venerdì 27 dicembre 2019

Noblesse oblige

Cena serale
- "papà, ma tu lo sapevi che mamma è una contessa?"
- "sì, amore lo sapevo"
- "e perché non me lo avete mai detto?"
intervengo: "perché noi siamo repubblicani ,Sofia, e non ci interessano i titoli nobiliari. "
Gio mi guarda con aria enfatica: "Tua madre, Sofia, è una moderna Cristina Trivulzio di Belgioioso..."

...ed io mi domando se mi sono innamorata di lui per la cultura umanistica o per il senso dell'umorismo...

venerdì 20 dicembre 2019

è natale e siamo tutti più buoni

è difficile ,se sei medico, curare una persona a cui vuoi bene.
è difficile perché tu, al contrario della maggioranza delle persone, hai presente tutte le ipotesi peggiori e hai un idea almeno approssimativa di quello che andrebbe fatto, anche se non fa direttamente parte della tua specialità.
Tutte le volte che hanno operato una persona a cui tenevo io ho scelto l'anestesista, ma sono stata fuori dalla sala operatoria ,ben cosciente di non essere abbastanza lucida da distinguere le mie paure dai dati clinici.
Ma non tutti sono come me.
Non lo era per esempio il collega, medico generico, la cui moglie è venuta con una fibrillazione atriale al P.S.:date le sue condizioni cliniche, la signora andava cardiovertita. La cardioversione è quella cosa che piace tanto agli sceneggiatori americani in cui il dottore urla: LIBERA! e si vede il paziente che salta sul letto; in pratica si fa passare una corrente elettrica attraverso il cuore per ripristinare il ritmo normale.
Se avete mai preso la scossa avete idea della sensazione: non una cosa piacevole.
Il marito, dopo essersi presentato, aver messo chiaro i suoi titoli e avermi interrogato sul mio curriculum, mi ha chiesto: "ah, senti: la sèdi con la benzodiazepina, vero?"
"No, "ho risposto "la benzodiazepina è troppo leggera per una cardioversione elettrica. Uso il propofol."
"Il propofol?!" ha ribattuto stupito e contrariato"ma come? da noi all'ospedale di C. usano le benzodiazepine e poi l'anexate per risvegliarli"
"ma sei sicuro?" dico io "mi pare strano: le benzodiazepine per una cardioversione elettrica...mi pare un po' poco..."
"no, no, ti assicuro..." insiste lui
"se lo dici tu..." taglio corto "io comunque userò il propofol. Secondo me è superiore per questo tipo di procedure."

Portiamo la paziente in sala e  l'attacchiamo al monitor. Lui ovviamente entra con noi. Dopo aver detto al cardiologo con quanti Joule andava data la scarica elettrica gli dice: "ma da noi all'ospedale di C. usano le benzodiazepine per queste procedure..."
il cardiologo lo guarda totalmente disinteressato alla faccenda: "ah sì? qua i nostri anestesisti usano il propofol..."
"eh, ma con le benzodiazepine puoi usare l'antidoto, anzi, lo fanno direttamente i cardiologi senza l'anestesista... " dice proponente/incoraggiante
il cardiologo lo guarda con occhi vitrei, poi mi guarda me, come dire "machecazzovuolequesto?"
a quel punto mi intrometto e dico, tentando di buttarla sul ridere: "sono proprio cattivi nel tuo ospedale: un farmaco leggero e senza neanche l'anestesista ? gli volete proprio male ai vostri pazienti!"
"no, no, si svegliano benissimo! da anche amnesia retrograda." insiste lui
Non rispondo
Faccio il propofol.
Cardiovertiamo.
Tutto a posto.
Dopo 30 secondi scarsi dalla scarica lui mi guarda: "però permettimi con una benzodiazepina e l'anexate a quest'ora si era già svegliata!"
io a questo punto sto seriamente pensando di mandarlo a fare in culo , ma invece non lo faccio, perché è quasi natale, ma decido che è ora che capisca che questo è il MIO fottuto lavoro.
"Sì, "dico, "ma facendo l'antidoto avresti spiazzato tutti i recettori,  provocando uno squilibrio di naurotrasmettitori e un aumento dell'ansia del paziente e magari, rischiavi anche di fargli ricordare tutto.
Come vedi invece lei è stabile emodinamicamente, respira autonomamente, ed è amnesica.
Inoltre il propofol si smaltisce prima e completamente avendo un maggior volume di distribuzione delle benzodiazepine ed essendo lipofilico e il risveglio è pronto e piacevole senza bisogno di antidoti.
A riprova di quello che dico guardo la paziente e sussurro: "Maria, svegliati."
lei apre gli occhi , tipo la bella addormentata
"tutto bene? "le chiedo
"si...ho fatto un bellissimo sogno..."
"bene, cara, adesso ti svegli bene e poi vai a casa."
"grazie mille dottoressa"
"prego, cara, arrivederci."
e me ne vado senza guardare nessuno.
e va bene tutto, ma fatemi lavorare in pace.

venerdì 13 dicembre 2019

Dovevo fare la parrucchiera

- Mamma, non mi va di asciugarmi i capelli...

-Sofia, amore, è dicembre: non puoi andare in giro con i capelli bagnati...dai...

-uffffaaaaaa...va bene.

-brava amore, ci mettiamo un minuto e sai che facciamo? sul phon ci metto il deflussore, così ti vengono tutti belli vaporosi!

-il che?

-il diffusore...ho detto il diffusore...

venerdì 6 dicembre 2019

Il valzer dei posti letto

Ci sono situazioni in cui un ospedale si riempie al limite delle sue capacità: alcune  di queste sono prevedibili - il picco influenzale invernale, lo svolgersi di un grande evento in zona - altre no; sembra semplicemente che, senza nessuna ragione apparente,  si ammalino tutti insieme e all'improvviso.
Il problema è che trasferire un paziente ad un altro presidio, anche se l 'ospedale dov'è arrivato scoppia,  è spesso sconsigliabile e altrettanto spesso impossibile, ma si deve comunque considerare un minimo di margine di riserva che consenta di rispondere ad altre emergenze. Se, per esempio, occupo tutti i posti di rianimazione con malati non di rianimazione  e poi mi arriva un politrauma o un arresto cardiaco dove lo metto?
Perciò in queste occasioni, e sopratutto di notte, è tutto un gioco logistico-diplomatico sulla collocazione dei pazienti ,che comprende una serie di trattative e valutazioni collegiali degne di una seduta parlamentare.
 La scorsa notte per esempio ,sono stata chiamata dalla collega del p.s. che aveva un ragazzino con una brutta crisi d'asma, fortunatamente rispondente ai farmaci. Il posto ideale sarebbe stata una terapia subintensiva pneumologica, dove tenerlo attaccato ad un monitor a controllare se respirava fino al mattino ma quel reparto era già tutto pieno; l'osservazione del p.s. era piena, la terapia intensiva cardiologica aveva un solo posto letto e noi, la rianimazione, due.
Sono scesa a visitarlo e quando l'ho visto ho pensato che stava benone. Questo prima di appoggiargli un fonendoscopio sul torace e sentire un campionario di tutti i principali rumori respiratori del libro di semeiotica del 3 anno. Ho guardato gli esami del sangue ed erano piuttosto lontani dal concetto di rassicurante, poi ho guardato la collega del P.s. che aveva quello sguardo innocente di chi già sa che ti ha fregato.
"Chiamo il cardiologo" ho detto per prendere tempo, ma sapevamo entrambe che era una partita persa, infatti lui mi ha risposto: "ma io ho un posto solo! se mi viene un infarto dove lo metto?!?!?!"
Quindi il paziente è venuto da noi in terapia intensiva.
Appena arrivato lo hanno preso in carico gli infermieri che lo hanno connesso al monitor per vedere la saturazione di ossigeno del sangue e l'elettrocardiogramma, gli hanno messo una mascherina con l'ossigeno per dargli un sangue più ricco e lo hanno connesso ad una flebo per fare terapia. Durante tutto il tempo di queste manovre la madre non ha fatto altro che lamentarsi, indignata, perché avevano messo il figlio in terapia intensiva. Stava là vicino a scrutare tutto e sembrava che il ricovero di suo figlio in rianimazione fosse una cattiverie personali diretta proprio a lei dal servizio sanitario nazionale.
"Eh, ma che gli mettete anche l'arteria?!? lo hanno già bucato tanto!" (perché noi ci divertiamo a prelevare sangue dai pazienti, mica lo facciamo per curarli...)
"Ma deve fare anche la flebo? "
"Ma ora deve stare ricoverato qui per quanto?!"

Io sono mamma, e capisco quanta ansia possa provare un genitore che vede il figlio soffocare - letteralmente soffocare - per una brutta crisi di asma e che quindi sia sconvolto e non in grado di dare un giudizio sereno e soggettivo sugli avvenimenti, però ogni tanto potremmo anche accendere il cervello e pensare a quello che succede. Lamentarsi perché tuo figlio, che stava per morire, viene curato e migliora e che poi, essendoci l'ospedale pieno, viene messo in un reparto che offre cure di livello più alto di quello che che meriterebbe è una cosa che non sta né in cielo né in terra. è come lamentarsi perché c'è stato un over booking in economy e ti offrono un posto in business class .
Occupare un posto di rianimazione costa 1200 euro al giorno. Negli Stati Uniti la signora avrebbe dovuto pagarli se voleva che qualcuno guardasse suo figlio per accorgersi se respirava o no, qui, che li paga il servizio sanitario nazionale, la reazione è che lei si lamenta.
Il nostro Sistema Sanitario ha sicuramente delle pecche e dei buchi, ma non sta scritto da nessuna parte che uno stato si debba occupare della salute dei suoi cittadini: questo principio lo abbiamo fatto valere noi e altri pochi stati del mondo. Invece di sputare sempre su quello che c'è e di pensare a tutto quello che nella nostra testa ci è dovuto, forse faremmo meglio a renderci conto di quanto abbiamo e a cercare di mantenerlo.
Con un po' più di umiltà, che non guasterebbe, sopratutto alle quattro del mattino.


venerdì 29 novembre 2019

Se avessi 50 centesimi per ogni volta che dice "mamma"

- Mamma?
- Si?
 ...
 ...
- mi sono scordata cosa volevo dirti.
3 secondi e mezzo dopo
- Mamma?
- Sono sempre qui.
- Me lo sono ricordato.

venerdì 22 novembre 2019

Sono io che non lo capisco...

Quando la mia Fiat Punto del 2007 ha deciso di abbandonarci, a metà marzo, io ho seguito una strada di elaborazione del lutto semplice e lineare, consistita più o meno in questa semplice sequenza:
1. individuazione delle caratteristiche necessarie al veicolo che avrebbe dovuto sostituirla.
2. esame del segmento automobilistico di mercato rispondente a quelle caratteristiche
3. individuazione del miglior rapporto qualità/prezzo all'interno del suddetto segmento
4. acquisto del mezzo
Questa strategia, che ingenuamente pensavo essere la più comune, mi ha portato ad essere la soddisfatta proprietaria di una Dacia Sandero entro la fine di maggio ed io credevo che la normalità fosse cosi fino a quando la macchina di Giò - una stilo del 2007 con soli 300.000 km_- non ha avuto un guasto.
L'elaborazione cognitiva del fatto nella testa del mio amato e super intelligente marito è passata per le seguenti fasi a cadenza lunare
  • Giugno: facciamo così: stiamo con una sola macchina fino a dicembre, poi compriamo una TIPO nuova station wagon
  • Luglio: fino a dicembre ci facciamo prestare la Delta di Gabriele che deve partire per sei mesi poi ci facciamo la TIPO nuova
  • Agosto: ma se chiedessi a Gabriele di vendermi la sua Delta?
  • Settembre: ho deciso. Faccio riparare la Stilo anche se ha 300.000 km, perchè una macchina vecchia è più comoda e non devo stare con l'ansia quando la parcheggio
  • Ottobre: e se prendo la Croma di mio padre che lui se la cambia? 
Io sono caduta nella trappola di prendere sul serio la discussione quasi fino a metà luglio, poi ho smesso di interessarmi al problema limitadomi a rispondere: "Certo ,amore, mi sembra un'ottima idea!" con quella voce calda e partecipe che uso sempre quando penso che mio marito stia facendo una cazzata , ma so anche che convincerlo a cambiare idea sarebbe un inutile perdita di tempo e di bile.
COme sempre la strategia di lasciarlo a se stesso ha pagato e infatti, dopo soli comodi 6 mesi, siamo gli orgogliosi proprietari di un nuovissimo parco macchine composto da una Dacia Sandero usata e di una Croma station wagon un po' anzianotta , ma ancora con grandi prestazioni.
Vuoi mettere la soddisfazione


sabato 16 novembre 2019

Quando la Storia incontra la Cialtronaggine

Sala operatoria.
Un simpatico vecchietto classe 1938 ci racconta della sua infanzia a Pola mentre preparo per l'anestesia spinale.
"Eh" dico io "certo nato proprio in quegli anni...dev'essere stato difficile...quand'è che Pola è passata alla Jugoslavia? nel 56?"
"Nel 58" mi risponde lui "ma noi non eravamo profughi, mio padre era ispettore e siamo stati trasferiti. Mia moglie che è di Fiume, loro sì che hanno fatto il campo profughi"
"Accidenti, che fortuna suo padre..." mi stupisco io, e sto per continuare quando l'urologo alle mie spalle mi sussurra: "Guarda che se non era con i profughi può  essere che il padre era con quegli altri...io fossi in te lascerei stare l'argomento..."

