venerdì 8 marzo 2024

vivi e lascia vivere

 Io sto invecchiando male, e questo è palese a tutti, ma mi sembra sempre di più che ci sia una quantità di gente che rompe i coglioni al prossimo costantemente, per qualsiasi cosa. Gente che non riesce a fare a meno di sottolineare qualsiasi imperfezione anche in cose che non la riguardano minimamente, che non riesce ad astenersi dal commentare il lavoro degli altri, la vita degli altri, le scelte degli altri, qualunque esse siano, cercando qualsiasi appiglio per trovare errori, difetti o mancanze o fare osservazioni. 

Sempre più gente convinta di avere titolo per fare commenti, anche con toni e scelte di parole ben aldilà di quello che io considererei una "pacata osservazione", su tutto quello che gli capita sotto gli occhi, solo per il gusto della polemica, della critica, del rimprovero.

La scorsa settimana alle 8 del mattino ho chiesto ad un infermiere se aveva fotocopiato la cartella del paziente che doveva andare via. 

"Non l'ho fatto! nessuno mi ha detto di farlo" ha risposto lui piccato

io sono stata zitta , ma la mia collega ha subito ribattuto: Non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo! queste cose fanno parte delle mansioni infermieristiche!

La discussione è andata avanti altri 10 minuti.

10 minuti di parole al vento per un dialogo che doveva essere:

"Mario, hai fotocopiato la cartella del paziente?"

"No, Propofol, ora lo faccio."

12 secondi in tutto, compresa la pausa per sorseggiare il caffe.

Ora, consentitemi un luogo comune, sarà che io sono romana e noi siamo stati inclini, dai tempi dell'impero a Gigi Proietti, a cercare di non rompere il cazzo alle gente se proprio non è necessario. Vivi e lascia vivere è un bel motto che io mi sento di abbracciare caldamente.

Però pensando a queste persone cercavo di trovare un denominatore comune che mi spiegasse che gusto ci provano a comportarsi così, anche perché il loro comportamento ha un riflesso sull'intero ambiente in cui stanno, sia esso la famiglia o la sala operatoria o il gruppo sportivo. All'inizio pensavo fosse una questione di pignoleria, del fatto che queste persone notano molti dettagli e quindi li enfatizzano, ma non è questo: guardandoli bene mi sono convinta che loro rompono le palle agli altri per dimostrare che esistono. Evidentemente sono così insicure che se non sono al centro dell'azione, se gli altri non focalizzano su di loro la loro attenzione, non si sentono "riconosciute" e hanno paura di non essere considerate. Sembrano forti, ma in realtà sono talmente deboli che se qualcuno non gli dimostra di prenderli in considerazione ogni momento si sentono sparire. 

Questa profonda spiegazione psicosociale non mi leva del tutto la voglia di dargli una capocciata. Però un po' si


sabato 2 marzo 2024

Una vera scienziata

In città ci sono stati dei disordini in cui era coinvolta anche la polizia. Siccome la cosa ha avuto un po' di risonanza, gli amici di fuori mi hanno mandato messaggi. Tra i primi, Ale, il padrino di Sofia, laureato in fisica,anche lui con figli "piccoli"

A: Oh, ma Sofia è stata coinvolta negli scontri?

Io: No, per fortuna a quell'ora era a casa che partecipava alle olimpiadi di matematica

A: Nella torre d'avorio mentre il mondo brucia...

sabato 24 febbraio 2024

Povero Agamennone

Sofia ha un'amica che si chiama Elettra. Io quando ho sentito il nome sono rimasta un po' stupita: "Accidenti" ho detto " le hanno dato un nome impegnativo!

Lei mi ha guardato indignata: "Mamma, ma guarda che mica perché si chiama così dev'essere come quella scema di Elettra Lamborghini!!!!"

Grazie, professor Colleoni, per tutte le volte che mi ha interrogato in letteratura greca, per avermi trattenuto intere domeniche in casa a tradurre pedissequamente i tragici greci e per avermi costretto con metodi brutali e retrivi a ignorare quasi completamente l'esistenza di Elettra Lamborghini, il cui nome , tutto sommato, è meno impegnativo della sua più illustre ed oscura omonima...

sabato 13 gennaio 2024

Ma come fai a dirglielo

 L'altra sera sono arrivata in terapia intensiva per dare il cambio al collega e, invece della solita scena di tranquillità precena ho trovato un campo di battaglia con tanto di modelli INPS del decesso da preparare.

