lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno a tutti!

è fine anno ed io ci provo a fare un bilancio del 2012, ma ammetto che mi tremano le vene dei polsi...

Che si può dire di un anno in cui ti sei sposata e ti sei operata?
in cui hai fatto radioterapia e lezione di tennis?
in cui hai assistito l' amica con cui sei nata che partoriva e tua zia che toglieva un cancro al seno?
in cui , nello stesso mese, una delle tue più care amiche ha perso il padre  (che ti chiamava "figlia adottiva") e il padrino di tua figlia è rimasto incinto?
in cui sei rimasta senza lavoro per due mesi, e tuo marito ha riceuto un offerta di lavoro fantastica?

Mi viene in mente una frase di Giulia , sulla vita: " è come se avessi detto: alti e bassi, metti tutto a palla, che voglio sentire tutto!"

Ecco: se potessi esprimere un desiderio al Grande Deejay per il 2013 gli direi: Nun smorzà. Abbassa.

martedì 25 dicembre 2012

Natale 2012

è tradizione pluiriennale di questo blog che gli auguri urbi et orbi vengano scritti dall'ospedale, e le tradizioni, si sa, vanno rispettate , almeno a Natale!


Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

http://youtu.be/b3oxFc_CnVw

venerdì 21 dicembre 2012

Ho perso , lo so.

Ci sono donne che adorano comprarsi le scarpe, io no. La sola idea getta nel panico più nero.
La mia vita scarpativa è passata dalle Balducci che mi comprava mia madre, alle dottor Marten's che ho indossato fino alla laurea, intervallate da sporadiche Clark o Hogan o Superga procuratemi da mio padre che è uno shopper compulsivo.
Dopo la laurea, ho dovuto abbandonare gli anfibi e la ricerca delle scarpe è diventata una delle grandi sfide dell'età adulta.
In parte ho risolto il problema passando la metà della mia vita cosciente in zoccoli di gomma da sala operatoria e l'altra metà in ciabatte, ma ammetto che rimangono sempre degli spiragli che rendono a tratti incombente l'acquisto di calzature. Questo è uno di quei momenti.

Oggi, dopo aver trascinato Giulia in giro per negozi di scarpe nella ressa natalizia, impresa che lei ha sopportato solo in qualità di psicoterapeuta, sono riuscita a capire che tipo di scarpe vorrei; cioè, non è esatto: sono riuscita a capire che scarpe non vorrei.
è facile:
Prezzo: non superiore a 100 euro.
Colore: tipo un marrone, ma molto scuro quasi nero, oppure un grigio, ma non troppo nero, oppure un tortora ma non troppo chiaro.
Modello: una scarpa chiusa, ma non uno stivale, che sia abbastanza sportiva per tutti i giorni, ma anche un po' elegante che non sembri una scarpa sportiva.
Tacco: un po' alto, ma non troppo , tipo 3 o 4 centimetri. Ma anche meno. Ma anche poco di più.

Ci sono poi due o tre cosette che non sopporto e che sono determinanti nella scelta della calzatura. Per esempio:
le scarpe troppo a punta
le scarpe troppo quadrate
le scarpe con la suola che esce dai bordi con le impunture a vista
le scarpe con gli inserti sbrilluccicosi
le scarpe con la suola a contrasto rispetto al colore (tipo la suola chiara su scarpa scura e viceversa)
le scarpe con il logo della marca stampato sopra che si vede troppo
i tacchi a spillo
i tacchi a rocchetto
i tacchi che continuano nella punta tutti uniti (non so come si dice, ma insomma...)
le zeppe
le fibbie troppo grosse
le fibbie troppo brillanti
le scarpe fatte con quella specie di pelle che sembra usata o finta
le scarpe fatte con quella  specie di pelle trattata in modo da essere molto dura e lucida
i mocassini
le scarpe quelle tipo da ginnastica, ma con la suola alta come fosse un tacco di gomma
le scarpe tipo da ginnastica ma di pelle lucida e tessuto tecnico un po' a punta (si, insomma, quelle di quella marca che avete capito, no?)

Però potrei darmi al barefoot...dicono che non è così male se ci si abitua...con calzini pesanti...

martedì 18 dicembre 2012

La musica, un linguaggio universale

Sulla strada per andare all'ospedale passo accanto ad un uomo, vestito poveramente, che suona una chitarra classica con davanti un piattino per l'elemosina.
Faccio cadere una moneta e mi fermo ad ascoltarlo qualche minuto: sta suonando, con una certa maestria, un pezzo classico molto bello  che si fonde benissimo con quest'aria tersa, notturna e invernale, e con lo scorrere vicino del fiume.
Vicino a me due ragazzi - che ai miei tempi avrei detto grunge, ma ora forse sono "emo" - stanno in piedi, in silenzio a rollarsi quella che, se non ho perso l'occhio, sembrerebbe proprio una canna.
Alla fine dell'esecuzione uno si rivolge all'altro: "Una figata il "Claire de lune" eh?!"
 e quello: "Eh, avojia...Debussy lo devi lascià sta'..."

E io non lo so, però secondo me, a Debussy gli avrebbe fatto una cifra piacere 'sta cosa...


P.S. Che ne pensate del nuovo layout? troppo moscio?

sabato 15 dicembre 2012

Branche mediche miste tra radioterapia e scienza della nutrizione

Alla fine un pezzo di adenoma era rimasto pervicacemente attaccato alla mia carotide, laddove il neurochirurgo ha allargato le braccia, in un espressione universale di impotenza, e ha detto: mi sono dovuto fermare, era troppo rischioso. Il risultato pratico sono state 10 sedute di radioterapia stereotassica, per evitare che questo  tumore ,benigno ma abbastanza rompicoglioni, ricominciasse a crescere.
Avete presente quelle coraggiosissime cancer-blogger, che riescono a vivere le loro pesantissime terapie con il sorriso sulle labbra e senza mai perdersi d'animo? Ecco: io non sono di quelle.
 Se c'era una storia, lagna o tragedia che si poteva fare per la radioterapia, io l'ho fatta.
Ho rotto così tanto i coglioni che mia madre, una donna così riservata che per le nozze d'argento ha scritto a mio padre" ti voglio molto bene", mi ha mandato 3 o 4 sms con frasi sdolcinate.
Ho pianto talmente tanto che il tecnico radioterapista è andato a prendere la cartella pensando di aver sbagliato diagnosi e che avessi qualcosa di orrendo.
 Insomma: l' ho stracciata ad un tale livello che Gio mi ha portato a fare un weekend romantico a fine terapia. Il viaggio è stato fantastico, Urbino è deliziosa, mio marito ha ancora le doti per cui me ne innamorai anni fa, ma sopratutto nelle Marche si mangia una cifra. Alla seconda sera, dopo tre lauti pasti, decidiamo di mangiare una cosa leggera e ci portano un tagliere con sopra un maiale affettato in diverse forme di salumi, una quantità di formaggio improbabile, ed un piatto di verdure grigliate. Dopo un ora Gio alza gli occhi dal piatto vuoto e dice: " Certo che queste verdure grigliate riempiono proprio..." ed io ho pensato, con infinita commozione, alla nostra nutrizionista.

venerdì 14 dicembre 2012

Chirurgo, poeta e pescatore...

Chirurgo poetico (CT):" piano...piano con quel peritoneo..."
Chirurgo normale (CN): "eh, si, sto facendo piano..."
CP:" Ma mettici un punto per ancorare!"
CN:" ma perchè lo devo ancorare!?"
CP:"ma perchè il peritoneo è delicato! il peritoneo è come la razza: se gli tagli le ali, si ribalta!"

giovedì 13 dicembre 2012

a posteriori non sarebbe stata una cattiva alternativa

" La fata Rosella organizza una festa per tutte le creature che vivono di notte"
 "chi sono mamma?"
 " sono animalini che stanno fuori la notte, come il gufo, il tasso, la lucciola..."
 "Come te! anche tu vai a lavorare di notte! Sei una lucciola anche tu, mamma?"

mercoledì 28 novembre 2012

ha ragione lui, eh!

Durante un ecografia: "ma quella è la mia prostata?"
 "Si"
 "Che strana: sembra una palla di zucchero filato"
 "Zucchero filato? Che immagine poetica per una ghiandola!"
 "Beh, sa, è la mia prostata, ci sono parecchio affezionato..."

giovedì 22 novembre 2012

Le argomentazioni femminili, ovvero pippe mentali

Non so voi, ma Giò ed io facciamo una vita così frenetica e scombinata che a volte non abbiamo neanche il tempo di litigare.
Sapete cosa intendo: inizia una discussione, ci si comincia ad accalorare e poi  niente: io devo andare a fare la guardia, oppure lui deve scappare a lavoro o c'è da andare a prendere Sofia, o.
è vero che questo evita molte discussioni, infatti qualsiasi lite ripensata dopo 24 ore sembra piuttosto ridicola, però ogni tanto...
L'altra sera per esempio, stavamo discutendo quando io sono dovuta uscire per fare la notte. Mentre guidavo e poi per tutta la guardia ero lì che ci rimuginavo sopra e pensavo a quanto mi desse fastidio quella cosa e di come dovessi assolutamente parlare a mio marito per dirgli che il suo atteggiamento sulla questione era proprio sbagliato! Ripensandoci però mi sono anche resa conto che avevo usato un tono pedante ed offensivo di cui lui si era giustamente risentito.
Quindi, proprio da donna, mi sono fatta tutto un discorso nella mia testa, che iniziava con delle scuse e poi proseguiva con una ferma argomentazione del mio punto di vista e di quelli che io ritenevo fossero errori marchiani da parte sua.
Ho aspettato che fossimo tranquilli la sera ed ho iniziato mantenendo la voce distesa: " Giò, volevo scusarmi per ieri, ho avuto un tono da maestrina che era davvero molto antipatico..." mio marito mi ha interrortto con aria magnanima: "Amore, non ti preoccupare" ha detto coprendomi la mano con la sua " è già tutto dimenticato, non ne parliamo più!" e si è rimesso a leggere.

Devo rivedere la mia strategia dialettica...

giovedì 15 novembre 2012

Tutto è relativo

Paziente in lista per intervento di varici: classe 1922.

Durante l'intervento:
Io: è la prima volta che si opera?
Lui: sì.
Io: tutto bene? sente dolore?
Lui: no no.
Io: si sente agitato?
Lui: no.
Io: ecco, abbiamo quasi finito , eh!
Lui: meno male, c'ho una fame!
Io: a chi lo dice! non ho ancora pranzato!
Lui: allora quando esco, la invito a pranzo dottorè, deve sentire le fettuccine che fa mia moglie!
Io: accidenti! sua moglie fa ancora le fettuccine! è in gamba!
Lui: ehh, dottorè, io me so preso la moglie giovane! c'ha dieci anni meno di me!


venerdì 2 novembre 2012

Giorno dei morti

-“Ai miei tempi era tutto organizzato. Quando morivi ti mettevi in fila e rispondevi per le buone e le cattive azioni, e se il peso delle cattive azioni superava di una piuma il peso di quelle buone gettavamo la tua anima e il tuo cuore in pasto ad Ammet, il Mangiatore di Anime."
-"Deve aver mangiato un sacco."
-"Non tanto come potresti pensare. Era una piuma molto pesante. Ce l'eravamo fatta fare apposta."
Neil Gaiman





Ho fatto un calcolo: durante la mia vita lavorativa ho assistito a circa 600 decessi.

Non è che sia questo gran numero; è una cifra media per un medico della mia età e con la mia specializzazione. Magari quando morirò mi troverò davanti questa piccola folla di gente, vecchi e bambini, morti naturali e morti violente, quelli che ho cercato di rianimare in tutti i modi senza riuscirci, e quelli che sono stata contenta di non riuscire a salvare.

Di alcuni sono sicura di ricordarmi, la maggior parte sono una folla indistinta di cui non mi è rimasta traccia, se non una specie di sentimento di ineluttabulità spicciola.

Forse ognuno di loro mi punterà contro il dito e avrà la sua rimostranza da fare.

Me li immagino con la tipica onniscienza dei trapassati, ma con una cultura medica aggiornatissima.

Magari qualcuno dirà che non ho capito un cazzo di quello che aveva, che se ci fosse stato un anestesista competente sarebbe ancora vivo…

un altro mi rimprovererà di non aver tentato altri 5 minuti - ancora 5 minuti e sarei ripartito! Che ti costava? –

Forse ad altri sarà sembrata intollerabile la mia distrazione mentre li assistevo, solo perché quella sera avevo litigato con mio marito, o perché Sofia era nervosa e non avevo dormito abbastanza, o perché la sera prima avevo fatto le ore piccole, perché era festa, perché avevo la febbre, perché mio nonno stava male, perché ero preoccupata per l’operazione.

Non erano motivi abbastanza buoni?



Speriamo che quella piuma sia parecchio pesante.

giovedì 1 novembre 2012

La giovane Italia

Chirurgo anziano (c.a.): "Che stai facendo?"
Chirurgo giovane (c.g.) fermandosi con il bisturi a mezz'aria: "Taglio questo tralcio di tessuto fibroso."
C.a.: " e se poi lo tagli come fai a vedere sotto? ti riesce più difficile, no?"
C.g.: " beh, si ..."
C.a. : " Lo vedi?! Non si fanno le cose così, senza pensare! La chirurgia è mazziniana: Pensiero E Azione;  Mazziniana, non garibaldina!!!"

lunedì 29 ottobre 2012

Questo per quanto riguarda il loro approccio emotivo alla maternità

Infermiera: quanto mi manca la gravidanza... essere incinta: avere una vita che ti cresce dentro! Quella bella sensazione di avere la pancia...

Infermiere: Se ti manca tanto la pancia nel cassetto c'è l'imodium...mezza scatola, dovrebbe bastarti...

lunedì 22 ottobre 2012

Timing

-: "...Ecco fatto signora: le ho fatto adesso la prima dose dell'analgesia peridurale che dovrebbe bastarle per un tempo che varia da una a tre ore a seconda di come procede il suo travaglio, in questo tempo lei sentirà il premito delle contrazioni, ma non la sensazione dolorosa. Volevo avvertirla di una cosa: quando ricomincia a sentire dolore, mi faccia chiamare subito, non aspetti che ridiventa forte come..."

-: "No, no, non se preoccupi, dottorè,  io la chiamo subito, non aspetto per niente! anzi: se vuole restare qua, nel frattempo facciamo due chiacchere..."

Le fantastiche donne incinte...

martedì 16 ottobre 2012

Trema Sharapova

Margherita è una donna volitiva.
E quando una donna volitiva decide che lo sport da praticare quest'anno è il tennis, può capitare che anche Phelps decida che il bagnetto è roba da ragazzine, e venisse a fare uno sport da uomo se ha le palle.
Più banalmente può capitare che io, all'alba dei miei 36 anni mi ritrovi su un campo di terra rossa con una racchetta in mano senza sapere come ci sono finita.
ma facciamo un passo indietro:
La dietologa ha detto a Giò che se vuole dimagrire dobbiamo assolutamente fare sport.
Mio marito che, voglio ricordarlo, ha attualmente una laurea e due dottorati di ricerca, nutre da sempre un'inspiegabile passione per il culturismo; in altri tempi tornava a casa la sera e con aria fiera ma modesta, faceva annunci tipo: "Amore, lo sai che oggi ho fatto 80 chili di panca piana!" col sorriso soddisfatto di chi attende un apprezzamento.
(" Amore, lo sai che la mia tesi di laurea è stata pubblicata tra gli highlights di "Nature"? - "Amore, lo sai che , a 33 anni ho già 10 di indice H?" - "Amore, lo sai che una delle più prestigiose università di Italia mi ha offerto un lavoro senza che fossi raccomandato?" ...perchè vantarsi di cose come queste?)
Io, illuminata da passate esperienze, ho capito che la sala pesi non fa per me, e mi baloccavo pigramente tra vaghi e inconcludenti propositi di corsi di yoga, quando Margherita ha letto: "Il tennis come esperienza religiosa" di  David Foster Wallace e ha cambiato il corso del nostro destino.
Soprassediamo sulla solita serie di pirotecniche complicazioni, per le quali prima o poi farò un blog a parte, e diciamo solo che dopo un mese di tira e molla la situazione è: Margherita ad un circolo ed io ad un altro a fare lezione per principianti.
Il mio corso è composto fin'ora da me, un'altra madre di famiglia e due sedicenni in succinti completini da gioco, che il maestro più giovane tratta con quella simpatia distante e rispettosa, di chi sa bene che una denuncia per adescamento di minorenne può essere un problema per la carriera.
Io e la madre di famiglia indossiamo tute senza pretese con magliette larghe in vita e veniamo onorate di un rapporto un po' meno teso. Per inciso, la prima volta che ci ha mostrato la posizione di attesa una delle due sedicenni ha commentato: "Aò, pare Mario Wii" ed io ho risposto: " A me tutto questo rimbalzare di palline mi ricorda tanto Arkanod! " "Che?! " "Ark...niente, lascia perdere..."
Il maestro anziano ha quell'aria competente e rassicurante di tutti i Maestri Anziani, che ti fa credere che davvero potresti imparare anche tu a giocare a tennis (Non ti preoccupare Propofol: mettere un catetere di Swan-Ganz, non è difficile come sembra...); accanto al nostro campo alla stessa ora c'è la lezione dei piccoli, in cui nani agguerriti mulinano racchette con una disinvoltura a noi completamente sconosciuta. Le madri dei nani a bordo campo si scambiano opinioni su scuole esclusive.
La prossima primavera costringo Margherita a leggersi Proust, almeno sullo sport sto tranquilla...

martedì 9 ottobre 2012

Fratelli d'Italia

Visite preoperatorie:  al nono paziente della mattinata ho la bava alla bocca e sto pensando seriamente di falsificare i dati degli altri. Cosa saranno quindici anni di galera e la radiazione dall'albo in confronto al supplizio di dover interrogare altri sei dementi?
In particolare mi chiedo perchè nessuno si ricorda mai che farmaci prende?
cosa c'è di così difficile nella parola glibomet, o norvasc o tenormin da rendervele così aliene , mentre siete capaci di ricordarvi i nomi di tutte le soubrette balcaniche degli ultimi 22 "Fantastico"?
Mentre medito su questi quesiti entra un signore anziano, con capelli candidi ed un bel portamento che si siede composto in attesa.
 Faccio un bel respiro e dico "Buongiorno" con un sorriso un po' assassino, ma passabile, "lei è il signor?"
"Rossi, Mario" risponde.
"Eccola qua: deve fare una gastroscopia..."
"si."
"anni? "
"70"
"peso e altezza?"
"80 kg per 1 metro e 78"
"ha mai subito interventi chirurgici?"
"no, mai"
ecco, ci siamo...
"c'è qualche farmaco che prende tutti i giorni?"
"SI."
senza aggiungere una parola di troppo, tira fuori un foglio  A4 in una custodia plastificata e me lo porge.

Sopra c'è una tabella  excel che contiene:
NOME DEL FARMACO
PRINCIPIO ATTIVO
DOSE DEL PRINCIPIO ATTIVO
QUANTITÀ ASSUNTA
MODALITÀ E ORARIO DI ASSUNZIONE
PATOLOGIA CORRELATA
DATA DI INIZIO DELL'ASSUNZIONE
DATA DI INTERRUZIONE DELL'ASSUNZIONE

Boccheggio un paio di secondi e in mancanza di meglio gli dico: "un tipo preciso, eh?"
e lui, con l'aria di scusarsi che hanno gli uomini sposati da tanto termpo, mi risponde:
"Sa, sono un militare in pensione..."

Ed io ho provato uno dei pochi, veri, appassionati impeti di riconoscenza per le nostre forze armate.



domenica 23 settembre 2012

Vacanze

No, purtroppo non mi sono trasferita in Papuasia vivendo tra gli indigeni senza energia elettrica.
Sono propensa a credere che questa sarebbe la soluzione giusta, ma non sono sicura di riuscire a vivere senza muffin al mirtillo; invece ci siamo concessi una breve vacanza i primi di settembre ed al grido di : "pagherete caro, pagherete tutto!"  al ritorno mi sono trovata una sequenza mixata di turni giorno/notte che sta minando la mia salute psicofisica.
Ma voglio dire due parole su quell'ormai remota settimana.
Per una serie di coincidenze improbabili - tipiche di ogni nostra programmazione famigliare - siamo finiti in un villaggio vacanze in Calabria. Considerato che il viaggio ideale di mio marito è un giro della Kamchatka a vedere i vulcani attivi, questa scelta è risultata piuttosto fuori dai nostri canoni abituali. Ciò non toglie che sia stata un esperienza riposante e interessante, anche e sopratutto da un punto di vista socio/antropologico.
Cosa dire di un villaggio vacanze?
Primo: lo scopo di una vacanza in un villaggio è essenzialmente mangiare. Questo è quello che abbiamo percepito noi dal quotidiano attacco al buffett self-service del ristorante: Ho visto adulti con orologi d'oro al polso prendere 7 fette di cocomero insieme agli antipasti e portarsele al tavolo dicendo" lo prendo prima che lo finiscano", come se il cocomero fosse il rarissimo frutto dell'albero del pane che matura solo ogni 7 anni; ho visto settantenni con la panza saccheggiare il buffet dei bambini e accatastare sul piatto piramidi di crocchette di patate con le faccine; ho visto madri di famiglia in costume da bagno e collana di brillanti spintonare per accaparrarsi l'ultima fetta di salame piccante, come se in Calabria ne avessero cessato la produzione.
Per la spiaggia passeggiavano arzilli vecchietti che indossavano con nochalanche  T-shirt con una pillola blu e la scritta "LOVE PILL" - che io spero di non vedere mai indosso a mio marito - al braccio di donne con grandi rose rosse di stoffa tra i capelli brizzolati; e ho assistito dal vero ad una scena a metà tra Pasolini  e Ciprì & Maresco di un "triplo" di tennis tra due famiglie madre-padre-bambino tutti sudati e sovrappeso, mentre intorno altre persone con un BMI improbabile facevano il tifo.
Ho capito che Balotelli ha rovinato una generazione, quando ho visto bambini di 3 anni con la cresta e ho pensato con tristezza a Johnny Rotten che cantava "Anarchy in the UK" e al Punk come movimento di rottura.
Ho imparato a memoria mio malgrado, il pulcino Pio, la cui unica fine possibile, come ha saggiamente rilevato Claudio, è nel Bimbi.
Ma il momento più alto della vacanza, ciò che l'ha resa davvero un esperienza catartica nella mia vita è stata la "serata caraibica": Giò sedeva immobile al tavolo del ristorante, terrorizzato all'idea di essere coinvolto nel trenino dagli animatori con collane di fiori finti al collo, mentre mia figlia, rivolta alla cassa dello stereo da cui usciva un ritmo di conga, gridava a pieni polmoni "BATTA!!!STAI ZITTO!!" , esprimendo a soli due anni tutta la sua riprovazione per quello spettacolo abietto e formando, con suo padre, quello che si può definire "un monumento di non-partecipazione".
Che dire?
Il mare era caldo e bellissimo.

lunedì 3 settembre 2012

Dei molti dilemmi del rapporto medico-paziente

Pazienti, io vi amo. Davvero. Ma ogni tanto non lo so che c'avete in testa. Voi e anche i vostri parenti. Capisco che per i non medici sia difficile entrare nei meccasmi della sanità. Capisco che la cultura scientifica media di questo paese sia a livelli infimi. Però il buonsenso è gratis. Acquistatene un po' dal tabaccaio invece delle solite Philip Morris.
Un settacinquenne logorroico ha passato mezz'ora a spiegarmi tutte le implicazioni emotive della sua infiammazione al pene che nessun urologo ha saputo riconoscere; la moglie, che cercava di tanto in tanto di approfondire con dei cenni anamnestici, è stata  bruscamente messa a tacere con dei secchi "Maria, fammi parlare!", e anche per me non c'è stato verso di infilare una domanda finchè lui non ha finito tutto quello che aveva da dire sull'argomento.
Un uomo di 75 anni che riesce a parlare con tanta disinvoltura e ricchezza di particolari del suo pisello con una giovane donna e davanti a sua moglie, merita comunque un certo rispetto; restano da indagare gli oscuri motivi che lo portano ritenere che una sconosciuta anestesista - che passa a fare le visite in un reparto pieno zeppo di urologi - sia la persona giusta a cui aprire il suo cuore.
Altra cosa: io lo so che voi avete bisogno di qualcuno che si faccia carico di voi, però è inutile che mi raccontate tutta la storia della vostra famiglia da quando siete passati al bipedismo ad oggi. Io posso curare un paziente, non psicanalizzare una famiglia. E sopratutto: perchè volete essere psicanalizzati da me che faccio l'anestesista? al massimo chiedetemi dei sedativi pesanti.
Magari non risolvono il vostro problema, ma il mio si.

giovedì 30 agosto 2012

è inutile: c'è un chirurgo anche dentro di loro

Ginecologo 1: (prendendo una patatina fritta dal piatto): Però, è proprio moscia questa patata!
Ginecologo 2: sì, è un po' da prolasso...(ne sceglie un'altra e gliela porge) prendi questa che è primipara.

lunedì 27 agosto 2012

Traumi infantili

Ci sono dei grandi classici dell'infanzia che io non ho vissuto: tra questi le lezioni di pianoforte (mia nonna aveva costretto mio padre a studiare il violino che lui detestava), le vacanze al mare ( i miei preferivano la montagna) e gli scout.
Gio invece ha avuto un infanzia fortemente segnata dallo scoutismo. Diciamo che per lui e per i suoi amici più cari - quelli che poi si stupiscono che si sia sposato - lo scoutismo è stato un po' quel che il militare era per gli uomini negli anni '30: un rito di passaggio all'età adulta.
Ancora oggi mio marito ha una serie di idiosincrasie che rendono ogni nostro viaggio un esperienza lievemente surreale:
1. Non importa per quanti giorni parti devi portare sempre la minor quantità possibile di vestiti (cosa che mi offre lo spettacolo di mio marito che lava i suoi calzoni di notte nei bagni degli alberghi di tutto il mondo...)
2. (Corollario di 1.) : I trolley sono roba da smidollati. L'unica forma ammissibile di valigia per uomini veri è lo zaino da montagna. Il fatto che la destinazione sia un weekend a  Berlino non è una buona scusa per derogare questo principio.
3. Non importa dove vai, devi avere sufficienti scorte d'acqua in caso di catastrofe nucleare (inutile tentare di argomentare che sugli Champs Eliseè ci sono i bar...)
4. Non importa se devi scendere dall'Eurostar o paracadutare la tua squadriglia sulla linea Sigfrido: il momento va vissuto con la stessa necessaria dose di tesa concentrazione.
5. Il rancio per le truppe va preparato in anticipo e consumato sul posto senza fronzoli: pane con affettato e acqua liscia. Roba come frutta, dolci, bibite gassate, formaggio e verdure, sono indegne del vero scout che sa di dover affrontare la furia degli elementi con il solo contenuto del suo zaino. All'isola del Giglio.
6. (corollario di 5): bisogna sempre avere un coltello con se. Anche ai gonfiabili per bambini.
7. L'itinerario va studiato fin nei minimi particolari dal giorno prima e razionalizzato in modo da permettere la percorrenza del maggior numero di chilometri possibile. Questo ci ha portato a visitare rovine turche alle due del pomeriggio di agosto con le suole delle scarpe che si scioglievano sui sassi roventi, ma con la soddisfatta certezza di aver seguito l'itinerario più ergonomico...

Ho pensato a volte che il matto fosse proprio lui, ma guardando i nostri comuni amici mi sono resa conto che tutti quelli che sono stati scout hanno in comune uno o più di questi sei punti e, amando mio marito per quello che è mi sono detta: Peccato che la signora Baden-Powell non abbia scritto una guida su come convivere con uno scout...


martedì 21 agosto 2012

Fortuna che faccio l'anestesista...

Durante la visita preoperatoria:

-: Signora, ha qualche malattia importante?
-: Beh, ho una gastrite terribile e anche un po' di colite... sa, faccio un lavoro molto stressante...
-: Ah, capisco... scusi: ma che lavoro fa ?
-: Ricostruzione unghie.

domenica 19 agosto 2012

Gambero morto channel

Durante la cena in rianimazione:
infermiere1: Buona questa pasta,come l'hai fatta?
infermiere 2: è semplice: tagli la rucola, aggiungi lo speck affettato e sminuzzato, le scaglie di grana e una manciata di pomodori secchi. Ci butti la pasta ancora calda, aggiungi un po' d'olio a crudo e fai freddare.
Infermiere1: buona, proprio buona; e poi così fredda è anche comoda: metti che c'hai un ricovero, un decesso, hai tutto il tempo per fare la salma...

mercoledì 1 agosto 2012

Capita

Capita che un giorno come tutti gli altri, su un intervento come tutti gli altri, un paziente come tutti gli altri, decida di non svegliarsi.

Capita che dopo aver controllato qualsiasi concepibile errore tu possa aver fatto, non trovi niente.

Capita che dopo aver ricontrollato tutta la sua cartella parola per parola tre volte tu continui a non trovare niente.

Capita che il tuo collega anziano e quello giovane, dopo aver controllato tutto anche loro, si grattino la barba e scuotano la testa.

Capita allora che nella tua mente inizino a passare tutte le ipotesi più improbabili mai lette su ogni tipo di libro, in tutta la tua carriera e il tuo cuore acceleri i battiti...

Capita che pensi a come e cosa dirai ai parenti che aspettano fuori, a cui non sai proprio che spiegazione offrire.

Capita allora che prendi il paziente addormentato e lo porti a fare una tac, per vedere se c'è qualcosa di inaspettato, e la tac sia negativa.

Capita che mandi gli esami del sangue e siano in ordine.
Capita che quando sei alle soglie della disperazione e non sai più a che santo votarti, il paziente si risvegli così, spontaneamente, senza nessuna ragione  o azione, e tu capisci che era solo un soggetto particolarmente lento a metabolizzare i farmaci.

E dopo nello spogliatoio quando tu sei ancora bianca come un cencio e senti un nodo in fondo alla trachea, un collega anziano dice: "Vedi? è facile prendersela con i medici: ma la gente non lo sa che il nostro lavoro è anche questo. Oggi per te era un giorno come tutti gli altri. E se fosse successo qualcosa, la responsabilità era tua.
Dicono che siamo strapagati. Ma per te questa mattinata  che prezzo ha? quanti soldi vale?

Questo lavoro lo fai solo per amore. Perchè il prezzo sarebbe davvero troppo alto...





lunedì 23 luglio 2012

Una settimana della vita di qulacun'altro

Finiti, scivolati via in un lampo, questi 5 - dico C I N Q U E -  giorni in splendido isolamento, senza marito nè figlia, tutta sola in centometriquadri che di solito dividiamo in tre.
Una vita fa, avevo una casetta piccola in un quartiere periferico, con una cucina dai mobili rossociliegia, scelta da me, e sul citofono c'era solo il mio cognome. E stare da sola a casa mi sembrava perfettamente normale.
Ero più felice? No.
Ero meno stanca? Parecchio, nonostante facessi orari massacranti.

Cosa ho fatto in questi giorni? un sacco di cose che non facevo da tanto, qui un elenco abbreviato:
  • Ho dormito. Ho dormito ad orari improbabili, svegliandomi di pomeriggio e addormentandomi di mattina; per tempi lunghissimi, aprendo gli occhi da sola quando il sonno era finito. 
  • Ho letto. In santa pace, finendo il capitolo.
  • Ho camminato. Da sola o con qualche amica, per la città, al mio passo, fermandomi a guardare le vetrine, senza preoccuparmi di lasciare sola la bimba, o di dover tornare a fare la cena e senza nessuno che si stufasse a guardare vestiti.
  • Sono uscita la sera. E c'era un sacco di gente. Ma tu pensa...
  • Sono andata al cinema. A vedere un film da donne. E poi al ristorante vietnamita. Senza nessuno a condizionare la scelta del film o a dirmi che il vietnamita non gli piace, e senza l'ansia di dover tornare perchè sennò la bimba fà troppo tardi.
  • Mi sono fermata. Quando volevo. Senza dover fare quei patetici patteggiamenti con te stesso del tipo: "ok, ora svuoto la lavastoviglie, rifaccio il letto e poi mi siedo 5 minuti a riposare."
Tutto insolito, tutto molto divertente, molto cool.

Peccato che appena ho visto mia figlia mi è sembrato che il sole fosse ritornato sulla terra e mi sono chiesta come sono potuta stare anche solo 5 minuti senza di lei.

Il problema della maternità è che ti toglie la possibilità di pensare solo a te stesso, ma te ne toglie anche la voglia.

Fottuto istinto di conservazione della specie...


venerdì 20 luglio 2012

Erodoto, perdonali...

Guardando "300" su Italia Uno dal televisore nella cucinina della rianimazione

Infermiere 1: Oh, ma lo sai che è una storia vera?!

Infermere 2: Che?

Infermiere 1: questo, il film, è una storia vera...un fatto successo davvero!

Infermere 2: Ma daì! ma ti pare!

mercoledì 18 luglio 2012

Non abbastanza...

-: ...e ha avuto qualche malattia importante?
-: si dottoressa: ho una spina calcaneare che mi sta accorciando la vita!
-: mmmh...e quanti anni ha?
-: ottantaquattro...


venerdì 13 luglio 2012

Post solipsistico e autoreferenziale sul mio lavoro

Fare l'anestesista in sala operatoria è come essere un cuoco nella cucina di un ristorante: devi innanzitutto conoscere bene la ricetta che vuoi fare, poi scegliere gli ingredienti giusti e unirli nella giusta sequenza. Devi rispettare le dosi, ma anche essere capace di fare delle variazioni per adattarle al piatto. Per ottenere un risultato perfetto devi conoscere a menadito diverse tecniche e diversi ingredienti con le loro caratteristiche , e il tutto riesce all'ultimo se indovini il tempo di cottura. E ,oltre la scienza, serve un pizzico di intuito, perchè ogni piatto è diverso dagli altri.

La partoanalgesia è come la pasticceria: sempre di cucina si tratta, ma è una branca un po' a parte. Le tecniche sono un po' diverse, gli obiettivi sono un po' diversi, e gli ingredienti sono un po' diversi; e se è vero che un cuoco saprà pur fare un dolce, è anche vero che le torte più complicate sono un segreto dei pasticceri. Se c'è una branca in cui ci vuole sensibilità, fantasia, creatività, adattabilità e intuito, questa è l'anestesia ostetrica. è forse l'unica branca in cui la soddisfazione del paziente è al primo posto assoluto.

La rianimazione è come essere il padrone del ristorante: Ci vuole una gran capacità di organizzarsi: ogni tavolo dev'essere pronto e servito al momento giusto, ed ogni cameriere deve fare bene il suo lavoro. Ci sono i cuochi che cucinano, ma devi sapere quello che fanno. Tutti ti fanno domande aspettandosi che tu abbia le risposte. E tu devi sapere quello che succede ovunque in ogni momento.

Io ho fatto molto il cuoco, ho gestito un ristorante in comproprietà con qualcuno più bravo, ed ora sto imparando a fare la pasticcera.
Ho scelto questo lavoro perchè ogni volta ti propone nuove sfide e quando pensi: eccomi arrivato! scopri che stai a malapena iniziando.

And that's anestesia...

martedì 10 luglio 2012

Il difficile rapporto con il resto dell'umanità

Ore 8.30: smonto da una notte insonne passata tra gravide e puerpere. Oggi Sofia parte con nonna e zia per il mare, vado a casa a preparare le valige e a spupazzarmela un po'.

Mentre sono a casa arriva la prima telefonata: mio cugino, da un città lontana 300 km, dice che al pronto soccorso gli hanno diagnosticato un idrope della colecisti. Che deve fare?
Cerco di capire cosa dicono i referti, traccio un piano d'azione e ci risentiamo dopo.

Arrivano anche gli zii, siamo pronti a partire: mentre abbraccio Spippols mamma mi dice che zio ha un problema coi punti: può spiegarmelo?
Ovviamente sì. Ascolto, mentre Sofia si sbaciucchia col padre.
Finalmente riesco a salutare mia figlia e la guardo partire.

Ok, ora mi vado a prendere un caffè.