Ha ragione mio marito.
Mai. Comunicare. Un. Cazzo.

venerdì 8 novembre 2019

Perchè con le persone mi riesce e con le piante no ???


Mary: ti vedo con il viso un po' spento e un po' di occhiaie: adesso ti porto una bella piantina di aloe, che tu man mano che cresce apri le foglie e mischi il gel alla crema per il viso e vedrai che bell'effetto ti fa subito!

Io: eh, Mary...io però non sono tanto brava con le piante...

Mary: Non ti preoccupare: basta che vedi che le foglie stanno belle dritte e la pianta sta bene...d'altronde l'aloe vera è praticamente impossibile da uccidere.

Foto postata 10 giorni dopo ad un amico botanico con la scritta: dove ho sbagliato?!
Risposta: Propofol...manco l'Aloe...

venerdì 25 ottobre 2019

Dai, sul serio: l'omeopatia.


Non voglio manco entrare nella annosa questione del numero di Avogadro e del se ci sta o no un quantità rilevabile di principio attivo in un farmaco omeopatico.
Diciamo che ci sta.
Mi fido.
La memoria dell'acqua. La dinamizzazione. Quello che vi pare, credo a tutto.
Ma vi siete mai chiesti questi famosi principi attivi che diavolo sono?
perché va bene dinamizzato, ma qualcosa deve pur fare effetto.
Ecco.
prendiamo uno dei rimedi omeopatici più famosi: l'oscillococcinum.
Cos'è 'st'oscillococcinum? L'oscillococcinum è un termine inventato da un fisiologo nel 1925 per definire un "batterio oscillococcico" (cioè tondo e che balla). Peccato che questo batterio non esiste. Non è mai esistito.  Siccome questo fisiologo ritenne di averlo trovato specialmente nel cuore e nel fegato di anatra mise a punto un preparato a base di cuore e fegato d'anatra e dopo averlo diluito e dinamizzato lo chiamò così.
In pratica quello che date ai vostri figli è estratto di cuore e fegato d'anatra diluito in acqua.
Senza nulla togliere, ma a questo punto un po' di foie gras sui crostini costa meno ed è più piacevole...
Vogliamo parlare dello sciroppo per la tosse che danno ai bambini?
Sulla scatola ci sono scritti gli ingredienti, ovverosia:
Pulsatilla, Rumex crispus, Bryonia, Ipeca, Spongia tosta, Sticta pulmonaria, Antimonium tartaricum, Myocarde, Coccus cacti, Drosera TM,
Eccipienti: sciroppo semplice q.b., etanolo 96% V/V, 0,085 g di acido benzoico, 0,125 g di caramello.

Allora: Pulsatilla, Rumex, Bryonia e Ipeca sono 4 erbe. Probabilmente conoscete l'Ipeca come "sciroppo di ipecacuana" che una volta si usava per indurre il vomito negli intossicati.
Sticta pulmonaria è un lichene.
Spongia tosta è nientemeno che una spugna marina, cotta e ridotta in polvere.
Antimonium tartaricum è tartrato di potassio e antimonio. Il tartrato di potassio è un lievito per i dolci. Viene aggiunto l'antimonio e il composto che ne deriva è usato per indurre il vomito negli animali. E' stato usato per la cura di alcune parassitosi fino a alla scoperta degli antibiotici negli anni '70.
Anni '70. 50 anni fa.
il Coccus Cacti è la famosa cocciniglia, o E120 , che trovate come colorante nei prodotti alimentari, composto da una sostanza estratta dalle femmine fecondate dell'insetto uccise ed essiccate. Allegria.
la Drosera è una pianta carnivora. Bellissima.
e dulcis in fundo abbiamo il Myocarde, che suona tanto Ville Lumiere, ma è di fatto estratto di cuore di maiale liofilizzato.
A Roma lo chiamiamo coratella, ma non avevamo mai scoperto che facesse passare la tosse.
Per diluire questo coacervo di stronzate ci stanno acqua, zucchero, alcol e acido benzoico che è un disinfettante.

Io non riesco a vedere neanche un motivo sensato per cui questo esotico mix di roba dovrebbe far bene alla tosse...
Mi vengono in mente molti rimedi naturali efficaci contro la tosse: il miele, l'eucalipto, il papaver somniferum, ma di certo NON il maiale.
Però probabilmente se la prossima volta che ha la tosse a mio marito gli faccio la rosticciana è contento uguale...






venerdì 18 ottobre 2019

Segni neurologici di esaurimento dell'anestesista

Tra la limitatissima rosa dei colleghi da cui mi farei addormentare c'è sicuramente Erica. è giovane, intelligente, capace e preparata. Ed ha qualcosa in più: quell'occhio clinico che fa la differenza tra un anestesista bravo e uno qualsiasi.
La scorsa notte doveva trasferire un malato da un ospedale periferico ad uno centrale .
Un caso abbastanza comune: un uomo con l'enfisema che già respira male a casa e che, magari in seguito ad una banale influenza, peggiora e non riesce più a respirare da solo.
prima di caricarlo in ambulanza lo stabilizza, lo visita e vede una cosa che non gli torna: il paziente è "anisocorico", ovverosia ha la pupilla destra più grande della sinistra.
Le pupille sono direttamente correlate col cervello e sono la spia più semplice di cose gravi come un ictus o un emorragia cerebrale; senza scendere tanto in particolari, se qualcosa non va nella parte destra del cervello si muove la pupilla sinistra, se qualcosa non va a sinistra si muove quella destra. Questo paziente però non ha nessun motivo per avere sintomi di danno cerebrale, è un paziente respiratorio...Comunque dev'essere trasferito con una certa urgenza perciò Erica lo carica in ambulanza e parte verso la rianimazione. Durante il viaggio, siccome questa cosa non gli torna,   ripete l' esame neurologico (questo per dire quanto è brava: provate voi a fare il neurologico alle 4 del mattino su un ambulanza che corre su una strada tutta curve a sirene spiegate). Le pupille  sono sempre diseguali: la pupilla sinistra è più grande della destra.
Ci pensa un attimo e fa mente locale, e le sembra proprio di ricordarsi che fosse la destra più grande della sinistra...ricontrolla, ma la sinistra è decisamente la più grande.... Vista l'ora conclude che dev'essere rincoglionita lei e che probabilmente si ricorda male.
Due giorni dopo, incontra una collega della rianimazione e gli chiede notizie del paziente.
"Va meglio, ma sai le condizioni restano impegnate..."
"eh, si avea già un sacco di patologie di base...senti: ma neurologicamente era tutto a posto?"
"Sì, appena scesa l'anidride carbonica si è svegliato..."
"ah, vedi? bene...speriamo che ne esca..."
"eh, speriamo...d'altronde dice la moglie che dopo l'intervento non è stato più lo stesso..."
"Intervento? che intervento?"
"La protesi oculare. Gli hanno tolto l'occhio sei mesi fa. A destra ha un occhio di vetro non hai visto?"

venerdì 11 ottobre 2019

Spelling

Ore 9.30 del mattino. Squilla il cordless del rianimatore di guardia
"Pronto?"
"Pronto? Lucia?"
"No, ha chiamato il medico della rianimazione, chi cercava?"
"Ah, va bene. Come si scrive gastrografin?"

venerdì 4 ottobre 2019

Non è mai troppo tardi

Dopo tanti anni ancora mi stupisco di quanto le persone comuni sappiano poco del loro corpo. Quando senti parlare dei non medici di anatomia e fisiologia ti rendi conto che hanno le idee più strane anche delle funzioni di base. Questa cosa mi suscita sempre un grande stupore. Mi chiedo come facciano le persone a " subire" i molteplici e svariati processi che si verificano dentro di loro, senza capire di che si tratta: un po' come essere estranei a se stessi.
Quando poi spieghi qualcosa a qualcuno ti accorgi che è ancora più difficile, perchè in verità ogni risposta apre una finestra su un'altra risposta senza la quale è incompleta o inesatta e la ritrovi nelle parole dei tuoi pazienti distorta e interpretata nelle maniere più strane.
Immagino , però, che questo capiti un po' con tutte le discipline.
Un collega biologo che si occupa di epigenetica mi raccontava stupefatto che le persone mediamente credono che se tu mangi un alimento geneticamente modificato, "assorbi" quel gene e lo esprimi...che sarebbe come dire che se io mangio una frittura di pesce poi respiro sott'acqua.
Carlo Rovelli in un suo libro dice candidamente di non capacitarsi del fatto che le persone considerino il tempo una variabile costante. A lui, che fa il fisico quantistico, pare che ovvio che il tempo scorra a velocità diverse.
Per tornare all'approccio molto più terra terra della sala operatoria la scorsa settimana abbiamo asportato utero e ovaie ad una simpatica signora tra i 70 e gli 80.
Il primo operatore era il primario,  con altri 2 ginecologi uomini. A fine intervento, dopo che tutti i maschi sono usciti dalla stanza, la signora mi ha sussurrato:
"Signorina...dottoressa...mi scusi...."
"mi dica signora, che succede?"
"no, senta...io volevo sapere..." ha cercato un po' le parole...
"dica, signora...c'è qualcosa che non va?"
allora si è fatta coraggio: "no, dicevo: il marito...là....insomma: trova tutto uguale?"
"Ma certo! " ho esclamato subito io "il marito nell'utero non ci arriva, stia tranquilla signora, là sotto è tutto uguale!"
...e siccome siamo in Toscana e qua dicono tutto quello che gli passa per la testa dal 1500, è arrivata l'infermiera e ha chiesto: "Signora, ma all'età sua il marito, là, ancora ci va?"
"eh sa...qualche volta, ancora..." ha risposto lei timidamente
è partito un coro da stadio di "Sentilà!" e "Complimenti al marito!" di tutte il personale infermieristico a cui la signora ha fatto una faccia di modesto orgoglio.
Dulcis in fundo si avvicina la ferrista, che aveva appena finito di smontare il tavolo operatorio e con sguardo complice, le dice: "Signora, gliel'abbiamo pure rifatta per bene. Vede che quando ci torna il  marito la ritrova signorina!"
Ed io ho pensato a tutte le seghe mentali sull'atteggiamento professionale del personale di sala operatoria.
Dal 1500.

venerdì 27 settembre 2019

Animali fantastici e dove trovarli

Tra i vari andirivieni estivi c'è stata un settimana al mare con Jd e Sarah che dopo il matrimonio sono venuti in Italia per festeggiamenti e vacanze.
Il tempo passato insieme ci ha fatto tutti innamorare di Sarah e ci ha offerto delle scene incredibili ,tipo quella di lei ( livello di italiano base) e Sofia (livello di inglese base)  che giocano a scopa in una lingua mista a base di "ace" "sweep" e "settebello" dando vita ad una specie di scena del "Padrino" che se le vedeva Coppola faceva il quarto episodio là per là.
Più sorprendente ancora delle sue doti linguistiche è stato farsi il bagno con una biologa marina.
Il primo giorno abbiamo visto delle meduse e mentre noi fuggivamo terrorizzati lei ha esclamato " So cute!" guadagnandosi così l'imperitura ammirazione e devozione di mia figlia e assurgendo immediatamente allo status di "eroina mitologica".
il secondo giorno le ha fatto prendere in mano un riccio - un riccio, io neanche riesco a farle accarezzare un cane...-,
il terzo giorno ha visto un polpo e ce lo ha fatto vedere (dandomi effettivamente la prova che la loro intelligenza è superiore a quella di molta gente che conosco...)
il quarto giorno è riemersa dall'acqua della spiaggetta sotto casa (Sarah  entra ed esce dall'acqua a qualsiasi temperatura con una nonchalance che mi provoca brividi di freddo anche solo a raccontarla) ed io le ho chiesto: "c'era qualcosa di interessante sotto?" senza aspettarmi davvero una risposta visto che i fondali del Monte Argentario non sono la barriera corallina neozelandese. Lei mi ha risposto come se niente fosse: "not really...just some predatorius snails..."
nella mia mente è immediatamente comparsa l'immagine di una lumaca con la benda nera sugli occhi e il mantello. L'ho scacciata e ho cominciato a pensare a come la lumaca (animale noto per la sua flemma) potesse essere predatoria (immagine mentale di lumaca gigante che attacca le gazzelle nella savana...ok, scansiamo anche questa...), poi ho pensato che erano lumache di mare (immagine mantale di lumaca subacquea che lotta all'ultimo sangue con uno squalo...no, anche no). Poi ho ripreso il controllo del mio sistema nervoso e ho ripetuto per convincermene: predatorious snails?
"yeah" ha risposto lei "some species..."
ed io avrei voluto chiedere altro, ma non ne ho avuto il coraggio. Magari poi finisce che non mi faccio più il bagno...

