lunedì 23 dicembre 2013

Sicurezza informatica

Rianimatore di guardia a voce alta:
"Qual'è la password del programma per vedere gli esami del sangue? "
Paziente del letto 3, degente da un mese , in via di ripresa:
 "ria2013. Tutto minuscolo. "

lunedì 16 dicembre 2013

L'immaginazione è una cosa seria

Nell'immaginario comune uno scienziato è un uomo privo di fantasia.
Niente di più lontano dal vero.
Gli scienziati sono uomini che con dei voli pindarici, spesso partendo da pochissimi mezzi ed indizi ,riescono ad “ immaginare “ il processo sotteso ad un fenomeno; la storia della scienza è costellata di figure così originali, sregolate, fantasiose, da essere paragonabili, senza fatica ai grandi protagonisti della storia dell'arte.
Un gruppo di sognatori, poco più che ventenni, con una determinazine e una tendenza all'idèe fix degne del buon Michelangelo sulla Cappella Sistina, hanno immaginato, senza vederlo, che il DNA avesse quella improbabile forma a “doppia elica” e avevano ragione.
Il salto di pensiero con cui Kary Mullis, surfista con la passione per l'LSD, ha ideato un metodo così semplice e perfetto come la PCR - metodo che ha spalancato la strada a tutte le nostre attuali conoscenze sul DNA - è paragonabile solo a Giotto, che inserisce la banale, semplice, perfetta prospettiva, dove prima non c'era, rivoluzionando l'intero mondo dell'arte occidentale.
Tutti questi uomini però, hanno in comune la scelta di assoggetarsi alle regole dello stesso metodo: il cosidetto metodo scientifico, il cui padre è , nientemeno, che un altro artista rivoluzionario del passato: Galileo Galilei.
Il metodo scientifico , secondo wikipedia, è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile.
Su questo metodo è stata costruita la nostra cultura e, mi viene da dire, la nostra civiltà.
Il metodo scientifico non è il solo che si può usare: la medicina tradizionele cinese, per esempio, con cui si cura un buon miliardo di persone, è basata su principi diversi.
In molti credono all'oroscopo, che non utilizza un metodo scientifico.
Insomma: si possono scegliere metodi diversi, ma per comodità quello utilizzato dalla scienza ufficiale della civiltà occidentale è quello scientifico, e mi sembra che tutto sommato, abbia dato dei buoni risultati.

Quando si tratta di investigare l'uomo con questo metodo, la faccenda diventa complicata: primo perchè l'uomo è complicato, secondo perchè l'uomo non è ancora interamente conosciuto, terzo perchè abbiamo deciso che il sacrificio di vite umane in nome della scienza è vietato. (Una commissione di medici appositamente interpellata, scelse di rifiutare l'utilizzo e la validazione di qualsiasi risultato raggiunto dalle sperimentazioni umane dei nazisti, ritenendo che prestare la scienza ad una cosa così infame inficiasse qualsiasi beneficio ottenibile da quegli studi).

Valutare l'efficacia di una medicina, di una terapia, di un trattamento è un salto ad ostacoli per schivare i mille trabocchetti che noi stessi ci poniamo. Vi faccio qualche esempio:
1. il campione: se io volessi decidere qual'è il cibo preferito dagli italiani chiedendolo a 100 persone diverse, ma tutte emiliane, probabilmente nelle prime tre posizioni ci sarebbero le tagliatelle.
Quindi se, alla luce del mio studio, io proponessi ad un ragazzo siciliano un bel piatto di tagliatelle dicendo:"ti ho fatto il tuo piatto preferito!"  si farebbe una risata. Così, se scelgo di testare un farmaco solo su persone molto simili tra loro potrei non cogliere degli aspetti fondamentali del prodotto.
2 la numerosità campionaria: se come campione io prendessi solo la mia famiglia i cibi preferiti dagli italiani sarebbero nell'ordine: mozzarella, olive, uva passa e pomodori al riso.
Per dire che un farmaco ha effetto devo provarlo su abbastanza persone.
3. il cieco: fate la prova con vostra nonna ottantenne. Gli portate delle pillole di vitamine qualsiasi e gli dite he ve le ha date un vostro amico dottore, che sono un prodotto nuovo che fa benissimo per i reumatismi. Dopo due giorni chiedetele come va. Se siete stati abbastanza convincenti vi dirà che si sente proprio meglio! Se poi questo discorso glielo ha fatto il medico di fiducia, si sentirà benissimo.
Se il paziente viene indotto a credere che il farmaco avrà effetto, sentirà un miglioramento, anche se l'effetto non c'è stato. Si chiama effetto placebo, ed è la miglior prova del potere della nostra mente. Il nome scientifico è neuro-immuno-psico-endocrinologia.
4. Se io che faccio lo studio sono convinto, in buona fede o perchè mi pagano per esserlo, che quel farmaco funzionerà, sarò inconsciamente portato a stare più attento ai pazienti a cui lo somministro e meno a quelli che fanno i casi "controllo".
Ecco perchè in studi ben condotti nè il paziente nè il medico che somministra la cura sanno se stanno somministrando il farmaco o il placebo. Per questo si chiamano studi a doppio cieco
5. Quando io non rispondo al telefono a Giò, perchè sto facendo altro, dico: "mah...strano non mi è arrivata la telefonata!!!" e lui, che è uno scienziato, replica: "aspetta che provo a chiamarti...ecco: squilla, non dire cazzate..." .
Non importa se due scienziati in Ungheria sono riusciti a far volare gli asini intingendoli nel burro: o ci riescono tutti con lo stesso procedimento o non è scientificamente dimostrabile.
6. Randomizzazione: è come quando si fanno le squadre di calcetto e uno si sceglie i più forti. Ecco: non funziona così. Per fare uno studio serio i pazienti non te li puoi scegliere, devi prendere quelli che ti capitano.
7. Controllo:
-Ragazze attente: è scientificamente provato che 9 mesi dopo un rapporto sessuale ti vengono dei terribili dolore al basso ventre. è uno studio randomizzato in doppio cieco su un campione enorme: 1.000.000 di pazienti del reparto di ostetricia.
-Ah. ma hai provato con quelle che non sono rimaste incinta?
-Dici che dovevo?
Per dire che un farmaco ha un certo effetto bisogna dimostrare che chi non l'ha preso non ha quell'effetto.

Queste sono solo alcune, tra le più ovvie, delle trappole che ci si parano davanti quando dobbiamo decidere cosa dare ai nostri pazienti. Il processo di commercializzazione di un farmaco prevede un iter lungo e complesso che, se siete curiosi e dovreste esserlo, potete trovare qui.
Qualsiasi cosa vi propongano, dal metodo Stamina alla dieta Dukan, cercate di capire se è stata sottoposta a tutti i passaggi del metodo scientifico, se è validata da degli studi seri, se è stata testata e ripetutamente trovata solida in più centri, su quante persone è stata provata, se qualcuno viene pagato da chi lo produce.
Cercate insomma di porvi con un atteggiamento critico verso quello che, troppo spesso, ci viene propagato acriticamente sull'onda della nostra emotività. Solo così riuscirete, e neanche questo basta sempre, a non essere semplicemente consumatori, ma veri "utilizzatori" di tutto quello che impiegate sul corpo vostro e di quelli che amate.

