giovedì 30 aprile 2020

Dialoghi da isolamento

- Vedi, se mi avessi dato retta e ci fossimo trasferiti in una fattoria nell'outback australiano adesso non dovremmo stare in isolamento.
- Hai ragione, amore mio, è stata una deplorevole mancanza di lungimiranza da parte mia
- Ci sarà un'altra pandemia, pensaci.
- Senz'altro.

lunedì 27 aprile 2020

Cronache dal Coronavirus - Test

Io in vita mia ho fatto un sacco di test, a partire dal test di ammissione a medicina, che è la radice di tutti i mali e che ho superato trionfalmente;
ho fatto qualche test di gravidanza, a volte sperando fosse negativo, a volte sperando fosse positivo (per fortuna i risultati sono stati sempre uelli attesi);
ho fatto, essendo donatrice, innumerevoli volte il test epatite  e HIV, fortunatamente sempre negativi nonostante i numerosi bagni di sangue a cui mi espone la mia professione; ho fatto anche l'alcool test, arrabbiatissima con quel cretino di un carabiniere che non mi credeva. Anche se, insomma, mi metto nei suoi panni:  fermi una pischella di 25 anni alle 4 di domenica mattina a san Lorenzo e quella ti dice che ha appena finito un trapianto di fegato. Glielo avrei fatto fare anche io l'alcool test. E già che c'ero pure quello degli stupefacenti.
Scusa, Ufficiale e Gentiluomo.
Non ho mai fatto un test d'intelligenza perchè sospetto che il risultato mi deluderebbe.
A questa significativa lista posso ora aggiungere il test del COVID a cui sono stata sottoposta ieri, risultando negativa.
"Che bello!" ho detto io.
"Mica tanto, ha risposto tetra l'infermiera, "era meglio se venivi con le IgG positive, così almeno lo avevi già fatto"
Mi accontento.
Mi consolo pensando a quello che dice Mario, uno degli specializzandi fighissimi che hanno mandato a darci man forte e che sostiene che la sensibilità del test è troppo bassa per una malattia che ha una prevalenza così piccola nella popolazione.

Forse dovrei rifarlo
O dovrei rifare il test di ammissione a medicina ,sperando in un risultato diverso.

venerdì 24 aprile 2020

Post di pubblica utilità: come si mette la mascherina chirurgica

C'è un sacco di gente che si lamenta della mascherina chirurgica.
All'inizio pensavo fosse la solita lagna di chi ha costantemente bisogno di lamentarsi, ma poi ho visto che il fenomeno interessava anche persone dotate di resilienza e raziocinio, quindi qualcosa di vero ci doveva essere.
Allora mi sono resa conto che è vero che noi operatori sanitari portiamo la mascherina per molte ore da lunghi anni, ma proprio per questo abbiamo imparato a usarla nel modo più comodo  e corretto.
Ecco quindi il tutorial anestesiologico: come indossare la mascherina chirurgica.
1. Iniziate dalle parte rigida in corrispondenza del naso sul bordo superiore. Fatela aderire bene al setto, a metà tra la punta e la fronte. Mettetela  stretta, ma non fastidiosa. Questo impedirà alla maschera di salirvi sugli occhi.
2 Se avete una di quelle schifezze con gli elastici dietro le orecchie modificatela, le mascherine per essere comode devono avere 4 lacci; quelle nuove hanno provato a mollarle anche a noi in sala operatoria prima del covid e le abbiamo schifate. Quindi: tagliate gli elastici tondi nella parte inferiore e con una spillatrice attaccate agli angoli inferiori rimasti liberi due pezzi di spago o fettuccia o quel che avete. Ecco fatta una mascherina decente.
3. Allacciate le strisce superiori sulla sommità della nuca, passando sopra l'orecchio. l'ideale è passare sopra l'attaccatura in modo da avere due punti di appoggio: l'angolo del padiglione auricolare e il nodo dietro, così da distribuire il peso su due punti e ridurre il fastidio. Fate un fiocco. Non un nodo, un fiocco perchè dovete poterlo sciogliere e rifare all'occorrenza.
3. A questo punto tenendo fermo il naso, tirate il bordo inferiore verso il basso allungandolo fino a farlo arrivare comodamente sotto il mento. Le mascherina hanno quelle tre pieghe centrali per permettere di adattarle alla lunghezza del viso.
4. Ora prendete i laccetti inferiori e legateli dietro la nuca, all'incirca all'attaccatura dei capelli, abbastanza stretti da far si che la parte inferiore sia aderente al viso e non strusci contro il colletto.
5.  Se necessario, riaggiustate il nodo superiore