martedì 24 settembre 2019

Lavoro e luoghi comuni

Esiste un pregiudizio, ripetuto spesso anche tra le donne, che sul lavoro sia meglio avere un gruppo di uomini . Si dice che le donne sono più "cattive", che "si parlano dietro" , che "litigano" ed "entrano in competizione"
Ora, per carità, non è che di donne stronze e carogne ce ne siano poche al mondo, però, se dovessi parlare dalla mia esperienza, non è che lavorare con gli uomini sia tutto questo paradiso terrestre... sarà che gli uomini con cui lavoro io sono spesso chirurghi, che già è una categoria intellettualmente svantaggiata, o anestesisti, che neanche lo dico, però più vado avanti con gli anni più trovo che, generalizzando ovviamente, gli uomini sul lavoro siano tutt'altro che irreprensibili.
  1. Non ascoltano. Sul serio: dopo i 50 anni gli uomini perdono la capacità di ascoltare; vogliono parlare, spiegarti la loro visione della vita e del mondo e aprire i tuoi occhi sulle meraviglie che il loro intelletto, guidato dall'esperienza, ha scoperto. Qualunque cosa cerchi di comunicargli devi usare meno di venti parole perchè dopo ti interrompono per iniziare la loro Lezione Di Vita.
    1. 1 Se sei donna e più giovane di solito di parole ne ascoltano meno di 10
  2.  Non ammettono  mai ,MAI di aver sbagliato. Né si scusano se fanno qualche cazzata
  3.  Lavorano solo loro. Quello che fa tutto il resto dell'equipe è irrilevante rispetto al loro Fondamentale Contributo.
  4.  Non cambiano mai idea. Se hanno pensato che una cosa si fa così ,per quanto tu possa dimostrargli che è il modo sbagliato loro la faranno in quel modo. Aggiungi +2 se sei donna.
  5. Quasi tutti si permettono giudizi di tipo personale sul lavoro (oh, ma che c'hai il ciclo?) come se tu fossi la loro sorella e non una collega parigrado.
  6.  Cercano sempre di scansare i lavori noiosi come se a loro non competessero (me la chiudi tu la cartella clinica?)
  7. Se contraddetti diventano spesso e rapidamente aggressivi: la maggior parte di loro non è in grado di sostenere una discussione che implichi un pacifico scambio di opinioni diverse. Aggiungi +2 se sei donna.
è ovvio che queste sono tutte generalizzazioni, e non me ne vogliano i tanti uomini meravigliosi che conosco, persone con cui vorrei avere il privilegio di lavorare per il resto dei miei giorni, però, passati i 40 io comincio a diventare postfemminista...o forse è solo che sentirsi ripetere sempre gli stessi offensivi luoghi comuni dopo un po' diventa stancante?

venerdì 13 settembre 2019

Plastic free

Contagiate da Greta e dal battage mediatico per un mondo più sensibile alle problematiche ambientali ,Sofia ed io abbiamo deciso di smettere di comprare il bagnoschiuma in bottiglia: al suo posto abbiamo acquistato saponette profumate e guanti di crine che Sofia ha orgogliosamente mostrato a Gio.
"Vedi, papà," ha spiegato con aria anche un po' pedante "così ora utilizziamo meno plastica! e poi mamma compra anche gli shampoo solidi su Amazon!"
"Brave!" ha annuito caldamente lui " fatemi vedere come sono queste saponette?"
"beh" ho spiegato" ne abbiamo presa una alla tuberosa e lavanda con un profumo buonissimo, e poi un'altra apposta per te, con una fragranza più mascolina diciamo, e un'azione idratante, purificante e astringente al limone, olio e salvia"
mi ha guardato perplesso" Limone olio e salvia?"
"eh..."
" e che so' un'orata?!"

Domani ricompro il badedas.


Al patchouli.




sabato 7 settembre 2019

La vita in diretta

Ho saltato un paio di settimane perché avevo in mente di scrivere questo post, ma non sapevo bene come. Ci provo come mi viene.

C'è un paziente ,che chiameremo per essere originali, Mario, che ha un età compresa tra i 90 e 100 anni.
Mario ha sofferto di disturbi psichiatrici per tutta la vita e dev'essere stato un bel peso per la sua famiglia; i figli, quando è iniziato il decadimento cognitivo che lo ha reso non più autosufficiente, lo hanno messo in un istituto.
Qui, un giorno qualsiasi, Mario smette di mangiare e di bere.
Non ha niente che non va, non ha sintomi clinici né gli fa male niente, semplicemente dice che si è stufato e non vuole più mangiare né bere. Ovviamente, se hai 90 anni e pesi 50 chili fai presto a scompensarti col digiuno, infatti viene trovato semi incosciente in camera sua dopo due giorni. Viene portato in pronto soccorso e da qui ricoverato in medicina: gli mettono un ago in una grande vena del collo e iniziano a nutrirlo artificialmente. Appena si riprende e si rende conto di avere il tubicino in vena che lo nutre, Mario se lo strappa.
I medici provano a farlo mangiare, ma ogni volta che qualcuno si avvicina con un cucchiaio alla bocca lui la serra e si rifiuta di aprirla.
Gli mettono un ago più piccolo nel braccio. Se lo strappa.
Gli mettono un tubicino giù per il naso fino allo stomaco per mandare cibo e acqua con la siringa. Per metterglielo bisogna fare una guerra e appena resta solo, se lo sfila.
Gli mettono un ago più piccolo nel braccio. Se lo strappa.
Gli mettono un tubicino di plastica in una vena che va dal braccio ad un grosso vaso del torace ed è fissato con i punti. Se lo strappa.
A questo punto i medici parlano con i parenti. I parenti dicono che non vogliono che venga fatto niente, ma almeno che gli sia garantito il nutrimento. Però hanno visto la scena in cui hanno provato a mettere il sondino nasogastrico e non vogliono che debba di nuovo subire una cosa del genere. Deve essere nutrito per vena.
Mario nel frattempo non parla più ,urla e si dimena appena qualcuno si avvicina e lo tocca, si rifiuta di mangiare ,è agitatissimo e lo devono sedare.
A questo punto i colleghi della medicina chiamano me e mi chiedono di mettere un altro ago nel collo, di quelli che vanno fino ad un grosso vaso e si chiamano catetere venoso centrale.
Ascolto il caso e ne discutiamo insieme. "A che serve che ti metto un cvc? " dico " se ne è già strappati due!"
"ma adesso l'ho sedato! " risponde la collega" ora non è più cosciente!"
"scusa: ma qual'è il progetto terapeutico per questo paziente?" domando
"lui va ricoverato in una RSA (una residenza sanitaria assistita, cioè un posto in cui stanno persone non autosufficienti) , non ha nulla clinicamente, non deve stare in ospedale" mi risponde, sapendo già dove voglio andare a parare
"ok, ma che gli fanno all' rsa?" insisto
"niente, lo tengono sedato e aspettano che muoia" mi risponde allargando le braccia
"ecco. quindi io gli metto un cvc per tenerlo sedato e farlo morire in un rsa? ma allora lasciamolo in pace e facciamolo morire non sedato!"
" Io sono d'accordo con te, ma sono i figli che non vogliono!"
"ho capito, ma mi pare che lui la pensi in maniera completamente diversa. Ha espresso chiarissimamente la sua volontà di non ricevere cure mediche...che deve fare di più?"
"Ma non puoi basarti su quello che fa un paziente con un decadimento cognitivo e che per di più è stato un psichiatrico per tutta la vita, come fai a dire che ora vuole morire?" obietta un altro internista

La faccio breve: io ed i miei colleghi ci siamo rifiutati di mettere il catetere venoso centrale.
Lo abbiamo dovuto scrivere in cartella e non so se , in caso di processo, questa decisione sarebbe impugnabile da un giudice.
Chi può dire cosa è giusto e cosa è sbagliato in un caso come questo? chi si sente così sicuro di distinguere la volontà dalla malattia? Quanto è difficile la posizione di chi si trova ad avere in cura questi pazienti, dovendo tenere conto di tante cose, di tante persone, di tanti sentimenti.
I miei colleghi della medicina avevano dedicato a questo paziente tutto il tempo e l'attenzione necessaria, ma di fatto si trovavano con le spalle al muro e il mio intervento , che io continuo a ritenere giusto, alla fine ce li ha lasciati. E se è vero che la legge dice che è il medico e non i parenti a decidere per il paziente in stato di necessità, è anche vero che è difficile far morire qualcuno con i figli che ti gridano in faccia che tu lo uccidi.
è facile dare giudizi stando seduti su una poltrona o davanti ad uno schermo. Facile difendere le posizioni più estreme quando di quelle posizioni se ne deve poi fare carico qualcun altro. Tirare fuori dei titoli sensazionali per vendere qualche copia in più.
la vita vera, però, è un'altra cosa

venerdì 23 agosto 2019

Wikipedia era meglio

Gio è un uomo dotato di una brillante intelligenza (anche se non brillante come crede lui), di una vasta ed enciclopedica cultura, di una memoria che gli invidio dai tempi dell'università e sopratutto di una perversa e insensata passione per il nozionismo.
Ecco perchè nella vita di tutti i giorni trovo più comodo usare lui che Wikipedia. L'interfaccia è più immediata, anche se non è sempre connesso.
Poi però, senza rendermene conto finisco per consultarlo sui più vasti e lontani campi dello scibile, molto al di fuori delle sue competenze.
"Gio," gli ho domandato pensosa l'altra sera "ma tu che ne pensi della coppetta mestruale? perchè in effetti gli assorbenti inquinano tanto e se ne sprecano un sacco, senza contare la spesa non indifferente...secondo me vale la pena di provare...se uno ci prende un po' di confidenza...che dici sarà tanto scomoda?"
Mi ha guardato con la stessa faccia degli affreschi dei martiri protocristiani delle catacombe di San Callisto.
"Amore: non so proprio che cazzo dirti..."
ed in effetti, alcuni dei motivi più immediatamente percepibili per cui l'ho sposato lo catalogano come essenzialmente incompetente alla discussione in corso.
Ho compicciato un luminoso sorriso
"Vabbè, magari provo e ti faccio sapere..."
"Ecco..."

venerdì 16 agosto 2019

imbecille

Io certe volte vorrei capire cosa dà alla gente la profonda convinzione di essere più furba e intelligente degli altri. Ci sono persone, per fortuna non la maggioranza, che, non importa cosa tu faccia, pensano sempre che loro ne sanno di più e ti possono fregare.
Vale per la donna di servizio che ti ruba le merendine, per il muratore che ti dice che una cosa non si può fare quando palesemente si può fare, per il medico che ha già capito che malattia hai quando tu neanche hai finito di parlare. E non importa se quello fa il muratore e tu sei uno scienziato nucleare che lavora per una delle università più famose del mondo e prende dieci milioni di dollari al mese: lui è, e rimarra sempre convinto, che ti può intortare, perchè lui è più furbo di te.
Uno di questi geni del male è venuto la scorsa settimana a farsi una colonscopia in sedazione.
La sedazione per qesto tipo di esami non è un' anestesia generale, però comprende comunque dei farmaci che sono a tutti gli effetti anestetici. Il risveglio è rapido ed il farmaco ha un emivita breve, ma dopo averlo fatto si raccomanda comunque di non guidare o fare lavori per cui è richiesta attenzione e vigilanza. Questo viene spiegato al paziente prima e prima della dimissione gli viene fatto firmare un foglio in cui si spiega che non deve guidare o fare lavori che richiedano attenzione. Per essere sicuri il paziente viene dimesso solo se presente un'altra persona che guida e firma che guida.
Dopo 20 minuti dalla fine dell'esame la moglie di questo tizio viene da me e mi dice: "dottoressa, la prego, gli dica qualcosa! lui ora vuole prendere la macchina e andare a Bologna!"
Io casco dal pero: " a Bologna? ma che dice? guardi che Lei non può guidare oggi!"
lui mi guarda con aria birichina: " ma guardi che io sono già sveglio!"
io sono serissima: "lei è sveglio, ora. Nulla garantisce che non abbia un colpo di sonno tra mezz'ora perchè il farmaco accumulato torna in circolo. LEI NON PUò GUIDARE. è pericoloso. Domani la leggo sul giornale"
mi guarda infastidito e alza le spalle, come a dire: "se, vabbè"
io proseguo: " se deve andare a Bologna faccia guidare la moglie. Vi mettete in macchina e guida lei"
la signora mi guarda: "lui non si fida a farmi guidare" e il suo sguardo scettico me lo conferma.
" Sono seria." riprendo " Lei oggi ha i riflessi allentati ed è soggetto a colpi di sonno. Non.Può.Guidare"
mi guarda con quell'aria condiscente di chi ha capito tutto della vita , ma deve dare il contentino alla donnetta scema che si preoccupa: "va bene, va bene, allora non ci andrò"
Si capisce lontano un miglio che mente.
Ho provato a insistere un po' , ma sono sicura di non aver neanche scalfito la sua granitica convinzione di essere perfettamente in grado di guidare e che io ero una dottoressina apprensiva che faceva un sacco di storie.
Il giorno dopo ho accuratamente guardato il giornale.
Per lui non mi sarebbe dispiaciuto affatto, ma magari avrebbe coinvolto qualche altro veicolo...