Una nota a margine. Io credo che sia giusto che ognuno si curi come preferisce. Ma non credo sia nè giusto, nè possibile chiedere allo stato di ammettere, somministrare o finanziare trattamenti che non sono passati per le tappe che sono obbligatorie a tutte le molecole, che devono essere usate come "farmaci".




lunedì 2 dicembre 2013

Lo stipendio di Dio

Suora caposala:"Non dovreste stare sempre a lamentarvi, a chiedere quando pagano e quanti straordinari. Il Papa ha paragonato l'infermiere nelle sue funzioni a Dio Padre che assiste i suoi figli!"
Infermiere:" Dubito che Lui ed io abbiamo gli stessi problemi di stipendio. .."

mercoledì 20 novembre 2013

Certo che potrei: lo chiamano "omicidio premeditato".

-"Mi dispiace signora, ma data la situazione clinica è probabile che suo marito non riprenda più conoscenza e rimanga così...."
-"Oh dottoressa!  un uomo come lui, rimanere così nel letto come un vegetale...ma non potreste fargli qualcosa in vena per farlo morire?"

lunedì 18 novembre 2013

Amore e Psyco

Era il primo agosto del 2002, tenete a mente la data:01/08/2002.
Nel caldo torrido dell'ora di pranzo, in una villa in cui l'erba era secca e le cicale frinivano impazzite, un ragazzo e una ragazza si sono dati il primo bacio.
Quel bacio avrebbe portato, con grande stupore di tutti e sopratutto dei protagonisti ,ad una convivenza, alla nascita di una bambina, ed al successivo "Sì" di fronte all'ufficiale del comune appositamente convenuto.
Mai pensando, in sostanza che da quel bacio estivo dato con leggerezza, mi sarebbero piovuti addosso Gio come marito e Claudio, detto il "Caciara", come testimone di nozze.
Se avessi seguito gli ammonimenti della mamma, infatti, non sarei poi stata a casa in quel primo agosto 2011,  ad aprire la porta ad un fattorino che portava un pacco indirizzato a me con dentro un regalo ed un biglietto che recitava: "per i nostri meravigliosi 10 anni insieme, con amore, Claudio."
Ed io, dopo averci pensato per una decina di minuti ho capito che non poteva essere che lui, il Damone di mio marito Pizia, il gatto di mio marito volpe, perché solo loro due potevano riuscire ,uno a sbagliare l'anno dell'anniversario , e l'altro a comprare il regalo dal suo account di Amazon  per la moglie dell'amico, senza ricordarsi di togliere l'opzione "firma automatica" dal biglietto annesso.

Ora, dopo solo due anni dal regalo per il nostro decimo anniversario, il Caciara si sposa e , sì, indovinate chi è il testimone?
Ed io non so se devo avvertire la fidanzata che in realtà il pacchetto di psicopatici ne comprende due. Finché morte non li separi.

domenica 17 novembre 2013

Rispondi, adesso!

Ci sono cose a cui non si puo sfuggire:  per esempio se sei un anestesista anche vagamente di sesso femminile, qualsiasi uomo, di qualunque ceto, razza religione o inclinazione sessuale -mi e capitato anche con un gay, giuro!- venendo a sapere il tuo lavoro farà la stessa cosa: ti guarderà con sguardo malizioso ed esclamerà, con voce carica di sottintesi:"Ma allora tu  gli uomini li fai dormire..."
Ed io ogni volta che vedo lo sguardo che precede questa battuta vorrei dire: "nonono! ESTETISTA Ho detto ESTETISTA!  " solo per evitare di sentirla un'altra volta.
Questo fino a ieri. Fino a quando una collega ha illuminato la mia vita.
Eravamo al bar dopo il lavoro con  altri medici ed un ortopedico (e ti pare...) ha fatto la battutona: "...ma voi siete anestesiste, gli uomini li fate dormire!"
La mia amica senza scomporsi e con un espressione glaciale in viso ha tagliato subito la questione: "No. A noi ci pagano per svegliarli. È quella la parte difficile. "

lunedì 11 novembre 2013

Avete dei neuroni specchio, usateli.

Ore 9.00 sala operatoria: un ragazzo sui 20 anni deve sistemare un frattura del polso. Sul petto, a sinistra in alto - dove tutti credono che sia il cuore, ma si sbagliano - ha tatuato un nome: Mario.
Entriamo in contemporanea io e l'infermiera ed io dico: "Vediamo un po', ti chiami Mario?" (prima domanda cretina), "No", risponde lui, "Mi chiamo Pietro. Pietro Rossi". Io annuisco, sorrido e mi rimetto a guardare la cartella. Con la coda dell'occhio vedo l'infermiera che sta per aprire la bocca, alzo gli occhi per fulminarla con lo sguardo, ma non faccio in tempo che lei garrula cinguetta: "E allora perché hai tatuato "Mario" sul petto?"

Dai, ditemi che non l'avreste fatto. Per favore.

Puntuale come la rata dell' Enpam arriva la risposta:"Perché Mario era mio fratello. è morto l'anno scorso di incidente stradale. Aveva 18 anni"
Gelo in sala. Ovviamente.

Ore 21.30 casa dei miei:  rientro sfranta dopo una giornata di merda e passo a prendere Sofia. Mia madre mi dice: "perché non ti fermi a mangiare un boccone?" io, che ho la testa che mi gira dalla stanchezza e zero voglia di cucinare, dico ok. Il mio umore si evince dal fatto che rispondo a monosillabi mugugnati e ingurgito il cibo senza neanche vederlo; dopo un quarto d'ora riprendo un po' di vita e mi comincio a rilassare, faccio  un po' di conversazione con mio padre, due risate e l'umore mi sta virando al civile/sociale, quando mia madre mi apostrofa a tradimento: "ma stai seguendo la dieta? Pensa che la tabaccaia  all'angolo mi ha chiesto se sei di nuovo incinta per quanto ti ha visto ingrassata!"

Anche questo, vi prego, ditemi che non l'avreste fatto.

Ore 16.00 ai giardinetti: in mezzo a dei bambini vocianti passa una giovane donna. Un imbecille sulla sessantina, che evidentemente è un conoscente, le attacca bottone. La ragazza fa conversazione cortesemente e il vecchio imbecille , evidentemente abusando della sua cortesia comincia un terzo grado:
-:" ma quando fate un bambino?" la interroga
-: "eh, adesso vediamo, ci stiamo pensando" risponde lei sul vago
-: "ma come ci state pensando? ah, questi giovani d'oggi! noi non aspettavamo tanto a fare i figli! voi siete troppo viziati!
-: "beh, siamo appena sposati..."
-: "eh, appunto! che aspettate?
-: "ora che ci sistemiamo col lavoro..."
-: "Ma quale lavoro! in qualche modo i figli si mantengono! volete sempre avere la pappa pronta!"
-: "..."
-:" guarda che poi diventate troppo vecchi, e non vi vengono più! dovete sbrigarvi!"
a questo punto la ragazza, che da qualche minuto dà segni di turbamento sempre maggiori, scoppia a piangere e scappa via, mentre il cretino la guarda allibito.
Io so, per il mio lavoro, che il marito sta facendo degli accertamenti perché sembra che abbia una malattia ematologica per la quale dovrà fare chemioterapia.