Entro nel bar e ordino il mio americano. Lo sto portando al tavolo fuori e la barista mi dice: vengo con te a fumare una sigaretta!
Bevo un sorso, lei accende e mi fa: senti: "ma il cortisone si può togliere tutto insieme?"
cerco di cavarmela brevemente: no, come tutti gli ormoni.Va scalato.
"Ah, perchè è un ormone? e che fà?"
Segue spiegazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

Nel frattempo al tavolo vicino si è seduto un ragazzo del quartiere che conosco un po'. Sente il discorso e si avvicina.
Appena la barista rientra dice: "Ascolta: io di te mi fido: la mia dottoressa di base mi ha dato il lexotan per le palpitazioni: ma a me mi rimbambisce! c'è altro che posso prendere?"
breve riassunto del tirtrating dei farmaci (per chi non lo sa c'è wikipedia, non rompete)
"ma senti: io ho un problema con l'alcool, mi hanno detto che c'è un farmaco per smettere, ma la mia dottoressa non sa il nome. Tu me lo puoi prescrivere?"

Ma scherziamo??!!
Pensi davvero che possa risolvere il tuo problema di alcolismo mentre prendo il caffè?!?!

Allora: sono l'unico essere del pianeta dotata di quel minimo di sensibilità che ti fà capire che ROMPERE I COGLIONI a qualcuno chiedendogli consulenze lavorative al di fuori del suo orario di lavoro è una cosa maleducata?
Possibile che siate tutti così completamente concentrati su voi stessi da non rendervi proprio conto che dei vostri problemi di salute, mentre sto bevendo il caffè, non me ne frega un beneamato?
La mia disponibilità a farmi carico dei problemi e delle angosce  altrui è limitata al mio orario e se accetto di esercitarla al di fuori di questo lo faccio sacrificando le risorse di tempo ed energia che sarebbero dedicate a me e alla mia famiglia, e lo faccio come cortesia. Impormelo utilizzando l'arma della buona educazione è un comportamento invadente e scorretto.

Spesso si sente dire che i medici sono freddi e insensibili, ma nessuno pensa mai che un medico non è un monaco votato al servizio degli altri, ma una persona che ha studiato per fare un lavoro e che al di fuori di esso, ha la sua vita, le sue personali angosce e i suoi problemi ,come tutti gli altri.

Credo che un po' di sensibilità ed empatia, da parte vostra, sarebbe dovuta.

lunedì 9 luglio 2012

Che non sai se scoppiargli a ridere in faccia o intenerirti per il pensiero...

-: Senti Propofol...
-: Mmmh?
-: Dal 16 al 20 devo andare via per lavoro...
-: Aha...
-: Però quella settimana Spippola sta al mare coi nonni... Dico: non ti crea problemi restare una settimana a casa da sola senza nè me nè Sofia?

giovedì 5 luglio 2012

Buon compleanno amore

- Ma tu l'avresti mai detto che si sarebbe sposato prima di noi e avrebbe avuto dei figli?
- Eh! mai! non l'avrei MAI detto!
- Era proprio l'ultima persona!
- Ma l'ultima, eh!


ed è quando sento gli amici d'infanzia di mio marito fare questi discorsi che mi piglia un po' di inquietudine...

domenica 1 luglio 2012

50 sfumature di grigio: recensione

La mia passione è la lettura, materia in cui sono assolutamente onnivora, e sebbene ci siano pietanze che proprio non digerisco, per principio assaggio tutto. Così mi capita a volte di rispondere al richiamo ipnotico di libri che portano scritte in copertina tipo: "70 ristampe in 2 mesi"  oppure " la nuova Jane Austen è comparsa" per ritrovarmi a leggere boiate immani.
Una volta , ad esempio, c'era questo libro che doveva essere sulla costruzione di una chiesa a Lisbona e nelle prime 50 pagine c'erano 3 stupri e un assassinio.
E cioè: se per farmi leggere il tuo libro devi mettere una sinossi del codice penale in cento pagine quello che hai da dire non è abbastanza interessante.
Invece il libro si quella che doveva essere la nuova Jane AUsten (che si starà rivoltando nella tomba) aveva una trama con così tanti buchi e incoerenze che in confronto un Harmony pareva scritto da Proust.
Che poi, per carità, vanno benissimo anche gli Harmony, così come a volte si mangia da MacDOnald, ma non cercate di spacciarli per alta cucina!
Comunque senza aver imparato niente dalla vita, e complice il kindle mi sono appena letta "Cinquanta sfumture di grigio" che Amazon recensisce come:

 "Tensione erotica travolgente, sensazioni forti, ma anche amore romantico, sono gli ingredienti che E.L. James ha saputo amalgamare(...). Il successo senza precedenti della trilogia Cinquanta sfumature,(...) è iniziato grazie al passaparola delle donne che ne hanno fatto nel mondo un vero e proprio cult. (...), la passione proibita di Anastasia e Christian ha conquistato le lettrici..."

Ora: di sfumature di grigio metticene pure 120, ma non riuscirai a convincermi che un porno sul sadomaso sia il nuovo standard del "romance" per adolescenti.
Va bene gli emo, ma c'è un limite a tutto, e sopratutto c'è un limite alla definizione di Romance: Mr. Darcy col frustino  che imperversa su Elizabeth Bennet è una cosa a cui NON voglio neanche pensare...
Comunque riassumerò la trama: C'è questa tizia che si chiama Anastasia, come la sorellastra di cenerentola, ma invece è una figa fotonica 21enne e per giunta vergine - quindi un personaggio totalmente fantastico - e non contenta della sfiga di avere un nome del genere, prega tutti incessamente di chiamarla "Ana", che veramente non sai come metterti le mani nei capelli.
Insomma questa tizia conosce Lui - che si chiama Christian - che è in pratica il vampiro di Twilight, però mangia: è bellissimo, ricchissimo, suona il piano da Dio ed è adottato.
Per le prime 20/30 pagine il libro va avanti con il meccanismo Harmony, appunto: lui le continua a dire che l'ama e l'adora e lei si macera  dentro nella convinzione (che non si sa dove nasca) che lui se la vuole solo scopare (ma mentre si macera gliela dà come il granturco alle galline...).
Dopo la trentesima pagina scopriamo dov'è la sòla: lui ha una leggerissima tendenza al sadomaso, con tanto di stanza delle torture che avrebbe fatto impallidire il Marchese De Sade. Non contento di dirglielo, si presenta con un un accordo di riservatezza e un regolare contratto, minuzioso come il mio "libero professionale", che lei dovrebbe firmare accettando di diventare la sua "sottomessa".
Giustamente un po' perplessa, Ana accetta di firmare l'accordo di riservatezza ma traccheggia sul contratto.
Nel frattempo scopano come ricci con ogni possibile ammennicolo mentre lei ha orgasmi stellari in tutti i modi, ore e posizioni, più volte al giorno - compreso il primo giorno del  ciclo, in cui ogni donna è una belva inavvicinabile - e nei ritagli di tempo lui manda casse di viveri in Darfur (non è un modo di dire, lo fa davvero). Ovviamente dopo un po' si scopre che lui ha avuto un'infanzia infelice con la madre tossica che gli spegneva le sigarette addosso, cosa che dovrebbe spiegare la sua passione per il sadomaso.

Se vi ho fatto venire voglia di leggerlo non andate avanti perchè sto per fare spoiler e svelarvi la fine del primo romanzo - ebbene sì è una trilogia - e anzi, già che ci siete se vi ho fatto venire voglia di leggerlo, smettete di leggere questo blog e basta.

Alla fine lei, preda di un delirio postcoitale da crocerossina pensa: io lo salverò! e gli dice:"Picchiami, così poi ti sfoghi ed io ti porterò nella luce, azzerando tutti i tuoi traumi e trasformandoti nel principe azzurro!" e lui, esattamente come da contratto e da richiesta, la pesta come un fabbro.
Lei, sconvolta da questa cosa inaspettata e insospettata, s'inkazza perchè lui j'ha menato e gli dice ti lascio! e se ne va col cuore distrutto e  il culo in fiamme per le cinghiate.

