sabato 26 settembre 2009

Crudelia Demon

L'altro giorno ho addormentato una paziente per una breve procedura sul fegato.
Il più gentile tra i suoi medici curanti l'ha definita "una rompipalle", ed in effetti la signora si comportava in modo da risultare il più antipatica possibile a tutti.
Mi sembrava però che, più che vera perfidia, il suo fosse un po' un modo "gigione" di fare il personaggio, di recitare la parte di "Crudelia Demon".
Appena aperti gli occhi non ha detto: "dove sono", o "com'è andato l'intervento", ma ha esclamato stizzita:
-: "Faccia stare zitti quest'infermieri che fanno troppo rumore!"
tornati in stanza mi ha chiesto
-: "Comè che si chiama lei di cognome?"
glil'ho ripetuto ancora una volta
-: Ma che razza di cognome è?! " ha esclamato "come si fa a chiamarsi così?!"
io ho sorriso allargando le braccia.
" Ma lei è sposata?" ha detto, cercandomi una scusante
-: "no, convivo."
-: "ah... ma perchè voi ragazze non riuscite più a farvi sposare?"
ho allargato le braccia per la seconda volta
-: "da quanto?" ha continuato lei
-: "tre anni quasi" ho risposto, ormai divertita e rassegnata al terzo grado
-: "umpf" ha chiosato, poco convinta " cerchi di non farsi mettere incinta prima di farsi sposare sennò è fregata"
-: "senz'altro, la ringrazio" ho risposto con faccia serissima.
mentre stavo andandomene mi ha richiamato sulla porta
-: "La rivedrò?" ha chiesto, con aria finalmente simpatica.
mi sono concessa un sorriso un po', ma solo un po', malizioso
:- "Spero per lei di no"
e ho chiuso la porta.

domenica 20 settembre 2009

Bestiario

Enrica , qualche giorno fa era al telefono con la mamma, una bella donna, gentile, colta, deliziosa.
-:"Amore, stiamo tornando dalla Puglia, io volevo passare da Castel del Monte"
-:"Brava mamma!, ha risposto lei sovrappensiero, "che adesso all'outlet ci stanno anche i saldi!"
la madre, senza proferire altro verbo, ha attaccato il telefono e quando Enrica ha richiamato ha risposto il padre
-:" tua madre in questo momento non vuole parlare con te. Ha detto che ti vai a vedere una moneta da un centesimo e poi richiami"
della serie : è dura essere genitori.

Ma qualcosa ne sa anche Giò che qualche tempo fa è venuto alla festa di compleanno di una mia cara amica, archeologa. Io portavo dei pettinini di tartaruga ai lati della testa
-:"tesoro!ma stai benissimo!" ha detto Mina indicandoli " sembri un Pollaiolo"
ed io, portandomi le mani alla testa
-:"un pollaiolo? e che ci stanno le piume nella Panda?"
Giò da dietro ha mugolato:
-: "è un pittore...bestia..."

Mi sono vendicata a giugno quando sono tornata dalla mia settimana di volontariato e le ho telefonato
-:"bentornata! com'è andata?"
-:"tutto bene," ho risposto
-:"senti, ma gli albini hanno qualche problema particolare legato al sisma?" mi ha chiesto
-:"gli albini? no,non credo, cioè non è che ci sia tanto sole" ho detto perplessa
-:"e allora perchè gli hanno fatto un campo speciale?"
-:"un campo speciale?" ho risposto sempre più stralunata, immaginando delle tende piene di gente bianca e con gli occhi rossi
-:"si, tua madre mi ha detto che stavi in un campo con gli albini!"
a quel punto ho visto la luce:
-:"Martì, ma quali albini! gli ALPINI, alpini, occhio alla penna, quella roba là!!!" ho esclamato
-:"ahhh, dicevo io: ma quanti saranno questi albini terremotati?"

venerdì 18 settembre 2009

Ermetismo contemporaneo

Io ho la memoria di un pesce rosso; ho attraversato sei anni di studi medici ricorrendo a tutti i trucchi possibili per superare 54 esami e ancora oggi giro con le tasche piene di fogli e libretti per avere sottomano le dosi dei farmaci. Peggio che peggio con i nomi, che regolarmente dimentico e confondo, non parliamo neanche delle date, che se mi beccano le iene fuori dall'ospedale faccio una serie di figuracce che scànsati.
Ma c'è una cosa che s'imprime nella mia memoria a lettere indelebili, che riemerge intatta dopo anni, che senza alcuno sforzo passa dalle orecchie al cervello e lì resta: le canzoni. Ebbene sì. basta farmi ascoltare una volta una sequenza di parole su una squallida base di sintetizzatore ed eccola fissata nella mia mente per sempre.
Considerando che in sala operatoria c'è la radio sempre accesa è facile capire come il mio repertorio, che era partito dai Pink Floyd, si è ora espanso a tal punto che mi ritrovo a fischiettare Laura Pausini e il peggio della musica commerciale italiana.

