venerdì 26 ottobre 2018

Di come arrivai alla soglie dei 40 anni cambiando vita, città e status lavorativo

E' incredibile come passa il tempo: uno si distrae un attimo ed è già il 2018, ora di andare a prendere la bambina a scuola.
In effetti diciamo che sono successe parecchie cose, la più rilevante delle quali è il nostro trasferimento nella ridente cittadina toscana in cui Giò lavorava già da un po'.
Se ripenso al giorno in cui siamo arrivate Sofia ed io, con la Punto stracarica di cose, la casa non ancora disponibile e quasi nessuna idea in testa, mi sembra che quei giorni appartengano alla vita di qualcun'altro, così incredibilmente lontana. Eppure era solo gennaio 2015 ed io entravo a far parte ufficialmente del Servizio Sanitario Nazionale Toscano con un Contratto a Tempo Indeterminato in un piccolo ospedale di una città vicina.
Il passaggio dalla sgangerata sanità del Lazio e quella Toscana superefficiente è stato abbastanza sconvolgente.
Il primo giorno di sala operatoria l'infermiera mi ha chiesto: "Come la fai la spinale?" ed io ho pensato che volesse sapere come la facevo perchè ero nuova e non si fidava.
 Ho capito dopo che quella era l'infermiera DI ANESTESIA, figura sconosciuta alla miserrima sanità capitolina, cioè che lei era lì per me, proprio per aiutare ME!
Dopo che gli ho comunicato la procedura che uso di solito, sotto al mio sguardo attonito, lei mi ha porto i guanti sterili, passato le cose necessarie per fare l'anestesia, monitorizzato e messo in posizione il paziente.
Io mi sono data un aria di grande nonchalance ma ad un certo punto mi è venuto il dubbio che facesse la spinale lei...ma dev'essere stata un' esperienza reciproca perchè a fine procedura io ho smontato il carrelo e rimesso tutto in ordine mentre lei mi guardava perplessa...
Dopo mezz'ora che eravamo là sedute vicine a fissare il monitor e stavamo per esaurire gli argomenti di conversazione le ho detto: "Vuoi fare una pausa e andare a prenderti un caffè al ristoro?"
e lei: "ma veramente, se vuoi ,dovresti andare prima tu..."

Insomma: i primi giorni sono stati lievemente comici...

Ovviamente, che ve lo dico a fare, una volta che ti sei abituata al lusso di lavorare con un infermiere di anestesia tutto per te, fare senza ti sembra uno smazzo tremendo, però il commento migliore lo ha fatto Valentina che mi conosce da specializzanda e ha condiviso i miei truculenti anni di policlinico: "Se se, ma tanto io ti conosco, te a prendere il caffè ci vai 30 secondi, perchè col cazzo che lasci il paziente in sala operatoria..."