venerdì 9 agosto 2019

Piccoli miracoli notturni

Non sempre è semplice definire lo stato di vigilanza di un paziente in rianimazione: primo perché varia continuamente con l'alternanza di periodi di veglia e di sonno molto più breve di quella normale, secondo perché  i paziento hanno spesso una coda di sedazione, o sono sotto antidolorifici pesanti, quindi oscillano in uno stato di dormiveglia, terzo perché spesso sono lì per dei problemi cerebrali come emorragie o traumi che hanno un impatto importante sull'espressione delle funzioni cognitive.
Spesso, si avvicendano in cartella ,a distanza di pochissime ore, esami clinici che vanno da: paziente vigile e collaborante, a paziente non sedato, non risvegliabile, con tutte le sfumature che ci stanno in mezzo.
Ieri è arrivato un paziente dalla sala operatoria, e mentre impostavamo la terapia e lo sistemavamo nel letto gli infermieri facevano l'esame obiettivo: "Pressione 125/70...frequenza 90, sondino nasogastrico, diuresi presente. Ha un cvc va controllato..."
"è vigile?" chiede quella che sta riportando i dati in cartella
"sì sì" risponde Anna,la più giovane del turno
"scusa Anna: ma sei sicura che è vigile?" mi intrometto " ha l'anestetico in infusione continua..."
"no, no è vigile, prima ci ho parlato!"
vado verso il paziente che sembra proprio anestetizzato. Provo a chiamarlo. Niente.
Mi giro verso Anna che mi guarda un po' mortificata...
Giovanni, l'infermiere più anziano del turno, che di esperienza e occhio clinico ne ha parecchio si volta verso di noi e allargando le braccio esclama con sguardo inspirato: "Sant'Anna da Frittole. La santa che parla ai sedati!..."

domenica 28 luglio 2019

Porta fortuna

Lavorare con i bambini può essere fonte di grande angoscia, ma anche di grandi soddisfazioni, a volte del tutto insensate.
Stavo per uscire dall'ospedale ed ero già in canottiera, ciabatte e bermuda quando un collega mi bussa alla porta: Propofol, ci sei? c'è un bambino che non respira in P.S. , vieni con me? io esco e mi precipito così come sono, senza neanche mettere il camice. Quando arriviamo c'è Mario, di due anni e mezzo, che piange in braccio alla mamma, con i suoi bellissimi occhioni neri e il petto che si alza e si abbassa affannosamente.
Mario, lo vediamo visitandolo, non è un bimbo come gli altri: è nato prematuro, le sue corde vocali erano chiuse e l'esofago non riusciva a trattenere giù il cibo perciò ha dovuto subire due interventi chirurgici importanti e ha un buchino in gola per respirare ed uno nello stomaco per mangiare. Questo ci racconta la mamma, che come tutte le mamme di bambini con problemi, ha la situazione perfettamente in pugno mentre io al suo posto starei già urlando dal panico.
Lo visitiamo, raccogliamo l'anamnesi, facciamo un rx del torace, mettiamo ossigeno ed aerosol e già stiamo considerando le ipotesi peggiori quando escono le immagini RX: il polmone sembra a posto, ma c'è un sacco di aria nello stomaco e nell'intestino.
"Signora scusi: quando ha fatto la cacca mario?"
"l'altroieri, oggi avrei fatto il clistere, ma ha cominciato a stare male..."
"ah, ecco" il collega prende una siringa e comincia ad aspirare l'aria dal buchino dello stomaco. Il respiro di mario si fa più regolare.
"Signora, gli può togliere il pannolino un secondo per cortesia? ...e mi servirebbe un piccolo sondino con un po' di soluzione fisiologica..."
Infilo il sondino nel retto e inietto un po' di fisiologica...neanche il tempo di fare un massaggino al pancino che Mario tira fuori una cacca che sarebbe stata della misura giusta per un adulto sui 70 chili.
Sorride,  finalmente soddisfatto, ricomincia respirare normalmente e guardandomi contento esclama: "CACCA!!!".
Ed io, con le mani immerse nella merda, che aveva intaccato anche i miei bermuda chiari e la canottiera rossa, lo guardavo felice e gli facevo tutti i versetti cretini per farlo ridere...
che va bene, eh, ma alla fine, come al solito, ho ripensato a tutta la faccenda e mi sono detta: ma che cazzo di lavoro mi sono scelta...

venerdì 19 luglio 2019

Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua

Io odio l'estate.
L'aspetto come si aspetta una disgrazia che tanto lo sai deve arrivare, abbracci la croce e sopporti con pazienza.
L'estate è quel momento dell'anno in cui sai che ti dovrai ammazzare di fatica e alla fine tutti se la prenderanno comunque con te.
Punto primo: il lavoro. La vita estiva dell'ospedaliero è un ottovolante in cui si alternano (pochi) giorni di ferie e turni disumani, provocando in tutti noi un livello di schizofrenia emotiva ben al di sopra del punto in cui sarebbe necessaria la terapia.
Ma come se questo non bastasse ci sono le gioie della gestione familiare. Perché non è che i bambini d'estate scompaiono nelle scuole chiuse. No. Te li ritrovi a casa, che ti guardano stravaccati sul divano e dicono: mamma io mi annoio, che facciamo?
Ma io ho la fortuna di avere un solido background familiare, che loro sì che mi facilitano la vita.
Per esempio quest'anno la mia famiglia mi supporta così:
1. mia madre. Mia madre, da brava ansiosa, comincia a programmare le vacanze estive ad aprile. E ad aprile lei pretende risposte chiare e definitive su chi va dove ,quando e come. Quest'anno, ad aprile , ha prenotato l'albergo in Trentino per il giorno 11 agosto, ed è da aprile che con cadenza settimanale mi ripete il programma in lunghe telefonate mattutine per essere sicura che io non lo dimentichi.
2. mia suocera. Mia suocera è allergica a qualunque forma di programmazione. Se tu la chiami alle 4 del pomeriggio e le dici: ma allora domani siamo a pranzo da te, ti risponde stupita: "ah...adesso vedo e ti faccio sapere". Se le chiedi a giugno cosa farà a luglio allarga le braccia ed esclama: "ehhh, c'è tempo!", ignorando, dopo quasi 20 anni , che io lavoro su dei turni mensili.
Quest'anno si è svegliata con calma il 5 luglio e ha deciso che per il suo compleanno vuole andare alle terme. Date? 9-11 agosto. Ca va sans dire.
3. mio marito. L'uomo che ha meritato il soprannome di Quinto Fabio Massimo "il temporeggiatore". Lui non prende mai decisioni. Aspetta che il Fato decida per poi prendersela con il Fato. Di solito impersonato da me.
Quest'anno, al 3 di luglio mio marito ha distolto la sua attenzione dagli alti problemi accademici per posarla su noi mortali e prendere atto del fatto che, dato che il campo scout di Sofia si tiene dal 4 all'11 agosto, per far partire la creatura con la nonna l'11 agosto saremmo dovuti andare a riprenderla a Gubbio o il 10 agosto o al massimo l'11 mattina, date queste in cui saremmo anche a festeggiare il compleanno di sua madre a delle terme, ovviamente ancora non si sa ancora dove nè come, nè quando.
Costernato ha concluso che ciò è riprovevole, e COME MAI NESSUNO GLIEL'HA DETTO PRIMA????"

A chi questi tre personaggi attribuiscono l'intera responsabilità dell'inconciliabilità dei loro desideri e aspirazioni?
Ovviamente: PROPOFOL, È COLPA TUA.
ed io sorrido , in perfetta letizia, sognando il due novembre, il momento dell'anno che preferisco.

venerdì 12 luglio 2019

Senza esclusione di colpi

Tra le gioie infinite che ci regala la maternità c'è anche l'inevitabile ritorno delle parassitosi infantili.
Sofia, bambina con un quoziente di sudicità nella media, ha avuto due volte gli ossiuri e due volte i pidocchi.
Forse, tutto sommato come ciclo vitale preferisco quello dei pidocchi, se devo scegliere.
Ormai praticamente ci manca la malaria, la tenia saginata e il dracunculus mediniensis e poi ho il quadro clinico completo di tutte le parassitosi che mi ricordo dal mio esame di malattie infettive.
Io cerco di prenderla sportivamente, ma ci sono madri che, all'ennesima disinfestazione di tutta la casa, sono molto meno tolleranti. Vittime collaterali sono i nonni, che si ritrovano in sì verde etate, a grattarsi la testa dopo aver frequentato luoghi poco raccomandabili come il parchetto giochi.
Il più sconvolto era il nonno di Mario, un uomo i cui occhi azzurrissimi irradiano mitezza e bontà e che ieri mi sussurrava sgomento: io ho fatto il soldato...neanche nelle trincee ho mai preso i pidocchi! nelle trincee!!!

Avere figli è una guerra

venerdì 5 luglio 2019

Disagio esistenziale

Le visite anestesiologiche perioperatorie possono essere un'esperienza davvero surreale, ma sopratutto ti danno un quadro chiaro delle difficoltà che incontrano oggi i medici di base.
Entra una signora tra i 60 e i 70.
"...ha mai avuto problemi cardiologici, signora?"
"eh, dottoressa, soffro di picchi di pressione alta da un po' di tempo...infatti il medico mi ha cambiato la terapia e mi ha dato questi due farmaci al posto di quello che prendevo prima" mi mostra due scatole  "però dottoressa, le volevo dire: io, da un po' soffro di tremende fitte qua, in fondo alla schiena, dietro..." e si indica i reni " che mi prendono sopratutto quando muovo le braccia e poi mi passano. Ho guardato il foglietto dei farmaci e su questo c'è scritto che può dare questi sintomi, perciò io l'ho sospeso..."
"l'ha sospeso? così da sola?! ma... mi faccia vedere questo foglietto illustrativo...non mi risulta che questo tipo di molecola dia questi problemi..." leggo attentamente tutto " ma signora, qua non c'è scritto niente del genere..."
"aspetti dottoressa, che mi metto gli occhiali e glielo trovo io...ho letto che provoca degli spasmi...ecco qua: effetti indesiderati: BRONCOSPASMO"
"ma il broncospasmo è quando uno ha l'asma! lei respira benissimo, non c'entra niente con il dolore di cui mi parla!"
"ah sì? va bene. Io lo sospendo uguale però che non si sa mai..."

venerdì 28 giugno 2019

Spoiler

E' proprio vero che alcune storie sono archetipiche.
Che esistono cose che toccano delle corde sensibili in ognuno di noi, indipendentemente da ogni differenza e cultura. Ieri, per esempio, un giovanissimo OSS mi ha fatto il seguente discorso: 

-" Ho visto un film fighissimo! lo devi vedere: Troy"
-"Ah" ho risposto asciutta, considerando i ricordi del mio liceo classico "ci ho provato, ma non mi ha entusiasmato..."
-"Noo! ma come! è una storia pazzesca!"
-"Eh, sì, lo so, me l'hanno fatta studiare..."
-"Inizia con Achille, che è Brad Pitt, che vuole vendicare il cugino Patroclo..."
-"Non era il cugino."
-"Eh?"
-"Non era il cugino" rimarco con sguardo eloquente.
Lui, come tutti i ginnasiali di tutto il mondo, ma con 15 anni di ritardo, mi guarda stupefatto: "MADDAI" esclama secondo il più classico dei cliché, " ma che Achille era frocio?"
Segue inevitabile spiegone sul concetto di omosessualità nell'antica Grecia, che lo lascia comunque un po' perplesso
-"vabbè," prosegue "comunque: lui lo vuole vendicare e allora va a combattere con Ettore che..." si interrompe e mi guarda "no, aspetta: se non l'hai visto non te lo dico sennò ti rovino il finale..."
 Ma quanto, QUANTO questa risposta mi sarebbe stata utile, solo a pensarci, durante un interrogazione.
Ma la saggezza, come la civetta di Minerva, si alza in volo solo al tramonto...


venerdì 21 giugno 2019

Narcotraffico

-"Amore, stasera faccio il chili!"
-"Il chili?!...ma...Propofol, ci sono 40 gradi...una cosa un po' più estiva?"
-"Tesoro: il chili è un piatto messicano. perfettamente in linea con il clima attuale!"
-"vabbè, ma loro passano la giornata a trafficare stupefacenti e a fare sparatorie! La sera hanno bisogno di qualcosa di sostanzioso!"

p.s. ne ha mangiati tre piatti...chi ha detto che la ricerca è meno impegnativa del narcotraffico?


venerdì 14 giugno 2019

Ma è vitellone

I genitori , si sa, sono la risposta alle nostre preghiere.
C'è però un detto molto saggio che dice: attento a quello che desideri: perché gli dei potrebbero concedertelo
Io, per esempio, ho due genitori meravigliosi: ancora abbastanza giovani, sani e con la testa a posto. Di mia madre ho lungamente parlato in questo blog, ma non bastando lei c'è anche mio padre.
Mio padre è un uomo colto e intelligente che nella vita ha avuto un ragionevole successo. Questo, partendo dall'essere il figlio maschio della famiglia e il preferito di mammà, ha creato un incrocio tra il Pater Familias di romana memoria e L'Uomo Che Non Deve Chiedere Mai.
Mio padre non esprime opinioni ma solo Grandi Verità sull'Esistenza.
Essendo una persona buona ed un uomo di indole affettuosa, generosa e gentile lui non vuole intimidirti o offenderti: è che lo disegnano così.
Quando viene a trovarmi in Toscana mi tremano le vene dei polsi: sì, perché lui dice, prima di partire: ma non preoccuparti, a me va bene tutto.
però poi.
- Questa casa è molto fredda. (versione invernale)
- Questa casa è molto calda: come mai non avete comprato i condizionatori? (versione estiva)
- Certo che si sente molto rumore qui.
- Come mai vuoi le librerie in muratura e non in legno?
- Se aveste comprato una scrivania più piccola ci sarebbe entrato un letto più comodo nella studio per quando diventa stanza degli ospiti
- Si potrebbe benissimo fare un secondo bagno (segue progetto)

E non è che lui si limita ad esprimere la sua opinione e ad ascoltare la tua: no. Lui ne discute estesamente finché non ti ha dimostrato che tu hai torto a desiderare una scrivania grande e che la logica, la morale e l'intera compagine delle leggi dell'Architettura  dicono che tu avresti dovuto avere un letto più grande.
Ogni Santa Volta.

