venerdì 16 aprile 2010

La farmacopea raccontata dai pazienti

Antiipertensivi: comunemente detti: "la pilloletta della pressione", anche se possono avere le dimensioni di un big mac ed essere una decina. Ne esistono di diverse classi farmacologiche, con diversi effetti collaterali. Vengono raggruppati con nomi vagamente simili che i pazienti confondono (si chiama...una cosa che finisce in "olo"...).In pazienti di cardiologi sadici, possono essere somministrati secondo orari e giorni del calendario Maya.
Anticoagulanti/ antiaggreganti: farmaci di problematico impiego: si utilizzano per una varietà di patologie che vanno dall'infarto alla flebite. Interrogato, il paziente non sa assolutamente dire per quale motivo gli sono stati prescritti.
Ansiolitici/antidepressivi: mai chiedere ad un paziente se assume psicofarmaci. La risposta sarà un indignato "no!", fedele all'opinione comune in Italia che gli psicofarmaci li prendono solo i matti.
Alla domanda se prendono qualcosa per dormire meglio la risposta sarà invece un elenco di sedativi, ipnotici, tranquillanti, analettici, antidepressivi, e antipsicotici da far impallidire un farmacologo.
Nota bene: questi farmaci vengono di solito prescritti dai medici di famiglia perchè dallo psicologo ci vanno solo i matti.
Cortisonici: Farmaci di impiego comune che nell'immaginario collettivo sono responsabili di ogni tipo di patologia dall'obesità all'insonnia. La maggior parte dei pazienti quando gli prescrivi dei cortisonici ti guardano terrorizzati come se gli avessi proposto un ciclo di stricnina. Come al solito questa pessima fama è immeritata e dovuta in gran parte ad un utilizzo sbagliato.
Antibiotici: Questa classe farmacologica divide i pazienti a metà: una parte li vede come una panacea di tutte le infezioni e li prende anche per il raffreddore perchè "così passa prima", una parte li considera un mortale veleno e li ritiene superflui se non in caso di peste fulminante.
Non so quale elle due categorie sia peggiore per la salute pubblica.
Antidolorifici/antiinfiammatori/antipiretici: La classe di farmaci più abusata e misusata del mondo. Vengono presi in maniera del tutto aleatoria senza nessuna correlazione con la loro funzione effettiva. Il fatto che spesso vengano venduti senza ricetta li associa, nell'immaginario comune, alle zigulì.
Come per i profumi, ognuno ha il suo preferito che utilizza un po' per tutto adducendo scuse difficilmente sostenibili.
Le grandi compagnie che creano i farmaci e li vendono sono un branco di sciacalli immorali e disonesti, ma quando penso che devono fare farmaci a prova di paziente, mi rendo conto che fare lo sciacallo non è tutto rose e fiori.

lunedì 12 aprile 2010

Vantaggi dell'anestesia

Se avessi fatto la bibliotecaria, come per un certo periodo ho sognato, avrei preso un terzo del mio stipendio, ma probabilmente ci avrei guadagnato in salute.
Una cosa è certa: sono sempre più contenta di aver scelto anestesia: una materia in cui vedi il paziente, lo addormenti, lavori e quando è sveglio te lo levi dalle palle. Questo perchè altrimenti mi sarebbero potuti capitare pazienti come mio padre.
Mio padre vive la medicina come una stregoneria da evitare; è convinto che una malattia sia un cedimento imperdonabile del suo corpo da stroncare con severità, e sopratutto un infamante marchio di debolezza da nascondere e negare anche con se stessi. Inoltre ha delle conoscenze mediche più o meno equivalenti al corpus alchemico del '400.
Questo genio del male ha preso l'influenza, come il 90% della popolazione. Ecco la sua reazione:
i primi tre giorni si mette a letto e comincia a ingerire zerinol a dosi tossiche, ma senza misurare la febbre, perchè lui la febbre "se la sente" (tipo medium). Siccome il mal di gola non passa va dal medico di famiglia, un uomo di grande pazienza e rassegnazione, che lo visita e gli cambia la terapia in aulin + aerosol + spray orale, visto che mio padre gli dice che non ha febbre (falso) e ha solo poca tosse (falso). Ovviamente, il paziente impaziente decide che l'aerosol è roba da bambini e non lo fa. Naturalmente, dopo 3 giorni ha ancora mal di gola e la tosse è aumentata. A questo punto va in farmacia e si fà dare uno sciroppo per la tosse , così, alla viva il parroco. Ovviamente tutto ciò non migliora le cose il che lo induce a richiamare il dottore dicendogli esasperato che ha una tosse terribile che non lo fa dormire e non potrebbe il dottore dargli la codeina? (come mai mio padre conosce la codeina? mah, gliene avrà parlato il macellaio...) Il dottore, giustamente, gli dà un antibiotico, un aerosol e uno sciroppo per la tosse adeguato (non più forte, adeguato), questo finalmente comincia a funzionare, ma dopo due giorni mio padre va dal 4 dottore (io, il medico della mutua, il farmacista) che gli dice che gli antibiotici non servivano e di andarsi a fare una lastra (chissà cosa gli ha raccontato...).
Nel frattempo sono passate più di due settimane ed io incautamente gli faccio notare che sarebbe ora di sospendere l'aerosol e lo sciroppo e vedere come va. E cosa fà il genio del male? si rifiuta. Dice che continua finchè non sta bene!
A questo punto io mi rifiuto di parlare ulteriormente con lui di medicina. La prima cosa che ti insegnano nel mio mestiere è che inutile tentare di ragionare con i matti e i drogati...
Solo non so come farò a stare zitta quando lo sentirò dire che l'influenza di quest'anno era particolarmente forte...

