giovedì 25 dicembre 2008

Auguri

Buon Natale a tutti dalla rianimazione che oggi sembra proprio il circo Togni!!!

martedì 23 dicembre 2008

Le doti di un capo

Oggi abbiamo operato di nuovo Amanda, la deliziosa bambina che è venuta in sala qualche giorno fa. Il primo esame ha evidenziato una piccola anomalia da trattare chirurgicamente.
Ieri pomeriggio invece di andare io a fare la visita preoperatoria c'è andato il responsabile di sala, il mio superiore, che chiameremo, come al solito per comodità, Matteo.
Matteo è un notevolissimo 36enne con due occhi azzurri dolcissimi e un sorriso enorme. è sposato e ha due bambini che semplicemente adora, ed oltre ad essere un ottimo anestesista è una di quelle persone dotate dell'innata capacità di trattare con i piccoli.
Quando lavoriamo insieme io l'osservo sempre con attenzione: da lui c'è sempre tanto da imparare. Oltre a queste doti prettamente lavorative Matteo è anche una persona affabile e deliziosa e,al contrario di molti che lavorano in quest'ospedale, non ti fai mai pesare il fatto che oltre ad essere più anziano (si fa per dire) e superiore in grado, ne sa infinitamente più di te.
Tutto ciò ad Amanda non interessava.
Ha guardato il mio capo con diffidenza e prima di concedergli risposta a qualche domanda gli ha detto con tono inquisitorio:
-"Ma tu sei amico della dottoressa?"(che sarei io)
Lui , sempre signorile, invece di rispondergli "Non sono suo amico sono il suo superiore" ha sfoderato un sorriso e ha detto:
-"Sì, sono un suo amico lavoro con lei, posso farti qualche domanda?"
un po' meno diffidente ma non ancora convinta Amanda ha chiesto:
-"Ma lei domani c'è?"
e Matteo:
-"Sì, non ti preoccupare domani c'è, l'anestesia te la fà lei, come l'altra volta."
"ah, allora ok".
e ha risposto alle domande.
Le solite due considerazioni. La prima è che questo è il rapporto medico paziente di cui tutti parlano. Vuol dire semplicemente che il paziente si fida di te. Non per bravura o per imposizione, ma per empatia. Matteo è 1000 volte più bravo di me, ma lei ormai mi aveva "adottata" come anestesista e siccome è una bambina lo ha fatto con fiducia incondizionata. Non le importava che non fossi la più brava o la più importante, le importava che fossi io.
Io credo che l'essenza del lavoro di medico , in grande o in piccolo sia tutta qui.
La seconda è che una persona meno intellignte e meno sicura di Matteo avrebbe fatto di tutto per mettere in luce la sua importanza rispetto a me, lui non solo non lo ha fatto, ma si è prestato al gioco tranquillizando la bambina. Io credo che solo una persona veramente intelligente e sensibile sia in grado di comportarsi così.
Questo si chiama, secondo me, avere le doti del capo.
Una cosa che non si insegna, nè con le raccomandazioni, nè con i titoli accademici.
E chi vuol capire, capisca.

sabato 20 dicembre 2008

Shopping natalizio

Secondo giro di shopping natalizio: stavolta sembra proprio che siamo riusciti ad accaparrarci tutto ciò che si può desiderare per rendere felici i nostri amici e parenti. In compenso io ho rischiato l'omicidio.
Entro alla Mondadori già carica di pacchi e buste e guardando gli scaffali senza indicazione penso che il modo più facile di trovare quello che cerco è chiedere ad uno dei numerosi addetti con la maglietta rossa, perciò mi metto in fila davanti ai computer ad aspettare che uno abbia il tempo di servirmi. Davanti a me una serie di persone chiede i libri più improbabili con le informazioni più disparate ("vorrei un libro di un autore inglese che parla di come vestirsi...l'edizione americana ha la copertina azzurra..."). Quando arriva il mio turno mi dà un occhiata frettolosa e dice: "chiedi a lui!" indicandomi un'altro commesso che passa di là con la maglietta rossa e l'aria un po' rinko.
Mi rivolgo a quest'ultimo con uno smagliante sorriso: "Buongiorno. Vorrei sapere se avete una raccolta completa delle opere di Jane Austen. "
Il tizio mi guarda con aria profonda e indicandomi la scala con la scritta: "saggistica ,manuali,tempo libero/piano inferiore" gorgoglia: "eeehh, dovrebbe essere giù".
Io penso (anima candida!) che magari le raccolte di opere complete hanno una sezione a parte e lo guardo incoraggiante. Solo allora lui pare rendersi conto con sgomento, che mi aspetto che scenda a prendermi il libro, o almeno a mostrarmene l'ubicazione.
Si fionda per le scale e arrivato al piano inferiore con me alle calcagna si rivolge ad un altro con la maglietta rossa e i calzoni della stessa fantasia del mio pigiama, ma di tre taglie più grandi e gli fa: "Senti, questa ragazza cerca una raccolta di...Jane..." mentre si volta l'agghiacciante verità si fa strada dentro di me come un terremoto, "Jane, chi?" completa la frase guardandomi interrogativo.