Mi chiedo: possibile che siamo diventati così graniticamente insensibili ai sentimenti degli altri?
è possibile che non ti vengano in mente delle ragioni per cui un ragazzo di 20 anni si fa tatuare un nome sul petto?
Possibile che nessuno si renda conto che anche le ragazze cicciottelle (e a maggior ragione le 37enni!) hanno in casa degli specchi e delle bilance?
Veramente sei così scemo da credere che un ragazzo e una ragazza che si sono sposati non abbiano mai considerato l'ipotesi di avere un figlio?

e sopratutto: chi, o cosa ti fa sentire autorizzato a dire cose palesemente sgradevoli o ineducate? cosa ti fa credere che si possa dire tutto, in qualunque momento ed in qualunque forma a chiunque?

Per favore. PER FAVORE. Utilizzate la semplice regola universale che Nostro Signore ci ha così saggiamente inviato: "Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi."
e, mi permetto di aggiungere: prima di aprire la bocca, ACCENDETE QUEL CAZZO DI CERVELLO!!!

lunedì 4 novembre 2013

Le domande che non vorresti sentirti fare (post per addetti ai lavori)

Un allieva infermiera guardando la Tac appena fatta di un paziente, mentre io lo sto assistendo:

"Dottoressa, che vuol dire quando un polmone è tutto bianco e l'altro tutto nero? "

giovedì 31 ottobre 2013

Umorismo da ponte dei morti

30 novembre ore 19.00
( Suora caposala):- Buona festa allora! E speriamo che domani siamo tutti Santi!
(Anestesista):- Speriamo di no, sorella, sennò dopodomani siamo tutti morti!

lunedì 28 ottobre 2013

Concorsi

Tutti dicono, con varie gradazioni di sdegno e rassegnazione, che in Italia i Concorsi Pubblici sono truccati.
non lo so, probabilmente è vero.
Se però si guardano le cose da vicino, almeno i concorsi per anestesia, le cose non sono così semplici.
Facciamo un esempio:
Io sono un giovane studente di medicina di una cittadina mediogrande di qualche parte d'Italia, che chiameremo Cittàpoli. Cittàpoli ha un piccolo ospedale , ma non un università, che io frequento a Metropoli, il centro più grande a qualche centinaio di chilometri di distanza.

Dopo la laurea, con un imperdonabile errore, entro ad anestesia e dopo i primi anni chiedo e ottengo di andare all'ospedale di Cittapoli. Qui frequento le sale operatorie e la piccola rianimazione dell'ospedale. Dopo la specializzazione, il primario di Cittapoli mi offre un contratto  a tempo determinato, per una maternità: entro a far parte del gruppo, i colleghi mi danno una mano con benevolenza, imparo le procedure e i modi di lavorare dell'ospedale.
Dopo un anno la collega torna dalla maternità e il primario riesce a farmi avere un contratto libero professionale per un altro anno. Ormai sono ben inserito nell'ingranaggio: la mia presenza scarica i colleghi più anziani dei turni più faticosi e aiuta quelli più giovani; non sto pubblicando molto, perché l'ospedale di Cittàpoli ha risorse limitate per la ricerca, però sono diventato un bravo anestesista.
Passa un altro anno ed un collega anziano va in pensione. L'ospedale è sotto organico e il primario decide di assumermi.

Oppure: Facciamo che il giovane specializzando resta a Metropoli. Entra nel gruppo della rianimazione e ci lavora per tre o quattro anni. In una grossa rianimazione si lavora sodo: al nostro giovane neospecialista toccano per due o tre anni i turni peggiori, domeniche, notti e feste, impara molte cose, alcune particolarmente complesse, nelle ore libere studia e pubblica qualche lavoro. Dopo tre anni intensi è un anestesista preparato ad affrontare situazioni molto complesse e a gestire macchinari da diverse centinaia di migliaia di euro. Quando uno degli anziani va in pensione il primario lo chiama e gli chiede se vuole restare. Lo sventurato risponde.

A questo punto in entrambi i casi si apre uno scenario complesso: in Italia gli enti pubblici non possono assumere per chiamata diretta, ma devono  fare un Concorso Pubblico, perciò, dopo aver trovato i soldi per fare un concorso nazionale devo scegliere i candidati.

A questo punto, sia la rianimazione di Metropoli, che l'ospedale di Cittapoli vorrebbero poter assumere il loro candidato.
E onestamente, non so dargli torto.
Quale azienda, dopo aver formato una persona per tre anni, vuole lasciarla andare e prendere un illustre sconosciuto per quanto sia buono il suo curriculum?
A Cittàpoli, per esempio, non interessa prendere uno che ha 40 pubblicazioni sui trapianti di fegato, loro non fanno i trapianti di fegato! a loro va bene il loro anestesista che è già inserito nel tessuto dell'ospedale, così come Metropoli vuole quello che ha formato là dentro e che ha già fatto un bel po' di gavetta.
Assurdo? non mi sembra.
Ingiusto? neanche un po'.
Il problema è che questi due devono vincere il concorso, però, quasi certamente non saranno più bravi degli altri. Difficilmente ci sono persone così incredibilmente al di fuori della media da spiccare su tutti, specialmente su una disciplina vasta e complessa come l'anestesia; ci sono invece medici mediamente ben preparati, con più esperienza in alcune cose, con più attitudine verso una o l'altra branca, con qualche pubblicazione in più o in meno, ma più o meno equivalenti tra loro.
Quindi resta un solo modo per prendere l'anestesista che lavora per me da tre anni: truccare il concorso. Fargli avere prima le domande e fare domande su argomenti così particolari da mettere gli altri in difficoltà, valutare i titoli in maniera da favorire i suoi, considerare diversamente la gravità di un errore rispetto ad altri, e così via.
Il concorso è truccato? Si.
Per far vincere chissà quali raccomandati? No.
Intendiamoci: è possibile che poi all'interno di un concorso arrivi una "telefonata" per raccomandare questo o quello, ma secondo me se si studiano le graduatorie dei concorsi delle varie regioni, emergerà che ogni ospedale ha preso gli anestesisti che ha formato.
La verità è che il sistema dei Concorsi Pubblici in questo paese non solo finisce per non favorire la meritocrazia, ma costringe anche a "barare" per fare una cosa giusta e normale, e ,come al solito, mi chiedo perché una cosa così semplice non balzi agli occhi.
Forse sono strana io.

P.s. A scanso equivoci, preciso che io non sono vincitrice di concorso pubblico e sono attualmente precaria in un ospedale privato. Questo per evitare che qualcuno pensi ad una "excusatio non petita".

lunedì 21 ottobre 2013

Su internet andatevi a guardare i siti porno

Colloquio con i parenti, un fratello e una sorella, venuti ad informarsi per la madre a cui è stato tolto un pezzo di fegato.

Io: "...e quindi, se tutto va bene, domani tornerà in reparto..."
Fratello: " bene...senta dottoressa...visto che lei è così gentile e disponibile...non è che potrei chiederle una cosa?"
Io:"certo! mi dica pure!"
Fratello: "ecco...volevo sapere: a mia madre è stato tolto tutto il fegato?
Io"no, solo una parte, un lobo, si dice. "
Fratello: "no...perchè... mi hanno detto che gli organi molli, non si possono togliere solo in parte...cioè si deve per forza togliere tutto..."
io: "scusi, ma chi glielo ha detto?"
Fratello: tace , imbarazzato e arrosisce.
Sorella: (con malcelata aria di sufficienza e disprezzo): "l'ha letto su internet!!!!"

lunedì 14 ottobre 2013

L'ultima frontiera del portachiavi per armadietto (o la capacità di non prendersi troppo sul serio...)

Dai, ammettetelo: la cosa che più vi piace di noi anestesisti è l'autoironia.
Eh, si: perchè l'anestesista/rianimatore è in realtà lo sborone* supremo; il coatto che arriva ciancicando la gomma e fa: "Dove sta l'arresto cardiaco?", come se chiedesse dove sta il banco del pesce; quello che mentre tutti si affannano spaventati dice: "oh, calmi!", come se lui invece stesse in fila alla posta; che mentre rianima dà ordini secchi e saccenti a tutti gli altri medici (e la tentazione è forte: io, che sono la donna meno aggressiva di tutto il mondo, una volta ho detto ad un professore di cardiologia, con aria di sufficienza: "Vabbè, penso che adesso una cannula siete capaci a mettergliela da soli, no? o devo restare ad aiutarvi?!") .
Il coglione che invece di accontentarsi come tutti gli altri medici di cercare di combattere la malattia , ha deciso, in un supremo rigurgito di superomistica idiozia, di cercare di combattere la Morte in persona. E, secondo la legge di Murphy: "Non puoi vincere, non puoi pareggiare, e non puoi neanche ritirarti".



Però, ovviamente, quel coglione lo sa benissimo che ha perso e basta e quando torna a casa, a forza di prendere schiaffi,  si sente una bella merda e pensa che avrebbe dovuto fare dermatologia, come gli avevano suggerito, che in fondo le pustole hanno il loro fascino.
Ma che fare ormai? mica ti puoi mettere a piangere, che tanto lo sapevi, dai! quando hai firmato quel foglio, che lavoro era!
Tanto vale buttarla sul ridere, almeno, quello sì, fa sempre figo...






P.s. il portachiavi non è mio: è di un anestesista bravissimo, che riesce sempre a strapparti una risata, anche nei momenti peggiori


(sborone: agg, m,sing; esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benchè minimo senso di misura,tatto ed eleganza)

lunedì 7 ottobre 2013

Appuntamento al buio

Sabato pomeriggio, da numero sconosciuto su Whatsapp





Stasera pizza?

No, sono di guardia! ma chi sei che whatsapp non mi dà il tuo numero?

Rossi! so di guardia pure io! Pizza?

lunedì 30 settembre 2013

Le 10 frasi con cui riesce sempre a farti sentire una merda....


  1. -:"Perchè non mi tieni con te invece di mandarmi a scuola?"
  2. -:"Non voglio andare a scuola, voglio stare sempre con te e papà"
  3. -:"Perchè tu e papà non avete tanti soldi e dovete andare sempre a lavorare?"
  4. -:"Non mandarmi a scuola, ho bisogno delle tue coccole"
  5. -:"Mamma tu preferisci il lavoro a me?"
  6. -:"Mi mancherai tanto"
  7. -:"Io sto meglio di tutto quando sto con te e papà"
  8. -:"Perchè papà deve lavorare lontano?"
  9. -:"Perchè tu devi lavorare di notte?"
  10. -:"Ma non c'è nessun'altro che potrebbe curare le persone, così tu curi solo me?"

lunedì 23 settembre 2013

È inutile:per lui sei sempre la cosa sbagliata!

Il primario entrando nella sala relax: "dove sono gli anestesisti?"
Noi ci guardiamo:"Eccoci prof. Non le bastano tre?"
E lui: "ma quali anestesisti! Voi siete al massimo tre straccioni di rianimatori!"

sabato 14 settembre 2013

Il lato oscuro dell'anatomia

Sabato mattina in radiologia con uno dei miei medici preferiti: anziano, competente e inkazzoso.

Paziente uno:
Rivolto al tecnico durante l'esecuzione di una risonanza piuttosto complicata e di difficile interpretazione: "Allora? Si è accesa qualche luce nel buio dell'anatomia? "

Paziente due:
Guardando la ricetta del medico: "Ma questa cos' è? La giornata degli esami a cazzo? Ma questo che ha scritto? Fossa cranica invece di fossa pterigoidea? " -schifato- "Questi nell'anatomia ci brancolano..."

giovedì 12 settembre 2013

Primo giorno di scuola materna

 Nel cortile dell'edificio c'è una gran folla, ed io prendo Sofia in braccio per paura che si spaventi; camminando le dico:
"Hai visto la nuova scuola amore?  è bella no? la tua aula è lì!"
"Sì" mi risponde lei ,tranquilla. "ora  però potresti mettermi giù per favore?"
e trotterella in classe.

Allora ho capito che quella che non è pronta per la scuola materna ,sono io.


martedì 10 settembre 2013

Faccio un altro lavoro, ok?

Lo dico subito a scanso equivoci: a me dei lavori di casa non me ne frega un cazzo.

Diciamo che di fronte alla prospettiva di 12 o più ore senza impegni di tipo lavorativo la mia lista di cose da fare è:
1. stare con Sofia
2. stare sdraiata sul divano a leggere un libro
3.stare sdraiata sul divano a guardare il soffitto
4. stare sdraiata sul divano a dormire
5. uscire a camminare
6. uscire a camminare con un amico
7. studiare degli argomenti di anestesia

le posizioni dalla 2 alla 7 sono variabili a seconda dell'umore.