mercoledì 7 aprile 2010

Informati di cosa?

A costo di essere impopolare vorrei dire che secondo me il consenso informato, così com'è concepito oggi, è una boiata.
Questo consenso scritto, che nasce dalla giusta esigenza dei pazienti di non essere oggetti passivi, ma parte attiva del processo curativo che li riguarda, è stato trasformato dalla medicina difensiva (un altro dei grandi mali di questo secolo di azzeccagarbugli) in una specie di cuscino antiprocesso, che non aiuta più nessuno.
Un esempio per farmi capire:
l'altro giorno facevo delle visite preoperatorie a dei bimbi in lista per tonsillectomia. Ripeto: tonsille. Niente trapianti, cardochirugia, interventi al cervello. Tonsille.
Alla fine dell'intervista la madre mi chiede timidamente se può farmi una domanda. "Ma certo, signora, sono qui per questo, mi dica tutto" rispondo io sorridendo inconsapevole.
Il sorriso però mi si incrina come quello di un cartone animato quando la signora mi chiede: "Cos'è lo shock settico?"
questa domanda è già di per sè in grado di far tremare le vene dei polsi di quasiasi rianimatore, fatta così poi, senza preavviso, è come andare da un fisico e chiedergli così, a bruciapelo, di spiegarci in due parole la relatività.
Mi ingegno comunque a formulare una risposta abbastanza comprensibile e completa e poi le chiedo: "scusi signora, ma perchè mi ha fatto questa domanda?" "Perchè gli otorini ci hanno fatto firmare il consenso all'operazione e sulle complicanze c'era scritto che si poteva avere anche lo shock settico".
Allora.
Diciamo che io porto la macchina dal meccanico a cambiare l'olio e quello mi fa firmare un consenso che dice che sono consapevole che eseguendo questa procedura lui potrebbe tranciare il filo dei freni.
Io faccio l'anestesista, non lo so dove sta il filo dei freni: se mi fido di quel meccanico firmerò questo consenso in buona fede, e magari poi i schianto sull'autostrada; oppure potrei chiedere ad un amico o ad un altro meccanico che mi direbbe di non firmare, che esiste un altro metodo, ma quest'altro metodo richiederebbe un consenso che contempla l'ipotesi che venga tranciata la frizione.
Allora cerco di capire, di documentarmi.
Vado su internet e trovo milioni di siti di gente a cui si è rotto il freno o la frizione durante la marcia ed hanno fatto incidenti gravissimi, alcuni addirittura sono morti.
Esco per strada e parlo con gli altri e in molti hanno cambiato l'olio alla macchina e non è successo niente.
Alla fine, compleamente confusa e senza saperne più di prima, probabilmente andrò dal mio meccanico di fiducia e firmerò il foglio, e se poi mi schianterò sull'autostrada perchè sono senza freni quello andrà dal giudice ed esibendo il foglio firmato dirà: ma lei lo sapeva.
E questo lo chiamano consenso informato

giovedì 1 aprile 2010

Infetti

In 8 mesi di gravidanza mi sono presa due influenze e una congiuntivite.
Quando giravo per ambienti salubri come la rianimazione, queste cose non succedevano!