et voilà. Adesso la mascherina è messa su per bene. Non toccatela, non spostatela, non consideratela. resterà là dove deve stare senza problemi.
Due cose:
a) Anche se non vi sembra, la mascherina non impedisce di parlare. Chi vi sta accanto vi sente perfettamente; alcune fra le più appassionate storie d'amore che ho visto sono nate tra questi sussurri.  Sfruttate l'effetto "sguardo intenso", dato dalla mascherina per mettere in risalto il vostro fascino magnetico.
b) Resistete all'irresistibile tentazione di tirarla giù sul naso. è fortissima, lo so. Per imparare a non farlo ci vogliono anni di caposala inacidite che appena vedono una narice urlano: Dottoressa, che ha il naso sterile?!"
Se non avete una caposala a portata di mano fatevi aiutare dalla persona più acida della famiglia, e vedrete che in poco tempo riuscirete anche voi a raggiungere il risultato.
Adesso siete pronti per la neurochirurgia.

martedì 21 aprile 2020

Cronache dal coronavirus - tecniche di controllo dell'ansia

Sembra, ho paura a dirlo, che le cose stiano andando un po' meglio.
Il flusso dei pazienti che sembrava inarrestabile si è fermato un po' e se restasse così, si potrebbe gestire; siamo tutti un po' terrorizzati dalla fase due perchè una botta l'abbiamo retta in qualche modo, ma la seconda non lo so se ce la faremmo, eppure da qualche parte bisogna iniziare: è come quel paziente delicato che dopo tanti giorni di migliormento nessuno ha il coraggio di estubare: prima o poi va fatto, quindi c'è sempre uno che una mattina si sente fortunato e fa la prova.
Speriamo di essere fortunati.
Nel frattempo il livello d'ansia medio è sceso parecchio, ormai ci siamo abituati o forse siamo troppo stanchi per continuare a preoccuparci. Rimane un disagio mentale di fondo che si esprime in una serie di stranezze che colpiscono noi operatorio sanitari, ma ho la sensazione che potrebbero essere diffuse un po' dappertutto.
Io per esempio ho sviluppato quella che definerei "Sindrome del criceto sulla ruota", ovverosia faccio cose. Sempre. Di continuo. Sennò mi prende l'ansia. Ma non è che faccio una cosa sola, il che mi classificherebbe nella normale patologia quotidiana, no, ne devo fare almeno due insieme, rientrando così in quello che il DSMV (il grande elenco delle patologie psichiatriche) definisce come sindrome maniacale. Per esempio: Gioco a monopoli E stiro i panni; cucino E ascolto trasmissioni di geopolitica; faccio i compiti con Sofia E cucio mascherine artigianali di cotone.
Ma poi faccio cose che non mi sarei mai sognata nella mia vita: sistemo lo sgabuzziono, lavo le sciarpe, pulisco i vetri.
vi rendete conto?i vetri. Una roba che a stento ho percepito nella mia vita e che di solito mi arriva sotto forma di Maria (la donna che come punizione nella vita ha scelto di aiutarmi a casa) che dice: Propofol, oggi ho fatto i vetri; comuncazione che di solito il mio cervello derurbrica subito sotto la voce: non so cosa vuol dire ma dalle una risposta gratificante.
Ieri ho pulito il divano con l'aspirapolvere e acqua e alcool. Giò mi guardava come fossi impazzita.
Ma non contenta di questo c'è anche il programma fitness. Anzi due.
Il primo è una serie di lezioni di Pilates su youtube dal titolo "Pilates con Tiziana ", che è una tizia che io avrei definito una trucidona di Roma nord, ma Gio e Claudio, evidentemente più sensibili alle sue doti morali, hanno detto non essere assolutamente trucida. Quindi alle 18 Sofia ed io iniziamo a fare Pilates con la duchessa del Sussex.
Poi , mentre cercavo un pigiama, mi sono imbattuta nelle lezioni in streaming di yoga di Oysho. Tutta contenta mi sono sintonizzata sulla prima e dopo 3 minuti ho capito che era molto al di fuori delle mie possibilità fisiche. A quel punto però mi ero intestardita e girando per il web mi sono imbattuta in un canale che si chiama "la scimmia yoga", in cui c'è una tipa carinissima che ha un approccio molto più soft. Io riesco quasi a completare una delle lezioni del ciclo "yoga per ultranovantenni con problemi motori." Conto di riuscirci per la fine della quarantena.
Come se non bastasse, su consiglio di Roberta che dice che fa bene all'ansia, mi sono lanciata anche nelle meditazioni guidate della tizia in questione, tra cui una serie di meditazioni sui chackra (che non so come si scrive) che rappresentano il fondo più basso della mia parabola razionalista. Tra tre mesi mi iscriverò alla Wicca e allora vi autorizzo tutti a togliermi il saluto.
Sofia è entusiasta della meditazione: ci mettiamo a letto e dopo 90 secondi esatti dall'inizio della meditazione lei dorme come un ghiro.
Se sapevo che era così semplice la cominciavo a far meditare a due anni.
Io resto sul letto a cercare di immedesimarmi in un elefante bianco sulla cima della montagna e a visualizzare un onda di calore rosso che sale dai miei ischi, mentre intanto penso ai cazzi miei, cosa che credo infici un po' il risultato di pace interiore.
Forse dovrei semplicemente drogarmi di lexotan...


