sabato 17 dicembre 2011

Perle di saggezza notturne

Ore 20.00: entro a bomba in terapia intensiva coronarica e mi appello impanicata all'infermiera:
"Gaia, hai un caricabatteria della Nokia? ho Giò malato a casa con la bimba e devo fare la notte...E MI SI STA SCARICANDO IL CELLULARE!!!"
"Mi dispiace, dottoressa, non ce l'ho!!!"
Paziente del letto uno, togliendosi la mascherina dell'ossigeno: "Dottoressa, che marca le serve? questo va bene?"
Io, avvicinandomi titubante al letto e controllando: "No! accidenti...è della Motorola questo..."
Paziente del letto due :" Aspetti dottorè, Nokia ha detto? ce l'ho io! questo normale no? ...là, nello sportellino!" Mi avvicino speranzosa e , si! è proprio uguale al mio, lo afferro.
"Grazie, grazie, mi ha salvato veramente! lo porto in sala parto dove sono di guardia e glielo riporto tra due ore, appena ho finito di caricare!"
"Ma non c'è bisogno, dottorè, me lo riporta domattina!"
"Sicuro?"
"Sisi, tanto questi col cazzo che me mollano!"
"Prego?!"
"Volevo dire: tanto hanno deciso di farmi stare ancora qualche giorno sotto osservazione..."

mercoledì 7 dicembre 2011

Matrimoni e altri disastri

Nonostante la nostra relazione decennale Gio ed io non siamo mai convolati a nozze, per una serie di ragioni, alcune legate a caratteristiche peculiari dello sposo (ma sei proprio certa che per la cerimonia di laurea devo mettermi la cravatta?!), altre per ragioni di allocazione delle risorse familiari (dobbiamo scegliere tra il viaggio nel deserto libico o sposarci quest'anno: lo vuoi vicino al finestrino il posto in aereo?); in generale per una certa resistenza dello sposo alle occasioni formali (Gio, ti sei ricordato la pianta per la festa di tua nonna? - si. -bravo amore, che hai preso? - ho preso un cactus fantastico: pensa, ha una struttura frattale!!!).
Ma con la nascita della spippola abbiamo deciso di fare il grande passo e fervono i preparativi per l'evento. "Fervono" significa che io sto cercando di organizzare un matrimonio in modo che sembri una cerimonia e non un raduno hippy, ma sia anche sopportabile dallo sposo.
Per la maggior parte del tempo penso che l'unica soluzione sia fuggire a sposarci a Las vegas con Elvis come testimone, ma ci sono anche cose che vanno bene, per esempio: ho trovato il vestito perfetto. L'altra sera lo facevo vedere a Roberta, la mia testimone, sul sito internet mentre Giò nella stanza giocava con Sofia.
Io: - ... il tessuto non si vede bene sullo schermo: queste non sono paillettes, sono piccoli punti che alla luce diretta non si vedono, ma quando ti muovi fanno dei riflessi luminosi di tutti i colori a seconda di come batte la luce...
Ro: bello... un effetto iridescente...
Io: esatto! la base sotto è color avorio
Gio: ammazza, c'hai il vestito iridescente...e chi sei SARUMAN?!

Sarà dura... sarà molto dura...

P.S.: Se ci fossero lettori di questo blog che, essendo persone normali, non hanno immediatamente presente chi sia Saruman, potete andare a riguardarlo QUI alla voce "caratteristiche"

lunedì 21 novembre 2011

Ma mangi pane e volpe, eh?

Ciccio Jones e due suoi degni compari hanno deciso - con 15 anni di ritardo sulla loro età fisica , ma in accordo con quella mentale - che era il momento della vita per fare un corso di sub.
Tralascio l'imbarazzante pagina del mio amore che entra nella muta: basti dire che avevo previamente allontanato la bambina.
La parte che fa capire che la testa è quella giusta è il seguente colloquio con l'istruttore:
"Avete portato il certificato medico?"
"si, eccolo"
guarda attentamente i 3 certificati e si accorge che sono stati fatti tutti dallo stesso medico, cioè io.
"ammazza, ma so' uguali...ma che c'avete tutti la stessa dottoressa?"
Loro, evasivi: "si"
Lui, con sguardo furbetto: " ma dite un po', ma che è bbona?!"

venerdì 11 novembre 2011

Avere 35 anni è (credo che ne farò un tag...)

L'uomo delle giostre alla villa che per rimorchiarti ti offre i giri gratis per tua figlia.

P.s. Devo prestare Sofia alle amiche single...incredibile come si rimorchia con un'infante: sarà che gli uomini cercano sempre la mamma in tutte le donne?

mercoledì 9 novembre 2011

Fai la ninna, fai la nanna, tra le braccia della mamma...

Questo non è - palesemente - un mummy's blog. Primo perchè sul fronte maternità non mi sento in grado di dare consigli a nessuno, secondo perchè ho sempre avuto l'impressione che di quello che fà mia figlia al resto del mondo non gliene può importare di meno.
Comunque, da vera figlia di anestesista  - anzi, da vera figlia di tutt'altro - mia figlia non dorme; non dormiva quando aveva una settimana, non dorme ora che ha quasi un anno e mezzo.
Forte di una cultura scientifica rimediata in anni di frequentazioni universitarie ho pensato che qualcuno avesse avuto il mio problema e ho cercato di documentarmi su qualche libro o manuale;
Dopo averne letti un numero appropriato posso sintetizzarne il contenuto in maniera abbastanza semplice:
1. il bambino ha bisogno di una routine a qualunque costo. Qualunque cosa gli facciate fatela SEMPRE  uguale. Se il bambino prevede di dormire, dormirà; se prevede di stare sveglio (questo lo differenzia da un anestesista di guardia, per esempio) non gli verrà sonno in nessun caso.
2. buttatelo in acqua calda: cotto è più tenero. Se volete addormentarlo invece che mangiarlo, usate il bagnoschiuma neutro.
3. abboffatelo. Il fatto che la cena debba essere un pasto leggero inizia dopo i    14 anni quando smettete di  preoccuparvi del sonno e iniziate con l'anoressia.
4. drogatelo di tiglio, camomilla, rosa canina o erba del praticello sotto casa. Non ha alcun effetto sui suoi risvegli, ma il farlo vi fà sentire meno impotenti quando piange inspiegabilmente alle 3 del mattino.
5. esistono sostanzialmente due scuole di pensiero sull'argomento educazione al sonno:
la prima è , con qualche variazione sul tema: tenetevelo così e amatelo.
Il bambino non dev'essere traumatizzato e l'avete voluto voi, e i figli so piezz'e core e quindi stai sotto e stacce. Teoria questa molto ecumenica , ma poco pratica se fai un lavoro di giorno che richiede una certa dose di vigilanza.
La seconda scuola è: fatelo piangere.
Il bambino è un paraculo, voi dovete dormire, quindi chiudete la porta e lasciatelo piangere. Il metodo più estremo sostiene che lo devi lasciare a letto senza toccarlo anche se vomita per il pianto, quello più soft dice che dopo 40 minuti di seguito che piange puoi andare ad accarezzargli la testa e a dirgli che gli vuoi bene (e a quel punto sospetto che ti sputerà in faccia...).
I sostenitori di questo metodo portano argomenti a favore, ma io che non riesco a non andare a consolare il paziente rompicoglioni del letto 5, figuriamoci se posso lasciare che mia figlia si sgoli di pianto per 40 minuti...senza contare che i vicini mi chiamano il telefono azzurro...
Dopo questa esauriente rassegna che NON risolve il vostro problema ,ma vi farà risparmiare i soldi dei libri che ho consultato, se qualcuno conosce un metodo per far dormire i bambini che non contempli la violenza fisica, psicologica e/o l'uso di stupefacenti  me lo scriva e diventerà il mio guru personale.


giovedì 27 ottobre 2011

And the winner is...

Anche quest'anno è iniziato il concorso a premi: dì una stronzata al tuo medico preferito. 
Che poi, se fossi io a chiederlo, se andassi da qualcuno a dire: ma tu come ti curi? almeno potrei dire di meritarmelo, ma no! vengono da me apposta per lanciarmi il guanto della sfida con le loro asserzioni; con quello sguardo che sembra dire: "E adesso daì, dimmi che ho torto!"
L'ultima di una lunga serie è stata la mamma di un amichetto di Sofia (ho scoperto che la demenza medica sui bambini raggiunge vette artistiche), che durante una conversazione sui mali di stagione mi ha informato che Mario ha 39e mezzo di febbre.
"ah, lo stai imbottendo di tachipirina anche tu!" ho risposto ignara, sorridendo solidale. Ma così, giuro, era una battuta!
"NOOOOOOO! " mi ha risposto sdegnata " ci sono tante cose prima di arrivare alla tachipirina"
Qui devo confessare il mio errore: sono caduta nella trappola e perplessa ho chiesto: "ah, e quali?"
"Le pezze fredde sulla fronte, i bagnoli tiepidi, un sacco di cose prima di riempirlo di roba chimica...ah! " ha concluso guardandomi con un misto di superiorità e disprezzo, " ma certo TU queste cose non le puoi capire...TU sei un medico..."