E si, in effetti percepisco a volte un aumento di entropia quando apro l'anta dell'armadio, ma sempre in maniera nettamente inferiore a quanto percepisca la bellezza della scena d'amore tra Lenore e Wang-Dang nel settimo capitolo de "La scopa del sistema" , cosa questa che mi porta fatalmente verso il divano piuttosto che verso l'armadio.
 E questo non sarebbe un problema per me. C'è infatti una donna valente e generosa che -dietro adeguato compenso- provvede due volte a settimana ad abbassare il livello entropico delle parti visibili della casa, sebbene ci siano cose che ormai sono in disordine da così tanto tempo che il nostro occhio le percepisce in ordine.
L'intoppo di questo meccanismo perfetto sono gli altri. E in particolare:
Mia madre, che appartiene a quella categoria di donne classficabili alla voce "casalinga perfetta". Mia madre per cui il fatto che il cielino della finestra sia in abete rosso e non in duglas come gli infissi, costituisce una spina nel fianco ogni volta che entra nello studio, cosa che io rimuovo puntualmente ogni volta che lei esce di casa.
Mia madre e mia suocera, che hanno idee diverse su ciò che va stirato e che ,se arrivano a casa mia una dopo l'altra, ridividono tutti i panni piegati (da loro, io aspetto che i panni scendano dallo stendino da soli).
E non ultimo , mio marito. Che quando l 'ho conosciuto non sapeva cuocere neanche un uovo e adesso ha da ridire su come riempio la lavastoviglie.
Mio marito che è afflitto da una forma grave di "sindrome di Cenerentola", che lo porta a scendere a buttare la spazzatura compulsivamente ogni volta che mette piede a casa, con una frequenza tale da farmi credere che andasse a chiamare l'amante; e sopratutto con una frequenza tale da consumare tutte le buste di plastica della casa, cercando poi di riciclare quelle già usate per spazzature precedenti con risultati discutibili.
Mio marito, lui, che l'altro giorno guardando il pavimento della cucina mi ha detto: "Ma hai visto che schifo?" ed io ho risposto :"Amore, ho studiato tanto, abbiamo fatto tanti sacrifici, a 25 anni mi venivi a prendere alle due del mattino all'uscita del centro trapianti, perchè mi mettessi a fare le pulizie di casa?"
Ha risposto:
-: "No, quello l'ho fatto perchè diventassi ricca, ma visto che non ci è riuscito una spazzata al pavimento la potremmo pure dare ogni tanto."

sabato 7 settembre 2013

Chi non muore si rivede

Si, lo so. Questo blog si è preso una discreta...più che discreta ,pausa estiva. Ma sono successe cose, e quando succedono cose io ci devo pensare su parecchio, digerirle, riassumerle e solo allora le posso scrivere.
Nella fattispecie è successo che ho di nuovo cambiato lavoro.  Ho cercato tra l'altro un modo per scrivere il perché ed il percome ma non mi è venuto niente che non fosse molto offensivo per qualcuno, per cui ho lasciato perdere. 
Il nuovo ospedale è molto carino. È un piccolo istituto in una zona abbastanza di frontiera.  I colleghi sono molto simpatici ed io sono stata assegnata alla rianimazione.
La verità è che io, nata e cresciuta nell'aria gelida e sanguinolenta delle sale operatorie, non so se sono abbastanza brava per la rianimazione. Ci vogliono caratteristiche che credo di non avere proprio: una buona memoria, la capacità di gestire più cose contemporaneamente, una visione a lungo termine della terapia.  Ma come quegli uomini di mezza età che si appassionano al golf anche se non sanno giocare,  io provo una fascinazione irresistibile per la terapia intensiva che...che ci casco sempre insomma.
E così sono abbastanza contenta. Anche se è solo un altro contratto libero professionale per un anno.
Ma ormai la nostra generazione è abituata a vivere pericolosamente.

giovedì 6 giugno 2013

La problematica localizzazione dell'erbavoglio

Non so voi, ma io conoscevo il detto: "l'erbavoglio cresce solo nel giardino del Re", che mia madre mi propinava ogni volta che usavo l'indicativo al posto del condizionale per esprimere una richiesta.
A forza di ripeterlo "ad nauseam" ho imparato le formule di cortesia e la frase si è impressa nei miei circuiti mnemonici tanto che ora l'ho fatalmente ripetuta a mia figlia.
"Ma che è 'sta roba monarchica?!" ha detto mia marito sentendomi, "noi, in casa siamo tutti Repubblicani: L'erbavoglio non cresce NEANCHE nel giardino del re!"
La mia piccola pasionaria però non è affatto repubblicana, direi che tende all'anarchico insurrezionalista, ieri sera infatto mi ha detto convinta: "L'erbavoglio cresce soltanto nel cimitero del re!!!"

I wanna be/anarchy...

lunedì 27 maggio 2013

Quello che potremmo chiamare l'Inno della nostra generazione

Interno notte, Sofia i sotto il piumino delle principesse col ciuccio in bocca aspetta la ninna nanna
"Amore: che canzone vuoi che ti canta mamma per dormire? I cinque cammelli?"
"No (ciuk,ciuk,ciuk)"
"Quella delle stelline?"
"No(ciuk,ciuk,ciuk)"
"Cocco e Drilli?"
"No, Mamma (ciuk,ciuk,ciuk)mi canti la canzone dei cacchi?"
"Eh?!"
"Quella dei Cacchi (ciuk,ciuk,ciuk) Bblu"
"Amore, col ciuccio non capisco cosa dici...quale la canzone dei caschi blu?"
"Quella che fa: Sciogliamo le camere/per un mondo migliore/sciogliamo le camereere con i caschi Bblu!"

Buonanotte mondo .Sopravvoliamo

giovedì 16 maggio 2013

Fashion blogger

Mentre la sto vestendo per andare ad una festa di compleanno: "Mamma, guarda che sei ancora in pigiama! Non puoi venire alla festa così, devi vestirti! Sennò i miei amici quando ti vedono dicono: Ma chi è questa?!"

Vi prego, chiudetemi in un ospizio prima che compia quattordici anni.

martedì 14 maggio 2013

Mia madre (o i pilastri della società)

Comprando delle rose a mio padre per il loro 20esimo anniversario di matrimonio.
Guardando il bigliettino mi domanda:
"che ci posso scrivere?"
"beh, direi "ti Amo"" rispondo io.
"EEEhhh, sempre esagerata tu, ti amo, così. 
"mamma, dopo 20 anni di matrimonio che ci vuoi scrivere?!
"ti voglio molto molto bene?"

Per i miei 30 anni.
Sospirando: "30 anni...se avevo rapinato una banca a quest'ora ero libera e avevo pure i soldi..."

A Sofia:
"Amore di nonna lo vuoi il succo di frutta all'albicocca?"
"si nonna!"
"lo vuoi nel bicchierino azzurro o in quello verde?"
indicando: "quello azzullo"
"ci vuoi una cannuccia o due?"
(alzando tre dita) "eehhh...due"
"e di colore le vuoi le cannucce?"
"una rosa e una... .velde!"
"ce lo vuoi il ghiaccetto?"
"si nonna!"
"un cubetto o due?"
(alzando cinque dita) "due"

mio cugino quarantenne che assisteva alla scena: "Mettice pure l'ombrellino, no? !"

