sabato 26 marzo 2022

Penne lisce ne abbiamo?

 E così mi hai beccato brutto bastardo. 

Ti ho sentito arrivare, e tanto lo sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato : quando venerdì mi sono alzata con quel mal di testa strano avevo già capito come andava a finire. Ho avuto paura, ovviamente, come tutti , ma anche una sensazione quasi di sollievo: dopo tanta ansia di prenderlo in questi due anni, ormai l'ho preso. è finita l'ansia.

Da lì è stata una strana sensazione di sdoppiamento, come essere allo stesso tempo medico e paziente, con una parte di me che seguiva lo svolgersi dei sintomi e un'altra che stava male e diceva tutto quello che tutti i pazienti covid hanno detto in tutti questi anni.

Eppure è finita quasi subito: giusto due giorni di sintomi e poi una luuunga convalescenza, ben lontana da quello che ho visto passare agli altri. Quando la febbre non  più tornata, quando è sparita la tossetta , diminuito il raffreddore, non mi sembrava vero: dentro di me, sepolta profondamente, c'era la convinzione che sarei stata una di quelle che prendeva una forma severa, che le cose per me sarebbero andate male.

L'unica cosa rimasta, a ricordarmi che il covid l'ho passato anche io, è una spossatezza strana, un po' di fiatone, un uggia allo stomaco quando faccio le cose;  per il resto sto qui, e aspetto che si negativizzi il tampone. Nel frattempo cucino e leggo, chiusa in questi centometriquadri e la mia consolazione sono le amiche che mi scrivono messaggi così:



lunedì 21 marzo 2022

In teoria non c'è differenza tra la teoria e la pratica

 L'anestesia e rianimazione comprende una vasta gamma di elegantissime soluzioni a praticamente tutti i problemi della moderna medicina, soluzioni che, illustrate sapientemente in sede congressuale, appaiono semplicissime e di sicuro risultato; peccato che poi, trasportate nella pratica clinica, siano quasi sempre inutili o indisponibili e l'unica soluzione che hai è arrangiarti con quello che capita. 

L'altro giorno per esempio è arrivato in sala operatoria, alle 6 del pomeriggio come ultimo intervento, un uomo dall'aria mite, con grandi occhi azzuri , grosso come un armadio a due ante e interamente coperto di tatuaggi.

Appena mi sono presentata mi ha apostrofato: "te sei l'anestesista? ti volevo dire che a me non mi si trovano le vene....mi hanno dovuto fare 4 buchi pure stamattina per farmi il prelievo"

Bestemmio in sanscrito e mi domando PERCHE' il paziente senza vene arriva alle sei in sala operatoria senza che nessuno si sia rinvenuto prima di questo mistero, nonostante l'abbiano visto almeno 4 laureati in medicina di varie branche e uno stuolo di infiermieri laureati anch'essi.

D'altronde cosa fai: alle sei del pomeriggio e dopo che è sceso in sala lo rimandi? neanche morta.

Sorrido radiosa: "non preoccuparti caro, adesso vediamo."

Al primo tentativo fatto dalla nostra infermiera di sala di inserire un agocannula con la normale procedura il signore sviene. 

Lo sveglio a schiaffi e quando si è ripreso si scusa: " non so come sia successo..."

"Ma figurati, si vede che sei un po' impressionabile..." lo tranquillizzo io " e dimmi: "continuo cercando di distrarre la sua attenzione" che lavoro fai?"

"Lo scaricatore di porto" mi risponde serafico. 

Ah, ecco.

Nel frattempo, anche controllando le braccia in ogni possibile anfratto ,non ci sono vasi che emergono. Prendo l'ecografo e cerco di visulizzarli e mi rendo conto che il problema è nella tragica miscela di muscoli gigantesci e vene piccolissime, che fa si che in pratica, quegli esili fili decorrano sepolti sotto centimetri di bicipiti.

Guardo l'infermiera: "Abbiamo cannule più lunghe?" chiedo

no

"Un midline?"

no

"ok, cosa abbiamo di lungo?"

un centrale a due vie

"va bene,portamelo."

apro questo aggeggio che normalmente andrebbe infilato nel collo, e con una manovra ad minchiam e una notevole dose di fortuna, lo infilo nella vena del braccio sotto guida ecografica, fissandolo poi con 10-20 metri di cerotto.

dopo aver finito la manovra mi volto verso lo specializzando e gli dico: "Scusa Mario, se non ti ho fatto fare niente, ma qua veramente non sapevo neanche che pesci pigliare io...."

lui mi guarda con i suoi meravigliosi occhi azzurri sgranati e mi fa: "Propofol, ma scherzi? è stato bellissimo! cioè, quando hai messo il centrale ecoguidato nella cefalica...io non immaginavo nemmeno che si potesse fare! è stato MAGICO"

L'ho guardato per capire se mi stesse prendendo per il culo, ma era serio.

Ho valutato l'ipotesi di mandarlo a fanculo, ma era troppo bello.

Sono andata in cucina a farmi un caffè.