Data questa premessa mi sono potuta rendere conto che se è vero che anche i testi degli U2 sono a volte criptici, i nostri cantanti eccellono in demenza.
Chi si è dimenticato " e ancora ti chiamerò trottolino amoroso e dudu dadadà?"
Chi è riuscito a rimuovere dal suo subconscio "sono un ragazzo fortunato perchè non c'è niente che ho bisogno?"
Ma l'apice del nonsense nei testi, il Bertold Brecht del giro di do è lui: Tiziano Ferro.
L'altro giorno canticchiando una sua canzone che avevo memorizzato automaticamente mi sono fermata sulle parole e mi sono detta che dovevo aver capito male.
Invece no. Questo campione dell'ermetismo nostrano ha veramente scritto:

Ti do questa notizia in conclusione
Notizia è l'anagramma del mio nome,

Ma perchè!?!?!
perchè, o Muse del Parnaso!?
volevi dirci qualcosa di te che nessuno sapeva?
ti pagano a numero di sillabe?
non ti veniva un'altra rima con "conclusione"?
Guarda te la trovo io:
- adesso esco e compro un panettone
- odio quelli che giocano a pallone
- se mi lasci divento un arancione

- avrei voluto esser capellone
- t'ho sentito che tiravi un bestemmione.

Insomma caro Tiziano:
Ti dò questa notizia in conclusione:
licenzia chi t'ha scritto 'sta canzone

martedì 15 settembre 2009

Miti da sfatare

Frequentando l'ambiente medico-chirurgico da più di 3 lustri ci sono cose che fatalmente ti capita di dover ascoltare e che tu sai essere assolutamente false.
I primi anni cercavo di smentire i miei interlocutori, ma ho visto che la cosa non faceva altro che irritarli, perciò ho imparato a tacere senza compromettermi.
Tuttavia, un mero bisogno di verità mi spinge a rettificare un paio di miti che quasi tutti i pazienti hanno.
per esempio:
O' professore: professore è un titolo accademico che indica l'abilitazione ad insegnare. Non tutti i medici sono professori, non tutti i medici bravi sono professori e non tutti i primari sono professori. Professore è solo chi insegna in un università.

O' primario. Idem. Primario è solo il medico che riveste il ruolo amministrativo più alto del reparto. Per la cronaca di solito si diventa primario non per bravura ma per raccomandazione. Il titolo di primario dà modo di alzare la parcella, ma non corrisponde necessariamente a delle capacità maggiori degli altri. Anzi: spesso il primario è un geronte con il parkinson che è rimasto alle tecniche operatorie del secolo scorso, e chi opera veramente è l'aiuto giovane che però prende la metà dell'onorario per una visita.

L'operatore. Tutti quelli che hanno subito un intervento chirurgico, se interrogati, e a volte anche non, affermano con sicurezza: "a me mi ha operato il professor Tal de' Tali, primario del reparto xyz, e siccome il mio era un caso particolare, anche se al tavolo c'era l'assistente, ha fatto tutto lui fino all'ultimo punto!"
Può essere. Però in 8 anni di sala operatoria io non ho mai visto un chirurgo con la qualifica superiore a" ricercatore" mettere un punto di cute. Di solito nei policlinici universitari la cute la fà lo specializzando che dopo 12 ore di intervento a tirare le valve è l'ultimo che rimane al tavolo mentre il primario e l'assistente stanno a prendere il caffè.
Inter nos lo specializzando è anche il migliore a fare la cute perchè è l'unico che ci mette attenzione e dedizione.

Il caso particolare. I casi particolari non esistono. La vostra colecisti è come quella di tutti gli altri. Le vostre ragadi anali non hanno niente di speciale e il chirurgo che le ha operate ne ha viste altre centinaia così. Se vi dice il contrario può avere solo due motivi:
1- giustificare il fatto che l'intervento è durato più del previsto.
2- farvi piacere per ammortizare la cifra esorbitante che sta per chiedervi.
Se il vostro caso è davvero speciale il chirurgo si presenta con un sorriso a 32 denti e vi blandisce per mezz'ora prima di chiedervi se può usare delle foto che vi ha fatto per una pubblicazione scientifica.
In quel caso preoccupatevi.

mercoledì 9 settembre 2009

Non è morta la fanciulla, ma dorme.

C'è chi oggi ha perso la mamma, io ho perso la mia mamma adottiva, o come diceva lei la mia "mamma dell'anima".
Addio Carla, questo è un dolore che non passa e non passerà.