Ora, non pretendo che per servire in libreria serva una laurea in lettere antiche ma , insomma: se entro da Ricordi il commesso non mi può chiedere: "johann sebastian, chi?" e poi, checcazzo anche se nella tua vita hai letto solo Paperincas ti sarà capitato di vedere un film tratto dai suoi romanzi...Santa Pace, gli unici a non averlo ancora fatto sono i fratelli Vanzina!!!

Comunque mantengo la calma e rispondo sempre sorridendo, ma un po' meno: "Austen. Jane Austen. Una scrittrice inglese. Autrice di Orgoglio e Pregiudizio." sottintendo: bestia.
Il tizio in pigiama mi sorride accondiscendente e fa: ah, no, guarda si trova al piano di sopra" conclude riferendosi anche al suo amico.
Questi si mantiene al suo fianco e mi lancia uno sguardo torvo con cui mi fa capire che non si muoverà di lì e che se proprio voglio questo fottuto libro è un mio porco problema.
A quel punto risalgo le scale e mi avvio mestamente verso una sezione che sembra quella dei classici o giù di lì e a tre passi di distanza dallo scaffale vedo un libro.
Un libro Enorme.
500 pagine .
copertina color rosa shocking,
Scritte in nero, carattere 17.
Grassettato.
Il titolo,è:
Jane Austen
Tutti i Romanzi

venerdì 19 dicembre 2008

Canto di Natale

Forse i miei lettori più vecchi, ricorderanno LEI, l'avatar della stronzaggine, l'elementale del mobbing in una parola: Satana. Un caldo fiotto di sollievo mi saliva alla gola pensando che, non facendo più turni in rianimazione non avrei più lavorato con lei. Le poche volte che in questi 4 mesi ci siamo incontrate casualmente abbiamo fatto finta di non vederci come le persone beneducate e tutto sembrava destinato a rimanere immutabile in secula seculorum fino a che...

L'assegnazione dei turni di rianimazione durante le festività è sempre argomento spinoso e più dibattuto del derby il lunedì mattina al bar; entrano nelle decisioni fattori imponderabili come la salute dei genitori, la presenza di animali domestici, i parenti residenti all'estero;
è un momento in cui anche i più puristi tra i rianimatori , quelli che pensano che l'anestesia in sala operatoria sia una cosa da medici di serie "b", si scoprono molto meno adamantini al pensiero di dover lavorare a Natale o a Capodanno.
Di solito si cerca di distribuire i turni in modo che chi fà Natale non si trovi a dover fare anche Capodanno in modo da poter godere di qualche giorno di festa attaccato.
Anche se manco dalla rianimazione da 4 mesi in qualità di "giovane" sono stata reclutata per i turni festivi , ovviamente. La nostra responsabile però, una donna sempre molto corretta,mi aveva dato un solo turno festivo, il 31 giorno. La cosa però non è andata così liscia, perchè una delle mie colleghe più anziane ha piantato un capriccio che non finiva più e siccome il nonnismo è e resta comunque la legge più forte di tutte nel gruppo della rianimazione il suo turno è stato aggiunto a me, che divento così l'unica a fare 2 turni a dicembre: 25 giorno e 31 giorno.
L'ingiustizia della cosa era palese, ma pensavo che rimanesse solo una nota in cronaca finchè oggi non sono passata in rianimazione e c'era Lei, Satana, che mi ha preso in disparte e mi ha detto:" Senti, è un po' che volevo dirti questa cosa, mi dispiace molto per come sono stati assegnati i turni festivi, è palesemente ingiusto che a te siano toccati Natale e Capodanno, e ancor di più perchè tu ci fai una cortesia a coprire i turni in rianimazione dove non stai da 4 mesi. Mi dispiace, volevo dirti questo, purtroppo non tutti i nostri colleghi hanno la sensibilità di capire certe cose e apprezzarle"
Io sono rimasta allibita, ero talmente stupita che non sapevo cosa dire! ho farfugliato qualcosa sul fatto che mi faceva piacere che lei me lo avesse detto e che era bello che lo avesse notato; poi abbiamo mangiato insieme dei cioccolatini e prima di andarmente si è alzata per abbracciarmi e baciarmi affettuosamente facendomi gli auguri di Natale.
Sono uscita dalla porta delle rianimazione senza poter credere a quello che era successo,chiedendomi se era stata un allucinazione...
Charles Dickens? un neorealista.

