domenica 28 aprile 2013

La tracotanza del privilegio

Un paio di settimane fa, durante un intervento chirurgico a cui partecipavano ben due primari di diverse specialità, sono stata interpellata da uno dei due: " E lei che contratto ha, dottoressa?"
"Io? libero professionale, professore" ho risposto
"Ah, per che orario?"
"Quello normale dei dipendenti"
"Ah, quanti anni ha?"
"Trentasei. " ho detto più asciutta e sintetica che potevo.
"Ma pensi!" ha esclamato " io a trentasei anni sono diventato [professore] associato."
io non ho commentato.
"Ma dai" si è sentito invece in dovere di interloquire l'altra eminence gris "sei diventato associato dopo di me!?"

La settimana scorsa ho assistito alla grottesca scena di un impiegato pubblico con lavoro d'ufficio 8.00-16.00 -tredici mensilità-ferie-malattia-straordinari-aspettativa-contributi che si lamentava di quanto fosse gravoso il suo lavoro con una madre di famiglia , barista in nero a 700 euro con orario dalle 6.30 alle 20.00 da lunedì a sabato e 6.30 - 13.00 la domenica.

Un paio di giorni fa una collega non molto più anziana, nè di età, nè di servizio che però ha un contratto, ha dato il cambio al mattino ad una collega più giovane.
La più anziana si è lungamente diffusa con l'altra su quanto le piaccia lavorare e su come sia stata felice  perchè lei è un tipo che di notte da' il meglio, ed è sempre stata una che dorme poco e non le pesa affatto.

Questa collega fa una notte al mese, e ha sottolineato più volte che trova offensivo che lei debba fare le notti.
La collega più giovane ne fa sette che le sono state imposte per contratto senza possibilità di scelta.


Per fare questa unica notte mensile la collega anziana ha fatto venire lo specializzando ad aiutarla perchè lei fa abbastanza per gli specializzandi perchè ciò le sia dovuto, e ha diviso la notte con la collega del pronto soccorso in modo da non stare sempre in piedi.
La collega giovane di notte lavora da sola senza specializzando e solo i colleghi suoi parigrado la aiutano, perchè quelli più grandi restano a dormire.

Nonostante questo la più anziana ha continuato l'autocelebrazione delle sue qualità di lavoratrice indefessa senza affatto notare lo sguardo eloquente dell'altra.

La cosa che più innesca il conflitto generazionale non è ,secondo me, la disparità del trattamento economico o delle possibilità sociali quanto questa assoluta tracotanza del privilegio, vissuto da chi lo ha come un diritto. Questo atteggiamento nega, a chi quel privilegio lo deve subire, anche la possibilità di veder riconosciuto il proprio lavoro, la propria dignità, la propria fatica.
E se chi è più "giovane" (metto questa parola tra virgolette perchè parliamo di gente over 30), è disposto a lavorare di più, non è però disposto ad essere umiliato e trattato come un inferiore, da chi ha l'unico merito di essere nato prima.

Per favore, quando parlate, pensate a chi vi rivolgete e cercate sempre di riconoscere agli altri, anche a quelli più in basso, la loro  fatica. Non immaginate quanto questo possa cambiare per loro.

lunedì 22 aprile 2013

Non gliela do' più finchè non si presenta con un distico elegiaco

Affacciandomi alla porta dello studio con un vestitino succinto:
"Amore, sto bene?"
lui, senza neanche alzare gli occhi dallo schermo: "mmh, sei molto carina."

Sofia, affacciandosi alla porta dello studio in jeans e maglietta:
"Papà, sto bene?"
Girandosi ed afferrandola con un sorriso estatico: "Amore di papà! sei bellissima! sei una principessa! sei l'essere vivente più meraviglioso del creato!"

Della serie: ricordatemi com'era quella cosa che dopo la nascita dei figli le mogli trascurano i mariti?....

mercoledì 17 aprile 2013

Visita guidata per scolaresca al Palatino

(La guida con microfono alla mano davanti ad una ventina di 12/13enni)
"...e quindi Vespasiano aveva fiutato il business, tant'è che decide di tassare anche i bagni.
A quel punto i suoi consiglieri gli dicono:
"A Vespasià: ma nun sarà un po' troppo tassa' pure er piscio?"
ma lui rispose saggiamente:
"Pecunia non olet!"..."



mercoledì 10 aprile 2013

Gesù e la tartaruga

"Sofia, guarda che bella quella grande statua di pietra di una tartaruga!"
"Beeelllaa"
"hai visto che sopra c'è qualcuno? chi è ?" (risposta: una fata)
"èèèè...un pony?"
"no,  guarda meglio: come fa ad essere un pony? mica c'ha quattro zampe! chi è?"
"Ah! è Gesù!"

Dal vangelo secondo Sofia...

mercoledì 3 aprile 2013

Le cose che contano veramente

Gli auguri di Pasqua quest'anno sono un po' in ritardo causa lavoro e smottamenti familiari di varia entità ed origine; anche questa festa  ha fruttato alcune chicche che senz'altro daranno lustro a questo blog, ma nel post tardo-Pasquale voglio raccontarne solo una:
quella di un uomo che si risveglia dopo un intervento di urgenza.
Si accorge di non poter parlare perchè ha un tubo in gola, è rincoglionito dall'anestestico e dall'intervento e vede accanto alla barella della sala operatoria sua moglie.
Lei lo guarda con le lacrime agli occhi, ancora a metà tra ansia e speranza, tra il riso e il pianto, in quei momenti che sembrano proprio da film, perchè in effetti i film li hanno copiati alla realtà.
Lui vorrebbe parlare , ma non ci riesce; lei cerca di capire cosa vuole:  se ha dolore, si vuole spostare, ha sete?  ma non è questo.
Allora prende un foglio di carta e ci scrive sopra le lettere dell'alfabeto e lui, indicandole una ad una col dito, ne sceglie 5.
Le cinque migliori.
TI AMO.

Buona Pasqua a tutti!