giovedì 25 aprile 2024

Ce li ho

Squilla il cellulare: è Mario , lo specializzando anziano e braccio destro di Barbablù.

"Mario, ciao: dimmi..."

"Propofol, scusa: sei per caso in ospedale?"

"Smontavo dalla notte, stavo andando a casa, posso aiutarti?"

" Eehhh, si...cioè, forse....tu sai qualcosa dell'ematologia?"

"come materia in generale o parli del lavoro con la Rossi?"

"Non lo so!!! ho appena ricevuto un messaggio da Barbablù con scritto: Chiama Propofol e scrivete all'ematologa per iniziare questo cazzo di lavoro...hai idea di cosa voglia dire?"

"Si, Mario , tranquillo. Ora ti mando il numero della Rossi, tu la chiami e la solleciti per mandarci la documentazione per il protocollo sull'ottimizzazione del sangue nella protesi di ginocchio, poi la chiamo io e me lo faccio mandare"

"Ah, ok."

"Mario, sai chi mi sembri? Andrea, la protagonista de "il diavolo veste Prada""

"Propofol, non sai quante volte ho pensato che la mia specializzazione è una lunga ripetizione di quel film"

"si, io ho l'impressione di fare la parte di Stanley Tucci..."

"Hai anche i libri di Harry Potter?"

"Guardo..."

 



mercoledì 17 aprile 2024

Effetto notte

- Sofi, per domani devi portare la cartellina di arte?
- No, mamma
- Ah, quella di tecnica? 
- Neanche
- Mammamia non fate proprio niente il giovedì!
- Mamma oggi è martedì.

mercoledì 3 aprile 2024

Miracoli pasquali

 Ho già parlato altrove dei miei piccoli miracoli pasquali.

A riprova che Nostro Signore con me si fa due risate, quest'anno ne abbiamo avuto uno il venerdì santo.

Paziente giovane in lista per tumore, quindi non rimandabile. Per una serie di casi che sfiderebbero la legge delle probabilità è sfuggito a tutti quello che lui dice subito a me in presala: "dottoressa, guardi: mi hanno detto che sono difficile da intubare, di dirlo quando vengo operato"

Sorrido, bestemmio mentalmente in sanscrito poi lo guardo e gli faccio aprire la bocca, piegare il collo, alzare la testa, dire trentatre e faccio tutte quelle misure cabalistiche che facciamo noi anestesisti in questa situazione. 

Indubbiamente non sembra avere un anatomia favorevole, ma nemmeno così male...io, che ormai sono per età e per curriculum , un anestesista esperta, solitamente un tentativo lo faccio e utilizzando i device moderni con un po' di fortuna riesco senza problemi...

Storco la bocca e chiamo la primaria. Lei tace. Penso che mi dirà" Prova, casomai lo svegli" invece lei, che ogni tanto c'ha dei momenti paranormali, contrariamente al solito mi fa:" Chiama il broncoscopista, cospargiti il capo di cenere e chiedigli di venire a intubarlo col broncoscopio"

Io attacco, chiamo il broncoscopista, poi penso: "Vabbè, io ci provo intanto che arriva , così casomai gli dico di non venire..." ma in sala non era pronto niente quindi comincio a preparare tutto e nel frattempo il broncoscopista è arrivato. "Ok, mi dice " allora tu lo sedi e io lo intubo"

"Vuoi che faccio prima un tentativo?" chiedo 

"Ma no " mi risponde "tanto sto già qua"

prepara tutto, inizia la procedura con la sicurezza di chi l'ha fatta milioni di volte e tac, non riesce a passare...la gola di questo paziente ha un anatomia completamente sovvertita, la procedura si prolunga, passiamo dei brutti minuti e alla fine , grazie alla sua bravura ed esperienza, alla mia e anche ad un po' di culo, il paziente viene intubato.

Alla fine siamo tutti affannati a guardarci, con il povero paziente ignaro che dorme tranquillo tra noi, e Barbablù che osserva la scena con serenità ortopedica.

Io, prima di pensare che vorrei una birra ho un ultimo momento di lucidità: se provavo a intubarlo questo mi moriva sul tavolo. Garantito al limone.

Poi ho pensato solo alla birra, ed è questa capacità da Homer Simpson che permette a noi anestesisti di sopravvivere. 

Grazie Signore

venerdì 22 marzo 2024

mali della tecnologia

 Tra i 100 ricordi che spero i MIB mi tolgano con un neuralizzatore ci sono diverse consulenze dei miei anni giovanili nel reparto psichiatria, sezione disturbi dell'alimentazione. Consulenze a giovani donne, di fatto già morte, che terminavano con un forzatissimo "non indicazione al trattamento rianimatorio" scritto proprio con la gola chiusa e la penna che si rifiutava.

Accanto a me operatori e parenti tutti segnati da quel senso di disperata impotenza di chi si deve arrendere all'invisibile. 