martedì 8 settembre 2009

Soprannomi

Ho avuto un'adolescenza assolutamente da manuale: lo scontro generazionale, l'amore, la politica, il sesso, i tradimenti. Insomma: un mix tra "il tempo delle mele" e "jack Frusciante è nuscito dal gruppo". Sono andata in giro con le treccine rasta, ho letto il capitale di Marx, mi sono fatta le canne ai concerti, ho gridato slogan retorici alle manifestazioni e ho scritto poesie sul bosco che stormisce.
Da quegli anni confusi e divertenti mi è rimasto un atteggiamento antiproibizionista, una passione per la prosa asciutta ed incisiva, un assoluta avversione verso la retorica e la propaganda, una istintiva diffidenza verso chi manifesta le proprie emozioni in maniera plateale e la convinzione che un certo riserbo sui propri sentimenti e le proprie debolezze sia assolutamente sano.
Questo è l'atteggiamento che ho cercato di avere sul lavoro e che mi ha portato negli anni a guadagnarmi il soprannome di "pantera", dovuto ad una certa tendenza a ringhiare ed inkazzarmi e alla mia scarsa propensione alle manifestazioni emotive.
Il problema è che questo soprannome ha cominciato poi a girare e propagarsi urbi et orbi dando luogo, ora che sono un po' più grande, a situazioni quantomeno imbarazzanti.
Sabato portavamo un malato in TC quando abbiamo incontrato il braccio destro del direttore, un anestesista 40enne, molto brillante, noto per essere un estimatore della compagnia femminile.
Sempre gentile con tutti, saluta noi e la portantina che, avendo lavorato nel suo reparto lo apostrofa:
"vede prof.? oggi lavoro co' pantera!"
"e chi è pantera?" risponde lui
io mi sento sprofondare e spero che il pavimento mi inghiotta seduta stante.
"sn io prf." bofonchio
lui ,palesemente fraintendendo l'origine del soprannome, guarda stupito la cuffietta con i disegni di polipi, la divisa taglia 44/46 sdrucita, lo zoccolo selvaggio della birkenstock e ,dulcis in fundo, la borsetta con penne e portafoglio con su la figurina di Hello Spank, e , signorilmente si limita a dire: "ah".
Poi se ne va sorridendo tra se e se.
neanche stavolta la terra si è aperta.
Signore: ma che ti ho fatto???

mercoledì 2 settembre 2009

Scienza

Due anni fa , quando ero specialista da poco, una mattina mentre andavamo al bar a fare colazione, ho sentito una collega "anziana" dire che aveva sentito ad un congresso un talk di Gattinoni e, senza pensare ho chiesto: "Chi è Gattinoni?"
A mia scusante posso dire che ho una pessima memoria per i nomi, che erano le 8 del mattino e che avevo fatto la notte in bianco, ma lo so: avrei dovuto saperlo. Avete presente quella scena del diavolo veste Prada in cui lei, neoassunta in una famigerata rivista di moda risponde al telefono e dice: "Gabbana con uno o due "B" ?".
Per i non anestesisti Gattinoni è il presidente (ora ex) della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione, e il padre di una cosa complicatissima e importantissima che si chiama Ards, nonno di un tipo di ventilazione chiamato baby lung e zio di una altra cosa che si chiama sepsi. Insomma: uno fighissimo.
La mia incauta osservazione mi costò uno shampoo di mezz'ora in reparto, additata al pubblico ludibrio come anestesista riprovevole sul piano umano, scientifico , morale, e chi più ne ha più ne metta.
Due anni dopo, di nuovo bar dopo la notte (sempre lì mi beccano, è la gola che mi frega), una collega ha incautamente ritirato fuori l'episodio di fronte alla nostra responsabile che, a due anni di distanza, mi ha fatto il secondo shampoo sulle mie colpe scientifiche, etiche e morali.
A questo punto che dovevo fare? mi sono sentita autorizzata a prendermi 4 giorni di ferie per andare al s.i.a.a.r.t.i. a sentire Gattinoni.
Il siaarti è il Congresso Nazionale della Società di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, un evento che quest'anno si univa al congresso della w.f.s.i.c.c.m. ovvero World Federation of Societies of Intensive Care and Critical Medicine, insomma una cosa esagerata, tipo la finale del mondiale tra il brasile di Pelè e i Queen che cantano con Janis Joplin più Michael Jordan che va a canestro negli ultimi 10 secondi mentre gli All Black gli coprono le spalle.
Insomma: 'na bella cosa.
La prima sorpresa del congresso è stata il primo giorno: mi sono girata e dietro di me ci saranno state 300 persone in fila. La prima volta nella mia vita che vedo tanti anestesisti insieme.
Della serie: non siamo soli. I want to believe.
La seconda sono stati gli interventi: a parte quelli di Gattinoni che non ha detto una parola davanti ad un microfono che io non abbia sentito, tutti gli altri: avevano i miei stessi problemi e mi offrivano soluzioni... A volte le soluzioni erano fuori dalla mia portata tipo: "noi consigliamo di non far passare più di 2 ore tra l'ammissione in pronto soccorso dopo arresto cardiaco e il posizionamento di un catetere di Swan Ganz in rianimazione" nell'ospedale in cui lavoro la media di tempo per questa cosa è tra le 50 e le 55 ore. Un filo fuori.
La terza sorpresa è stata l'umorismo. Gli anestesisti si fanno tutti battute trucide e divertenti sul loro lavoro, con un autoironia tutto sommato consolante. Un esempio? Quella che è stata ribatezzata la canzone del rianimatore. Un inno del congresso. eccola a voi: