lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno a tutti!

è fine anno ed io ci provo a fare un bilancio del 2012, ma ammetto che mi tremano le vene dei polsi...

Che si può dire di un anno in cui ti sei sposata e ti sei operata?
in cui hai fatto radioterapia e lezione di tennis?
in cui hai assistito l' amica con cui sei nata che partoriva e tua zia che toglieva un cancro al seno?
in cui , nello stesso mese, una delle tue più care amiche ha perso il padre  (che ti chiamava "figlia adottiva") e il padrino di tua figlia è rimasto incinto?
in cui sei rimasta senza lavoro per due mesi, e tuo marito ha riceuto un offerta di lavoro fantastica?

Mi viene in mente una frase di Giulia , sulla vita: " è come se avessi detto: alti e bassi, metti tutto a palla, che voglio sentire tutto!"

Ecco: se potessi esprimere un desiderio al Grande Deejay per il 2013 gli direi: Nun smorzà. Abbassa.

martedì 25 dicembre 2012

Natale 2012

è tradizione pluiriennale di questo blog che gli auguri urbi et orbi vengano scritti dall'ospedale, e le tradizioni, si sa, vanno rispettate , almeno a Natale!


Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

http://youtu.be/b3oxFc_CnVw

venerdì 21 dicembre 2012

Ho perso , lo so.

Ci sono donne che adorano comprarsi le scarpe, io no. La sola idea getta nel panico più nero.
La mia vita scarpativa è passata dalle Balducci che mi comprava mia madre, alle dottor Marten's che ho indossato fino alla laurea, intervallate da sporadiche Clark o Hogan o Superga procuratemi da mio padre che è uno shopper compulsivo.
Dopo la laurea, ho dovuto abbandonare gli anfibi e la ricerca delle scarpe è diventata una delle grandi sfide dell'età adulta.
In parte ho risolto il problema passando la metà della mia vita cosciente in zoccoli di gomma da sala operatoria e l'altra metà in ciabatte, ma ammetto che rimangono sempre degli spiragli che rendono a tratti incombente l'acquisto di calzature. Questo è uno di quei momenti.

Oggi, dopo aver trascinato Giulia in giro per negozi di scarpe nella ressa natalizia, impresa che lei ha sopportato solo in qualità di psicoterapeuta, sono riuscita a capire che tipo di scarpe vorrei; cioè, non è esatto: sono riuscita a capire che scarpe non vorrei.
è facile:
Prezzo: non superiore a 100 euro.
Colore: tipo un marrone, ma molto scuro quasi nero, oppure un grigio, ma non troppo nero, oppure un tortora ma non troppo chiaro.
Modello: una scarpa chiusa, ma non uno stivale, che sia abbastanza sportiva per tutti i giorni, ma anche un po' elegante che non sembri una scarpa sportiva.
Tacco: un po' alto, ma non troppo , tipo 3 o 4 centimetri. Ma anche meno. Ma anche poco di più.

Ci sono poi due o tre cosette che non sopporto e che sono determinanti nella scelta della calzatura. Per esempio:
le scarpe troppo a punta
le scarpe troppo quadrate
le scarpe con la suola che esce dai bordi con le impunture a vista
le scarpe con gli inserti sbrilluccicosi
le scarpe con la suola a contrasto rispetto al colore (tipo la suola chiara su scarpa scura e viceversa)
le scarpe con il logo della marca stampato sopra che si vede troppo
i tacchi a spillo
i tacchi a rocchetto
i tacchi che continuano nella punta tutti uniti (non so come si dice, ma insomma...)
le zeppe
le fibbie troppo grosse
le fibbie troppo brillanti
le scarpe fatte con quella specie di pelle che sembra usata o finta
le scarpe fatte con quella  specie di pelle trattata in modo da essere molto dura e lucida
i mocassini
le scarpe quelle tipo da ginnastica, ma con la suola alta come fosse un tacco di gomma
le scarpe tipo da ginnastica ma di pelle lucida e tessuto tecnico un po' a punta (si, insomma, quelle di quella marca che avete capito, no?)

Però potrei darmi al barefoot...dicono che non è così male se ci si abitua...con calzini pesanti...

martedì 18 dicembre 2012

La musica, un linguaggio universale

Sulla strada per andare all'ospedale passo accanto ad un uomo, vestito poveramente, che suona una chitarra classica con davanti un piattino per l'elemosina.
Faccio cadere una moneta e mi fermo ad ascoltarlo qualche minuto: sta suonando, con una certa maestria, un pezzo classico molto bello  che si fonde benissimo con quest'aria tersa, notturna e invernale, e con lo scorrere vicino del fiume.
Vicino a me due ragazzi - che ai miei tempi avrei detto grunge, ma ora forse sono "emo" - stanno in piedi, in silenzio a rollarsi quella che, se non ho perso l'occhio, sembrerebbe proprio una canna.
Alla fine dell'esecuzione uno si rivolge all'altro: "Una figata il "Claire de lune" eh?!"
 e quello: "Eh, avojia...Debussy lo devi lascià sta'..."

E io non lo so, però secondo me, a Debussy gli avrebbe fatto una cifra piacere 'sta cosa...


P.S. Che ne pensate del nuovo layout? troppo moscio?

sabato 15 dicembre 2012

Branche mediche miste tra radioterapia e scienza della nutrizione

Alla fine un pezzo di adenoma era rimasto pervicacemente attaccato alla mia carotide, laddove il neurochirurgo ha allargato le braccia, in un espressione universale di impotenza, e ha detto: mi sono dovuto fermare, era troppo rischioso. Il risultato pratico sono state 10 sedute di radioterapia stereotassica, per evitare che questo  tumore ,benigno ma abbastanza rompicoglioni, ricominciasse a crescere.
Avete presente quelle coraggiosissime cancer-blogger, che riescono a vivere le loro pesantissime terapie con il sorriso sulle labbra e senza mai perdersi d'animo? Ecco: io non sono di quelle.
 Se c'era una storia, lagna o tragedia che si poteva fare per la radioterapia, io l'ho fatta.
Ho rotto così tanto i coglioni che mia madre, una donna così riservata che per le nozze d'argento ha scritto a mio padre" ti voglio molto bene", mi ha mandato 3 o 4 sms con frasi sdolcinate.
Ho pianto talmente tanto che il tecnico radioterapista è andato a prendere la cartella pensando di aver sbagliato diagnosi e che avessi qualcosa di orrendo.
 Insomma: l' ho stracciata ad un tale livello che Gio mi ha portato a fare un weekend romantico a fine terapia. Il viaggio è stato fantastico, Urbino è deliziosa, mio marito ha ancora le doti per cui me ne innamorai anni fa, ma sopratutto nelle Marche si mangia una cifra. Alla seconda sera, dopo tre lauti pasti, decidiamo di mangiare una cosa leggera e ci portano un tagliere con sopra un maiale affettato in diverse forme di salumi, una quantità di formaggio improbabile, ed un piatto di verdure grigliate. Dopo un ora Gio alza gli occhi dal piatto vuoto e dice: " Certo che queste verdure grigliate riempiono proprio..." ed io ho pensato, con infinita commozione, alla nostra nutrizionista.

venerdì 14 dicembre 2012

Chirurgo, poeta e pescatore...

Chirurgo poetico (CT):" piano...piano con quel peritoneo..."
Chirurgo normale (CN): "eh, si, sto facendo piano..."
CP:" Ma mettici un punto per ancorare!"
CN:" ma perchè lo devo ancorare!?"
CP:"ma perchè il peritoneo è delicato! il peritoneo è come la razza: se gli tagli le ali, si ribalta!"

giovedì 13 dicembre 2012

a posteriori non sarebbe stata una cattiva alternativa

" La fata Rosella organizza una festa per tutte le creature che vivono di notte"
 "chi sono mamma?"
 " sono animalini che stanno fuori la notte, come il gufo, il tasso, la lucciola..."
 "Come te! anche tu vai a lavorare di notte! Sei una lucciola anche tu, mamma?"