SI, E TU FAI LA DOG-SITTER!!!

Ma invece, NON ho risposto così, ho solo sorriso con dolcezza.
Non siete fieri di me?

Io un po' si, e infatti quest'anno ho deciso di lanciare il

CONCORSO A PREMI DEL BLOG DI PROPOFOL: 

Regolamento: segnala a questo blog, sull'apposito link il caso (o i casi) più lampanti ed iperbolici di idiozia sentiti dai tuoi pazienti/parenti/conoscenti/amici sull'argomento medicina, diagnosi e cura. 
A giugno i 3 casi migliori (cioè peggiori) a mio insindacabile giudizio, vinceranno un pacchetto della famosa tisana per la gastrite fatta  dalla mia erborista di fiducia e saranno anche fieri di aver fatto un favore all'umanità denunciando un decerebrato.
Unisciti anche tu alla crociata contro la stupidità. Noi amiamo le cause perse!


mercoledì 26 ottobre 2011

Secondo me è andata così...

10.000 anni fa, da qualche parte nella mezzaluna fertile.
Uomo con barba bianca a uomo con barba nera e bambino in braccio: "...io questa novità di mettervi a piantare semi per terra non la capisco proprio: fate i moderni con questa "agricoltura"... Sarà utile come dici, ma se nessuno caccia i mammuth mi dici come mangiate se domani i tuoi semi non danno frutti?
Io dico: va bene insegnare a lavorare queste erbette ai bambini, ma prima di tutto devono saper cacciare un mammuth!"

Intorno al 1800, Inghilterra.
Uomo con barba bianca e cappello " a tricorno" a uomo con barba nera e cappello a cilindro: "... e poi vi riempite la bocca con questi paroloni moderni "rivoluzione industriale" che significa solo che perdete il vostro tempo attorno a quegli aggeggi di metallo rumorosi e puzzolenti invece di stare nelle campagne a controllare le vostre terre! è così che crescete i vostri figli!? Alla prossima carestia mangerete le macchine, ve lo dico io! Prima di tutto i nostri ragazzi devono conoscere le basi dell'agricoltura!"

Oggi, qualsiasi posto della terra.
Uomo brizzolato in completo grigio a a uomo con barba nera in jeans: "...tutto 'sto internèt, 'sto computer e i ragazzini non sanno più fare le moltiplicazioni! e se un giorno si rompe il computer? mi dici che fanno?!"

giovedì 13 ottobre 2011

Il problema degli imbecilli è che spesso non se ne accorgono...

La trafila ospedaliera che un paziente fa per mettere un agocannula è la seguente: prima ci prova l'infermiere giovane, poi l'infermiere anziano, il medico del reparto e alla fine viene chiamato l'anestesista.
Tralasciamo il fatto che i miei colleghi considerano l'anestesista di guardia come "mettitore di cannule", che è come chiamare Schumacher a scaldarti la Panda nelle mattine fredde, si capisce bene che al suo arrivo costui si trova davanti un povero Cristo a cui hanno fatto almeno 4 buchi nelle braccia, che è pieno di cerotti, dolorante, e con l'adrenalina a mille, mentre magari lo rimproverano pure perchè strilla che gli fanno male o perchè "ha le vene difficili".
In questa situazione la prima cosa da fare è calmare il paziente. 
Così ieri quando sono arrivata al reparto di cardiologia ho chiesto in che condizioni fosse il malato prima di entrare in stanza:
"Pessime" ha risposto la cardiologa, un bionda 27enne con tutta la collezione di Tiffany agli arti superiori, "d'altronde c'ha 90 anni, è rincoglionito completamente".
Sono entrata e sul letto c'era un uomo tutto ripiegato, magrissimo, bianco di capelli e dalla pelle diafana, tranne per i lividi sulle braccia , steso sul letto con gli occhi chiusi.
"Come va' signor Rossi? ci sentiamo meglio oggi?" ha chiesto la garrula emulatrice di Audrey Hepburn con un tono da maestra dell'asilo.
Nel silenzio totale che è seguito mi sono rivolta al paziente:
"Salve, sono la dottoressa Propofol, sono l'anestesista. Posso provare a metterle una cannula?"
una leggera contrazione delle labbra che sembrava un "fai come cazzo ti pare", ma signorile.
"Signor Rossi" ho continuato prendendogli il braccio per esaminarlo, "le guardo solo le braccia, non farò niente senza prima avvertirla"
mentre esaminavo quel campo di battaglia ho cominciato automaticamente a fare conversazione. "Che lavoro fà lei?"
un sussurro: "sono professore universitario"
"ah però, che bello! di che materia?"
"diritto" ha detto aprendo un occhio e guardandomi
"ha insegnato per molto? dove?"
"40 anni, all'università di X"
"Davvero? ho un paio di amici laureati là...molto dura come scuola, molto competittiva"
"si, però c'era anche grande rispetto, grande voglia di fare" ha detto con 2 occhi aperti, marroni, perfettamente lucidi.
"Professore," ho domandato " ma posso farle una domanda sul suo lavoro?"
"mi dica..." ha detto con voce chiara e sguardo curioso
"ma che differenza c'è tra un reato colposo e uno preterintenzionale? cercavano di spiegarmelo ieri, ma non riesco a capire..."
Anni di conversazione mi hanno insegnato che chiedere questa cosa a chiunque si occupi di legge è come chiedere ad uomo di spiegarti il fuorigioco. Ci proverà. Comunque ci proverà.
Dopo mezz'ora io avevo un idea più chiara delle sfumature della legislatura italiana e il mio paziente aveva una cannula al braccio e chiaccherava animatamente in maniera perfettamente normale e coerente.
Quest'uomo delizioso, colto, interessante, perfettamente in sè, aveva bisogno , più che della cannula, di essere trattato con la dignità e il rispetto che competevano alla sua intelligenza. Constatato che quell'imbecille di cardiologa e tutti gli altri si ostinavano a trattarlo come un vecchio rimbambito perchè pensavano che alla sua età uno dovesse essere rimbambito , si era semplicemente rifugiato nel silenzio come scelta di dignità, non ritenendoli neanche degni di spiegazioni.
E questi dementi non si erano neanche accorti di essere stati snobbati. 

Sono andata via dalla stanza salutando il mio redivivo paziente con cannula, ma avevo un presentimento di ciò che sarebbe successo: 15 minuti dopo infatti ha suonato il telefono e la cardiovelina mi ha richiamato in reparto. Entrando in stanza l'ho trovato seduto sul letto con aria innocente che mi porgeva il braccio e diceva: "Dottoressa Propofol, mi è uscita la cannula dalla vena di nuovo...non so proprio come sia potuto succedere... " e i suoi occhi avevano lo stesso luccichio di un undicenne che ha fatto una marachella tut'altro che colposa.
Mi sono messa a ridere e mi sono seduta sul suo letto per una chiaccherata...


martedì 27 settembre 2011

Io ci provo ad essere romantica...

Infermiera: e come mai dopo tanti anni di celibato ti sei deciso a convolare a nozze proprio con lei?
Ortopedico: beh... una mattina ho visto il suo spazzolino in bagno e non mi ha dato fastidio.
Io: madonna che sconforto! dai! che spiegazione è?!
Ort: ok, dimmi : tu come hai deciso che il tuo compagno era l'uomo giusto?
Io: beh...ecco...fammi pensare: dopo essere stata con lui, anche se ho incontrato molte persone , nessuna mi ha fatto venir voglia di scambiarla per lui...
Infermiere: eh?!?!
Ort: Una mattina ha visto lo spazzolino di lui in bagno e non gli ha dato fastidio.
Inf: aaahh...

martedì 20 settembre 2011

La preghiera dell'anestesista

Io: ...e alla fine della cerimonia hanno recitato la "preghiera dell'aviatore" che è la preghiera dell'aeronautica.
Bea: che bello!
Io: si, pensa che esistono anche la preghiera del marinaio e quella del soldato. Dovremmo fare la preghiera dell'anestesista: chissà come sarebbe...
Bea:...
Io:...
Bea: "Respira dai, cazzo!" ?
Io:...amen...

