Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi:

Uomini adulti nascondersi dalle mogli per mangiare pane, burro e salame.

Madri di famiglia scappare dai figli per fumare di nascosto, dopo il secondo infarto.

E ho visto grandi obesi affermare , senza un tremito della voce, che il motivo per cui pesano 143 chili è la ritenzione idrica, dovuta ad una curetta al cortisone fatta lo scorso anno per l'allergia.

è fatale che i pazienti con malattie che comportano una certa austerità di costumi scivolino nel disastroso complesso del "bambino di terza elementare che tenta di nascondere la marachella alla maestra".

Questo atteggiamento è irritante per il medico (che si sente un po' preso per il culo) e, come reperto collaterale, segnalo che diventa esasperante per i familiari che si vedono costretti al ruolo di baby sitter di congiunti spesso ultrasessantenni.

Cari i miei pazienti, vi voglio svelare un segreto: al vostro medico di voi, non gliene frega un cazzo.

Lui sta là perchè è preoccupato della rata a tasso fisso del suo mutuo e spiegarvi perchè il colesterolo è dannoso è l' escamotage migliore che ha trovato per pagarla.

A lui non interessa che voi cerchiate di fargli passare per vere delle affermazioni smentite impietosamente dalle vostre analisi, si dimenticherà immediatamente di entrambi appena uscite dalla porta del suo ambulatorio.

l'unico modo in cui la vostra dipartita da questo mondo influenzerà la sua giornata sarà come notizia da commentare al bar tra le partite e il grande fratello.

Gli unici a cui veramente interessa fare la dieta o tenere il colesterolo basso, o smettere di fumare siete voi. è la vostra vita che verrà interrotta dall'infarto, io ho 124 di colesterolo. Quindi, se decidete di fregarvene dei consigli del vostro medico, cosa che rientra a pieno titolo nei diritti concessivi dalla costituzione, fatelo a viso aperto senza cadere nella sindrome della terza elementare e tutti quanti ve ne saranno grati.

Tanto più se lasciate parecchio di eredità.

sabato 18 aprile 2009

Post stanco e sconclusionato

A quelli che dicono che tutti i medici sono degli stronzi distaccati vorrei far provare per una sola settimana  il mio lavoro; occuparsi per 12 ore di seguito di altre persone che cercano disperatamente la tua empatia e ti buttano addosso (a ragione, perchè tu sei lì per quello) tutta la loro emotività affinchè tu la disinneschi e la scarichi dalle loro spalle, e tutto questo mentre cerchi di prendere delle decisioni a mente fredda, senza essere troppo apprensivo come se fossero tuoi parenti, nè troppo distaccato come se non fossero niente per te. 

Io amo il mio lavoro, ma alla fine di turni o settimane particolarmente pesanti (come oggi) sento proprio che tutta la mia capacità di relazione con il prossimo è stata completamente prosciugata. 

A volte questo è difficile da accettare per le persone che mi sono vicino e che mi vogliono bene. Non è che io non abbia voglia di stare con loro o anche solo di divertirmi, di uscire di prendere una birra con gli amici di sabato sera, è che più prepotente di tutto questo sento la necessità di isolarmi.

In questi momenti non è che odio l'umanità, ma se sparisse per qualche ora e lasciasse l'universo deserto sento che respirerei un po' meglio.

Ogni volta che sono in questo stato ringrazio il Dio degli anestesisti per aver creato un uomo che è in grado di stare seduto a leggere accanto a me in silenzio e per avermelo fatto incontrare.

giovedì 16 aprile 2009

Incomunicabilità

Ogni tanto mi chiedo se il nostro primario è veramente stupido, oppure se la sua è una raffinata tecnica di cojonamento: il fatto è che quando gli si fa una domanda lui risponde qualcosa di completamente non attinente, finchè la maggior parte della gente non rinuncia per stanchezza.

Oggi mi ha informato che , avendo io passato già sei mesi in pediatria, vorrebbe spostarmi per metterci qualcun'altro.

-:"ed io dove andrei?" chiedo, un po' preoccupata

-: "mah, torni in rianimazione e poi nelle altre sale "

a questo punto capisco che è il momento di parlare e dirgli una volta per tutti che io non voglio tornare in rianimazione perchè, nonostante mi piaccia molto, non mi va di subire continuamente il mobbing dei miei superiori e colleghi.