Oggi, durante una discussione su chi va a prendere Sofia all'asilo lunedì:
"Mamma, cercavo solo di semplificarti la vita!"
"Tu?! TU! semplicare la vita a me! ma se ancora non hai finito di nascere! ancora non sai toglierti le croste dalla testa! Tra un po' neanche ti prepari da mangiare se non te lo ricordo! che mi vuoi aiutare! limitati a fare quello che dico!"
(io ho 36 anni e faccio il rianimatore da 10, vivo da sola da 9, convivo da 6 e ho una figlia da 3)

La scena più bella che ricordo di mia madre, stranamente, non ha niente a che vedere con me: Eravamo a cena fuori per i loro 30 anni di matrimonio e lei, che non se l'aspettava proprio, ha aperto una pagnottella dentro cui papà aveva nascosto un braccialetto di brillanti.
Sorpresa ha alzato gli occhi verso mio padre, che la guardava con infinita tenerezza; col bracciale in mano e le lacrime agli occhi, non riusciva neanche ad ingoiare il boccone per l'emozione.
Dopo qualche istante ha detto solo, con la vece che le tremava: "Papi. Grazie." e mio padre le ha preso la mano.

Tanti auguri alla mia pestifera, insopportabile irritante, indispensabile, fantastica mamma.

domenica 28 aprile 2013

La tracotanza del privilegio

Un paio di settimane fa, durante un intervento chirurgico a cui partecipavano ben due primari di diverse specialità, sono stata interpellata da uno dei due: " E lei che contratto ha, dottoressa?"
"Io? libero professionale, professore" ho risposto
"Ah, per che orario?"
"Quello normale dei dipendenti"
"Ah, quanti anni ha?"
"Trentasei. " ho detto più asciutta e sintetica che potevo.
"Ma pensi!" ha esclamato " io a trentasei anni sono diventato [professore] associato."
io non ho commentato.
"Ma dai" si è sentito invece in dovere di interloquire l'altra eminence gris "sei diventato associato dopo di me!?"

La settimana scorsa ho assistito alla grottesca scena di un impiegato pubblico con lavoro d'ufficio 8.00-16.00 -tredici mensilità-ferie-malattia-straordinari-aspettativa-contributi che si lamentava di quanto fosse gravoso il suo lavoro con una madre di famiglia , barista in nero a 700 euro con orario dalle 6.30 alle 20.00 da lunedì a sabato e 6.30 - 13.00 la domenica.

Un paio di giorni fa una collega non molto più anziana, nè di età, nè di servizio che però ha un contratto, ha dato il cambio al mattino ad una collega più giovane.
La più anziana si è lungamente diffusa con l'altra su quanto le piaccia lavorare e su come sia stata felice  perchè lei è un tipo che di notte da' il meglio, ed è sempre stata una che dorme poco e non le pesa affatto.

Questa collega fa una notte al mese, e ha sottolineato più volte che trova offensivo che lei debba fare le notti.
La collega più giovane ne fa sette che le sono state imposte per contratto senza possibilità di scelta.


Per fare questa unica notte mensile la collega anziana ha fatto venire lo specializzando ad aiutarla perchè lei fa abbastanza per gli specializzandi perchè ciò le sia dovuto, e ha diviso la notte con la collega del pronto soccorso in modo da non stare sempre in piedi.
La collega giovane di notte lavora da sola senza specializzando e solo i colleghi suoi parigrado la aiutano, perchè quelli più grandi restano a dormire.

Nonostante questo la più anziana ha continuato l'autocelebrazione delle sue qualità di lavoratrice indefessa senza affatto notare lo sguardo eloquente dell'altra.

La cosa che più innesca il conflitto generazionale non è ,secondo me, la disparità del trattamento economico o delle possibilità sociali quanto questa assoluta tracotanza del privilegio, vissuto da chi lo ha come un diritto. Questo atteggiamento nega, a chi quel privilegio lo deve subire, anche la possibilità di veder riconosciuto il proprio lavoro, la propria dignità, la propria fatica.
E se chi è più "giovane" (metto questa parola tra virgolette perchè parliamo di gente over 30), è disposto a lavorare di più, non è però disposto ad essere umiliato e trattato come un inferiore, da chi ha l'unico merito di essere nato prima.

Per favore, quando parlate, pensate a chi vi rivolgete e cercate sempre di riconoscere agli altri, anche a quelli più in basso, la loro  fatica. Non immaginate quanto questo possa cambiare per loro.

lunedì 22 aprile 2013

Non gliela do' più finchè non si presenta con un distico elegiaco

Affacciandomi alla porta dello studio con un vestitino succinto:
"Amore, sto bene?"
lui, senza neanche alzare gli occhi dallo schermo: "mmh, sei molto carina."

Sofia, affacciandosi alla porta dello studio in jeans e maglietta:
"Papà, sto bene?"
Girandosi ed afferrandola con un sorriso estatico: "Amore di papà! sei bellissima! sei una principessa! sei l'essere vivente più meraviglioso del creato!"

Della serie: ricordatemi com'era quella cosa che dopo la nascita dei figli le mogli trascurano i mariti?....

mercoledì 17 aprile 2013

Visita guidata per scolaresca al Palatino

(La guida con microfono alla mano davanti ad una ventina di 12/13enni)
"...e quindi Vespasiano aveva fiutato il business, tant'è che decide di tassare anche i bagni.
A quel punto i suoi consiglieri gli dicono:
"A Vespasià: ma nun sarà un po' troppo tassa' pure er piscio?"
ma lui rispose saggiamente:
"Pecunia non olet!"..."



mercoledì 10 aprile 2013

Gesù e la tartaruga

"Sofia, guarda che bella quella grande statua di pietra di una tartaruga!"
"Beeelllaa"
"hai visto che sopra c'è qualcuno? chi è ?" (risposta: una fata)
"èèèè...un pony?"
"no,  guarda meglio: come fa ad essere un pony? mica c'ha quattro zampe! chi è?"
"Ah! è Gesù!"

Dal vangelo secondo Sofia...

mercoledì 3 aprile 2013

Le cose che contano veramente

Gli auguri di Pasqua quest'anno sono un po' in ritardo causa lavoro e smottamenti familiari di varia entità ed origine; anche questa festa  ha fruttato alcune chicche che senz'altro daranno lustro a questo blog, ma nel post tardo-Pasquale voglio raccontarne solo una:
quella di un uomo che si risveglia dopo un intervento di urgenza.
Si accorge di non poter parlare perchè ha un tubo in gola, è rincoglionito dall'anestestico e dall'intervento e vede accanto alla barella della sala operatoria sua moglie.
Lei lo guarda con le lacrime agli occhi, ancora a metà tra ansia e speranza, tra il riso e il pianto, in quei momenti che sembrano proprio da film, perchè in effetti i film li hanno copiati alla realtà.
Lui vorrebbe parlare , ma non ci riesce; lei cerca di capire cosa vuole:  se ha dolore, si vuole spostare, ha sete?  ma non è questo.
Allora prende un foglio di carta e ci scrive sopra le lettere dell'alfabeto e lui, indicandole una ad una col dito, ne sceglie 5.
Le cinque migliori.
TI AMO.

Buona Pasqua a tutti!

venerdì 22 marzo 2013

Il misticismo del sabato mattina

Più invecchio e più divento come Lapòranonnadriana, che si aggirava per casa facendo le faccende, mangiava con gli occhi fissi sul piatto, oppure sembrava intenta a guardare la televisione, ma ogni tanto si fermava e partiva con un invocazione, tipo: "O nostro Signore Gesù Cristo che hai sofferto sulla croce per le nostre colpe!"
e te dicevi: "Nonna, ma è Corrado che fa "il pranzo è servito" che ti ispira queste riflessioni?"
e lei rispondeva misteriosa: "nono, stavo pensando a delle cose mie"
Che poi ti rimaneva sempre il dubbio: ma a che cosa starà pensando ?!