lunedì 19 settembre 2011

Playstation

Complice un embolo passato attraverso il mio forame ovale pervio, per i suoi 30 anni abbiamo regalato a Gio la playstation 2 (3? 4?...insomma l'ultima uscita...). Già immaginavo lunghe serate spese insieme su divertenti giochi di ambientazione fantastica, proprio come una coppia "giovane" di oggi.
in 2 anni il mio amore ha giocato:
Fallout: una cosa tipo i sims ma con i mostri. Come si evince dal titolo il protagonista cresce e si fa una vita in mondo distrutto dal fallout della guerra atomica e contaminato dalle radiazioni mutagene.
Vi lascio immaginare il divertimento.
Heavy rain: un investigatore indaga su un serial killer di bambini. Il titolo si riferisce al fatto che piove costantemente per tutto il gioco.
Angoscia dalla prima scena.
Wet: abbreviazione di "wet work", lavoro sporco. Strage efferata multirazziale con colonna sonora country. Laghi di sangue e bonus per gli ammazzamenti acrobatici
Astenersi impressionabili.
Ma il capolavoro della sua carriera  è senz'altro Dead space, di cui, non contenti del primo, stiamo giocando il secondo capitolo.
La trama è grosso modo questa: sei solo su un astronave contaminata da alieni che hanno trasformato l'equipaggio in zombie schifosi.
Cominciamo col dire che l'inquadratura è una terza persona molto vicina che a me fa venire la nausea dopo di 5 minuti che la guardo. I mostri mutati sono particolarmente rivoltanti e muniti di abbondanti chele, artigli, tentacoli e organi chitinosi raccapriccianti. La colonna sonora è composta di rumori assordanti che suggeriscono caldamente di allontanare Sofia. Inoltre il gioco è fatto in modo da mantenere sempre viva la suspence, quindi questa roba schifosa ti sbuca fuori quando meno te l'aspetti impedendo qualsiasi forma di contatto umano tra il giocante e altri esseri umani presenti.
 Ieri, dopo una sessione particolarmente intensa, Gio ha commentato entusiasta: pensa che non riesco a giocare tanto a lungo perchè la tensione è troppo alta!
Ed io mi chiedo: cosa non andava in Monkey Island???

domenica 18 settembre 2011

Avere 35 anni è:

Tornare a casa il sabato sera con le scarpe piene di terra e le ginocchia sbucciate.

Come non ti capitava più da circa 30 anni...

venerdì 16 settembre 2011

Avere 35 anni è:

Un bambino di due anni che sullo scivolo rimorchia tua figlia di uno e mezzo e scoprire che suo padre è uno che ha rimorchiato te 20 anni prima...

martedì 13 settembre 2011

Roaring '80s


Erano i primi anni '80 ed alle scuole elementari vigeva la ferrea imposizione del grembiule. Da noi doveva essere bianco con fiocco blu per le femmine e blu con fiocco bianco per i maschi.
Nella mia famiglia l'acquisto del discusso capo avveniva tradizionalmente in un  negozio di abiti per bambini vicino casa di Mina: il giorno fatidico tutta la famiglia si caricava sulla renault 5 avita e si trasferiva colà.
Con la scusa del grembiule le nostre madri, appena ingollato l'ultimo boccone di risotto, ci trascinavano in un pomeriggio di shopping , con appena il miraggio di un cono da mille. Ricordo come fosse ora la sensazione di mal di piedi all'arrivo al negozio, quando pensavo che il peggio fosse passato.
Ovviamente sbagliavo: sbagliavo, perchè negli anni '80 l'aria condizionata non c'era e quindi mi toccava la prova in serie dei grembiuli papabili con 40 gradi fuori e un cigolante ventilatore a pale. Normalmente il grembiule che piaceva a me costava troppo, quindi  dovevo accontentarmi di un modello con un numero sindacale di piegoline inamidate, in cotonina pesante gessata, maniche rivoltate e lunghezza modello suora laica perchè "lo pigliamo un po' più grande che tanto cresci".
Come se non bastasse, non potevamo abbinarci un banale fiocchetto blu di grosgrain preassemblato, no: mia madre ,dall'alto del suo senso estetico, li trovava orribili e mi appioppava invece un carinissimo fiocco di tela rigida azzurro brillante composto a mano e fissato con spilla ad effetto Paperino, che a fine giornata si riduceva ad un nastro penzolante ed informe.
L'indelebile ricordo di quei lunghi pomeriggi è stato evidentemente rimosso da mia madre che guardando le foto di classe l'altro giorno ha detto: Ma perchè c'hai sempre questa faccia inkazzata?

sabato 3 settembre 2011

Post serio e palloso sul ruolo delle donne

Ho pensato parecchio a come scrivere questo post: Simone de Beauvoir, che mica era una che cazzeggiava con i blog, ha scritto un libro di 400 pagine per esemplificare quello che voglio dire io in 30 righe; ma visto che mi sono decisa a farlo tanto vale saltare la captatio benevolentie.
Il primo giorno di scuola, la prima volta, la laurea, il primo lavoro, niente ti dà la percezione netta che tutto è cambiato per sempre da un preciso momento, come la nascita del tuo primo figlio. Una parte di mondo a cui prima avevi prestato poca attenzione, le mamme, diventa improvvisamente il tuo e annaspi cercando di farlo convivere con quello che c'era prima, che tu per brevità definivi "la mia vita".
Per quanto il tuo compagno sia un padre meraviglioso, è un fatto che la prima e l'ultima parola che uno dice nella vita è "mamma" e non è un caso. Anche le donne più sportive capiscono ben  presto che la prima linea sono loro, e il resto un po 'dopo.
La forma mentis che si chiede oggi alle madri di famiglia è classificata nel DSM-IV sotto la voce "schizofrenia". Da una parte infatti si sottilinea sempre più come la costante presenza dei genitori (della madre), sia una condizione indispensabile alla crescita dei figli che sennò poi si drogano, diventano anoressici o finiscono nelle baby gang. Gli si chiede, in pratica, di essere madri che stanno a casa.
Nel mondo del lavoro invece, la competititvità richiede alle donne di essere sempre più come uomini: in carriera, dedicate al lavoro anima e corpo, razionali; gli si chiede cioè di essere donne senza figli. 
So che ,messo giù così in astratto, quello che ho scritto può sembrare un delirio veterofemminista, ma per rendervi conto della sua applicazione nella vita di tutti i giorni, fate un piccolo test: contate quante volte in un mese avete sentito, al bar, in ufficio, in casa, una o più di queste frasi:
- "Eh, povera bambina! la mamma lavora l'hanno cresciuta i nonni"
- "Ora che l'hanno assunta si farà mettere subito incinta"
- "beh certo, con la madre che sta sempre a lavoro chi li guarda quei ragazzini?"
- "Ora che è incinta ne approfitterà per stare via almeno due anni!"
- "Chi vuoi che gli insegni l'educazione se stanno sempre con la baby-sitter?"
- "Se la madre stesse a casa a fare i compiti con lui non andrebbe così male a scuola!"
- "Figurati che razza di madre, è andata fuori per il weekend lasciandolo ai nonni"
- "Non è che perchè è incinta può pretendere di non lavorare!"
Alle donne della mia età si chiede, indipendentemente da ogni considerazione di attitudine o preferenza, di dare il loro contributo al bilancio familiare e contemporaneamente di svolgere le funzioni di ammortizzatore sociale con i bambini e gli anziani che le spettano storicamente.
In questi 15 mesi di maternità mi sono confrontata con molte donne, ma qualunque scelta avessero fatto - restare a casa a fare le madri di famiglia, o andare a lavorare - la maggior parte di loro non sfuggiva ad un senso di disagio, di inadeguatezza indipendente dalla quantità di impegno, di preparazione, dai risultati raggiunti.
E questa secondo me è la vera essenza della discriminazione.

martedì 23 agosto 2011

Creazionismo

Fare le visite preoperatorie ai pazienti vale come un mese in un convento buddista col voto del silenzio. Ogni seduta inoltre mi avvicina al creazionismo: non è possibile che esista una selezione natuirale che, per quanto scadente, lasci in vita soggetti così idioti.

Paziente demente 1 (PD1) : dottorè, mi dispiace che non ho portato l' ecocardiocolordoppler che ho fatto adesso, non mi ricordo quando, che dice che il mio problema alle valvole è molto migliorato, infatti il cardiologo ha detto che probabilmente mi ha fatto bene la cura.
Io: va bene signora, andiamo con ordine: che problema ha alle valvole?
PD1: non me lo ricordo.
Io: vediamo se riusciamo a ricostruirlo, che cura le hanno dato?
PD1: non me lo ricordo...ah si!, prendevo dei farmaci.
Io: bene...che farmaci?
PD1 : eh...non me lo ricordo.
Io: (respiro profondo): aveva forse un insufficienza mitralica?
PD1: nooo, niente di così grave! una cosa alle valvole, ma blanda!
Io: ok , le chiedo una consulenza cardiologica.
PD1: ma è proprio necessario dottoressa? il cardiologo ha detto che andava meglio...

Paziente demente 2 (PD2): mi hanno tolto la colecisti e già che c'erano mi hanno tolto un pezzo qua (si porta entrambe le mani all'addome).
Io: che cosa le hanno tolto là?
PD2: un pezzo di coso...come si chiama...perchè io ho il morbo di Oin...come si chiama...
Io: il morbo di Hodgkin?
PD2: eh, si.
Io: ok, ha fatto  chemioterapia quindi?
PD2: io? no!
Io: allora come lo ha curato il morbo di Hodgkin?!
PD2: eh, mi hanno tolto un pezzo qua, ed è passato.
Io: signora, ma è sicura che fosse il morbo di Hodgkin? lei ha avuto un tumore delle cellule del sangue?
PD2: nononono! non  ho avuto nessun tumore! una cosa dell'intestino...
Io: e allora che ha avuto? vediamo: il morbo di...Ah! ha avuto il morbo di Chron!!!
PD2 eh, si brava!
Io: e come lo hanno curato?
continua...