Quindi cerco un modo carino per dirlo:

-:"ma sa professore, è che io nelle sale operatorie in cui sono stata mi sono sempre sentita a mio agio e ho sempre ricevuto la stima dei miei superiori e colleghi, mentre in rianimazione mi sembra di non essere all'altezza" dico timidamente

-:"ma no" risponde, lui, "è che voi fate le cose in modo routinario perciò vi annoiate subito: dovete curare di più la parte scientifica" 

-:" ma sa"  continuo io" mi sembra di non essere molto utile miei colleghi della rianimazione, insomma, mi pare che il mio lavoro non sia molto soddisfacente in quel campo come lo è nella sala operatoria"

-: "è che andate a fare le consulenze da soli e vi trovate in situazioni difficili, quindi vi prende paura" risponde lui inserendo fischi per fiaschi

-: "Ecco: voglio dire" ritento io con testardaggine " che mentre in tutte le altre sale operatorie vado a lavorare serena, io in rianimazione non mi sento serena con i miei colleghi"

-:" è perchè poi dovete fare i weekend e le feste e allora vi stancate! ma non ti devi preoccupare, questo fa parte del lavoro! " termina lui trionfante.

alla fine mi rimane il dubbio: ma c'è o ce fa?

mercoledì 15 aprile 2009

Uomini

-: "Senti zio, che ne pensi se a zia per i suoi 50 anni le regaliamo un punto luce?"

-: "beh, è un idea carina, ma..."

-: "pensi che non le piace?"

-:" no, non è questo, è che dove la mettiamo un' altra lampada a casa!?"

martedì 14 aprile 2009

Maledetto vigliacco bastardo

Stamattina abbiamo dovuto addormentare per una tc urgente una bambina di 2 anni e mezzo con il viso coperto di sangue ed escoriazioni, lo zigomo fratturato, e shockata a morte. Nonostante tutte le nostre precauzioni, nonostante le cuffie colorate, i palloncini, le marionette, nonostante il fatto che l'abbiamo addormentata fuori dalla tac per non farle vedere nulla, lei non ha smesso di piangere un secondo. Il suo viso insanguinato con l'occhio pesto e le lacrime che scendavano mentre la tenevamo per addormentarla lo sognerò per molto tempo, e sognerò gli occhi della madre, una ragazza di 18 anni che ci guardava addolorata, umiliata, senza parole. 

La colpa di tutto ciò è di un italiano, uno di quelli che probabilmente si sente civile, che ha investito con la sua auto la piccola e sua nonna e poi le ha caricate su e le ha mollate davanti al pronto soccorso, senza nemmeno fermarsi a vedere come stavano e senza dare alcun recapito.

L'unica colpa di queste due poverette è di essere rumene.

Non c'è bisogno di aggiungere altro.

venerdì 10 aprile 2009

Vanity Fair

Sarà il prepensionamento, sarà la primavera ma in questi giorni Rossi è intrattabile: urla e sbraita contro chiunque e noi camminiamo rasente i muri cercando di nasconderci; nessuno si salva: nè io, nè matteo, ne i chirurghi, nè le altre infermiere.
Ignaro di questo fatto, ieri verso le nove si è presentato con la più bell'aria il nostro ecografista che tempestavamo di chiamate dalle 7.30 del mattino (lei...noi stavamo ancora prendendo il caffè in piedi davanti ai fornelli a quell'ora...).
Il nostro ecografista è un bel ragazzo (a conferma che i radiologi...) però è anche uno che "si piace" parecchio e non perde occasione per fare qualche battuta a doppio senso.
Così, quando io ho aperto la porta e ho sussurrato: "eccoti! ti cerchiamo da un ora!"
lui , con uno splendido sorriso e una scintilla maliziosa nello sguardo mi ha risposto: "eccomi, tesoro, sono qui, tutto per te, un corpo a tua completa disposizione".
Sandra, una delle infermiere, prima che io potessi rispondere,  gli fa:" Dottore, c'è Rossi che è assetata di sangue oggi, se non si sbriga il suo corpo lo diamo a lei"!
In quel momento, come  chiamata col pensiero, appare Rossi torva sulla porta che abbaia: "Eccovi! che fine avete fatto! sono ore che vi chiamo!!"
L'ecografista mi ha guardato, ha infilato i calzari muto e, a orecchie basse, è entrato in sala.
Ci vuole poco per distruggere la vanità di un uomo...

mercoledì 1 aprile 2009

New economy

La faccenda è complicata: ogni volta che io cambio contratto, quindi 3 volte nell'ultimo anno, l'ospedale ricomincia una lunga e tediosa pratica burocratica che comprende: proposta di contratto a me, accettazione da parte del direttore generale, stanziamento dei fondi, mia firma del contratto, comunicazione, da parte del dipartimento di anestesia e rianimazione, della mia presa di servizio al settore stipendi, fatturazione da parte mia del lavoro svolto, comunicazione della fattura e presa di servizio dal settore stipendi all'economato, invio del bonifico bancario sul mio c.c. da parte dell'economato.