Ed io penso che due cinghiate pure all'autrice non farebbero male.
Sarà che ho tendenze sadomaso?

sabato 30 giugno 2012

Il difficile rapporto del lupo e della nonna

Varcata la soglia dei due anni Sofia ha cominciato ad interessarsi alle favole.
Alla faccia delle principesse Disney il suo personaggio preferito   è il lupo, sia nella versione "tre porcellini" che nella versione "cappuccetto rosso".
Non so bene se questa fascinazione per il cattivo deve farmi sentire inquieta per la sua adolescenza...
Comunque, traviati dal WWF, mia madre e mio padre hanno deciso di iniziare una campagna di riabilitazione del lupo delle favole: a nulla è valso spiegargli la valenza simbolica della fiaba e la necessità psicologica del personaggio negativo nello sviluppo, al grido di: "salviamo il lupo marsicano" continuano a proporle versioni alternative, confondendola completamente e preparando le basi per farla diventare emo. (che poi ti chiedi da dove è uscita quella storia di Bella col vampiro e il lupo mannaro...)
Volevo spiegargli che i pastori marsicani non sparano al lupo per "cappuccetto rosso", ma per le pecore e che allora dovresti fare una storia con una pecora malvagia che dice al cacciatore di uccidere il povero lupo; ma a parte che questa è Biancaneve animalier, in questo caso mia figlia sarebbe l'unica bambina di due anni ad essere terrorizzata dalle pecore.
Non sono pronta per questo.
No, meglio Twilight.

sabato 16 giugno 2012

Due anni, un eternità

Ebbene, eccomi qua. 
Dopo tanta latitanza ricomincio da questo post per fare gli auguri a Sofia che oggi compie due anni.
Due anni è un periodo di tempo sufficiente per capire che tutte le tue teorie sull'educazione dei figli ,sono completamente velleitarie e che l'unica cosa seria da fare è cercare di prendere questo fiume in piena che è una nuova vita e lavorare sugli argini sperando di costruire un corso armonioso. Io - che più che un fiume ho il crollo di una diga- vorrei dirle di smetterla di prendere la vita così di petto, che , insomma, partire sempre a testa bassa non è una politica conveniente neanche a due anni.  Ma si può ragionare con un inondazione?
Giò, che la paternità ha fatto diventare sentimentale, ha detto: due anni fa è stato il giorno più bello della nostra vita!
Ho avuto un flashback di me stessa con una panza enorme che cammino scojonata su e giù per il corridoio della sala parto,  e ho pensato: ho avuto momenti più fulgidi.
Ma ne è valsa la pena.

giovedì 31 maggio 2012

L'uomo delle giostre

Ieri l'uomo delle giostre ha sferrato il suo attacco.
Ebbene sì, dopo avermi offerto un numero di giri di valore pari o superiore allo spread, ha finalmente attaccato bottone. Complice la sua nuova pettinatura , mi ha spiegato la problematica dei capelli ricci, si è informato se l'infante che avevo in braccio e che urlava: MAMMA ANNAMO A CASA MIA!!! era proprio mia figlia, e si è finalmente presentato.
Si vedeva chiaramente che aveva un suo piano d'attacco: tutta una tecnica collaudatissima utilizzata probabilmente su migliaia di mamme, che avrebbe preparato la strada ad una tresca clandestina all'ombra dell'elicottero che sale e della mongolfiera di Topolino.
Ma ahimè, il fato  lo ha stroncato sul nascere: e precisamente alla seconda domanda "che cosa fai nella vita?" che doveva essere solo un preludio en passant. Il meschino appena ha sentito la parola "medico" è fatalmente scivolato nel baratro che coglie tutti gli uomini nel loro approccio alle dottoresse: si è lanciato nella commossa e particolareggiata rievocazione della sua tremenda sinusite curata da un luminare - il dottor Rossi non è che per caso lo conosci ? - con i più moderni ritrovati della scienza e della farmacolgia.
L'argomento è stato eviscerato con tale e tanta partecipazione emotiva da impedirgli completamente di cogliere la mia totale mancanza di passione per l'argomento. E non che io avessi preso in considerazione neanche per un minuto di farmi le tresche con l'omino delle giostre, ma insomma: come prendere il fatto che un uomo sembri più interessato alla mia laurea che alle mie tette?!
La risposta potrebbe non essere consolante per il mio ego.
Amici uomini: ve l'ho già detto. Parlateci del tempo.

giovedì 10 maggio 2012

è viva e lotta con noi

Ed eccomi qua, è fatta!
Mi sembra passato chissà quanto, ma sono a casa da lunedì e sono stata operata solo una settimana fa.
Mi guardo indietro e penso a quanto sono vere le cose che ho sempre detto ai miei pazienti: "guardi Signora, vedrà che è più la paura prima che l'intervento. Quando si sveglierà dira: già fatto?!"
è consolante o no?

Ed ecco il fedele resoconto della mia settimana da infiltrata dall'altra parte:

Domenica, lunedì, martedì: entrata e preospedalizzazione.
Branchi di amici e zii che vengono a trovarmi, colleghi che chiaccherano, e gli specializzandi della notte che chiedono delucidazioni sull'emogasanalisi - perchè, PERCHé solo noi anestesisti comprendiamo un emogasanalisi? non è una cosa così oscura!!! -
Più la rubrica quotidiana: "Esami ematochimici all'anestesista", in cui gli infermieri del reparto venivano a turno ogni mattina a fare il prelievo,  mostrando la loro bravura e la loro personale tecnica.
 Ne ho lodata una con una mano davvero leggerissima e  mi hanno detto che se n'è vantata tutto il turno... so' soddisfazioni...

Mercoledì: intervento.
Spremuta de core mattutina con gli strazianti addii e ,giunta in sala operatoria, il collega dice:" è inutile che ti tengo qua così sveglia che ti agiti solo". Due gocce di farmaco e il mio ricordo successivo è il ritorno in camera da letto e il viso di Giò.
Che lavoro nobile che faccio! 

Giovedì, venerdì, sabato, domenica: postop.
Posso dire una cosa? facendo il medico, e ascoltando quelle che sono le voci comuni si ha sempre l'impressione che i pazienti li maltrattiamo e li abbandoniamo.
Non è vero.
Io sono stata lavata tutte le mattine ed il letto cambiato, ho potuto avere informazioni, e quando ho avuto dolore o nausea mi sono stati fatti i farmaci necessari senza attesa.
è vero che sono una collega, ma le stesse attenzioni venivano dispensate, nello stesso modo alla mia compagna di stanza e alla ragazza operata prima di me.
Questa è la mia seconda esperienza da paziente e posso dirlo: la sanità italiana, almeno per quello che ne ho potuto provare io, funziona discretamente. Abbiamo senz'altro dei margini di miglioramento, ma dovremmo essere  fieri di essere riusciti a costruire una cosa del genere che sia diritto di ogni cittadino. 

Lunedì: uscita.
Finalmente a casa vengono lasciata tra le amorose braccia del mio parentame che al grido: ti devi rimettere! ha lanciato un offensiva culinaria con un regime che neanche le oche da ingrasso.

il prossimo post per la programmazione di intervento per obesità patologica...

lunedì 30 aprile 2012

Al ristorante

-"Ciao! non so se ti ricordi di me, siamo venuti a mangiare qua due settimane fa...eravamo una quindicina... un matrimonio, anche se gli sposi  erano vestiti normali e avevano una bambina...stavamo al tavolo fuori"

-" ah, si! e la sposa aveva quelle fantastiche scarpe rosse..."