Venerdì erano attesi lui e consorte in visita primaverile.
Considerando che da quando abbiamo dovuto cambiare macchina all'improvviso, Gio mangia zuppa di cipolle e scarti di macellazione del Carrefour, ho pensato di cucinare qualcosa di commestibile. Mi sono recata quindi dal Bulgari delle macellerie toscane e ho speso 50 euro - CINQUANTA EURO- in bistecche, che in effetti qua sono una cosa ragguardevole.
Non contenta, una volta a casa ho pretrattato le bistecche secondo il metodo del mio guru personale per la cucina, Bressanini, strofinandole bene affinché venissero succulente e cuocendole secondo tutti i crismi della Bistecca Perfetta.
Ci siamo seduti a tavola e ho messo il piatto davanti a mio padre.
Lui lo ha guardato ,ha fatto un'espressione costernata e ha esclamato: "MA E' VITELLONE!"
Nella mia mente sono passate tutte le mie cognizioni di etologia bovina, poi, rendendomi conto dell'insufficienza della mia preparazione specifica ho mormorato: "non lo so...gli ho chiesto due bistecche buone..."
Lui ha tagliato un pezzo e mi ha mostrato l'interno come fosse un'ovvietà: "Guarda: è chiaro. questo è vitellone!"
A quel punto davanti ai miei occhi sono passati 3 diversi scenari:
1. Battere il pugno sul tavolo e urlare!" Tu menti! Giammai del vitellone varcò la soglia di questa casa portando onta ai suoi abitanti!"
2. Gettarmi in ginocchio piangente gridando: "perdonami padre por mi vida loca! in un momento di smarrimento ho comprato del vitellone!
3. chiedere perplessa: non va bene?
Ho scelto la terza opzione ,incomprensibilmente. Lui mi ha fatto uno sguardo messianico ,ma umile, tipo  Mahatma Ghandi e ha risposto "no, no, va bene uguale. è che io preferisco il manzo. "
Ho fatto spallucce, conscia di non potere nulla contro il tempo bastardo e implacabile che aveva portato quel vitellone sulla mia tavola con esecrabile anticipo sul fisiologico sviluppo e ho pensato a tutte le cose che avrei potuto comprare con 50 euro.
Ma era troppo tardi.

venerdì 7 giugno 2019

Lavorare stanca

Ci sono delle differenze tra la sanità Toscana e quella del Lazio: alcune te le aspetti, altre no, ma una tra le più sottili , tra le più difficilmente individuabili, è l'atteggiamento dei lavoratori verso il lavoro.
La Toscana è una regione ricca e funzionante, nonostante quello che dicono i toscani,  un posto in cui non è mai stato molto difficile per un anestesista trovare un posto  dignitoso in un tempo ragionevole.
Il Lazio, no.
Ci girano tanti soldi, ma non è funzionante.
Se la politica è il cancro di questo paese ricordatevi che il Lazio ha la lesione primaria, il resto sono solo metastasi. Per molti anni tutti noi che ci abitavamo ci siamo dovuti arrabbattare a tirare fuori il lavoro in condizioni complicate ed umilianti,  tra contratti ridicoli in ospedali pubblici e marchette in clinica senza nessuna certezza del domani.
Chi legge questo blog da un po' ne ha un idea.
Ovviamente questa è una generalizzazione  e va presa con i dovuti distinguo, ma in generale nessuno di noi, nati e cresciuti nel Lazio perde mai di vista il fatto che ci alziamo e andiamo a lavorare non per amore dell'anestesia o per le scarpe di Gucci, ma per mettere il pane a tavola un giorno dopo l'altro.
Non è che non amiamo il nostro lavoro, ma siamo ben coscienti che veniamo pagati per farlo e siamo fortunati a poterlo fare.
Anche ora che ho un contratto a tempo indeterminato dal 2014 ho un ricordo vivido di cosa significa avere un co.co.co rinnovato mese per mese e questo mi porta forse ad essere più "accomodante", a lamentarmi di meno, ad accettare più cose del giovane anestesista medio toscano.
A volte i miei colleghi sembrano pensare che la loro felicità sia tra i doveri del datore di lavoro, che siano loro a fare un favore all'azienda a farsi pagare e che fare solo quello che gli piace sia un loro inalienabile diritto.
Sembra che lavorino per hobby più che per necessità...per le scarpe di Gucci invece che per il pane...
Io li guardo e non so bene cosa penso: se hanno ragione loro, se è così che dovrebbe essere, se il lavoro è un diritto e farlo bene e con piacere la normalità per cui battersi...o se invece siamo noi che vediamo giusto, che consideriamo la fatica come parte della vita e il lavoro come quello che bisogna fare anche se e quando non ti va,  per darle un senso. 
Immagino però quale sia la distanza, l'incomprensibilità che c'è tra un anestesista di una regione ricca, ancora più ricca della Toscana, come magari l'Emilia o la Lombardia, e uno di una regione ancora più povera e incasinata del Lazio, come alcune regioni del Sud...
E mi dico che sarebbe bello davvero se fossimo tutti uguali

venerdì 31 maggio 2019

Grazie del consiglio

"Propofol, tu devi stare più attenta a quello che dici...non ti offendere..."
" No, no Gio, anzi, mi interessa molto...espandi il concetto.. in che senso? "
"Nel senso che tu sei una buona comunicatrice, ma a volte non ti rendi conto che NON puoi dire tutto quello che ti passa per la testa, a tutti..."
"Lo faccio, eh?"
"A volte, sì. Non ti rendi conto che non tutti sono come te, con le tue stesse caratteristiche, esperienze...insomma, dici cose che sarebbe meglio non dire, o non dire in quei termini..."
"Mmmh...hai ragione...devo stare più attenta...come posso fare? Tu come fai?"
"Io? E che ne so...non lo so... cioè non ho questo problema a comunicare... io non comunico un cazzo..."
Poi uno si domanda perché l'ho sposato

venerdì 24 maggio 2019

Rage against the machine

Improvvisamente e senza alcuna ragione apparente i nostri elettrodomestici hanno iniziato un suicidio di massa  a ridosso delle festività: il venerdì santo la mia Punto è spirata improvvisamente mentre andavo a fare la guardia (vanificando tutti gli effetti benefici del giro delle Sette Chiese che avevo fatto la sera con i catechisti di Sofia), poi è stata la volta del frigorifero il 24 aprile (che è una festa laica, ma l'ho santificata uguale), e poi con sguardo incredulo ho assistito al minipimer che, descrivendo un elegante arco in aria, si andava a schiantare contro il vetro della finestra , animato da una forza altrettanto oscura del bosone di Higgs.
A questo punto io faccio pubblica rinuncia a tutta la mia precedente vita di razionalismo laico e sono disposta a farmi togliere il malocchio, pulire l'aura, accettare mele stregate da vecchine con problemi dermatologici e sgozzare galli neri per berne il sangue (magari questo lo lasciamo per ultimo dopo la vecchina, eh?!).
Mio marito invece, ha affrontato con maschio vigore tutta quest'ecatombe e quando io l'ho chiamato singhiozzando sui vetri infranti della finestra, mi ha detto semplicemente: domani andiamo a comprare il frigorifero.
Siamo dunque partiti, tipo Brancaleone alle crociate alla volta di Mediaworld dove, dopo aver esaminato 22 tipi di frigo e aver dissuaso Gio dal comprarne uno megagalattico, doppio sportello che fa anche il trito di ghiaccio per soli milleduecento euro, ci siamo accaparrati un modello dotato di tutte le caratteristiche necessarie.
Mentre lui faceva la fila alla cassa, io girellavo guardando bramosa il mio nuovo oggetto del desiderio: l'asciugatrice.
Sì, perché in Toscana piove come in Vietnam. Cinque minuti sì e cinque minuti no. Esci di casa col sole e i panni stesi in terrazzo, rientri con l'alluvione del Polesine e la lavatrice da rifare. Ecco perché le donne Toscane vivono tutte con l'asciugatrice infilata a forza in qualche recesso di casa.
Uscendo ne parlavo con la mia dolce metà:" Certo, le asciugatrici costano solo 300 euro...non sarebbe neanche tanto..." ragionavo.
Lui si è voltato e mi ha apostrofato: "Un attimo, eh! TI HO APPENA COMPRATO IL FRIGORIFERO!"

domenica 19 maggio 2019

Love is in the air

Oggi è un giorno speciale: si sposa quello che era il Ragazzino del nostro gruppo, il Giovane Informatico, quello che, alle soglie dei 40 ancora chiamiamo col soprannome che aveva a 20 (preso da un libro di Gibson...) .
Di lui si ricorda la giovanile passione per Tolkien e per l'heavy metal, il pessimismo cosmico e il giorno in cui ci mandò un messaggio che diceva: "Avevo pensato di scrivere a tutti una lunga mail sul perché odio il Natale, poi  ci ho ripensato e ho fatto una compilation metal "

Il nostro Delfino ha sposato una bellissima biologa marina (sarà un caso?!), che lo ha preso con tutte le compilation metal e ha continuato a volerlo sposare anche dopo averci conosciuti. Grazie Sarah!

l'unica cosa che odio di voi è che ci siete troppo lontani!
Vi auguro una vita piena di felicità, vi voglio bene.

venerdì 17 maggio 2019

Grand Theft auto

Chiunque abbia giocato a Grand Theft auto nella vita non può non amare follemente le ambulanze. Andare in ambulanza è il sogno di qualsiasi bambino: un camion che corre, salta i semofori, va a sirene spiegate e il traffico si apre al suo passaggio.
...è anche il sogno di parecchi adulti...
C'è da dire che questo miracolo è reso possibile dal fatto che gli autisti delle ambulanze di solito sono dei guidatori fantastici: riescono a mantenere un andatura elevata, praticamente senza sbalzi, guidando in tutte le condizioni di traffico, meteo, strade e idioti in carreggiata.  Da fuori non ci si rende conto di quanto sono bravi, ma quando stai dentro e guardi dal vetro pensi: "Oddio, adesso ci schiantiamo!" almeno tre o quattro volte a tragitto e solo una cieca fiducia nel Fato e nell'Autista ( o nel Fato dell'Autista) ti da il coraggio di salire sul mezzo.
Ieri stavamo portando un paziente complicato in un ospedale centrale: era ora di punta, il paziente era instabile e pioveva a dirotto. Io cercavo di tenerlo vivo e nel contempo di non vomitare (ebbene sì, soffro di qualunque forma di cinetosi nota, compreso il mal d'auto) quindi lo stavo ventilando, guardando il monitor . L'infermiere sistemava la flebo voltato verso la strada quando ha esclamato: "OH, CAZZO!" e ho sentito l'ambulanza spostarsi bruscamente a destra e poi a sinistra con una chicane tipo quella finale del circuito di Suzuka; tipicamente toscana invece, era la megabestemmia partita dall'autista.
poi ci siamo rimessi in linea e l'infermiere ha fatto un sospirone di sollievo.
"Mario, che è successo?" ho domandato
"Niente." mi ha risposto "non lo vuoi sapere."