Paziente Demente PD3: ...e poi prendo l'opten per il cuore
Io: opten? a che serve signora? non lo conosco...
PD3: eh, per il cuore, me lo ha dato il cardiologo.
Io: si ricorda per caso il principio attivo?
PD3: no
Io: (controllando il prontuario): signora questo farmaco non esiste...ci pensi bene, come è scritto sulla ricetta?
PD3: Si...aspetti: O-P-T-E-N.
Amica della PD: controlla bene, non è che ce l'hai in borsa?
PD3: vediamo...sì! ecco!
Io: signora, questo è normix, serve per l'intestino.
PD3: ah, allora no, ho solo questo...non va bene?

sabato 20 agosto 2011

Buddismo rianimatorio

La verità, che tutti sanno ma nessuno dice, è che per essere un buon rianimatore - e forse anche un buon medico toutcourt - bisogna aver raggiunto un certo equilibrio personale.
Ci sono professioni in cui essere matto, aver voglia di rischiare e vincere, avere dei fantasmi personali da combattere può renderti competitivo e "vincente", ma non qui. Per fare il rianimatore devi , prima di tutto, essere abbastanza in pace con te stesso da saper dire: questo non lo so fare, devo chiedere aiuto; ti serve abbastanza elasticità mentale per cambiare tutto quello che hai sempre fatto e farlo in un altro modo se viene meglio, e ti serve l'umiltà di riconoscere che ci sono altri più bravi di te da cui puoi imparare qualcosa, anche se sono nati 20 anni dopo la tua laurea.
Il mondo è pieno di rianimatori che cercano di dimostrare a se stessi, prima che a chiunque altro, che loro sono bravi, che si sentono derubati del posto che gli spetta perchè non sono primari, e si vendicano atteggiandosi a sprezzanti padreeterni e prendendo dei rischi inutili,  che credono che l'età li renda virtualmente infallibili e che tutto ciò che viene dopo di loro non sia degno di essere preso in considerazione.
Tutto ciò è molto triste: non solo perchè il peso di questi cattivi medici lo sentono i pazienti, ma anche perchè è la dimostrazione di quante poche persone felici ci sono nel mondo.

domenica 14 agosto 2011

Tecnologia

Arrivo in sala alle due e dò il cambio ad una collega su un intervento già iniziato: "Ciao! ti lascio la signora: l'intervento è quasi finito. Ha le piastre del defibrillatore esterno perchè ha un blocco atrioventricolare di secondo grado e un blocco trifascicolare, perciò il cardiologo me le ha fatte posizionare in caso diventasse bradicardica. Buon pomeriggio!"
Io me ne rimango a fissare il monitor defibrillatore in attesa della tragedia per 5, 10, 15 minuti.
Finito l'intervento stiamo portando la paziente in rianimazione ed io sono ancora là con gli occhi sul monitor. "mah..." sospiro
"che c'è dottorè?" chiede Andrea l'infermiere che mi sta accompagnando"
"no, niente è che questa paziente me l'hanno data come una con un sacco di problemi cardiaci e invece guarda il monitor: è tutto perfetto, i battiti regolari...mah!"
e lui: "dottorè, si vede che quella è la demo..."

mercoledì 10 agosto 2011

Ognuno scarica lo stress come può...

Una delle domande più gettonate per gli anestesisti è: "Ma come fai a fare questo lavoro? IO non ci riuscirei mai? ma forse dopo un po' ti abitui no?
Ecco: NO.
Non ti abitui mai, ma dopo un po' impari a prendere tutte queste storie di bambini morti, giovani paralitici politraumatizzati, madri di famiglia col cancro e vecchi sbavanti abbandonati a morire in solitudine e chiuderle in una bella scatola in fondo alla mente non appena stimbri il cartellino.
Ovviamente nessuna scatola è perfetta, e anche da queste filtra un bel po' di roba: dalla mia per esempio, esce un po' di delirio ipocondriaco, e grandi considerazioni esistenziali, quasi sempre inutili; ma l'oggetto del mio transfert emotivo più pesante è senz'altro uno solo: il cinema.
Ho già avuto modo di dire che non sono appassionata di cinema, ma da quando faccio questo lavoro la mia capacità di prendere le distanze dalle immagini è diventata pari a zero. Basta dire che mi commuovo guardando le pubblicità del mulino bianco. Ma non così, all'acqua di rose: mi salgono le lacrime agli occhi ogni volta che vedo la famiglia riunita per colazione con davanti i tarallucci!
Questa forma di psicosi ha grandemente limitato la mia già scarsa cultura. Se consideriamo che oggi i film per adolescenti contengono almeno due stupri si capisce che ormai posso vedere solo film il cui protagonista è un coniglietto rosa o altro roditore in colori pastello. Nelle serate in cui non sono particolarmente stanca arrivo alle winx, ma la notte faccio brutti sogni. L'anno prossimo provo con twilight, ma magari prima prendo un valium.


lunedì 25 luglio 2011

Infermieri

in questo blog parlo spesso degli infermieri, ma non so se gli rendo giustizia: quando voi pazienti dite che un ospedale è buono, pensate di parlare delle cure che avete ricevuto, ma in realtà parlate della bravura degli infermieri. L'interfaccia tra il medico e il paziente è l'infermiere, il vero responsabile del suo benessere e spesso l'artefice della cura è lui. Chi pensa che sia un lavoro di secondo piano non si rende conto della fatica, anche fisica, dell'attenzione, dell'intelligenza e della sensibilità che sono necessarie per eseguire al meglio una professione che è senz'altro tra le più difficili della nostra società.
Per alcuni di loro nutro un profondo rispetto, per altri ho un caldo sentimento di stima e di amicizia, altri li odio dal profondo del cuore, perchè non sapendo o non volendo fare il loro lavoro, rendono difficile o impossibile a me svolgere bene il mio, e quando dico a me stessa che io sono il medico e non ho bisogno di nessun aiuto so che mi sto raccontando una bugia da sola.
Ci vorrebbe un who's who solo per parlare di quelli che preferisco, persone capaci di lavorare ad altissimo livello e allo stesso tempo di restare semplici e simpatici.
Un esempio tra mille: Andrea ieri entra in sala con una bandana legata in testa a coprirgli i capelli corti invece della cuffietta.
"Andrea, però ti sta bene questo nuovo look, con quest'aria un po' pirata un po' canaglia"
"vero?" risponde lui che è un ragazzo dalle forme rotondette "Sembro Johnny Depp dopo il cortisone, eh?"

E come fai a restare seria?

giovedì 21 luglio 2011

L'america sta qua

Parlare del mio lavoro ha i suoi inconvenienti, ma non è che il resto sia tutto rose e fiori. Per esempio quando mi chiedono che lavoro fà Gio sento sempre un brivido lungo la schiena perchè so che inizieranno conversazioni surreali.
Di solito la domanda sembra innocente ed io mi sento abbastanza tentata da rispondere un semplice: "Fa il ricercatore", che per alcuni eletti è un informazione sufficiente. La mia ingenuità viene spesso punita perchè segue la tragica domanda: "Ricercatore in cosa?" dalla quale si aprono scenari apocalittici, in cui mi trovo a spiegare cose che non conosco a gente che non capisce.
Ieri per esempio Rossi ha fatto questa domanda mentre eravamo in sala.
Mi sono buttata: "Mmmh, si occupa di supercalcolo" ho detto con poca speranza.
"Ah, e che è?"
"Beh...ecco: quando uno deve fare calcoli molto complicati non basta un solo computer ma ne sevono molti insieme. Il mio compagno programma questi computer per lavorare insieme"
"Ammazza", ha detto Sandro l'infermiere di sala che era presente " e dove la fà 'sta cosa?"
"In un centro di supercalcolo, un posto fatto apposta" ho risposto senza capire
"Si, ma dico: dove sta?"
"A San Lorenzo"
"Hai capito Rossi? ha concluso Sandro " a San lorenzo! qui! uno pensa che una cosa così deve stare in Michigan, in Connecticut...in un posto che almeno finisce con una consonante..."