Il collega che smontava, un anziano preparato a tutto, mi è venuto incontro con l'aria di chi ha venduto cara la pelle: "Mario, tutto bene?"

"Bene un cazzo...sono montato stamattina alle 8 e non sono riuscito neanche ad andare al cesso...il paziente del letto uno è morto stamattina, abbiamo ricoverato il letto tre alle 15, alle 16 il letto due ha deciso che doveva morire pure lui e si è arrestato così, all'improvviso, senza nessun segno, siamo stati a lavorarci fino adesso, l'ho ripreso non so come e l'ho stabilizzato..."

"minchia...."ho esordito io

in quel momento entra Debora la specializzanda, con l'aria fresca e riposata di una trentenne, che guarda il collega tutta felice: "Allora Mario, io vado: grazie! grazie mille! è stata una giornata fantastica! ho visto tantissime cose che non avevo mai visto!" ha detto,  trasudando entusiasmo.

Io ho taciuto, Mario l'ha guardata e si vedeva palesemente che stava per dire altro, poi però ci ha ripensato e ha detto solo "Prego , figurati" 

Ed io l'ho ammirato tanto per questo.

lunedì 8 gennaio 2024

Bisogna ammettere la sconfitta

 Mentre per fare un'anestesia vera e propria serve un anestesista, per fare un'anestesia locale basta un po' chiunque: chirurghi, dermatologi, ortopedici. La differenza sta, secondo me, in quella che si potrebbe chiamare "Prestazione minima richiesta." E sì, perché fare un anestesia locale non è così semplice come immaginano alcuni: non basta buttare dell'anestetico a casaccio vicino a dove si taglia, o meglio non sempre basta; e come sempre ci sono alcuni che studiano quello che fanno e altri che fanno cose a caso pensando che qualcuno cimetta una toppa. Tipico è l'esempio dell'ernia inguinale, procedura che viene fatta in locale "assistita" dall'anestesista: se il chirurgo sa quello che fa l'assietnza si limita a  due chiacchere col paziente, se il chirurgo pensa che basta una punturina qua e là mentre taglia a me tocca fare delle dosi di anestetitco e antidolorifico che basterebbero per un trapianto di fegato.

Mediamente i nostri ortopedici sono bravini con l'anestesia locale, soprattutto uno, che è uno specialista della chirurgia del piede e di solito fa tutto da solo senza neanche coinvolgerci; io però, che mi stufo a stare con le mani in mano e sono un impaziente, quando sto con lui gli chiedo se posso fare io l'anestesia locale, così ne approfitto per muovere un po' le mani o addestrare lo specializzando.

"Anestesia perfetta" mi ha detto l'altro giorno uscendo dalla sala "la paziente non ha sentito nulla"

"maddai?! ho risposto io con un po' di spocchia "proprio come se fossi un'anestesista, eh?"

"no" ha risposto prontamente lui " proprio come se tu fossi un ortopedico"

Game. Set. Match.

venerdì 15 dicembre 2023

Chi va con lo zoppo

Venerdi: messaggio mio in una discussione sulle rivalutazioni settimanali nella chat di reparto: "...queste visite non devono essere delle valutazioni complete, ma solo una panoramica a volo d'uccello sugli interventi della settimana...."

Lunedi: sto spiegando ad una specializzanda la visualizzazione ecografica del nervo sciatico: "...e vedi? questo è il tendine del semitendinoso, nella cui compagine si trova lo sciatico....vedi? forma con la tuberosità ischiatica un immagine tipica che assomiglia ad un pettirosso....lo vedi il pettirosso? guarda come appare bene!!"

Maria, la mia collega, dietro di me: "Propofol....sabato la prospettiva aerea, oggi il pettirosso...ultimamente hai un pensiero fisso con gli uccelli...."

Io, sorridendo: "Marì che ci devo fare? a me gli uccelli sono sempre piaciuti..."

 Ci siamo guardate un attimo:" boia...stiamo proprio diventando ortopedici.... "