Forse in effetti no.

venerdì 10 maggio 2019

Problemi culinari

Sara è amica di Sofia fin dall'asilo: hanno condiviso abiti da principessa, pigiama party, vacanze familiari e i loro fidanzati sono migliori amici.
La mamma di Sara, Maria, più che una donna è un generale prussiano: roba che in confronto a lei Radetzky era uno che giocava con i soldatini.
Due anni fa, in seguito ad un analisi banale, si scoprì che Sara aveva una forma di diabete giovanile.
Mentre tutti noi stavamo là sgomenti , cercando di essere utili, ma senza sapere neanche bene che dire, Maria e Mario, preso atto della cosa, riorganizzavano la loro vita adattandola a questo nuovo fatto e facendo in modo che avesse il minor impatto possibile sulla vita di una bambina vivace e intelligente di 8 anni.
Oggi Sara è praticamente già in grado di gestirsi da sola e Maria ne sa più di me, e anche di molti internisti, sul diabete e la sua gestione.
Di tutto questo confuso periodo il ricordo che mi è rimasto più nitido è un suo commento poco tempo dopo la diagnosi; eravamo in ospedale e lei non guardava nessuno, sembrava pensasse fra sè e sè. Mormorò:
"Io sono celiaca. Mario è vegetariano. Sara è diabetica...boia... adesso invitateci a cena se avete coraggio..."

venerdì 3 maggio 2019

Crediamoci in tre

Fino alla nascita di Sofia mio marito guardava ai bambini con un misto di terrore e ribrezzo. Diciamo che raramente , prima del 16 giugno 2010, gli ho visto toccare un essere umano di meno di 14 anni. Questa cosa per chi lo conosce ora che è l'eroe dei bambini appare quantomeno curiosa, ma era talmente spiccata che io, nella paranoia tipica della primigravida, ogni tanto mi chiedevo se avrebbe voluto bene a sua figlia.
Al contrario di quello che pensavo, invece , da quando ha posato gli occhi su Sofia ,Gio si è completamente rincoglionito: la guarda con aria adorante e mormora: "Amore mio, quanto sei bella...", e questo detto dall'uomo che a 20 anni, quando gli dissi "Oggi è un anno da quando ci siamo dati il primo bacio" rispose: "Certo che il Tempo è un figlio di puttana bastardo e implacabile...".
E' diventato talmente appiccicoso e coccolone che ogni tanto mi chiedo come faccia lei a sopportarlo, ma evidentemente mia figlia è di una pasta diversa dalla quarantenne acida che sono io, perchè considera il papà una specie di grosso parco giochi.
 L'altra sera, lui ha chiesto: "Amore, ma quanto è figo papà?" e lei ha risposto: "Un sacco!" schioccandogli un bacetto.
Lui ha sorriso gongolante: "Basta che ce credemo in due..."

giovedì 25 aprile 2019

Festa della liberazione

"Destra" e "Sinistra" si riferiscono al posto occupato in parlamento dalle forze politiche e quindi presuppongono uno stato democratico e parlamentare.
Fascismo, stalinismo, franchismo, il regime dei Khmer rossi cambogiani, la monarchia islamica araba sono dittature, quindi forme di governo diverse da quella democratica.
Il 25 aprile si festeggia il passaggio del nostro paese ad un governo democratico e parlamentare che garantisce a tutti i suoi cittadini (o almeno ci prova) libertà e uguaglianza.
Nessuno di quelli che siede in un parlamento liberamente eletto dal popolo, si senta escluso da questa ricorrenza.
Nessuno di noi, che abbiamo la libertà di dire tutto quello che ci pare a volte a sproposito, si dimentichi di quanto questa libertà lo riguarda ogni giorno.
Buon 25 aprile!

venerdì 19 aprile 2019

Globalizzazione

è arrivato il solito paziente scassatissimo con mille patologie. Tra le altre però ne aveva una preoccupante: era colonizzato da un superbatterio; nella fattispecie questa bestia immonda produce un enzima chiamato New Delhi metallo beta lattamasi che la rende resistente ad un ampio spettro di antibiotici. 
Un'infezione del genere ovviamente genera il panico in un ospedale: se si comincia a diffondere un batterio che non risponde agli antibiotici è facile immaginare la portata delle conseguenze, sopratutto nei pazienti della rianimazione.
La direzione sanitaria era allarmatissima, gli infettivologi hanno scritto fiumi di consulenze e fatto lunghissimi brainstorming, il paziente è stato messo in isolamento e gli infermieri gli si avvicinano solo dopo essersi ricoperti dalla testa ai piedi di indumenti usa e getta.
Nel darci le consegne il nostro responsabile ci traccia il quadro della situazione. Poi si volta sornione e fa: " New Dehli metallo beta lattamasi... questi batteri stranieri che ci rubano il lavoro..."

venerdì 12 aprile 2019

Cosa ti tocca sentire alle 3 del mattino

Vengo chiamata in pronto soccorso per un trauma della strada: 3 ragazzi, ubriachi, usciti dalla discoteca come da copione, hanno "mancato" di vedere una curva e sono volati fuori strada.
Arrivo di corsa e constato che questi 3 coglioni hanno avuto fortuna: uno si è rotto il bacino, un altro si è ammaccato un po' ovunque e il terzo ha preso una botta in testa non leggera, ma niente di davvero grave.
-"Posso andare a casa?" mi chiede
-"No, caro. Non è proprio il caso. Te ne rimani qui tranquillo in osservazione per 24 ore"
-"No. Ti prego. Posso firmare?"
-"Mah...sì, se vuoi puoi, ma perché? hai un trauma cranico, non è prudente che tu te ne vada in giro"
-"No, ti giuro: torno a casa e sto buono tutto il giorno"
-"Ma perché?! non voglio trattenerti, ma è pericoloso! Chiamiamo i tuoi genitori, senti anche che ne dicono loro..."
-"Nononononono! NO! non chiamare nessuno!"
mi sta sfuggendo qualcosa...
-"Va bene. Senti, parliamo seriamente: qual è il problema?"
mi guarda con gli occhioni da foca, poi si mette una mano sul cuore: " Se mi ma' sa che ho fatto un incidente da ubriaco mi ammazza di botte!!!"

Ed io ho provato un impeto di stima e ammirazione per la madre di questo giovane imbecille. E poi, siccome non è vero che noi medici diventiamo freddi e indifferenti ai nostri pazienti, sono tornata a casa e ho fatto a Sofia - 9 anni a giugno - un discorso lungo e serio sui pericoli della guida in stato di ebbrezza. Lei mi ha guardato da sopra la tazza di latte con dentro i Galletti del Mulino Bianco e mi ha detto: "Va bene, mamma, ti prometto che non mi ubriaco se devo guidare."

Orgoglio della famiglia.

sabato 6 aprile 2019

Devo DAVVERO stare più attenta a quello che dico...

- Mamma, pensi che mi dovrò mettere l' apparecchio ai denti?
- Non lo so amore, sentiamo cosa dice il dentista
- Ma tu sei un dottore, non lo sai?
- No, amore, io di odontostomatologia non capisco assolutamente niente...gli odontoiatri fanno un corso di laurea a parte, non studiano con noi medici
- Ah...E perché gli ortopedici sì?

venerdì 29 marzo 2019

l'apparenza inganna

L'emergenza ostetrica.
l'incubo peggiore di chiunque lavori nell'urgenza.
Due vite, entrambi fragili, pochissimo tempo, una condizione totalmente diversa dal normale.
Il miglior ginecologo che abbiamo ed io siamo impegnati su una placenta che ha deciso di staccarsi a sole 25 settimane, immettendo nel mondo una creatura 14 settimane di prima di quando la natura avrebbe previsto.
Mentre tento di rianimare questi 750 grammi di vita sono semplicemente gelata dal terrore.
Penso così velocemente  che sto nel più completo silenzio e a tratti abbaio  istruzioni per il personale di sala.
Sulla donna, il ginecologo deve essere nella stessa condizione perché anche lui non parla.
E siccome l'occasione non è sociale  e nell'emergenza è l' anestesista che comanda, in sala operatoria c'è un silenzio irreale.
Riesco a stabilizzarlo e aspetto la terapia intensiva pediatrica -che arriva in elicottero da una citta a 100 km di distanza - e penso che per me, se nostro Signore mi fa la grazia di mantenerlo, lui ed io possiamo restare così finché non raggiunge i 3 kg o fino a quando non ha 18 anni.
O fino a quando finisce questa guardia di merda.
Che ,alla fine, finisce: arrivano gli intensivisti pediatrici, sistemano il bimbo e lo portano via , il ginecologo ferma l'emorragia e chiude la pancia della donna che va anche lei in terapia intensiva.
Io sto pensando a dove potrei rimediare della vodka liscia in un ospedale ,quando l'ostetrica mi mette una mano sul braccio e mi dice: "Dottoressa, meno male che c'era lei che era così calma, io mi sarei messa a urlare." Alzo gli occhi stupefatta e vedo dai visi intorno a me che il mio panico assoluto, da fuori, non è stato minimamente percepito. Sembrava anzi una calma decisa che ha tranquillizzato tutti.
Sorrido con nochalance per quanto me lo permette l'infarto che ho ancora in corso.
Il ginecologo mi si avvicina e mi sussurra: "Vedi a che serve l'esperienza? tu ed io siamo terrorizzati esattamente come gli altri. Solo che abbiamo imparato a nasconderlo..."

Chi ha detto che la verità è un bene assoluto?

venerdì 22 marzo 2019

Vado bene anche così

Io sono figlia di un'ossessiva-compulsiva grave. Una donna che da marzo a luglio mi chiama praticamente tutti i giorni per discutere la progettazione della valigia che Sofia porterà in vacanza ad agosto con loro...
Questo, unito al fatto di essere stata addestrata  da uno che urlava che l'anestesia è una cosa per gente con le palle e sennò potevamo stare a casa a fare i pompini (che poi: a saperlo dopo che buon consiglio era!), fa sì che io abbia sviluppato un potente screensaver verso tutte le psicosi di tipo organizzativo/ossessivo che sono, in verità, piuttosto comuni nelle donne della mia età.
A nostra discolpa, non è questione di sesso ma di ruolo: mentre l'anestesista maschio medio si mette le scarpe ed esce di casa, la sua controparte femminile, si mette le scarpe, svuota la lavastoviglie, conferma la babysitter, programma la cena, mette sul tavolo i soldi della lezione di karate e controlla il saldo bancario. Quando esce di casa c'ha talmente tanta roba in testa che per salvare vite umane deve trovare 5 minuti tra la ceretta e la spesa.
Il risultato di questo continuo macinare cose nella propria testa è che spesso, da chi ci lavora insieme, le donne vengono percepite come delle rompicoglioni.
Intendiamoci: a volte con piena e completa ragione: sono talmente abituate a fare cose da sole da non avere più il minimo di grado di quell'elasticità indispensabile per lavorare con gli altri.
Ma a riprova che le generalizzazioni sono sempre stupide e imprecise , io, vaccinata in giovane età e con un carattere abbastanza malleabile, riesco più o meno ad andare d'accordo con tutti (salvo alcune eccezioni tragiche che si sono manifestate nella mia lunga carriera e che hanno dato luogo a memorabili episodi di violenza). E questo è particolarmente apprezzato nelle situazioni di emergenza.
L'altro giorno, in sala operatoria si è verificata unproblema inaspettato: nel risolverlo il personale infermieristico che era là doveva aiutarmi e lo ha fatto in modo egregio. Risolta la situazione uno degli infermieri anziani mi apostrofa, con palese ammirazione : è andato tutto bene perché c'eri tu. Perché tu...sei un uomo!"
Io l'ho guardato perplessa dall'alto della mia quarta coppa c e lui deve aver percepito che qualcosa nel suo complimento non funzionava come avrebbe dovuto: "Cioè, " si è corretto  "sei come un uomo...no, cioè, sei una bella donna...
insomma, vai bene così." ha concluso.
ed io ho allargato le braccia e ho risposto , sebbene non del tutto convinta: grazie...

venerdì 15 marzo 2019

I messaggi che mi manda mia madre sullo smonto guardia

"Che cos'è il fecaloma intestinale? 
Non lo trovo su Google."  11.33

"Cacca secca che si blocca nell'intestino.
come mai ti stai occupando di filosofia, mamma?" 11.35

"Per Maria, che oltre al femore rotto ha anche un fecaloma. Oggi la vado a trovare" 11.37

"Ah, bene, fossi in te eviterei l'argomento" 11.40

"Con chi?" 11.42

"Mamma, io se avessi potuto nella vita lo avrei evitato in assoluto,
ma se proprio ritieni di doverne parlare, almeno eviterei di parlarne con lei" 11.45




Perché non ho scelto scienze politiche?
Perché?