San lorenzos?

venerdì 15 luglio 2011

Gnocchi e gnocche

Come ho detto altrove io ho una piccola perversione: adoro leggere "Vogue" (per lo più al bagno, in verità).
Ebbene sì, non so perchè ma quelle foto patinate, quelle modelle bellissime, quei colori luminosi mi danno un senso di ordine, mi appagano.
Se avessi la possibilità di scegliere una vita diversa per un mese - non di più che poi lo so che mi verrebbe voglia di cominciare a studiare medicina anche in quell'altra vita - mi piacerebbe fare la modella, oppure lavorare ad una catena di montaggio, o fare la donna di servizio: insomma vorrei sperimentare cosa si prova a fare un lavoro che impegni prevalentemente il fisico e non la mente, di quelli che a fine giornata sei stanco e ti fanno male i muscoli, ma hai voglia di divertirti.
Ma questa è un'altra storia.
Dicevo di Vogue: la mia passione è in effetti del tutto teorica. Non saprei riconoscere un modello di Valentino da uno di Jimmy Chou, e il fatto che quelle foto siano in qualche modo connesse con cose da acquistare è molto al di fuori della mia portata.
Questo mese Vogue Italia esce con un titolo che recita: "Belle vere" in un doppio senso non particolarmente originale che si riferisce al fatto che il numero è incentrato sulle modelle "curvy", o come si diceva quando io facevo le elementari, "le ciccione". L'intento è lodevole: si vorrebbe dire basta con queste modelle anoressiche che poi traviano le adolescenti, anche le normali donne cicciotte possono essere fighe.
Ecco: peccato che le modelle hanno poco o niente a che vedere con noi esseri di questo pianeta. Quello che loro pensano essere così rivoluzionario è praticamente il fisico di Marilyn Monroe. "Curvy" è "curvy" , peccato che è anche una gnocca fotonica con un fisico da paura.
Intellighenzia pubblicitaria, ascoltatemi: non è che prendendo una modella dal corpo statuario e aggiungendole 10 chili nei punti giusti ottenete una donna normale, non funziona così; le donne normali hanno le gambe magre e le cosce grosse, il culo basso e la panza, le tette pendule e le spalle a gruccetta, il punto vita non pervenuto. Non siamo curvy, siamo cessi... per cui se volete fare i doppi sensi sulla copertina invece di belle vere provate con "vere gnocche" che richiama almeno il nostro piatto preferito...

giovedì 14 luglio 2011

De educazione

Conversazione sentita al bar:
Donna anziana: "In classe di mia nipote al primo anno delle superiori ne hanno bocciati 15!"
Uomo con giornale: "tanti!"
DA: "Eh si! hanno fatto un bel repulisti! era ora che ricominciassimo a bocciare, no?!"
UcG:"Io veramente pensavo che sarebbe ora che ricominciassimo ad insegnare."

ed è bello sentire uno sprazzo di buon senso sullo smonto quando non te lo aspetti: è come in primavera il profumo di gelsomino per strada.

martedì 12 luglio 2011

Fashion addicted

Ho già detto che l'ospedale è piccolo e siamo tutti una grande famiglia: diciamo che è ben visto il fatto di essere vestiti in un certo modo e truccati. Ora: io so che avrei dovuto approfittare di Enrica quando l'avevo a portata di mano, o almeno di Stella, ma la vita è così e cosà e per farla breve sono rimasta la solita.
Ecco perchè una collega di nome Laura dopo una settimana che la portavo non si è trattenuta: "Propofol, sei giovane, sei carina, hai un bel viso, NON PUOI metterti quella felpa MARRONE! veramente, ti fa sembrare uno straccio, sembri malata!"
"Ma...ma... " ho detto io " è solo una felpa da lavoro"
"E va bene, ma ti sta proprio male! " ha continuato mentre le altre colleghe presenti annuivano "Guarda: ne stavamo parlando anche ieri in rianimazione: tu dovresti portare colori accesi, o se vuoi metti il bianco che ti illumina il viso! hai un incarnato bellissimo! non puoi mortificarlo così"
"E beh...va bene " ho detto ridendo " ma questa felpa me l'ha regalata Giò, è una felpa originale di Ubuntu! " ho aggiunto in un estremo tentativo di salvare il mio povero indumento
"E tu gli dici che ti è piaciuta tantissimo e te la metti per casa" ha trionfalmente concluso lei.

Il giorno dopo ne parlavo con Chiara "Non ti sei offesa vero? Laura lo diceva con affetto!" ha commentato lei
"No no, tranquilla: si capiva benissimo! anche le mie amiche mi rimproverano sempre perchè mi curo poco del mio look"
"A me piace il tuo stile, invece, è molto personale. Hai uno stile tutto tuo."
"Grazie! meno male,mi consoli:  di solito dicono che mi vesto come un barbone..."
"Beh, ma uno con uno stile..."

Ed ecco qua direttamente dall'anestesia al "diavolo veste Prada". Non sono preparata...

sabato 2 luglio 2011

Motivazionale

Il nuovo ospedale è la cosa più lontana in assoluto da un policlinico universitario.
è un piccolo istituto religioso iperspecializzato e il gruppo di anestesisti che ci lavora è quasi tutto composto da persone che sono lì dall'ultimo anno di specializzazione e quindi hanno poco o niente idea di com'è fuori.
Loro sono convinti di vivere una situazione di grande conflittualità e stress, ma la verità è che - a parte un paio di teste di cazzo fisiologicamente presenti ovunque - sono un gruppo di persone deliziose, molto gentili ed educate che riescono a mantenere nell'ambiente di lavoro una serenità, una signorilità ed uno spirito di collaborazione impensabile nel resto della galassia. I primi tempi mi sono trovata spesso ad abbassare il tono a metà frase perchè il mio interlocutore era assolutamente cortese e non aggressivo, mentre io ero partita in quarta.
Tendenzialmente tutti conoscono tutti ed è molto ben vista la riunificazione familiare, cioè si assumono persone i cui parenti lavorano già lì; questa politica ha l'effetto collaterale di diminuire drasticamente il numero di storie di corna/favori sessuali/adulteri presenti tra il personale: questi preti ne sanno una più del diavolo...
Essendo così endogamici ci sono aspetti dell'anestesia in cui sono molto avanzati ed altri in cui sono rimasti agli anni '90; Più di una volta sono rimasto sorpresi che io sapessi fare cose che uno specializzando normale sa fare al secondo anno (ed io sono rimasta sorpresa della loro sorpresa).
Sono incredibilmente gerarchici, ma in modo simpatico (quasi sempre) e hanno un sistema di privilegi che va dal più anziano al più giovane che ricorda molto vassalli valvassori e valvassini, come si studiavano alle elementari ( io ovviamente sono il servo della gleba).
Insomma: mi piacciono, mi trovo bene con loro e mi sembra che loro si trovino bene con me: chissà che non abbia trovato un posto in cui restare? Finora l'unica macchia di questo idillio è stata il mio incarnato.
I miei parenti vengono dai 4 angoli d'Italia, ma non per modo di dire: c'è un romano, un siciliano un pugliese ed un piemontese. Questo mix mi ha dato un incarnato piuttosto chiaro che però con i capelli neri, l' emoglobina  costantemente ai minimi storici e il trucco non pervenuto, crea un certo effetto "Ofelia affogata" .Considerando che l'ospedale è specializzato in ostetricia va da sè che la preoccupazione più grande di quelli che ci lavorano è l'emorragia, emergenza per eccellenza nella donna gravida e puerpera.
Durante il mio primo mese di lavoro non c'è stato un collega che non abbia fatto un commento sul mio pallore; all'inizio ho pensato che fosse un caso, poi la cosa è diventata un po' troppo frequente. Ma ho deciso che era ora di cominciare a truccarsi il giorno in cui il primario di ginecologia - un uomo talmente in alto nella scala gerarchica che io per lui sono una macchia sul muro - ha preso da parte una delle anestesiste anziane e ha commentato: "Io non ho detto niente perchè non la conosco bene, ma la vostra nuova collega dovrebbe farsi un emocromo: hai visto com'è pallida?!"
e ho pure dovuto trovare un fard della sfumatura giusta...

martedì 28 giugno 2011

Mai sputare in aria

Veramente la vita ogni tanto ti regala delle soddisfazioni inaspettate. Vi ricordate questo testa di cazzo di primario? Indovinate chi ha fatto l'anestesia a sua suocera l'altroieri?
La moglie, che era scesa con la paziente in sala, ci ha tenuto a dirmi chi era il marito forse nella speranza di impressionarmi. E questo è già una grande lezione di vita: non millantare parentele se non sei sicura che i tuoi parenti non siano teste di cazzo.
"Lei conosce mio marito? "
 mi ha chiesto cinguettante
"Si signora" ho risposto col mio più smagliante sorriso "gli ho portato il curriculum 4 anni fa e lui ha detto che non poteva assumermi perchè non aveva posto per una donna."
La signora (che evidentemente qualche dubbio sul fatto che ha sposato una testa di michia ce l'ha avuto) ha glissato sulla prima parte della frase e ha detto: "Eh si, lì loro stanno proprio bloccati con le assunzioni".
Ho glissato anch'io, ma alla fine dell'intervento, salutando la paziente che tornava in reparto non mi sono potuta trattenere :"Arrivederci signora! mi saluti sua figlia e suo genero.." ho detto"...e gli dica che dovrebbe avere più fiducia nelle anestesiste donne!"