Siccome il mio ultimo contratto era mensile e scadeva il 5 marzo, sono stata passata su una sostituzione di maternità  (la seconda, a riprova che tutti dipendiamo dall'utero di qualcuno). C'è stato però un errore in uno o più dei passaggi sopraelencati tale per cui dal 5 marzo io sto lavorando in nero (cioè senza contratto)per un ospedale pubblico in attesa di firmare un contratto retroattivo per cui potrò percepire uno stipendio. nel frattempo, siccome la trafila d'inizio del mio ultimo contratto (dal 2 febbraio al 5 marzo) è ancora in fieri, e siccome io non posso fare fattura e farmi pagare visto che marzo l'ho lavorato in nero, l'ultimo stipendio che ho percepito è quello di gennaio (che mi è stato pagato a metà marzo). Per quello di febbraio ho buone speranze entro il 15 di aprile, per quello di marzo toccherà probabilmente aspettare metà maggio.

Il miserabile con cui divido il dentifricio prende un compenso (del tutto simbolico se rapportato alle sue ore di lavoro) da un università statale.  Questo lodevole ente, senza fini di lucro, suppongo, lo paga ogni 2 mesi, ma attenzione: paga ogni bimestre alla fine del bimestre successivo, per cui , seguitemi perchè è cervellotico, gennaio e febbraio gli vengono pagati alla fine di marzo aprile, che a loro volta verrano saldati a fine giugno.

Il risultato di questo mirabile intreccio di follia burocratica e inefficienza statale è che il nostro piccolo nucleo familiare possiede la raguardevole somma di 10 mila euro, che sono però bloccati nelle mani dei nostri datori di lavoro, senza alcuna ragione plausibile, mentre i soldi per le bollette ce li stanno prestando i nostri genitori.

La chiamano new economy, ma a me sembra sempre la vecchia storia del cetriolo e dell'ortolano...

giovedì 26 marzo 2009

La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni

Ogni volta che dico a me stessa: "ah! questa cosa l'ho risolta proprio bene! proprio da manuale! questa volta l'ho sfangata alla grande!" vengo fatalmente e brutalmente cazziata dai miei superiori perchè secondo loro ho fatto una stronzata...

certe volte penso proprio che ho sbagliato lavoro!

martedì 24 marzo 2009

Elettromagnetismo

Ieri siamo stati chiamati per addormentare un bambino che doveva fare una risonanza magnetica durante il turno di Gianluca.
la risonanza magnetica è un esame che dura tre quarti d'ora circa in cui il paziente deve stare immobile nel tubo di una macchina formata da un potente magnete che attrae gli oggetti metallici come una calamita di un paio di quintali, ed emette rumori ritmici e fastidiosi che proseguono a intervalli durante tutta la procedura.
è una cosa perfettamente innocua, ma nessuno la trova piacevole, tantomeno i bambini, che infatti vengono mantenuti in anestesia per l'intera durata della faccenda.
Per fare questo sono necessari degli apparecchi cosidetti "amagnetici" che possano entrare nella stanza della risonanza senza venir risucchiati dalla macchina, oppure bisogna tenerli ad una distanza ragionevole dalla calamita, diciamo 1 metro circa.
Siccome per fare l'anestesia ci serviva un ventilatore abbiamo portato dentro quello normale mantenendolo a distanza di sicurezza fissato ad un carrello per terra.
Stavamo giusto per far entrare il bambino quando Matteo, per spostare il ventilatore trac, ne stacca il supporto che lo teneva ancorato.
Al grido di "giù la testa!" ci abbassiamo in tempo per schivare il ventilatore che si volava attraverso la stanza come una colomba dall'amato bene finendo appunto attaccato al tubo magnetico.
Silenzio.
Guardiamo la scultura postmoderna composta da ventilatore + risonanza che abbiamo davanti e
io domando:
:-"Gianluca, si può spegnere la risonanza?"
:-"No. Se la spegni per riaccenderla ci vuole il tecnico e passano almeno due giorni"
:-"Ah. E allora che facciamo?"
:-"Tiriamo" risponde rassegnato.
mentre i parenti aspettavano fuori convinti che noi stessimo facendo discussioni altamente scientifiche sull'esame noi tre, mani sulle maniglie del ventilatore e piede sulla risonanza, cercavamo di vincere l'elettromagnetismo con la sola forza di un paio di molecole di atp dei nostri muscoli.
Alla fine siamo riusciti a staccarlo e a fare l'esame.
Chi lo dice che il medico è un lavoro di concetto?