domenica 12 aprile 2020

Rivelazioni mistiche

Sono nata da una famiglia di atei e ho deciso di diventare cattolica verso i 9 anni.
I miei genitori hanno sempre rispettato la mia scelta, senza mai tentare di ostacolarmi o di farmi cambiare idea, dandomi così la prima e più grande lezione di tolleranza della mia vita.
Non ho mai trovato difficile accordare scienza e fede. Seguendo il principio del "Mai attribuire a Nostro Signore quello che puoi spiegare con un libro di biologia" , ho tuttavia trovato Dio al letto dei miei pazienti: è là che a volte ho visto qualcosa che trascendeva l'umano, che andava oltre il nostro essere un mucchio di atomi di carbonio.  Cosa fosse, come spiegarlo altrimenti ,non lo so, non più di quanto saprei spiegare il solletico ad uno che non lo soffre. Se mi dicesse: non esiste, ti stai suggestionando, potrei rispondere solo con un poco convincente: Esiste, fidati. Io lo sento.
Ma mi sono sempre trovata in imbarazzo a parlare delle Grandi Verità dell'Esistenza, diciamo che mi trovo più a mio agio con le minuzie quotidiane, quelle cose che vanno senz'altro rubricate sotto la voce "coincidenze", ma che ti arredano un po' la vita.
Tra queste ci sono i miei "Piccoli Miracoli Pasquali"
Lo scorso anno, per esempio, non sono potuta andare alla Messa di Pasqua, così ci sono andata il lunedì nella chiesetta del piccolo ospedale in cui ero di guardia. Guarda caso quel giorno la messa di Pasqua la officiava nientemeno che un Vescovo, venuto a trovare la famiglia da quelle parti senza averlo programmato, e senza nessuna pubblicità, così che mi sono potuta sentire la funzione del Vescovo, solamente lui io ed un altro malato ,con tanto di chiaccherata finale, in cui ho fatto praticamente 10 minuti di discorso indiretto perchè non sapevo se dovevo chiamarlo Eccellenza o Eminenza ed ero imbarazzatissima.
Ci fu poi la Pasqua nel piccolo ospedale religioso in cui lavoravamo Federico ed Io.
C'era la messa nella chiesa annessa ed io, che ero di guardia, scesi a sentirla. Federico , che è ateo, scese con me, per vedere la chiesa  aperta raramente. Appena entrati  fummo subito intercettati da una suora: "oh, che bello! due dottori. Uno legge la prima lettura e l'altro la seconda. " Noi tirammo fuori i telefoni di guardia con aria contrita: "Purtroppo, sorella non possiamo, sa, dobbiamo essere pronti a rispondere alle emergenze..." ma lei non aveva nessuna intenzione di lasciare perdere e , guidandoci fermamente verso i primi banchi concluse: "Non c'è problema: mentre uno legge l'altro tiene entrambi i telefoni e poi ve li scambiate. "
Non c'era modo di uscirne senza essere offensivi. E così Federico non solo si sentì tutta la messa di Pasqua, ma con aria grave e la sua naturale eleganza (Fede è praticamente la copia più cool di Raoul Gardini) salì sull'altare e lesse la seconda lettura urbi et orbi, mentre io cercavo di non ridere.
Ho provato a dirgli in seguito che quello era un segno, ma non ha funzionato, è rimasto ateo. Io però ci spero ancora.
Il mio Piccolo Miracolo Pasquale di quest'anno è invece molto più semplice e l'ho ricevuto ieri. Sono entrata in Terapia Intensiva e c'era una cosa che non vedevo molto: posti letto liberi. Ieri, per la prima volta da tanto tempo, in terapia intensiva covid c'erano quattro letti liberi. E nessuno che aveva bisogno di occuparli.
Ed io lo so che tutto questo si può adeguatamente spiegare con la biologia, e che è merito di chi, facendo sacrifici sta a casa da un mese, però mai come adesso, mi pare un miracolo.
Buona Pasqua.