giovedì 23 giugno 2011

Almeno stai zitto

Miei cari 50/60enni, lo dico per il vostro bene: liberatevi dal complesso dei primi della classe. Sul serio. Voglio dire: non è che abbiate fatto niente di speciale, siete stati una generazione del tutto nella media dell'umanità, levatevi quest'atteggiamento da "noi abbiamo salvato il mondo".
Nella fattispecie questo vostro complesso si sfoga in un "celhopiùlunghismo" verbale che sarebbe ridicolo se non fosse esasperante.
"Ho visto che hai una settimana di ferie quest'estate! certo devi ritenerti molto fortunata, io il primo anno che lavoravo qua ferie non ne ho fatte neanche un giorno!"
questo commento l'ho già sentito da almeno 3 colleghi.
La risposta giusta, quella vera, impolitica sarebbe la seguente: "Infatti. Anch'io il primo anno di lavoro non ho avuto ferie, neanche il terzo, perchè ho dovuto cambiare ospedale essendo stata licenziata per maternità e questo è il quarto, io ho 34 anni e una figlia di uno che farà solo 7 giorni di mare perchè sua madre è sempre l'ultima arrivata. Inoltre, questo è l'undicesimo contratto della mia vita che è ancora carta igienica e non ho nessuna garanzia che non mi tocchi ricominciare tutto da un'altra parte dove sarò di nuovo l'ultima arrivata. Tutto questo per guadagnare dei soldi che serviranno a pagare la tua pensione perchè io non ce l'avrò. Quindi penso che la tua sete di vendetta con me si possa considerare abbastanza placata, o vuoi rompermi ulteriormente i coglioni?"
Ma ovviamente questo non si può rispondere. E sai perchè? perchè sei precaria e ti possono licenziare quando vogliono.
Neanche il diritto di replica.

martedì 21 giugno 2011

Uno non può neanche lamentarsi in pace

I primi (e quasi unici) 5 giorni di ferie di quest'anno sono passati secondo questo schema:
Mercoledì: Sofia 38,4; Nonna 38,2
Giovedì: Sofia 39.7, Nonna 38,5
Venerdì: Sofia 38,4, Nonna 37,8, Gio 37,8
Sabato: Sofia 36,7, Nonna, 36,5, Giò 37, baby sitter 38,3
Domenica: Sofia 36, Nonna 37,6, Gio 38, babysitter 38
Lunedì: Sofia 36, Nonna 38, Giò 38 Babysitter 37,5
Siamo di nuovo a martedì, io ho la notte in ospedale e un gran mal di testa.
Nel tragitto in macchina mi crogiolavo nel malumore sentendomi particolarmente stanca, infelice e vessata dalla sorte con una serie di problemi insolubili da risolvere.
Sono arrivata in rianimazione lamentandomi e ho fatto giusto in tempo a prendere le consegne che una paziente è deceduta; la figlia, unica a venirla a trovare, è stata avvisata e mentre cercavamo di consolarla ho scoperto, parlando con lei che:
Il padre è morto da anni.
Ha un' unica sorella malata di mente in un istituto,
I nonni sono tutti morti,
Non ha zii.

Ah, dimenticavo: non ha neanche 30 anni.
...
Ed ecco qua: uno non può neanche lamentarsi in pace delle sue 4 cazzate che subito la Vita la deve far sentire stupida...

sabato 4 giugno 2011

Top ten del primo anno di maternità

Le 10 cose che ti mancano di più nel primo anno di vita di tua figlia/o

  • Il sonno (nella duplice accezione di dormire abbastanza, e svegliarsi quando TU decidi di svegliarti)
  • Il sesso
  • Leggere
  • Mangiare in pace
  • Conversare col tuo partner
  • Guardare un canale televisivo diverso da Disney Channel
  • Afferrare la borsa ed essere fuori in due minuti
  • Farsi la doccia senza spettatori e avere il tempo di mettersi la crema, truccarsi e lisciarsi i capelli col phon
  • Una birra con gli amici
  • Lobotomizzarsi sul divano guardando il soffitto e pensando al senso della vita

E quello che hai guadagnato:
  • Una pagnotella con grandi occhi che ti guarda pensando palesemente che tu sei l'ottava meraviglia della creazione
  • Un inesauribile fonte di risate
  • Una bambola superaccessoriata che puoi cambiare tutti i giorni con un guardaroba che Barbie in confronto è una clochard.
  • Sapere che quando tu sarai polvere qualcosa continuerà, e quel qualcosa sarà meglio di te
  • Una cosa morbida e superprofumata che ti sta vicino nel letto e ti tiene caldo abbracciandoti
  • La serenità derivante dal fatto che il tuo orologio biologico è finalmente fermo
  • Un illimitata fonte di energia
  • Un amore totale e incondizionato
  • Una scusa valida per schivare più o meno qualsiasi rottura
  • Una palestra in casa e (quasi) gratis

lunedì 30 maggio 2011

Buonanotte fiorellino

Era un po' che pensavo a questo post, anche se ho sperato fino all'ultimo di non doverlo scrivere.
Oggi è morto un ragazzo di 20 anni che chiamerò Francesco.
Se ognuno di voi pensa, in questo momento, all'handicap che non vorrebbe mai che suo figlio nascituro avesse, con buona probabilità sta pensando a Francesco.
Nei tre mesi che ha passato in rianimazione non c'è stato giorno che i suoi genitori non siano stati lì.
L'attenzione e l'amore che queste persone semplici hanno dedicato al loro figlio aveva portato Francesco a riuscire a fare tante cose che sarebbero parse impossibili a vederlo. La loro cura attenta gli aveva permesso di arrivare ad un'età impensabile per il suo stato.
Queste due persone meravigliose erano riuscite ad accettare con semplicità il loro figlio per quello che era, ed a permettergli di sviluppare le sue potenzialità per quanto piccole sembrassero.
La loro pazienza incrollabile,la loro gentilezza senza secondi fini, il loro sorriso spontaneo non sono mai mancati in questo calvario.

Neanche l'altroieri, mentre aspettava solo che suo figlio morisse, la madre si è scordata di chiedere a me come stava la mia bambina.

Al mondo ci sono persone malvage e meschine, che mi fanno pensare a quanto l'uomo sia vicino alle bestie più feroci, ma ci sono anche persone come queste a dimostrare che ha in sè il germe di una grandezza e di una nobiltà che trascende il suo essere fatto essenzialmente di polvere.

Mi considero onorata di aver conosciuto Francesco e la sua famiglia e profondamente umile di fronte ad una lezione terribile che ho ricevuto.

domenica 29 maggio 2011

La gioia della mia vita

Sofia oggi ha guardato una scatola con sopra la foto di Marilyn e indicandola ha detto: "MAMMA!"

Solo lei mi dà soddisfazione...

giovedì 26 maggio 2011

Nata ieri

Ok, lo ammetto: ultimamente il blog è stato un po' trascurato. Il nuovo lavoro e sopratutto Sofia, mi hanno assorbito molto al di là di quanto avevo previsto e sono (stata?) un po' in "surmenage", come dice mio padre che è l'uomo colto della famiglia.
Certo, io che venivo da un policlinico universitario non credevo di dovermi preoccupare di essere troppo "ingenua" per un piccolo ospedale religioso.
Come sempre avevo torto.
Cito ad esempio, un paio di episodi più recenti:
1. Collega  anziano: scusa Propofol, mi faresti una cortesia? verso le 6 io devo allontanarmi un attimo, stai in sala operatoria al posto mio? tanto la lista è praticamente finita! le visite preanestesiologiche che devi fare le facciamo insieme.
Io: ma certo! quando ti serve mi chiami!
I fatti. Ore 18 il collega se ne va ed io resto con 3, dico 3, urgenze a seguire nella sua sala.
ovviamente lui non si ripresenta più per tutto il giorno.
ovviamente le visite restano da fare.

2. Collega anziano: scusa Propofol, mi faresti una cortesia?  io oggi sto in ortopedia, ma con i chirurghi ortopedici non mi trovo bene, non è che ti andrebbe di scambiarci sala così sto in otorino?
io: ma certo! vengo subito là!
I fatti. Ore 17 entro nella sala di otorino e la trovo vuota tranne l'omino delle pulizie. Chiedo: "dove stanno tutti? " Risposta: "Dottoressa oggi l'otorino fa intramoenia e finisce presto, sono andati a casa!"
Ora della fine della sala di ortopedia? 20.30

Diciamo che sto imparando a mie spese che in un ospedale non universitario ci sono persone di tutti i generi e anche "regole" di tutti i generi.
Ma ormai ho capito: non mi fregano più!

venerdì 22 aprile 2011

Cuore di mamma

Capisci che qualcosa è cambiato quando un ragazzo è gentile con te per la strada e tu invece di pensare che vuole portare a letto te, pensi che vuole rapire tua figlia...

mercoledì 20 aprile 2011

Eppure succede anche questo

La più triste tra le molte cose tristi che ho visto: un neonato, abbandonato in ospedale dalla madre, solo e silenzioso nella cullina della sala parto in mezzo ad un atrio pieno di culle affiancate da genitori festanti e bambini attaccati al seno.
Può essere che nasciamo tutti uguali, ma dura molto poco.