sabato 21 marzo 2009

Proposta di un uomo

Ieri, durante la pausa-pranzo, io e Gazza siamo finiti a parlare della "questione maternità" che ha sollevato tante questioni in questo piccolo blog casareccio. Come ho già detto credo che Gazza sia una persona estremamente intelligente e sensibile anche se spesso si diverte a provocare. Anche in questa discussione ha portato una sua "provocatoria" proposta. La rimando nell'etere.

"La discriminazione delle donne, ha detto, nasce dalla maternità. Il problema sta nel fatto che ci sono una parte di donne che approfittano del diritto alla maternità,( nota dell'autrice: Silvia, vedi che la tua opinione è condivisa!!! =)  ) quindi appena il test di gravidanza è positivo si mettono in malattia e, tra gravidanza, parto, ferie e tutto il resto, stanno via 2 anni. Se alla "Nike s.p.a"  che tu stai via due anni non gliene può fregare di meno è chiaro che alla "Rossi s.p.a." di Busto Arsizio, che ha 12 dipendenti, un dipendente che manca per 2 anni è un peso enorme. Ma il datore di lavoro, anche se in buona fede non ha alcun mezzo per difendersi da questa frode che può solo subire, tranne che smettere di assumere , a priori tutte le donne. Quindi, per colpa di una minoranza di persone, ce n'è una  maggioranza di donne lavoratrici serie che viene penalizzata"

"e allora che proponi di fare?" ho chiesto

" io propongo di introdurre un periodo "rigido" di assenza per gravidanza. Sette mesi , diciamo, o otto. Dopo questo periodo si sospende lo stipendio, qualunque cosa succeda, niente certificati. Questo non avrebbe peso sulle donne che vogliono comportarsi correttamente , ma sarebbe un deterrente per quelle che cercano di approfittarsene, e i datori di lavoro non avrebbero più motivo di discriminare le donne, perchè avrebbero un arma per difendersi dalle disoneste."

"Vabbè, ma se una la gravidanza a rischio ce l'ha davvero?" ho ribattuto

"o perde il lavoro, o quando il rischio è passato torna al lavoro e dopo la gravidanza allatterà di meno. Non si può fare una frittata senza rompere le uova"

Questa è la proposta di un uomo e di un capo per le donne.

Aspetto i vostri commenti, obiezioni, applausi, insulti ,sputi...insomma: aspetto di sapere cosa ne pensate voi