giovedì 18 dicembre 2008

Dati sensibili

Io adoro fare i regali di natale.
girare per le strade affollate cercando la cosa giusta per ognuno,impacchettarla, e guardare la faccia delle persone mentre scartano è una cosa che mi dà proprio soddisfazione; inoltre, siccome i regali di natale sono "obbligatori", non mi vengono i sensi di colpa tipo: "A febbraio mi scade il contratto, e se resto senza lavoro come faccio? sarà il caso di spendere tutti questi soldi? " e cose così. Quindi ieri, armata di tutto punto mi sono tuffata nella calca natalizia in cerca della "right thing".
Passando per caso davanti a Cisalfa sono entrata a comprare un paio di calzini di spugna per la palestra che mi servivano da un po', ma non avevo avuto il tempo di prendere.
Costo totale 3.50 euro; x 2 paia 7.00 euro.
"Guardi che se riempie il modulo alla cassa prende la tessera e ha diritto allo sconto" mi dice , cortese, la commessa.
Arrivo alla cassa e comincio a riempire il modulo senza pensarci.
Nel modulo si richiedevano (campi obbligatori):
Nome
Cognome
Età
Sesso
Indirizzo
CODICE FISCALE
NUMERO DI CELLULARE
l'epidermica riluttanza che provo a dare il mio numero di cellulare mi ha fatto uscire dall'automatismo e mi sono chiesta:
"ma perchè per comprarmi un paio di calzini di spugna io devo dare il mio codice fiscale?!?!"
Dovrei scrivere su un foglietto volante che non so a chi va in mano tutti i modi possibili per rintracciarmi? ma sopratutto: perchè?
Noi medici siamo legati a leggi severissime in materia di privacy e dati sensibili al punto che non possiamo richiedere il test dell'hiv ai pazienti in rianimazione al cui sangue siamo esposti tutti i giorni, e cisalfa per vendermi i calzini può chiedermi il cellulare?!
Comunque la tessera non l'ho fatta e i calzini l'ho pagati a prezzo intero.
è proprio il caso di dire che ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c'è Mastercard.

lunedì 15 dicembre 2008

Deboli e forti

Capita a volte che i pazienti, al risveglio dall'anestesia parlino. Di solito dicono cose senza senso, ma a volte, raramente in verità , fanno discorsi intellegibili su ciò a cui stavano pensando prima di dormire. Mio cugino, per esempio, mentre lo portavo in camera dopo l'intervento mi ha fatto l'elenco di tutta la famiglia, nome per nome, dicendo " e voglio bene anche a questo...e a quest'altro...".
Rarissimamnte capita che ciò che viene detto sia oltre che intellegibile, sensato. Un collega,per esempio, mi ha raccontato di aver sentito confessare ad una persona un crimine, e che essendo legato dal segreto professionale, non ne poteva parlare con nessuno. Ma a quanto ne so questo è un caso più o meno unico (sarà per questo che Provenzano è andato a farsi operare in Francia? =))
Comunque l'altro giorno abbiamo fatto una biopsia midollare ad una ragazzina di 12 anni che ha , purtroppo, un linfoma. Non è una delle forme più aggressive, ma ugualmente non scommetterei molto sulla sua sopravvivenza.
Mentre la stavamo svegliando ho notato che la sua pelle aveva un colore ambrato, simile ad un'abbronzatura estiva su una pelle scura, che si accordava con il mare di capelli corvini e gli occhi nerissimi.
"Come mai questa bimba è ancora abbronzata a dicembre?" ho chiesto pensando a qualche esotico viaggio.
"perchè il papà è egiziano" mi ha risposto il medico curante.
In quel momento la bambina è riemersa dal sonno "purtroppo" ha detto.
"perchè purtroppo? " abbiamo chiesto tutti in coro
"perchè i miei compagni mi prendono in giro, e ne dicono male" ha bofonchiato ancora mezza addormentata " ma io gli rispondo a tutti, perchè mio papà è mio,e non si tocca !"
3 riflessioni su questa storia:
La prima è che, se guarisce, tra qualche anno nessun maschio la prenderà più in giro. Le lunghe gambe aggraziate, i capelli, i lineamenti fini, non lasciavano dubbi sulla foritura di quella bellezza.
La seconda è che una bambina in quello stato e di quell'età non dovrebbe avere come pensiero fisso in testa quello di difendere suo padre dagli attacchi dei suoi coetanei, e che le sue parole uscendo dall'anestesia dovrebbero essere di tutt'altro genere e tenore emotivo
La terza è: ma che razza di iene e lupi sono i nostri figli capaci di prendersela con una ragazzina malata per la nazionalità di suo padre? che bestie feroci abbiamo cresciuto? che cosa gli abbiamo insegnato della differenza tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra debole e forte?
Comunque, un cordiale vaffanculo a tutti quelli che hanno problemi col colore della pelle degli altri.
Da parte mia, ma sopratutto sua.