domenica 27 marzo 2011

Self control

Premessa 1: Come ho già spiegato qui il sangue è una sostanza preziosissima per noi. Questo spiega in parte perchè solitamente i medici del trasfusionale siano amichevoli come un leone che non mangia da diversi giorni e a cui la leonessa ha detto che per questa stagione dell'accoppiamento ha mal di testa. Tutti tranne Lui. Il medico del trasfusionale del Sanfilippo.
Costui, ogni volta che gli mandi una richiesta di sangue ti chiama e con voce dolcissima dice cose come: "ciaaaaooo! sono il dottor Rossi del trasfusionale! come stai? non so se ti ricordi di me ci siamo già sentiti!Come va la giornata? Senti: ti chiamo per la richiesta di sangue per Bianchi Mario. Volevo dirti: io ho pochissimo A negativo, in emoteca. Tu me ne hai chieste due sacche: che ne pensi se te ne mando una sola, MA sull'altra faccio già le prove crociate la tengo qui, è pronta per te, guarda, se ti serve te la mando in un attimo? eh? Grazie! veramente mi fai un favore grandissimo! sei gentilissima, davvero! allora ciao eh!"
Tu attacchi che ancora stai sbattendo gli occhioni alla cornetta senza pensare che di sacca intanto te ne manda una sola... e alè

Premessa 2. Io raramente sono così convinta di aver ragione da alzare la voce durante una discussione, ma quando capita non è che mi inkazzo: faccio delle scenate napoletane: roba con urla, strepiti e indici accusatori puntati e dove sono sono, perchè perdo il lume della ragione.
Una di queste occasioni è stata appunto l'altro giorno: entro in stanza medici urlando "dov'è quest'imbecille?! " e vedo il collega in questione che mi porge la cornetta dicendo: "è per te è..."
Afferro la cornetta e ,senza proprio percerpirla, attacco un piazzata modello pescivendola di My Fair Lady, ma prima della cura. Dopo 15 minuti il mio collega fugge dalla stanza ed io mi ritrovo col fumo che mi esce ancora dalle orecchie e -oibò- la cornetta in mano. La porto all'orecchio dicendo: pronto? e indovinate?! esatto, dall'altra parte c'è LUI, il mahatma Gandi dei trasfusionali, con cui inizia un dialogo surreale:
Io: pronto?
Mahatma (MG): pronto, ciao! sono il dottor Rossi del trasfusionale, ci siamo già sentiti...come va'?
Io: ho avuto momenti più fulgidi.
MG: me ne sono accorto.... Senti: ti chiamo per la richiesta di sangue per Bianchi Mario. Guarda caso: ho pochissimo B positivo , in emoteca. Che ne pensi se ti mando una sola sacca , MA l'altra te la tengo pronta qui,facciogiàleprovecrociatesetiservetelamandoinunattimo?
Io: ok...
MG: grazie carissima, mi fai veramente un favore immenso. Sei proprio gentilissima (pausa impercettibile) come sempre...

martedì 22 marzo 2011

Lo amo anche per il suo senso dell'umorismo

Di ritorno dal mercato "km-zero" della coldiretti:
Io:- "...e poi ti ho preso anche una bottiglia di questa birra artigianale. Pensa: la fa un ragazzo che ha un dottorato in biochimica e dopo un po' ha mollato l'ambiente accademico e ha iniziato a produrre birra.
Provala: loro hanno lo stand lì tutti i sabati, per cui se ti piace..."
Gio:- "Gli mando il CV?"

sabato 19 marzo 2011

Festa del papà

Questo blog si associa ai festeggiamenti per la festa del papà: figura indispensabile per il benessere psicofisico della bambino, ma anche della madre!

P.s. il fantastico pigiama che indossa gliel'ho comprato io!!!

venerdì 18 marzo 2011

Propofol golightly

Tra breve questo blog cambierà anche sottotitolo; pensavo a qualcosa tipo: storie di un anestesista in transito. E si perchè - per non annoiarmi con questa vita di routine - sto di nuovo cambiando ospedale.
D'altronde: non li vuoi cambiare 4 posti di lavoro nel primo anno di vita di tua figlia?
Questo me lo sarei risparmiato volentieri, ma mi hanno fatto un offerta che non potevo rifiutare... e no, questo non vuol dire che mi hanno messo una testa di cavallo morto nel letto (roba morta nel letto c'è già Gio), ma semplicemente che mi hanno offerto un contratto a tempo determinato. Ebbene sì! alla giovane età di 34 anni giungo finalmente alla firma del mio primo contratto regolare della durata di 3 mesi, ma-poi-magari-sai-com'è, ha detto il primario.

Il nuovo lavoro è in un piccolo ospedale specializzato nell'ostetricia, giusto la cosa che so fare di meno nella vita; ma il bello dell'anestesia è anche cambiare sempre lavoro facendo sempre lo stesso.

Ovviamente tutto questo contribuisce al mio riposo e relax.
Tanto per dare un idea, ieri notte ero di guardia in rianimazione e verso le 3 mi ero buttata a  letto  crollando subito nel sonno più profondo. Stavo sognando di aver rubato una catenina in una gioielleria (!!) e che il proprietario mi inseguiva urlando: "dottoressa! dottoressa! DOTTORESSA!"
A quel punto ho realizzato che l'urlo veniva dall'infermiere che mi stava chiamando e sono saltata sul letto, bofonchiando con occhi spiritati:"mmmbfzzzsiiii! che c'è!?"
"ah, dottorè, si è svegliata!" ha detto lui, sollevato " pensavo che era collassata, stavo andando a chiamare qualcuno!"

Ma ce la posso fare.

domenica 13 marzo 2011

Siete fieri di me?

Tutti i blog dei miei amici e conoscenti sono fighissimi con un milione di impostazioni stroboscopiche e gadget tecnologici. Allora ho pensato: basta, devo fare qualcosa!
e questo è il risultato delle mie fatiche.

Bello, neh?

sabato 12 marzo 2011

Mea culpa

Quando sei giovane e ti dicono che la vita è una ruota pensi: mavvafanculo!
quando la ruota gira e ti ritrovi genitore pensi: porca vacca quanto avevano ragione!
è triste dirlo, lo so.
Una volta accettata questa dura realtà rileggi il tuo passato e ti vengono terribili rimorsi di coscienza pensando alle cose che tu hai fatto ai tuoi genitori e che speri tua figlia non farà MAI.
Quindi:

Mi pento di essere rimasta a pranzo fuori dopo la scuola , ricomparendo alle 8 di sera senza telefonare per avvertire nonostante avessi la tasca piena di gettoni (che voi ci avevate messo)

Mi pento di essere andata in motorino in due senza casco, anche se mi era stato assolutamente proibito di farlo

Mi pento di aver detto a mio padre che mi abbracciava : "Ma non possiamo volerci bene da lontano?!"

Mi pento di aver spento il cellulare quando stavo in vacanza all'altro capo del mondo


Mi pento di non essermi girata a fare ciaociao con la manina dopo la barriera dei gate quando stavo per andare in Canada per 3 mesi

Mi pento di avervi detto che andavo a dormire da Marika e poi sono andata a quella discoteca fuori città (che poi quello che mi piaceva manco c'era...)

Mi pento di avervi portato a casa quelle Persone Poco Raccomandabili (ma sembravano solo per i tatuaggi e i pirsing, erano tutti bravi ragazzi, giuro!!!)

e prometto che da adesso in poi seguirò i vostri consigli per non trovarmi poi con i rimorsi di coscienza all'ospizio per anziani...

sabato 5 marzo 2011

Ninna nanna berlusconiana

La nonna canticchia una canzoncina a Sofia, mentre io raccolgo le mie cose:
"Scarpette scarpette/ ricamate di seta rosa/ per andar colla morosa, per andar con la morosa/"

questa canzoncina non me la ricordo... non è tra quelle che mi cantava...

Scarpette scarpette/ ricamate di seta marrone..."

e queste a che serviranno?

"...Per andar colle battone/sotto i portici di via Po/"

"!? MAAAMMMMMAAAAAA!!!!"

martedì 1 marzo 2011

Quella poltrona abbandonata

-: E com'è hai cambiato dentista?
-: Beh sai la mia dentista ha cambiato città.
...no: poi magari mi chiede perchè...

-: E com'è sei venuta da me?
-: Perchè la mia dentista ha cambiato lavoro.
...no, peggio me sento...

e se provassi con la verità?
-: La mia dentista, che è anche una cara amica, non può più curarmi perchè ha deciso di farsi suora.
nonononono, non mi crederebbero mai, non posso dirlo a nessuno!

A Giusy, che oggi cambia strada e inizia un percorso nuovo, il mio cuore è con lei, con l'augurio di trovare in fondo tutto quello che cerca.







Ma mi mancherai lo stesso... =)

mercoledì 23 febbraio 2011

Per chi si chiedesse come si fa a vivere con un rianimatore

Interno sera, Giò ed io seduti a tavola.
Io: "Sai, oggi è arrivata in rianimazione una donna che è impazzita per le sevizie subite dal marito. Ha uno sguardo vacuo e dolce e tutti i denti rotti: io sono uscita dall'ospedale sconvolta e intristita , avevo voglia di venire ad abbracciarvi e mi sembrava impossibile essere così incredibilmente fortunata mentre c'è gente che soffre in questo modo. Poi sono entrata in macchina e ho acceso la radio e sono - come dire? - rientrata nella vita di tutti i giorni e il magone mi è un po' passato. Allora ho pensato che ,tutto sommato, il fatto che viviamo senza renderci conto è un bene, altrimenti saremmo sempre ad angosciarci, no?"
...
...
Gio: "Certo che questa pasta con le melanzane che hai fatto ieri, ripassata oggi è una favola!"

