giovedì 28 febbraio 2013

Non sono all'altezza

"Mamma, mi prendi Dùdu?" ha detto Sofia, indicando un punto imprecisato della scrivania coperta di pupazzi.
Ho afferrato un dinosauro verde a caso e gliel'ho passato.
"No. Quello è Dinosaurex. Passami Dùdu."
Uh. "qual'è Dùdu amore?"
"Quello. Lì" ha risposto con gesto vago.
Ho preso l'orsetto del Sincrtrone di Grenoble, la versione grande.
"No. quello è Teddy."
Ho preso la versione piccola
"No! quello è il nipote di Teddy! Mamma! voglio Dùdu! sta là!"
in preda a lieve panico ho afferrato il suo amato cane mastino.
"quello. è. Babau." ha esclamato con disprezzo.
"amore, non c'è Dudu. Ma Dudu è l'unicorno che è rimasto a studiare il francese da zia Pizia?" (e che mi costringerà a lunghe riflessioni prima del prossimo viaggio a Parigi visto che in realtà l'abbiamo perso in metropolitana)
"No! quello è Bicchi." si arrampica sulla scrivania e indicando con un minuscolo ditino conclude: "Dùdu. Là."

E , in effetti, lo vedo.
E ha ragione lei.
Lei, che lo scelse tra altri 20 pupazzi simili quando aveva 4 mesi (giuro) indicandolo col dito e balbettando "Du-Du".
Il bambolotto con la pelle nera e il pigiama rosa che prova definitivamente il fatto che la femminilità è innata e il razzismo invece lo impiantiamo noi.
Il bambolotto che, due anni dopo, lei chiama ancora con lo stesso nome. Invariabilmente.
Dùdu.
La prova che devo sbrigarmi a fare qualcosa prima che mi diventi una serial killer.

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