venerdì 8 marzo 2019

Lotto marzo

Cari amici,
in occasione della festa della donna vorrei fare della polemica acida e insensata sul tema.
è sempre più chiaro infatti , che io diventerò una di quelle vecchie femmiste con i peli sotto le ascelle che fumano 40 sigarette al giorno e che hanno 43 gatti in casa; ho già cominciato a smettere di tingermi i capelli, sono sulla buona strada.
Faccio presente che le peggiori boiate sulle donne le dicono le donne stesse, che riescono ad essere ad un tempo oltranziste e cretine con delle punte di idiozia assoluta, quindi, cari signori, non crediate di avere l'esclusiva del maschilismo, e nemmeno dell'idiozia.
Cominciamo col chiarire alcuni dei punti più frequentemente portati in causa nei discorsi medi da bar sulle donne e tra le donne:
1. le donne sono più portate per il mantenimento della casa.
Falso: vi svelo un segreto: per pulire la tazza del cesso non ci vuole nessuna speciale attitudine:basta un apparato neurologico integro. Si mette il sapone sulla spugnetta e si strofina avanti e indietro su tutte le superfici. Ci riuscirebbe anche un chirurgo.
2. i papà non sono in grado di accudire i figli.
Falso. Se avete un marito che non è in grado di sopravvivere e far sopravvivere i figli per 12 ore, lasciatelo. Nella preistoria non sarebbe durato una settimana e palesemente è stato un errore farlo riprodurre. Visto che però solitamente queste persone riescono a gestire una vita lavorativa e di relazione adeguata è molto probabile, anzi direi è quasi certo, che la dura verità sia che cucinare e badare ai figli è una gran rottura di coglioni e loro cercano di schivarla.
da cui il corollario:
3. BASTA CON QUESTA CAZZATA DELL'ISTINTO MATERNO. Lo so che sembra crudele e innaturale, ma convincetevi che i bambini sono esseri fatti per sopravvivere in qualsiasi condizione. Nell'800 non sarebbe mai venuto in mente ad una donna nobile di mettersi ad allattare il figlio, figuriamoci il cosleeping...Apparteniamo ad una specie in cui una donna su cinque muore di parto in assenza di un sistema sanitario, se la madre fosse indispensabile per la sopravvivenza della prole saremmo estinti al posto dei Neanderthal e non saremmo la specie di mammiferi più numerosa e nefasta del pianeta.
da cui il corollario
4: amici uomini vi racconto un segreto che finora nessuno vi aveva mai rivelato: accudire un neonato è una cazzata.
Un neonato piange per 4 motivi: ha fame, ha sonno, ha mal di pancia, vuole rompere i coglioni. Per farlo smettere perciò avete 4 chances: gli date mangiare , cercate di farlo dormire, gli fate passare il dolore, o camminate per casa con lui in braccio bestemmiando tutti i santi. Nessuna donna nasce con l'innata facoltà di capire cos'ha un neonato, e d'altronde vi assicuro che conosco donne con un quoziente intellettivo bassissimo che sono riuscite a far sopravvivere i figli, quindi l'uomo medio, dotato di laurea in giusprudenza, può farcela senza problemi.
ah, per inciso: la lavatrice. Gente che ha un diploma da perito elettrotecnico e ha passato l'infazia a spippolare sul telecomando della playstatiom non può pensare che io mi beva il fatto che non sa far funzionare la lavatrice.
Questo però è vero anche al contrario: amiche donne, usare un trapano è molto meno complicato che fare i boccoli con la piastra: perciò , se volete 'sta cazzo di mensola prendete il trapano, gli stop e un bel tutorial su youtube e attaccatavela. Vi assicuro che ce la potete fare. Idem per i lampadari: sono poi tre fili di tre colori diversi, ho visto unghie col gel molto più articolate.
5. DONNE:  SMETTETELA DI CONTROLLARE TUTTO. Se avete l'ansia provate col Valium. Se date un incombenza a qualcun'altro, marito,nonno, fratello, babysitter, levatevi dal cazzo e lasciategliela fare. Pretendere che lui faccia esattamente quello che avreste fatto voi, è folle nonchè impossibile. Se avete delegato, andate a farvi le unghie o a comprare gli stop per attaccare la mensola . La maggior parte delle donne che conosco ( in cui mi includo) è malata di ansia di controllo: passa ore, giorni, notti acercare di avere tutto sotto controllo rendendo impossibile la vita di chi gli sta vicino e impossibile per chiunque aiutarle in qualsiasi modo.
6.Non siamo più brave. Non abbiamo sempre ragione. A volte siamo cattive, stronze, e ci approfittiamo del fatto di essere donne per fare delle bastardate e delle bassezze inenarrabili. Questo perchè essere uomo o donna - e quando capiremo questo ci sarà vera parità - non è un carattere distintivo di tutto il resto: la verità è che ognuno di noi è un singolo individuo dotato di caratteristiche, ambizioni, educazione,intelligenza, morale e attitudini diverse, indipendentemente dalla singola coppia di cromosomi  che determina il sesso  e che è solo una  in un corredo  che ne conta 23.
Non c'è niente che un essere umano non possa fare perchè è donna, o perchè è uomo, salvo poche eccezioni tutte legate alla funzione riproduttiva.

Faccio un inciso: adesso vanno molto di moda gli imbecilli del: ah, ma io educo mia figlia esattamente come mio figlio perchè devono essere pari. Ecco: quando qualcuno metterà una mano tra le cosce a tua figlia, sarà bene che tu le abbia insegnato prima a difendersi, cosa che puoi fare con molta meno urgenza con tuo figlioa dolescente del peso di 90 kg che gioca a rugby. Sarà bene che tu spieghi a tua figlia che nel mondo del lavoro le donne sono penalizzate, altrimenti quando arriverà qualcuno che le dirà non ti ssumo perchè sei donna (e glielo diranno, credimi) lei cascherà dal pero. Sarà bene che le insegni che sebbene sia un suo perfetto diritto andare in giro per un quartiere malfamato in abiti succinti, questo diritto non tutti saranno pronti a rispettarlo, e lei potrebbe non essere abbastanza forte per difenderlo; quindi deve mettersi sempre in una posizione di forza e inattacabilità o essere sicura di saper ricorrere molto bene alla violenza. Sarà anche bene scendere dall'aurea perfezione teorica della parità e dirle, prima che debba essere costretta a scoprirlo da sola, che ci sono  molte persone, forse la maggioranza, che ritiene che ci siano un sacco di cose che lei non può fare perchè è donna. E che quando incontrerà queste persone deve essere capace di dire loro che hanno torto, ed esserne convinta, anche se sono persone a cui vuole bene.
Finisco questo post antipatico con un link di qualche anno fa. Chissà se per le mie colleghe più giovani le cose sono migliorate da allora...


venerdì 1 marzo 2019

Lo scienziato nella sua torre d'avorio

Io non mi metto quasi mai a litigare con la vasta pletora di scienzofobici in circolazione; tranne gli antivaccinisti, per i quali nutro un profondo disgusto ,tutti gli altri di solito li ignoro, o , se sono in giornata buona o non posso evitarlo, mi metto lì col popcorn e li faccio parlare, facendo anche domande pertinenti e cercando di capire in cosa credono. Di solito il fatto che un medico li stia ascoltando li galvanizza e li induce a spiegarmi tutto con ricchezza di particolari e a darmi dimostrazioni pratiche: io infatti nella vita sono stata pranoterapizzata, omeopatizzata, mi hanno pulito l'aura con i cristalli, mi hanno fatto una cosa reiki che non lo so bene cos'era e , se non ricordo male, mi hanno anche tolto il malocchio con acqua e olio.
Nessuna di queste cose mi ha convinto abbastanza da abbandonare i pedestri volumi della Patologia Generale.
L'unica cosa che veramente mi provoca reazioni dissennate è quando, alla fine di un discorso in cui hai dimostrato che stanno dicendo un mare di cazzate, questi personaggi , non sapendo più che dire esclamano: eh, ma voi scienziati parlate solo di tra di voi! queste cose non le dite a nessuno!
Ecco: io là divento Supersaian, con pure i capelli biondi e la gelatina, divento Mark Ruffalo dopo che si è trasformato in Hulk e mio marito deve trascinarmi via con la forza mentre urlo.
Sì, perchè dai, davvero.
Rita Levi Montalcini,  che a 95 anni andava in senato tutti i giorni a discutere con Maroni  - con Maroni- per cercare di evitare lo smantellamento della ricerca scientifica in questo paese.
Roald Hoffman, che gira il mondo facendo conferenze la domenica mattina su cos'è la chimica.
Dulbecco (ve lo ricordate Dulbecco, si?) che va a presentare Sanremo - DIOMIO SANREMO- e se la cava anche bene.
E questo solo per parlare di premi Nobel che ,facendo le dovute proporzioni, è come se CR7  andasse a discutere di tattica con l'allenatore al campetto della Romulea, o come se Valentino girasse il mondo facendo conferenze  su come abbinare gli accessori (Maestro- per carità- se Lei volesse io sarei in prima fila, eh!) .
Ci sono poi i professori ordinari, gente che comunque gioca in serie A, tipo il povero Burioni che ce l'hanno tutti con lui per aver detto una cosa che i romani dicono da 50 anni: Si nun le sai le cose, salle. O Bressanini, ordinario di chimica, che oltre ad avere un blog pubblico e gratuito sul Le scienze, ha anche un canale youtube in cui, vestito con un camice da uomo ragno, si affanna a spiegarvi perché IL SALE NERO DELL'HIMALAYA È UNA CAGATA PAZZESCA! ma lui lo dice educatamente. O Carlo Rovelli, che va da Makkox a Propaganda Live a spiegare la fisica alla casalinga di Voghera (signora mia questo bosone di Higgs!) che non ha neanche voglia di scaricarsi il suo libro da internet. E poi le migliaia di professionisti seri che fanno divulgazione in ogni dove: da medbunker a Lisa Signorile, col suo splendido blog in cui anche un ignorante come me, che non distingue la testa di un cavallo dalla coda, riesce ad essere illuminata sulla zoologia, il Disinformatico, la Scienza Coatta...
Che altro dovremmo fare noi scienziati per comunicare?
Scambiare vaccinazioni per prestazioni sessuali ? (ci sarebbe un impennata di copertura vaccinale che neanche dopo la Spagnola...)
I chimici potrebbero offrire stupefacenti di sintesi a chiunque dimostri di aver capito il principio di Avogadro.
I biologi potrebbero tenere programmi di consulenza gratuita per le piante da terrazzo a chi riesce a disegnare la struttura del DNA.
Non mi viene in mente niente di utile da far fare ai fisici, ma questo è un problema generale che c'è da sempre...
Insomma: se non avete voglia di fare un cazzo, né di studiare, né di leggere niente che sia leggermente più complesso delle istruzioni degli acchiappacolore per me va anche bene, è una vostra scelta ed è del tutto rispettabile, ma non venite a dare la colpa a noi che ne abbiamo fatta un'altra.
A ciascuno il suo problema.

venerdì 22 febbraio 2019

If you want my future, forget my past

Martina è minuta ,con un visetto appuntito e occhi grandissimi come i cartoni animati giapponesi di quando eravamo piccoli. Quando era alla catena di montaggio Nostro Signore deve aver suggerito all'addetto: risparmia un po' sul peso che mi c'è caduto troppo carattere.
Martina è un concentrato di intelligenza e vitalità che basta per altre due bambine.
Tra l'altro la sua mente è particolarmente portata per le scienza ,cosa questa che mi getta nel panico ogni volta che viene a pranzo: la presenza di Sofia e Martina insieme finisce quasi sempre con un' interrogazione serrata su anatomia/fisiologia/medicina che in confronto gli esami del quarto anno di corso erano una passeggiata. E sì, perché non è che te la cavi raffazzonando due cose, devi essere completa ed esaustiva che se qualcosa non gli torna ti inchiodano là finché non gliela spieghi per bene.
Ho preso dei trenta con molto meno da docenti preparati...
Non ho il coraggio di dirlo ai genitori, ma secondo me è portata per la medicina...
La parte migliore di Martina però è il carattere: lei infatti è girl power da prima che potesse anche capire cos'è il girl power. Praticamente le Spice girl  e Beyoncè ,ma a 8 anni.
A Jennifer Lopez gli dave le piste già a 4.
Il suo fidanzato ottenne (un uomo che dimostra già una notevole dose di coraggio) l'altro giorno le ha chiesto se fosse lui il suo primo fidanzato.  "Ma certo che no! ha risposto lei " ne ho avuti un sacco"
In separata sede la madre le ha chiesto perplessa: "Scusa Martina, ma chi sarebbero tutti questi fidanzati?"
e lei ha risposto con l'aria di chi spiega una cosa ovvia: " Mamma, ma ti pare che potevo dirgli che lui è il mio primo fidanzato? ma che figura ci facevo!!!"
Ed io ho pensato con un largo sorriso sornione: Amici uomini: questa generazione vi darà del filo da torcere, altro che canzonette...