Deve aver percepito una certa costernazione nel mio sguardo perchè ha aggiunto: "dicevo per alleggerire..."

sabato 19 febbraio 2011

Non è lo stesso campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è neanche lo stesso sport!!!

Stellina - che Dio ce la conservi com'è - è la migliore di noi. Sarà per questo che il Fato le riserva le prove più dure:
Paziente demente (PD): "Dottoressa, sia pure spassionatamente sincera sui pericoli di quest'intervento, tanto lavoriamo nello stesso campo".
Stella: "Ah, lei è un collega?"
PD:" No, ho un impresa di pompe funebri"
La mia amica, invece di dare in escandescenze e prenderlo a clavate con un laringoscopio, non si è scomposta minimamente, ha solo detto: "Mi permetta: a me chiamano prima...! "

venerdì 18 febbraio 2011

Meriti

La vita del rianimatore è una vorticosa girandola di rogne intervallata da qualche sprazzo di reale soddisfazione.
Uno di questi sprazzi, per esempio, è venir salutati da un giovanotto su una carrozzella della riabiltazione e riconoscere in lui il ragazzino quasi morto che ti hanno portato 3 mesi fa. Ancora meglio è se, vedendo te e la tua collega, vi viene incontro sorridendo e dicendo: "dottoresse, speravo di incontrare proprio voi! ero passato in riamazione per salutare!" dopo che lo abbiamo abbracciato festosamente ha aggiunto:" Voi siete le mie dotteresse preferite: siete quelle che mi facevano più morfina!".
Dieci lunghi anni di applicazione sullo shock settico.
E bastava così poco...

martedì 15 febbraio 2011

La vita bisognerebbe allargarla

Sarà perchè è molto impegnativo, ma in questo periodo i miei pensieri rimbalzano continuamente tra mia figlia e i miei pazienti, come una pallina di gomma in una stanza chiusa. Sofia si addormenta ed ecco che la mia mente corre alle cose che ci sono da fare in rianimazione e  lì invece, il pensiero vola continuamente  a mia figlia, cosa fa, come sta, se sto riuscendo a dedicargli abbastanza tempo.
Il resto? sparito. non esiste più.
A volte - lo ammetto - mi pesa: vorrei avere più spazio per leggere un libro, uscire con le amiche o anche solo stare a guardare il soffitto;
Però capitano anche le sere in cui Sofia si addormenta in braccio a me e mi sorride nel sonno.
"Certo" ha detto Giò guardandoci ieri  "che si parla sempre di come i genitori viziano i figli, ma mai del contrario"
"Cosa intendi? " ho chiesto
"Beh, adesso delle due non so chi sembra la più appagata!" ha concluso sorridendo.
E ha ragione lui.

domenica 6 febbraio 2011

Le nuove scarpe di Sofia



ok , lo ammetto: sono un filo sopra le righe, ma erano le uniche rimaste di quel numero al negozio superspecializzato in calzature per bambini che faceva i saldi...
Il commento di Giò è stato: Ma chi pensi che sia tua figlia Paris Hilton?!

becero...

venerdì 4 febbraio 2011

Responsabilità

Mi faccio un vanto di essere una persona tollerante, e ritengo che ogni religione vada rispettata, indipendentemente da quanto possa essere lontana dal nostro modo di sentire. Certo, non posso approvare le manifestazioni violente o oppressive perpetrate in nome di una pretesa spiritualità, ma cerco di adeguarmi al motto di Voltaire "Combatto le tue idee, ma difendo il tuo diritto ad averle"
Questo è a volte difficile nel mio lavoro.
Il mio ospedale è specializzato nel trattamento di pazienti testimoni di Geova , che quindi rifiutano il sangue e gran parte dei derivati. Queste persone firmano dei consensi veramente estremi che recitano più o meno: "non voglio che mi sia fatto sangue neanche se sto per morire e se lo chiedono i miei parenti più stretti. "In realtà questo consenso è lungo due pagine e così dettagliato e minuzioso che la prima volta che l'ho letto ci ho messo 10 minuti solo per contemplare tutte le ipotesi.
è fin troppo ovvio dire che l'idea di far morire un essere umano perchè non posso fargli il sangue mi ripugna, però rispetto la loro volontà (e quando muoiono provo un senso di colpa orrendo, come se fosse colpa mia)
La cosa che però mi fa profondamente inkazzare è l'atteggiamento di molti di loro. per citare alcune delle frasi più tipiche:
"Ma tanto i chirurghi che devono lavorare senza sangue, diventano più bravi degli altri" (chi l'ha detto?)
"Io guarisco prima perchè siccome non faccio le trasfusioni non ho rigetto" (neanche ossigeno, però)
 e sopratutto: "Dottoressa, perchè ha spaventato mia nonna dicendole che ha un rischio aumentato perchè non può fare il sangue? non potrebbe venire a tranquillizzarla?"
ma anche: "Come è potuto succedere che è morta?!"

Allora: non è che i martiri cristiani dicevano: "ma senta, questi leoni non fanno tanto male vero?" Se hai deciso di morire per una causa, a me va anche bene, ma non puoi pensare che io ti racconti bugie per farti passare la paura. Non vuoi il sangue? il rischio che hai di morire è più alto del normale. Lo è perchè lo dimostrano diversi studi scientifici, e lo è indipendentemente da quanto bravo è chi ti opera. E se è questo che vuoi me lo devi mettere per iscritto, perchè mi stai costringendo a venire meno al giuramento che ho fatto di curare le persone secondo scienza e coscienza.
Io mi prendo la mia responsabilità e me la vedo con la mia coscienza. Tu veditela con la tua.

mercoledì 2 febbraio 2011

Oculistica reprise

E ti pareva che anche qui non mi toccava riprendere la mia croce: l'oculistica.
Il personale della sala di oculistica  è composto da: Mario il caposala ,un omone per cui una parola è poco e due sono troppe; e Salvatore l'infermiere, un ometto segaligno, che mi ha già raccontato per intero la sua vita un paio di volte intercalandola con profferte amorose di vario genere.
Oggi l'oculista era in sala operatoria, una paziente aspettava nella presala lì davanti e Salvatore era nella stanza accanto, preso nella narrazione di un episodio particolarmente pregnante del suo rapporto con la figlia, di cui ho perso purtroppo il significato parabolico.
Al culmine del racconto l'oculista chiede dalla sala: "Salvatore! hai messo le gocce alla prossima paziente?"
Lui, che ovviamente si è scordato, ha utilizzato l'arte tutta maschile di mentire con nochalance e ha risposto senza alcuna esitazione: "si!"
Già stava per proseguire la conversazione quando è giunta la voce della paziente dalla presala: "NON È VERO! NON MI HA MESSO NIENTE!!!"
L'oculista ed io siamo scoppiati a ridere e lui è dovuto andare , a malincuore, a mettere le gocce.
Mai mentire ai pazienti...

domenica 30 gennaio 2011

Pantpant

Grazie Signore, per averci dato il 30 gennaio e la fine di queste spaventevoli 180 ore.
Il problema non sono le ore, sono le ore + la figlia: Sofia infatti ha deciso che l'orario giusto in cui svegliarsi sono le 4 del mattino, così vede bene la luce dell'alba. Quindi si finisce per stare svegli la notte, lavorare il giorno e nelle restanti ore cercare le energie per stare con lei che cresce ad una velocità incredibile.
Ma bando alle ciance: nell' ospedale convenzionato in cui lavoro adesso il primario della rianimazione è milanese, il suo vice è romano, e il responsabie delle sale operatorie è calabrese. Ogni volta che sono insieme sembra di assistere ad un film di Aldo Giovanni e Giacomo.
Il mio preferito è in particolare il primario della rianimazione: oltre ad essere un ottimo rianimatore è anche una persona gentile e disponibile. Per me che venivo dal pak polare dell'università è stranissimo sentire il primario che chiama domenica mattina dicendo: "uè, come stai? meno male che ci sei tu! volevo assicurarmi andasse tutto bene." Uno che se non ti ricordi una cosa te la dice senza farti sentire colpevole di alto tradimento, che cerca di farti andare ai corsi e ai congressi perchè così migliori, che ascolta quando parli  senza guardarti col sopracciglio alzato e che, sopratutto, quando un paziente va male si agita e si inkazza e se la prende con tutto e tutti e comincia a spulciare la cartella e a cercare di fare qualcosa.
Lavorare con lui mi ha fatto tornare la voglia di fare il rianimatore, ed è bello svegliarsi,sapere di avere 12 ore davanti ed essere comunque di buon umore. Speriamo che duri.

venerdì 14 gennaio 2011

Anno nuovo col botto

Cari amici e lettori, scusate la lunga pausa del blog, ma abbiamo avuto nell'ordine: 2 influenze, un balzo di crescita con svezzamento e 170 ore di lavoro (5 notti, 3 weekend...)
è un attimo che non ce la sto facendo...

a prestissimo!
Prop.