venerdì 20 marzo 2009

Moda ospedaliera

una delle idiosincrasie preferite dai pazienti è quella di cercare di dare un significato gerarchico al colore delle divise che indossano gli operatori sanitari.
Una volta per tutte: la tuta è solo un indumento di cotone che serve ad evitare che sputi e sangue finiscano sul vestito buono: negli ospedali più ricchi le tute sono tutte uguali perchè l'ospedale le lava e le fornisce, in quelli più poveri sono diverse perchè ognuno se la compra da sè e se la lava a casa quindi la sceglie del suo colore preferito. (nota a margine: la tuta non è sterile! non serve a proteggere voi dai germi di fuori, ma noi dai vostri germi di dentro!!!)
In linea generale le tute che si usano in sala operatoria sono verdi, e lo sono per tutti: medici, infermieri e portantini. le tute che si usano nei reparti sono bianche e le usano gli infermieri e i portantini. I medici dei reparti di solito hanno il camice (segno questo che infatti le mani se le sporcano pochino...)
Ma se proprio vogliamo tracciare delle linee che aiutino il paziente ad orientarsi nel mondo della moda sanitaria eccole qua:
1- se portano la cravatta non sono anestesisti.
2- l'altezza del colletto della camicia e la sua rigidità sono inversamente proporzionali al grado gerarchico.
3- la pulizia del camice è inversamente proporsionale al grado gerarchico
4- se un operatore sanitario porta una divisa della sua taglia è un infermiere, se la porta di una taglia in più è un anestesista se la porta di due taglie in più è uno specializzando di chirurgia. Questo perchè chi arriva prima la mattina prende le divise migliori dal mucchio.
5- Se la divisa è della taglia giusta ma si abbina a:
a) filo di perle
b) orologio d'oro al polso
c) scarpa molto usata ma che si capisce molto costosa
è un primario chirurgo e gli hanno tenuto da parte la divisa.
6 - nessuna donna che porti un tacco superiore ai 2 cm lavora, qualunque cosa indossi per farvi credere il contrario: financo Enrica, che è la regina indiscussa del glamour, i cui pigiami sono simili al mio unico abito da sera, viene a lavorare con gli zoccoli bassi (rosa confetto, ca va sans dire...)
Un consiglio: diffidate di chiunque si vesta sul luogo di lavoro in un modo che a voi sembra scomodo per lavorare: per essere un buon medico ci si deve sporcare spesso le mani.

mercoledì 18 marzo 2009

Diavolerie moderne

Il cristallino è la lente naturale trasparente e biconvessa dell'occhio, una struttura che, insieme alla cornea, consente di mettere a fuoco i raggi luminosi sulla retina.
La cataratta è la progressiva opacizzazione del cristallino che quindi "rovina" la messa a fuoco: per questo si interviene chirurgicamente togliendo il cristallino opacizzato e sostituendolo con una lente artificiale intra-oculare, posizionata dietro all'iride.
Oggi una paziente era in sala d'attesa aspettando il suo turno per l'intervento quando ha sentito una conversazione tra un medico e l'infermiera che suonava tipo:
- "Che lente mettiamo alla signora?"
-"12,5"
quando mi sono avvicinata per metterle la cannula mi ha guardato intimidita:
-:"signorì" ha detto prendendomi il braccio "ma che me mettete le lenti?"
-:"no signora," ho riposto rassicurante " è la lente del cristallino, quella interna!"
-:"me mettete pure il cristallino?" ha domandato
-:"e certo signora! " ho sorriso sempre più rassicurante
-:"Ommadonnamia! " ha esclamato disperata "e perchè me mettete tutte 'ste diavolerie!!! "


martedì 17 marzo 2009

Testardo

Sono assunta al policlinico dal 17 marzo 2008.
Ho fatto i turni a tempo pieno in rianimazione fino a settembre 2008, poi sono stata trasferita in sala operatoria.
Da quando sono stata trasferita in sala faccio 1 o 2 guardie al mese in rianimazione sempre di festivo, e basta.
In questi 12 mesi sono stata di guardia:
23 marzo 2008: Pasqua
15 agosto 2008:Ferragosto
25 dicembre 2008: Natale
31 dicembre 2008: Capodanno
Oggi sono uscite le nuove guardie di Aprile. Io ne ho una sola: 13 Aprile: Pasqua.
Ho chiamato la mia "primaria" per protestare, dicendo che anche se sono nuova e devo fare la gavetta, mi sembra di avere il diritto di passare almeno una festa comandata l'anno con la mia famiglia visto che anch'io ho un padre e una madre e non sono orfana.
La risposta è stata un pistolotto di 15 minuti sul fatto che non dovrei lamentarmi, che tutti fanno le guardie di festivi e che era solo un caso che io fossi capitata così. Mi è stato detto che anzi, dovrei ritenermi fortunataa fare una sola guardia al mese, e che tutti alla fine fanno la loro parte di festivi: in fondo chi non ha fatto il 25 giorno ha fatto il 24 giorno o il 26 notte.

C'è una canzone deliziosa di Daniele Silvestri che si chiama Testardo e che dice ad un certo punto: io so tenace, perchè alla gente piace, ma è evidente che con un coltello me poi fa cambià opinione: so tenace, ma mica so cojone!
Ecco: io mi sento così.
è evidente che siccome tu sei il primario mi puoi costringere a dirti che è vero: che essere di guardia il 26 notte o esserci il 25 giorno è uguale; e che sì, sono fortunata a fare le guardie in rianimazione solo durante i festivi, mentre per il resto del tempo me ne sto a oculistica e, certo, è un caso che io, proprio io, l'ultima arrivata sia capitata proprio in tutti i giorni di festa comandata del 2008.
Visto che tu sei il responsabile e hai 50 anni ed io ne ho 32 e ho un co.co.co. puoi anche farmi dire che il nero è bianco, ma tu sai quanto me che non è vero.