martedì 7 aprile 2020

Per mio marito

Oggi sono otto anni dal giorno del nostro matrimonio.
A volte, ma solo quando sono proprio depressa perchè c'è una pandemia in atto, penso che avresti potuto fare una scelta molto pù facile: una donna che il giorno di Natale fosse a casa, che non ti abbandonasse tutta la notte con una neonata di tre mesi per andare a fare la guardia, che non guadagnasse più di te, che non fosse sempre stanca, che non tornasse a casa parlando sempre di morti e gente squartata.
Eppure, in questi anni di matrimonio e nei dieci precedenti, non ti ho mai sentito dire una parola su tutto questo, ma sempre, sempre ho avuto il tuo appoggio in ognuna delle scelte che ho fatto, anche quelle più difficili.
Anche oggi ,che come al solito ti tocca stare a casa da solo, che torno a qualsiasi ora, che piango senza motivo,che sono un potenziale pericolo per te e per nostra figlia, e dormi da solo mentre io sto su un lettuccio in salotto, non mi è mai mancato il tuo appoggio, la tua silenziosa presenza, un gesto minimo per dire: ci sono.
Buon anniversario amore mio.
Ti sposerei anche la terza volta, se potessi.

domenica 5 aprile 2020

Cronache dal coronavirus

Tutti lì a dire che siamo degli eroi e non lo so, magari sarà pure vero. Io però gli eroi me li immaginavo diversi: più consapevoli e compresi nella parte, gente che era entusiasta di gettarsi nella mischia, che era pronta a fare l'estremo sacrificio con un sorriso sprezzante sulle labbra.
Ne ho conosciuti un paio così: io li trovo fastidiosissimi: sono sempre entusiasti e sembra che stiano vivendo il momento più fulgido della loro vita.
Noialtri quando entriamo abbiamo tutti l'aria skazzata di chi vorrebbe stare in tutt'altro posto e affrontiamo le sei ore sperando che finiscano presto e vada tutto bene. Vorremmo con tutto il cuore tornare alla nostra vita normale e se ci fosse un modo dignitoso di sfangarsi tutto questo lo useremmo subito.
In generali assomigliamo molto a quello che Umberto Eco scrive su di se rispetto alla guerra: "(Sono un uomo) che non crede assolutamente alle guerre giuste, e apprezza solo le guerre civili, in cui chi combatte lo fa controvoglia, tirato per i capelli, a suo rischio e pericolo, sperando che finisca subito e perché proprio ne va dell'onore e non se ne può fare a meno."
Io non so come sono le dinamiche negli altri gruppi di colleghi,  da quello che vedo da Giò sono abbastanza simili alle nostre, ma con qualche differenza: un gruppo di anestesisti raramente riesce a mantenere una distanza "normale" tra i suoi componenti; in parte perchè il nostro lavoro ha a che fare con la vita privata: se tu fai Natale a casa è perchè qualcuno sta in ospedale al posto tuo. Se tu sei in vacanza a ferragosto è perchè qualcuno a ferragosto è in ospedale. Ogni spazio di vita privata tuo lo pagano gli altri e questo può tirare fuori il peggio delle persone perchè il confine tra ciò che è mio diritto e ciò che mio privilegio è parecchio diverso per tutti. D'altronde è anche vero che noi abbiamo a che fare con la vita e con la morte. E non importa quanto ti sta sul cazzo quello che è di guardia con te: se ti trovi in difficoltà avere qualcuno che ti da una mano fa la differenza, anche se vi siete mandati a fare in culo fino al giorno prima. Di solito tutte le tensioni sotterranee esplodono a tratti e poi si quietano in un equilibrio più o meno stabile