venerdì 15 febbraio 2019

Giro, faccio cose, vedo gente

La cosa migliore di una guardia è l'ineluttabile certezza che dopo 12 ore finirà. Per quanto pessima possa essere  ad un certo punto verrà qualcuno a darti il cambio e tu potrai voltare le spalle e uscire.
Non è molto, me ne rendo conto, ma il saggio si accontenta di quello che ha.
Ieri ,per esempio sono arrivata alle 20 in rianimazione e Raffa mi ha salutato con un'inconfondibile luce negli occhi.
In stanza medici mi ha esposto il caso della paziente del letto 4:
:- "considera che c'è un problema familiare con questa paziente: la sorella ha denunciato il fratello per sequestro e abuso della madre. Ci ha chiesto di evitare l'argomento con lui..."
:- "ah...capisco...chi è il fratello? "
mi risponde con un altra domanda: "tu l'hai visto pirati dei Caraibi?"
:-" ???...si"
:-" lo riconoscerai."
Entro in sala e capisco immediatamente cosa intendeva: vicino al letto 4 c'è Capitan Barbosa, con anche gli stessi orecchini di Geoffrey Rush,ma più tatuaggi e la faccia più truce.
Dubito di avere abbastanza coraggio per intavolare spontaneamente una conversazione con lui, perciò accenno un sorriso e passo direttamente al paziente del letto 3. Un politrauma di 19 anni.
Mario è riverso nel letto con aria tragica.
:-"Dottoressa" mi dice con un filo di voce e gli occhi chiusi" mi dica la verità: me la caverò?"
:-"Mario, hai un po' di ossa rotte e ti hanno tolto la milza...non vedo nessun pericolo..."
:-"che ossa sono rotte?" sussurra
:-" un paio di costole, un pezzetto di vertebra..."
:-"la spina dorsale? potrò ancora camminare???"
:-"Mario, stai muovendo i piedi nel letto...non c'è niente che non vada nella tua spina dorsale...devi solo stare sdraiato per un mese..."
:-"un mese" e come farò? dottoressa, io devo giocare a calcio! amo il calcio più di ogni altra cosa!" geme accorato
:-"Capisco, ma considera che Totti per il crociato è stato via tre mesi e questo non gli impedito di diventare capitano della nazionale...la tua carriera resisterà ad uno stop di 30 giorni..."
.- "ah." ci pensa un attimo " dottoressa: ma ingrasserò?"
:- "Mario, Santiddio, non lo so, ma insomma non ho mai visto nessuno ingrassare così tanto dopo un trauma...ma alla fine, se pure ingrassi, che te ne frega?"
mi apostrofa con un filo di voce " l'aspetto fisico è importante..."
Dico all'infermiera di aumentare la morfina, e mentre sto per passare al paziente del letto 4, sollevata dal suo stato di incoscienza, squilla il telefono:
:-"ciao ti chiamo dalla psichiatria"  
questa è nuova... "dimmi..."
:-"c'è un paziente che è incosciente e non respira..."
:-"lì da voi? come mai? arriviamo..."
:"si, è un maniaco grave che ci è stato mandato dall'istituto in cui stava per il peggioramento della sintomatologia e durante un accesso di furore ha avuto un collasso..."
:-"ah, ecco. Porto per intubare, eh..."

Fate medicina: incontri persone interessanti, passi le serate con gli amici, ottime prospettive di guadagno...

venerdì 8 febbraio 2019

Accendere il cervello

Con il consueto pragmatismo, la regione Toscana ha raggruppato le strutture della sua sanità in 3 aree vaste geograficamente definite: nord-ovest, sudest e centro, tutte quante facente capo ad un'amministrazione centrale. Il principio è che gli ospedali che hanno un alto volume di casi hanno delle performance migliori, perciò è inutile tenere 5 cardiochirurgie che fanno 10 casi l'una, meglio tenerne una che ne fa 50 così da formare un equipe con vasta esperienza  e buoni risultati anche sui casi complicati. Banalmente: l'esperienza insegna.
Questa cosa si scontra contro una duplice fila di pregiudizi: il primo, quello tutto toscano per cui "da noi si è sempre fatto così", è un fermo rifiuto aprioristico di qualunque forma di cambiamento o innovazione, il secondo è più subdolo e me ne sono resa conto qualche giorno fa.
Ero in sala medici della chirurgia quando ha chiamato il trasfusionale dicendo che aveva poco sangue di un gruppo particolare per un paziente da operare il giorno dopo. Alla fine della telefonata la chirurga di guarda  dice: Ecco, vedi: da quando ci hanno accorpato il sangue se lo prende tutto Frittole! da noi qui non è mai mancato il sangue finché non sono arrivati loro!"
"eh, oh!" ha detto l'infermiera facendo sì con la testa.
 E non conta che la carenza di sangue sul territorio sia endemica da decenni, che il gruppo in questione fosse particolarmente raro e con anticorpi specifici, che il sangue manca perché siamo un paese che invecchia e ci sono meno giovani a donare e più vecchi ad averne bisogno, che siamo nel momento del picco influenzale e gli ospedali scoppiano di malati critici...no: la colpa è di quelli del paesello vicino che " ci rubano il sangue e se lo prendono tutto loro", chissà poi che ci devono fare....

Questa affermazione riesce ad essere contemporaneamente stupida, inutile e dannosa.
Stupida, perché non poggia su nessuna base reale o provata, ma solo sull'emissione decerebrata di voce; inutile, perché non aumenta la comprensione del problema, né tantomeno ne facilita la soluzione, e dannosa perché ripetuta di bocca in bocca alimenta un pregiudizio che non fa altro che peggiorare i rapporti tra le persone.

Ma da sempre è molto più facile dire una cosa stupida che mettersi a pensare.

venerdì 1 febbraio 2019

I veri amici si vedono nel momento del bisogno


Se pensate che la vita degli adolescenti di oggi sia complicata per colpa dei social è perchè non avete visto cosa possono fare dei ragazzini di 8 anni senza social. Ma forse è sempre stato così: il mio fidanzatino delle elementari si chiamava Francesco: ora fa il carabiniere e ha due splendidi gemelli e quando ci incontriamo al bar sotto casa di mia madre, continuo a pensare che è una persona deliziosa e che a 8 anni i miei gusti in fatto di uomini non erano da buttar via.
Mia figlia sembra seguire lo stesso istinto: al terzo anno di asilo si è fidanzata con L. e anche ora che siamo in terza elementare la loro love story continua a gonfie vele. Ovviamente li prendono per il culo pure le telline -d'altronde i bambini sono cooosì buoni-  ma i due interessati la prendono con una certa dose di incuranza ,salvo occasionali intemperanze.
Il loro essere fidanzati comporta:
- gare a chi fa più serie di flessioni
- scriversi poesie e bigliettini sdolcinati
- rincorrersi agitando bacchette magiche cercando di uccidersi
- farsi regali a san Valentino
- giocare a mamma e papà che litigano (rassicurando così i genitori sull'universalità delle dinamiche familiari)
D'altronde anche io a 8 anni sarei stata innamorata di L: praticamente è Adrien di Ladybug, prima che esistesse Adrien di Ladybug. Però ha i genitori simpatici. é intelligente, sensibile, educato... ci andrà peggio, lo so.
Tutto questo per presentare Mario, amico di L.  che è , a sua volta un bambino riservato, educato, silenzioso. Diciamo che in 5 anni gli avrò sentito dire 10 parole, se escludiamo saluti e auguri.
La scorsa settimana all'uscita di scuola, mi sono offerta di portarlo a catechismo nel pomeriggio.
Mentre tornano a casa Mario dice alla madre: "Mamma, ma devo proprio andare a catechismo con Sofia?"
la madre lo guarda perplessa: " ma...perchè che problema c'è?"
Mario risponde pensoso: no, è che poi L. mi vede arrivare con Sofia...lo sai che lui poi va in ansia..."
Lei si fa una risata: "amore, la mamma di Sofia ti accompagna solo a catechismo, L se ne farà una ragione..."
Si vede che però non convince Mario, che quando lo vado a prendere entra in macchina e senza alcuna apparente connessione logica dichiara: IO COMUNQUE SONO GAY."
rimango un po' perplessa. Va bene Mario, prendo atto.
"perchè io DETESTO le ragazze."
Va bene, meno male che sono un'anziana signora
" e quando sarò grande mi farò prete così non devo sposarmi!"
Ne riparliamo quando fai 16 anni...
Nel frattempo Sofia e l'amica  lo guardano come fosse un alieno...
E niente, poi siamo arrivati a catechismo.
Io non so come diventerà Mario da grande.
Ma avercelo un amico così...

venerdì 25 gennaio 2019

In effetti ,sì

Cercando febbrilmente una compressa di pantorc nell'armadietto delle medicine...

"Che diamine, in questa rianimazione ci stanno più psicofarmaci che protettori gastrici!"

Infermiera di passaggio:"E questo non ti dice niente?"

venerdì 18 gennaio 2019

L'altra metà delcielo

L'ho già detto cosa penso degli infermieri in generale, in special modo le giovani leve mi sembrano , nella stragrande maggioranza, volenterose e preparate.
Tra questi c'è senz'altro Mario, giovane infermiere laureato da poco, che dopo un esperienza all'estero è finito a lavorare nella nostra piccola rianimazione.
Mario è proprio uno che vuole capire la situazione del paziente, la storia clinica, la terapia, il progetto curativo che c'è sotto e ti fa un sacco di domande intelligenti a cui vuole risposte esaurienti. Ed è bellissimo, davvero, e incredibilmente lodevole, a volte però lo rende veramente, per usare una felice espressione toscana, un gatto attaccato ai coglioni.
Ieri notte alle ore 4.00 squilla il telefono della guardia.
-: "Che c'è?"
-: "Dottoressa, sono Mario. Volevo informarla che il paziente del letto 1 ha avuto un run di tachicardia , direi sopraventricolare ,a 140 battiti per minuto, con emodinamica stabile ed una pressione arteriosa rimasta comunque intorno ai 120 mmHg, normotermico e con un emogas di controllo i cui valori..."
-: "Mario, scusa. è rientrata da sola la tachicardia o il paziente è ancora a 140?"
-: "è ancora a 140"
-: "Arrivo."
quando arrivo al letto 1 , Mario è pronto con l'emogasanalisi: "ecco, vede è normale, lei che ne pensa?"
Io, che penso che ho appena aperto gli occhi per un tempo ridicolmente breve da quando li avevo chiusi, bofonchio:
:- "Ora vedo. Hai fatto un elettrocardiogramma?"
:- "ah, no, ora lo faccio."
:- "prima fagli un seloken"
:- "tutto insieme?"
:- "si, lo porti a 10"
:- "ma se ha un effetto troppo rapido e va in arresto?"
mi impongo di non sbroccargli subito.
:- "faglielo. se va in arresto vediamo."
la fiala di seloken, in boli refratti, andasse mai in arresto, gli fa , tanto per citare un'altra espressione toscana, come il cazzo alle vecchie. 
La frequenza cardiaca si sposta da 140 a 139 battiti per minuto.
:- "fagli 500 ml di soluzione fisiologica veloci e prepara una fiala di cordarone ."
:- "dottoressa, ma non sta fibrillando"
no, non gli sbrocco. è giovane.
:- Mario, come fai a dire che non sta fibrillando a 140 di frequenza?
sventola il foglio che ha in mano
:- sull'elettrocardiogramma si vedono le P"
una cosa è certa: non capita.
:-"Dammi. Mario, a chi l'hai fatto 'st'elettrocardiogramma? guarda la frequenza cardiaca su questo foglio: sarà al massino 70 battiti al minuto, questo non è il suo."
:- "ah. dice?"
:- "rifallo. ma dopo il cordarone"
il cordarone fa passare la frequenza cardiaca del signore da 139 a 138 battiti per minuto.
A questo punto mi ricordo dei nostri valenti amici cardiologi e chiamo quello di guardia che è Marco.
Marco , palesemente, stava dormendo e non ha nessuna intenzione di preoccuparsi della cosa.
Gli espongo il caso.
:-"...e quindo ho fatto una fiala di seloken"
:-"brava"
:"eh, ma non ha funzionato. Ho fatto il cordarone."
:"perfetto."
:"non ha funzinato."
:"l'hai messo in infusione continua?"
:"si."
:"ah."
:"Pensavo: ma se faccio un po' di digitale?"
mi risponde con lo stesso tono che ha Giò quando gli chiedo consigli sull'arredamento del cesso.
:"Certo. ottima idea."
:"allora vado,poi ti richiamo"
:"certo"
:"Mario, carica una fiala di digitale e fagliela a boli."
:"dottoressa, ma non sarà troppo?"
No, non ce la posso fare: "MARIO, SO LE 4 DEL MATTINO, FAGLI STO CAZZO DE FARMACO!"
Il mio tono deve avergli dato un indizio del fatto che sarebbe stato meglio non approfondire la questione...
la digitale fa variare la frequanza cardiaca del paziente da 138 a 137 battiti.
Richiamo il cardiologo. 
:-" Marco?"
:-" si?"
:-" gli ho fatto la digitale"
:-" ah, brava."
:-" non ha sortito effetto. a questo punto non ho altre idee. Che faccio me ne vado a dormire?"
la sua risposta è immediata ed entusiasta
:-" ecco, sì, brava, vai a dormire, tanto ci sono 24 ore perchè i farmaci facciano effetto, vedrai che ora passa..."
:-"... ma dici davvero?"
:-"si, certo. Vai a letto."
click.
ci ho pensato un attimo e ho guardato Mario.
:-" Mario, il cardiologo ha detto di andare a letto. Se ci sono variazioni sullo stato clinico mi chiami."
:- "ma..."
:- "l'ha detto il cardiologo."
Alle 5  e mezzo la frequenza cardiaca è tornata normale.
Mario non mi ha chiamato per dirmelo.