Dunque farò Pasqua anche quest'anno, e chissà, magari di nuovo ferragosto, ma siete voi che state insegnandomi giorno dopo giorno, che la correttezza verso di voi non paga.
Mal ve ne incolga.

domenica 15 marzo 2009

Wait 4 me: I'll be back



Se qualcuno si fosse chiesto dove sono stata negli ultimi 10 giorni la risposta è: qui.

giovedì 26 febbraio 2009

Certe notti

Come tutti quelli che, per qualsiasi motivo devono essere reperibili, anch'io sono diventata altamente suscettibile allo squillo del telefono.
Una volta, quando "raggiungibile" era un aggettivo che si applicava ai luoghi (ah! quanta inconsapevole felicità!) bastava essere fuori casa o non rispondere al telefono fisso (professore! come mi dispiace che non mi ha trovata in casa per quel turno extra, ero fuori a portare a spasso il cane...), oggi se hai il cellulare spento quando lo accendi ti arriva il messaggino che ti dice chi ha chiamato e quando, la segreteria telefonica c'è su tutti i modelli e manca poco che un servizio di piccioni viaggiatori ti comunichi che tizio vuole parlarti ora. subito. adesso.
Ma sto divagando...
dicevo dunque che per i citati motivi, lprima di andare a letto io spengo il telefonino, in modo da garantirmi almeno quelle poche ore di irragiungibilità necessarie al mio equilibrio psicofisico.
Due settimane fa alle 4 del mattino vengo svegliata dagli Asian Dub Foundation nella loro magistrale interpretazione di "fortress europe". Balzo sul letto e corro nello studio per accorgermi che la sorella del mio compagno gli ha appena mandato un sms per dirgli che lei ha fatto tardi stasera e spostare il loro appuntamento alle 12.
Ovviamente lui dorme beatamente.
Domenica mattina, dopo aver lavorato tutto il sabato, finalmente si dorme. Che bello. Un giorno della settimana almeno non devo svegliarmi presto.
Alle ore 8.30 "the coasters" iniziano a cantare a squarciagola "Down in Mexico" provocandomi convulsioni istantanee.
Corro nello studio e mi accorgo che, ma tu pensa!, Giò si è scordato di disattivare la cazzo di sveglia dal suo cellulare.
Lui dorme, ca va sans dire.
Sabato scorso, Enrica, la nostra bambina prodigio,ha compiuto 30 anni. Grande festa per la quale io e Stella passiamo la settimana a scegliere regali e comprare vestiti. Alle 2.30 torniamo a casa e io dico a Gio, con una certa veemenza, di spegnere il cellulare e controllare che la sveglia sia disattivata se vuole vivere fino a lunedì.
Fatti i dovuti check me ne vado a dormire felice e distrutta.
Alle ore 3.30 il telefono fisso di casa attacca la primavera di Vivaldi.
Sbarro gli occhi sul letto col cuore in bocca e mi precipito nel solito studio pensando che se squilla il telefono di casa dev'essere una cosa gravissima visto che è un numero che hanno solo i miei e gli amici più cari.
Sento la voce di Enrica: "Amiiicaaa! sono io! "
"Enry, "balbetto "cosa è successo?"
"Niente, volevo solo dirti che ti voglio un sacco bene!!! è stata una festa bellissima! e il vostro era il regalo più bello di tutti! Sono tanto felice di avere due amiche meravigliose come voi!"

Signore, perchè hai fatto le notti così lunghe e dolorose per i tuoi figli?!
Puoi inkazzarti perchè una delle tue più care amiche ti chiama sbronza la sera del suo compleanno per dirti che ti vuole bene?
no. non puoi farlo.
Quindi gli ho detto che anche io le volevo bene e ho attaccato.
Mentre riprendevo sonno a fianco a Gio, che dormiva placidamente, ho pensato che Stella viene dopo di me nella rubrica di Enrica.
Magari lei che è saggia ha staccato il telefono.

venerdì 20 febbraio 2009

ah! l'amour...