Di quelle esperienze mi è rimasto un atteggiamento rigidissimo verso qualunque commento sul corpo di una donna e una gran paura che quel mostro possa sfiorare anche solo per un attimo mia figlia e trascinarla in quel buco nero. 

A volte però forse arrivo un po' alla paranoia.

Il mese scorso infatti si è rotta la bilancia a casa e ne ho ricomprata una in offerta di quelle che ti calcolano pure il bmi, l'impedenziometria, la percentuale di massa grassa, di massa magra, di massa ossea, fortunatamente non di quella cerebrale sennò mi sarebbero venuti ancora più problemi di autostima.

Questo oggetto di grande impatto tecnologico ovviamente si sincronizza con l'apposita app del telefonino e gli manda tutte le misurazioni.

Il terzo giorno, quindi,  sincronizzo l'app dopo essermi pesata e trovo 34 nuove misurazioni, di cui 3 mie e 29 tutte sui 49 kg, peso che esclude Gio più o meno dalla terza media. 

29 misurazioni mi hanno subito insospettito: cos'è questa nuova attenzione al peso in una tredicenne? Mi sono mossa cautamente e ho cercato prima di approcciare il discorso con qualche domanda...."Sofi, quant'è che pesi e quanto sei alta?"

"senza neanche guardarmi ha risposto: " boh, ma' ,peserò sui 50 kg..."

visto che quest'approccio non sortiva risultati mi sono messa a controllare la sua alimentazione: al secondo piatto di pasta e lenticchie che si versava mi è sembrato improbabile che avesse una tendenza all'anoressia...ho controllato se andasse a vomitare dopo il pasto, ma si è sbragata sul divano col telefonino in mano a guardare i video di youtube.

Nel frattempo risincronizzando il telefono ho trovato altre 10 misurazioni. 

Sempre più perplessa mi sono messa a studiarle e ho visto che erano tutte ravvicinate tra le 7 e le 7.15 del mattino, così mi sono appostata fuori dal bagno e facendo la vaga ho cominciato a passare e ripassare come se stessi facendo altro per sbirciare dalla fessura della porta.

Ebbene dopo 3 minuti mi sono resa conto che questa piccola deficiente sale sulla bilancia per arrivare più vicina allo specchio e mettersi meglio il rimmel. E la bilancia ogni volta che si attiva e registra il peso mandandolo poi dritto al mio telefonino. 29volte in 15 minuti perché sale, riscende e risale managgia a lei!!!!!!

L'ho pesantemente insultata mentre mi guardava senza capire con la faccia di chi dice: "azzo vuoi?! " , ho disinstallato l'app della bilancia smadonnando e poi sono tornata in cucina pensando, ma con sollievo , che fare il genitore è il peggior mestiere del pianeta

venerdì 8 marzo 2024

vivi e lascia vivere

 Io sto invecchiando male, e questo è palese a tutti, ma mi sembra sempre di più che ci sia una quantità di gente che rompe i coglioni al prossimo costantemente, per qualsiasi cosa. Gente che non riesce a fare a meno di sottolineare qualsiasi imperfezione anche in cose che non la riguardano minimamente, che non riesce ad astenersi dal commentare il lavoro degli altri, la vita degli altri, le scelte degli altri, qualunque esse siano, cercando qualsiasi appiglio per trovare errori, difetti o mancanze o fare osservazioni. 

Sempre più gente convinta di avere titolo per fare commenti, anche con toni e scelte di parole ben aldilà di quello che io considererei una "pacata osservazione", su tutto quello che gli capita sotto gli occhi, solo per il gusto della polemica, della critica, del rimprovero.

La scorsa settimana alle 8 del mattino ho chiesto ad un infermiere se aveva fotocopiato la cartella del paziente che doveva andare via. 

"Non l'ho fatto! nessuno mi ha detto di farlo" ha risposto lui piccato

io sono stata zitta , ma la mia collega ha subito ribattuto: Non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo! queste cose fanno parte delle mansioni infermieristiche!

La discussione è andata avanti altri 10 minuti.

10 minuti di parole al vento per un dialogo che doveva essere:

"Mario, hai fotocopiato la cartella del paziente?"

"No, Propofol, ora lo faccio."

12 secondi in tutto, compresa la pausa per sorseggiare il caffe.

Ora, consentitemi un luogo comune, sarà che io sono romana e noi siamo stati inclini, dai tempi dell'impero a Gigi Proietti, a cercare di non rompere il cazzo alle gente se proprio non è necessario. Vivi e lascia vivere è un bel motto che io mi sento di abbracciare caldamente.

Però pensando a queste persone cercavo di trovare un denominatore comune che mi spiegasse che gusto ci provano a comportarsi così, anche perché il loro comportamento ha un riflesso sull'intero ambiente in cui stanno, sia esso la famiglia o la sala operatoria o il gruppo sportivo. All'inizio pensavo fosse una questione di pignoleria, del fatto che queste persone notano molti dettagli e quindi li enfatizzano, ma non è questo: guardandoli bene mi sono convinta che loro rompono le palle agli altri per dimostrare che esistono. Evidentemente sono così insicure che se non sono al centro dell'azione, se gli altri non focalizzano su di loro la loro attenzione, non si sentono "riconosciute" e hanno paura di non essere considerate. Sembrano forti, ma in realtà sono talmente deboli che se qualcuno non gli dimostra di prenderli in considerazione ogni momento si sentono sparire. 