Comunque le sue erano invocazini complessissime; cioè: non si limitava a dire "Madonna mia!" o "Gesù!", no, tirava fuori proprio pezzi di salmo tipo: "O Signor d'amore acceso, non t'avessi mai offeso" o "Il Signore regna rivestito di splendore!" che te non ti saresti ricordato neanche sotto minaccia di morte.
D'altronde mia nonna, a quasi novant'anni, recitava a memoria tutto Pascoli ,con una particolare inclinazione per le poesie più tragiche e orrende, tipo quella del passerotto che torna al nido e lo trova distrutto, che a me tutt'oggi me fa venì il magone.

Ma insomma, per dire che non so come, ma ultimamente succede anche a me la stessa cosa: sto facendo qualcosa macchinalmente e comincio a pensare , magari a qualche problema che ho esaminato già mille volte e per cui non trovo la soluzione e dopo un po' dico a me stessa: "basta rimuginare ! " e allora in automatico mi parte l'invocazione. Io, ovviamente, mi limito a una cosa semplice, tipo: " O Signore Benedetto" oppure "O Santa Maria Madre di Dio".
Poi mi rendo conto che ho parlato a voce alta  e mi guardo intorno furtiva,  pensando: "Cazzo! speriamo che non m'hanno sentito!"

Sabato sono entrata in sala dicendomi che non avevo nessuna voglia di lavorare e che invece avrei voluto stare a casa con la mia famiglia; ma tanto, ho concluso, i soldi servono, per cui è inutile che sto qua a rimuginare.
E ho esalato un bel" O Signore!"
Dopo tre minuti entra la ferrista con aria assorta. Si ferma sulla porta, guarda il tavolo e a voce bassa mormora: "O Signore!"
Ultimo arriva il chirurgo; guarda il paziente addormentato sul tavolo e, senza rivolgersi a nessuno in particolare esclama: "O Signore!"

Il turno di sabato mattina in sala operatoria tira fuori il mistico che c'è in ognuno di noi.


mercoledì 13 marzo 2013

Nuovi assetti familiari e mali che non vengono per nuocere

Una delle università più prestigiose d'Italia ha deciso di assicurarsi la brillante intelligenza di mio marito a tempo pieno per una contropartita in denaro.
E però questo tempio della scienza e della cultura è a tre ore di treno da casa nostra, ed essendo in Italia, la contropartita in denaro non è poi tale da permetterci di mollare il mio lavoro e trasferici tutti allegramente nella cittadina di P. a sperimentare nuove soluzioni di agricoltura biodinamica e trasporto ecologico.
Ecco perchè io sono alla disperata ricerca di concorsi pubblici nella regione di P. e Giò ha iniziato una vita da pendolare settimanale tra qui e lì.

Ed è vero che questa cosa complica le nostre vite, ma io ne sono ugualmente molto fiera.
Lo sono perchè questo lavoro è un riconoscimento per Giò, che c'ha una testa dura e un cuore anarchico, e che ha voluto fare il ricercatore in un paese in cui l'intelligenza è vista con sospetto.
A lui, che è figlio di nessuno in un paese di raccomandati, è stata offerta un opportunità prestigiosa, che si è guadagnato con le sue sole forze, rinunciando a molte cose e scegliendo, imperterrito e coraggioso, la strada più difficile.

Lui. Mio marito.

Tiè.




P.s. Questo fatto di dover vivere separati per ora ci sta sconvolgendo tutti. Ma le cose andranno meglio di giorno in giorno. Sicuro.


martedì 12 marzo 2013

Lapsus da cena in rianimazione

L'infermiera indicando distrattamente la bottiglia sulla tavola: "Che mi passi la Sepsi per favore?"

 ... io comunque ho sempre preferito la Coca cola...

sabato 9 marzo 2013

Ma se ogni tanto accendessi il cervello prima di parlare...

"Mi scusi dottoressa, io prendo questi farmaci tutti i giorni. Domani che devo fare l'intervento li devo prendere?"
"mmm... mi faccia vedere....questo no, non c'è bisogno. Questo invece lo prenda senz'altro!"
"ah, bene, perchè io lo prendo quando sono un po' nervosa...va bene prima dell'operazione?"
"non se preoccupi signora, E' LA MORTE SUA!"

p.s.: nuovo layout: troppo complicato?

lunedì 4 marzo 2013

Nonnità

Se la Sfinge avesse chiesto" Qual' è quell'animale che al mattino cammina sui tacchi, al pomeriggio rompe le palle e alla sera esce completamente di testa?" anche quel sempliciotto di Edipo non avrebbe esitato a rispondere: "la donna! anzi: la nonna!"
La nonnità è una malattia genetica x-linked, dominante a penetranza completa, da grave a severa che si manifesta con perdita totale della capacità di critica verso i nipoti e pensiero paranoico dominante a sfondo nutritivo.
Lo scopo della nonna è far ingurgitare ai nipoti la maggior quantità possibile di cibo in spregio a qualsiasi conta calorica. Avendone in casa diversi esemplari posso dire che l'animale-nonna è particolarmente ingegnoso e versatile nell'elaborare nuove strategie di nutrizione compulsiva.
Di seguito ne riporto alcune degli esemplari da me osservati:

Nonna L. o "la perdita di resistenza": tra la bambina ed il suo nutrimento viene eliminato qualsiasi ostacolo e appiglio di distrazione.
Es: La bambina mangia in piedi guardando i cartoni animati mentre la nonna, inginocchiata sul parquet, le infila in bocca pezzi di polpetta (la carne sminuzzata non va neanche masticata).
Nota bene: questo esemplare, nella sua versione "madre" mi spediva a mangiare in bagno ogni volta che a tavola non sedevo composta mangiando educatamente

Nonna G. o "la goccia cinese": consiste nello spingere "a òutrance" il cibo nella bocca della bambina, approfittando di qualunque apertura seppur minima della cavità orale, senza limite di tempo.
Es. La nonna, a due ore e mezzo dall'inizio del pasto, insegue la bambina col cucchiaino e le infila la carne in bocca mentre lei è sulla tazza che fa la pipì.

Nonno V. o "il cuoco impazzito": consiste nel cambiare continuamente l'offerta di cibo man mano che la bambina mostra di non gradirlo più.
Es: Alla bambina viene fatta la pasta, quando non le va più la carne, poi il pollo, poi il pesce, poi le pizzette, poi le olive poi la verdure,poi il latte....(continua ad lib. fino ad esaurimento scorte)

Bisnonna G. o "Madre coraggio": consiste nel mostrarsi così ansiosa e addolorata di fronte al rifiuto della bambina di alimentarsi ulteriormente, da indurle sensi di colpa tali che la costringano a mangiare.
Es: Non ne vuoi più amore? Nonna piange, nonna è tanto triste, lo vedi che mi fai piangere?