funzionale al lavoro: in questi giorni quest'equilibrio è particolarmente difficile da mantenere; tutti siamo sotto pressione e tutti ci sentiamo in diritto di pretendere che gli altri capiscano la nostra situazione e ci diano una mano. I toni si alzano con poco e le risposte a cazzo si moltiplicano. Qualche giorno fa una collega ed io ci siamo urlate in faccia per qualche minuto prima di renderci conto che l'argomento di cui discutevamo  non riguardava ne me nè lei. Le asprezze di ogni carattere vengono accentuate, ma vedo che tutti noi stiamo cercando di fare del nostro meglio. Ognuno dei miei colleghi con i suoi limiti e le sue capacità , sta cercando di spingere un po' più in alto l'asticella di quello che si può fare, a volte rimettendosi in gioco e facendo cose che non faceva da anni, a volte anche contro una burocrazia che mi fa pensare alla frase di Churchill: un esercito di leoni comandati da agnelli. 
Quello che so è che dopo tutto questo non li guarderò più con gli stessi occhi, che quello che ho visto  in questi giorni mi ha fatto scoprire qualcosa  che non sapevo:  in ognuno di loro c'è molto più di quello che appare.

venerdì 3 aprile 2020

Cronache dal coronavirus - Responsabilità

Ora c'è questa cosa che oltre a scendere a far pisciare il cane puoi scendere a far pisciare anche i bambini.
Io non lo so cosa penso. Sul serio.
Da una parte la mia indole moderata mi porterebbe a dire che mi sembra giusto e sensato che, nel rispetto delle norme di sicuezza, si possano far uscire i bambini; però...
Viviamo in un paese in cui la maggior parte della gente sembra sentirsi sempre al di fuori o al di sopra delle regole; siamo sempre tutti convinti di poter fare un eccezione, di essere più furbi, di poter fare come ci pare perchè tanto, figurati. E quando le conseguenze delle nostre azioni ricadono inesorabilmente su di noi veniamo colti da stupore: ma come è potuto succedere? ma come mai? e invece di prendercela con noi stessi e dire: ho fatto una cazzata, troviamo sempre il modo di dare la colpa a qualcun'altro e di fare le vittime.
Non è così.  Una delle caratteristiche dell'essere adulto è quella di saper valutare le conseguenze delle proprie azioni e prendersene la responsabilità, e questo momento non fa eccezione: se con la scusa di questo decreto portate fuori i vostri figli e li esponete alla contaminazione la responsabilità delle conseguenze è solo ed esclusivamente vostra e di nessun altro. E se qualcuno vi ha erroneamente indotto a credere che i bambini siano immuni dal virus levatevelo dalle testa : il virus si contagia anche ai bambini e anche loro possono avere forme severe. Quindi abbiate ben presente quello che fate, perchè vi si chiede di essere nientemento che responsabili dela vita o della morte di vostro figlio, e tramite lui, della vita o della morte delle persone con cui viene a contatto : vostra madre, vostro padre, vostro fratello, vostra moglie.
E se succede il peggio la colpa non sarà dell'Europa che non ci aiuta, della Cina che ci contagia , dell'America che crea virus in laboratorio o di Nostro Signore. No. La colpa è solo ed esclusivamente vostra, perchè vi è stato diffusamente spiegato come non contagiarvi e avete tutti i mezzi e le possibilità di farlo. Se non lo fate è una vostra decisione e siccome gli adulti siete voi, e non loro, vostra è la responsabilità delle conseguenze.
Buona passeggiata.