Questa profonda spiegazione psicosociale non mi leva del tutto la voglia di dargli una capocciata. Però un po' si


sabato 2 marzo 2024

Una vera scienziata

In città ci sono stati dei disordini in cui era coinvolta anche la polizia. Siccome la cosa ha avuto un po' di risonanza, gli amici di fuori mi hanno mandato messaggi. Tra i primi, Ale, il padrino di Sofia, laureato in fisica,anche lui con figli "piccoli"

A: Oh, ma Sofia è stata coinvolta negli scontri?

Io: No, per fortuna a quell'ora era a casa che partecipava alle olimpiadi di matematica

A: Nella torre d'avorio mentre il mondo brucia...

sabato 24 febbraio 2024

Povero Agamennone

Sofia ha un'amica che si chiama Elettra. Io quando ho sentito il nome sono rimasta un po' stupita: "Accidenti" ho detto " le hanno dato un nome impegnativo!

Lei mi ha guardato indignata: "Mamma, ma guarda che mica perché si chiama così dev'essere come quella scema di Elettra Lamborghini!!!!"

Grazie, professor Colleoni, per tutte le volte che mi ha interrogato in letteratura greca, per avermi trattenuto intere domeniche in casa a tradurre pedissequamente i tragici greci e per avermi costretto con metodi brutali e retrivi a ignorare quasi completamente l'esistenza di Elettra Lamborghini, il cui nome , tutto sommato, è meno impegnativo della sua più illustre ed oscura omonima...

sabato 13 gennaio 2024

Ma come fai a dirglielo

 L'altra sera sono arrivata in terapia intensiva per dare il cambio al collega e, invece della solita scena di tranquillità precena ho trovato un campo di battaglia con tanto di modelli INPS del decesso da preparare.

Il collega che smontava, un anziano preparato a tutto, mi è venuto incontro con l'aria di chi ha venduto cara la pelle: "Mario, tutto bene?"

"Bene un cazzo...sono montato stamattina alle 8 e non sono riuscito neanche ad andare al cesso...il paziente del letto uno è morto stamattina, abbiamo ricoverato il letto tre alle 15, alle 16 il letto due ha deciso che doveva morire pure lui e si è arrestato così, all'improvviso, senza nessun segno, siamo stati a lavorarci fino adesso, l'ho ripreso non so come e l'ho stabilizzato..."

"minchia...."ho esordito io

in quel momento entra Debora la specializzanda, con l'aria fresca e riposata di una trentenne, che guarda il collega tutta felice: "Allora Mario, io vado: grazie! grazie mille! è stata una giornata fantastica! ho visto tantissime cose che non avevo mai visto!" ha detto,  trasudando entusiasmo.

Io ho taciuto, Mario l'ha guardata e si vedeva palesemente che stava per dire altro, poi però ci ha ripensato e ha detto solo "Prego , figurati" 

Ed io l'ho ammirato tanto per questo.

lunedì 8 gennaio 2024

Bisogna ammettere la sconfitta

 Mentre per fare un'anestesia vera e propria serve un anestesista, per fare un'anestesia locale basta un po' chiunque: chirurghi, dermatologi, ortopedici. La differenza sta, secondo me, in quella che si potrebbe chiamare "Prestazione minima richiesta." E sì, perché fare un anestesia locale non è così semplice come immaginano alcuni: non basta buttare dell'anestetico a casaccio vicino a dove si taglia, o meglio non sempre basta; e come sempre ci sono alcuni che studiano quello che fanno e altri che fanno cose a caso pensando che qualcuno cimetta una toppa. Tipico è l'esempio dell'ernia inguinale, procedura che viene fatta in locale "assistita" dall'anestesista: se il chirurgo sa quello che fa l'assietnza si limita a  due chiacchere col paziente, se il chirurgo pensa che basta una punturina qua e là mentre taglia a me tocca fare delle dosi di anestetitco e antidolorifico che basterebbero per un trapianto di fegato.

Mediamente i nostri ortopedici sono bravini con l'anestesia locale, soprattutto uno, che è uno specialista della chirurgia del piede e di solito fa tutto da solo senza neanche coinvolgerci; io però, che mi stufo a stare con le mani in mano e sono un impaziente, quando sto con lui gli chiedo se posso fare io l'anestesia locale, così ne approfitto per muovere un po' le mani o addestrare lo specializzando.

"Anestesia perfetta" mi ha detto l'altro giorno uscendo dalla sala "la paziente non ha sentito nulla"

"maddai?! ho risposto io con un po' di spocchia "proprio come se fossi un'anestesista, eh?"

"no" ha risposto prontamente lui " proprio come se tu fossi un ortopedico"

Game. Set. Match.