La bisnonna G., che in quanto "bis" ha la nonnità esponenziale, è talmente afflitta dalla sindrome che una volta, avendomi visto rimproverare severamente Sofia che sputava il cibo in faccia alla nonna, per protesta ha smesso di mangiare e ha saltato il pranzo.


giovedì 28 febbraio 2013

Non sono all'altezza

"Mamma, mi prendi Dùdu?" ha detto Sofia, indicando un punto imprecisato della scrivania coperta di pupazzi.
Ho afferrato un dinosauro verde a caso e gliel'ho passato.
"No. Quello è Dinosaurex. Passami Dùdu."
Uh. "qual'è Dùdu amore?"
"Quello. Lì" ha risposto con gesto vago.
Ho preso l'orsetto del Sincrtrone di Grenoble, la versione grande.
"No. quello è Teddy."
Ho preso la versione piccola
"No! quello è il nipote di Teddy! Mamma! voglio Dùdu! sta là!"
in preda a lieve panico ho afferrato il suo amato cane mastino.
"quello. è. Babau." ha esclamato con disprezzo.
"amore, non c'è Dudu. Ma Dudu è l'unicorno che è rimasto a studiare il francese da zia Pizia?" (e che mi costringerà a lunghe riflessioni prima del prossimo viaggio a Parigi visto che in realtà l'abbiamo perso in metropolitana)
"No! quello è Bicchi." si arrampica sulla scrivania e indicando con un minuscolo ditino conclude: "Dùdu. Là."

E , in effetti, lo vedo.
E ha ragione lei.
Lei, che lo scelse tra altri 20 pupazzi simili quando aveva 4 mesi (giuro) indicandolo col dito e balbettando "Du-Du".
Il bambolotto con la pelle nera e il pigiama rosa che prova definitivamente il fatto che la femminilità è innata e il razzismo invece lo impiantiamo noi.
Il bambolotto che, due anni dopo, lei chiama ancora con lo stesso nome. Invariabilmente.
Dùdu.
La prova che devo sbrigarmi a fare qualcosa prima che mi diventi una serial killer.

lunedì 18 febbraio 2013

Sono terribilmente volgare, lo so

" mi scusi dottoressa, non riesco a capire la domanda: a che cosa potrei essere allergica? "

...anche voi avete pensato subito alla stessa risposta a cui ho pensato io...

mercoledì 6 febbraio 2013

C'è una linea sottile...

Scendo in pronto soccorso a cercare l'ortopedico e lo trovo che sta fasciando la spalla di un ragazzo sui 20 anni. Il paziente ha il tipico aspetto di chi si è fatto una bella rissa...
"Con chi hai fatto a botte? gli chiedo
"eh," mi risponde  "due tizi, mi hanno aggredito. Per derubarmi !"
"Ma dai! mi dispiace tanto! pensavo ti avesse menato qualcuno allo stadio o qualcosa del genere!"
"no, no, ho fatto a botte con quei due delinquenti, mi hanno buttato per terra...ma io ho reagito: vedi? ho ancora tutto: telefonino e soldi; alla fine sono scappati!" dice mostrandomi orgoglioso un vecchio nokia e una molletta portasoldi con una trentina di euro.
Io ho guardato l'occhio nero e gonfio, il naso rotto, il lungo taglio sulla spalla che l'ortopedico stava immobilizzando e l'ho ammirato,come no,  perchè anche il quinto emendamento dice che un uomo ha il diritto di difendere se stesso e i propri beni; però a mente fredda la linea che separe un eroe da un coglione è molto sottile,

domenica 3 febbraio 2013

Sic transit gloria mundi

I pazienti sono tutti uguali, ma lo sono anche tutti gli uomini; ed essendo il personale sanitario composto da uomini l'arrivo di un personaggio pubblico in pronto soccorso crea sempre una certa eccitazione.
Se poi il personaggio in questione è un attore che potremmo assimilare , per fama ed età, al compianto Ugo Tognazzi è umano che il portantino del pronto soccorso ,salendo in rianimazione a portare un prelievo, ne annunci la presenza in tono trionfale:
-" oh! lo sapete che c'è Tognazzi in pronto soccorso?!"
coro di esclamazioni miste - "Maddai! e che c'ha?"
come se Tognazzi ti fosse parente...
"eh, c'ha una colica renale..."
gridolini di sgomento "POVERO!!!" 
tipo: Zia Maria c'ha una colica renale. Povera!
A questo punto una delle infermiere più giovani ha ingenuamente chiesto: "Scendiamo un attimo a vederlo?"
La collega anziana l'ha guardata con sufficienza: " Ma che vuoi scendere a vedere?! è Tognazzi, mica Puff Daddy!"

martedì 29 gennaio 2013

Meno male che me l'hai detto, eh!

-"Propofol, il figlio della tua paziente vorrebbe parlarti un momento. Sta fuori dalla sala."
esco dalla porta.
-"Salve: il figlio della signora Rossi?"
-"lei è l'anestesista? "
-"Si, la dottoressa Propofol. Voleva dirmi qualcosa?"
-" Ecco dottoressa, volevo dirle che mia madre è ipertesa e ha avuto un infarto"
-"mmh, l'ho letto sulla cartella..."
-"Ecco, volevo avvisarla che durante l'intervento bisogna tenere la pressione bassa, altrimenti il cuore potrebbe risentirne"...

giovedì 17 gennaio 2013

Il serial killer del secondo piano

-"tecilhalpalchè?"

Sto rientrando a casa dalla notte e il vicino della scala A mi interpella sul portone con queste parole oscure.
-"Eh?? dico, cascando dalle nuvole"
-"TECHLALPALCHE'?" ripete a voce più alta
Ci penso un attimo.
Allora: Pape Satan Aleppe, non era, FTHAGN non l'ho sentito, quindi non è un cultista a cui ho pestato il pentacolo sulla porta...forse è un antico Sumero trasportato qui da una macchina del tempo aliena...
Sto per mimare: TU. CAPISCI. LA. MIA. LINGUA? quando lui , vedendomi perplessa chiarisce:
-" il palchè. sul pavimento. " scandisce facendo il gesto con la mano.
Finalmento ho un illuminazione glottologica: -"Il paRQUeT! " esclamo "Si, ce l'ho il parquet. Nelle camere. " Starà facendo un sondaggio alieno?
"Voglio fare causa contro il passaggio degli appartamenti della scala A alla classe C"
si, è un sondaggio alieno  -"Ma io abito alla scala B" provo a interloquire.
"E' uguale. Una scala e poi vale per tutte. 3 cose: il palchè, il marmo e il duglas. Ce l'hai pure te , no?"
ormai il corso della conversazione mi è completamente sfuggito di mano. Mi limito ad annuire energicamente: "Sisisi!"
"eh, appunto. Ciao." conclude lui trionfante. E se ne va verso l'ascensore.
Devo chiudere il chiavistello la notte. Devo prorpio chiuderlo.