Sono un paio di giorni che diverse persone incontrandomi mi dicono: hai l'aria stanca! ma stai bene? che hai fatto?
Oggi, dopo che una collega della mia dolce metà mi aveva fatto per l'ennesima volta quest'osservazione ho chiesto a lui un po' preoccupata
-: "Amore, ma ho una faccia così brutta che tutti mi chiedono se sto male?..."
lui mi guarda, ci pensa un po' e risponde: "mmmh..si."
-: "ma come sì!" domando un po' piccata, "che ho che non va?"
mi esamina attentamente di nuovo ed elenca:
:-"sei pallida come una morta, hai due occhiaie enormi, le macchie in faccia e i capelli sconvolti..."
:-" ah, beh..." provo a consolarmi io "almeno quest'aria sofferente ti fa venire voglia di proteggermi e coccolarmi?"
lui ci riflette un attimo e poi conclude
:- "no, in effetti no"

Maledetto il giorno che l'ho incontrato...

lunedì 16 febbraio 2009

Il sale della terra

Gli specializzandi sono il sale della terra. Questi miserabili, medici intorno ai trenta, spesso con famiglia, sono costretti per 4 anni, con uno stipendio ridicolo, a lavorare come un anestesista strutturato (anzi, spesso di più!), e a sopportare noi specialisti, nella cui categoria ci sono soggetti per cui ci vuole veramente pelo sullo stomaco.
L'altra notte ero di guardia con Alberto,è uno specializzando dell'ultimo anno che ha cominciato a frequentare la sala operatoria quando io ero al primo anno. Siccome lui era uno studentello stordito ed io una neospecializzanda stordita siamo diventati amici e spesso ho ascoltato i suoi dubbi sulle donne e sul funzionamento dei ventilatori.

Il mio compagno, noto come "la talpa", avrebbe affrontato l'intervento per la correzione della miopia la mattina dopo, cosa che mi rendeva particolarmente nervosa vista la classica ipocondria da medico, quindi fino alle 3 di notte ho traccheggiato in reparto, perdendo tempo e tenendo sveglio Alberto;
ero a letto da 5 minuti quando: "driiiinnn" squilla il telefono.
- "pronto?" rispondo speranzosa
- "pronto, il rianimatore di guardia?" mi fa una vocina timida timida
- "si, dimmi?"
- "senti: chiamo dalla terapia intensiva coronarica. Scusa se te lo chiedo, ti prego, abbiamo una paziente che deve fare un sacco di farmaci...gli verresti a mettere un agocannula?" e trattiene il respiro con aria colpevole.
Io rimango perplessa, poi mi metto a ridere.
- "aspetta. fammi capire: tu stai chiamando il rianimatore di guardia alle 3 del mattino per mettere una cannula?" dico incredula.
- "ehm..." mi risponde la vocina sempre più flebile "si..."
- "senti, facciamo così." concludo " Siccome io non riesco a dormire, passo, ma non ti sognare mai di dirlo ad anima viva, perchè se il mio capo sa che io mi sono alzata alle 3 del mattino e sono venuta là solo per metterti un ago, io passo un pessimo quarto d'ora e tu ti penti di aver scelto medicina"
- "va bene" risponde sollevata
Salto giù dal letto e passo in rianimazione a prendere gli aghi. Lì, c'è Alby che dorme beato tutto storto su una sedia (per la sistemazione notturna dello specializzando vedi qui ), si sveglia e mi vede:
- "stai uscendo in consulenza? " e scatta in piedi.
- "no, Alb, tranquillo, vado solo a mettere una cannula, resta pure qua"
Mi guarda combattuto tra il sonno e il dovere
- "e dove la vai a mettere?" chiede
- "in terapia intensiva coronarica"
ci pensa un attimo, poi mi fa lo sguardo triste da Pierrot
- "no, sta dall'altra parte dell'ospedale...non ti faccio andare da sola..." e s'incammina valorosamente.
- "Scusa, Alby, " gli dico intrisa di senso di colpa "sicuro che non vuoi restare? è solo per una cannula, ma sono io che non riesco a dormire perchè sono agitata...sai, domani operano Giò agli occhi...quindi..."
si ferma, mi guarda,e in quel momento capisco che parla l'amico, non lo specializzando perchè con aria infelice, ma rassegnata conclude:
"Senti 'n po': ma mo' perchè 'sto cojone se opera dovemo fà la notte in bianco?!?!"
io sorrido colpevole.
Il mio sale della terra.