Amico ristoratore gay, con questo commento -  fatto a Margherita - hai guadagnato 3 clienti per il resto della vita...

giovedì 26 aprile 2012

Dove ho sbagliato???

Interno giorno.
Io svuoto la lavastoviglie mentre Spippols (che è il soprannome casalingo di Sofia), gioca con le costruzioni sul pavimento della cucina. Improvvisamente il cestello delle posate mi scivola dalle mani e si spargono tutte a terra tintinnando. Mia figlia di 22 mesi mi guarda divertita e, scandendo bene le parole, mi dice:
"MAMMA!TU!" (puntando contro di me il dito) "RIMBI RIMBI!!!" (dandosi colpetti in fronte con la mano)

...'azz... si vede tanto???

martedì 24 aprile 2012

Battuta per rianimatori e microbiologi

Andrea, aprendo il frigorifero della rianmazione e vedendo all'interno un piatto di riso basmati avanzato dalla cena della sera prima:
"e questo che è, riso Baumanii?"

Per i profani il link qui

venerdì 20 aprile 2012

è che uno poi si lascia prendere la mano

-Giulia, senti...
- mmmh?
- Sofia, gli abbiamo comprato i pennarelli, e disegna sempre la setssa cosa: il sole.
- mmmh?
- no, dicevo, te che sei psicologa: è normale? cioè va bene?
- beh, se le piace perchè non dovrebbe disegnarlo?
- no, dico: va bene simbolicamente? non è che indica qualche turba, qualche squilibrio...
- il sole?! ma scusa, ti viene in mente una cosa più rappresentativa della gioia e dell'apertura del sole?
- no...però senti:
- cosa?
- quando lo disegna lei non fa i raggi tutti attaccati...cioè li sparge per tutta la pagina col pennarello. Questo che significa?
- Senti quanto c'ha tua figlia?
- 22mesi.
- Significa che  te devi fà curà te e a lei la devi lascià in pace, non è che ogni volta che fa uno scarabocchio su un foglio possiamo chiamà il grafologo!

martedì 17 aprile 2012

And they called it "nemesi"

Lo so che non ce potete crede, e neanche io, ma il mio intervento è rimandato a venerdì perchè c'è lo sciopero degli specializzandi.

Non so se prenderla a ridere o farmi venire una crisi isterica, mo ce penso.

Cia'

Prop

domenica 15 aprile 2012

Uomini con anime sottili come lamine

E quindi pare che ci siamo. Se non ci sono cambi di programma domani verrò ricoverata per essere poi operata mercoledì.
Ovviamente il mio stato d'animo oscilla tra il funereo e il terrorizzato con pochi momenti di consapevole realismo.
Non vengo strangolata dai miei cari perchè , per fortuna, quando sono terrorizzata mi ammutolisco: così sembra di avere in casa un busto in gesso, ma almeno non dò troppo fastidio. Al limite ogni tanto mi scendono le lacrime come la Madonnina di Civitavecchia.
Quando il vostro medico vi dirà giovialmente "ma sù, non c'è niente da aver paura" ricordatevi che, se fosse malato, lui reagirebbe come me, e quindi molto peggio di quasi tutti voi.
C'è da dire che noi medici nelle interazioni di categoria trascendiamo a nostra insaputa nella comicità involontaria: il collega che mi farà l'anestesia mi ha proposto da andare in sala a vedere un intervento sull'ipofisi per tranquillizzarmi... Capirai, io non andavo a sentire le domande di esame il giorno prima perchè mi veniva l'ansia...
il collega neurochirurgo invece ha cercato di essere rasserenante; mi ha detto: ah, senti: se per caso ti dovesse capitare di diventare cieca all'improvviso non preoccuparti: basta che vieni qui subito e mi chiami sul cellulare.
Della serie: meno male che me l'hai detto, ora sì che son tranquilla.
Tanto per farmi vivere questo momento serenamente il primario mi ha informato che congelerà il mio contratto e mi sostituirà perchè non può permettersi di avere un'anestesista assente.
Per la prima volta ho avuto la netta sensazione di valere esattamente  il numero di ore che ero in grado di svolgere e mi sono sentita un po' operaio inglese del 1800. Pare proprio che dovrò cambiare di nuovo posto di lavoro: restate sintonizzati su questo blog, se ne vedranno delle belle!
Se per caso qualcuno avesse bisogno di un anestesista che gli pulisce casa contattatemi: spolvero bene anche gli angoli.
Adesso vado che nel frattempo oggi sono di guardia.

giovedì 12 aprile 2012

Evviva gli sposi

Ecco fatto: chiamatemi ufficialmente " Signora Propofol"!
l'Unico Anello (quello per domarlo, trovarlo, ghermirlo e incatenarlo alla lavastoviglie...) è al mio dito, e i nostri testimoni hanno testimoniato senza fallo, alla presenza di una ristretta, ma scelta cerchia di amici che avevamo proprio detto "si".
Giò dice che al : "Vuole prendere questa donna in matrimonio?"  ha avuto la tentazione di rispondere: "Ma che è una domanda a trabocchetto?".
Io ero talmente tesa che ho pianto per tutta la cerimonia , tanto che dopo la fatidica frase: "vi dichiaro marito e moglie" l'officiante ha aggiunto: "può baciare la sposa... così almeno si rilassa un attimo!"
Grazie alla proverbiale capacità organizzativa dello sposo alcuni tra gli invitati hanno rischiato di non esserci e mia cognata di non sapere che ci sposavamo.
Il fantastico abito della sposa era invece merito esclusivo di Margherita che ha passato la settimana seguente all'annuncio trascinandomi in giro a cercare una valida alternativa alla divisa da sala operatoria.


Ed eccoci qua, in tutta la nostra confusa, incasinata e disorganizzatissima felicità, ma pieni di amici che ci vogliono bene.

sabato 31 marzo 2012

Di matrimoni, disastri e dell'importanza di chi ci vuole bene

Ho realizzato che nel nostro paese solo i figli legittimi godono di tutti i diritti e le tutele; improvvisamente, nella mia paranoia da operazione,  la possibilità della dipartita  mia e di Gio e della mia amatissima figlia  che - essendo illeggittima -  veniva rapita dai servizi sociali e rinchiusa in un orfanatrofio, mi è sembrata assolutamente ragionevole e plausibile. Ragionevolmente e sobriamente quindi, mi sono scapicollata al Comune chiedendo di essere sposata subito o al più tardi il giorno dopo; e dopo una scena pietosa con il signor Attilio dell'ufficio matrimoni, abbiamo fissato la data della  nostra funzione  civile il 7 aprile alle 5, rimandando a dopo l'intervento la cerimonia religiosa.
Uscita dal Comune col morale sotto i piedi e in piena fase di autocommiserazione, ho chiamato Roberta, la donna che il destino ha sparso sulla mia strada per impedirmi di essere troppo idiota:"Puoi anche non venire se non ti va...tanto questa cosa la facciamo solo per Sofia e per il mio intervento..."
si è messa a ridere: "Scherzi vero? non vorrai che mi perda il tuo primo matrimonio! D'altronde, ti pareva che potevi fare una cosa normale? ti sposi, ti operi al cervello e ti risposi in chiesa... dimmi  l'ora, che arrivo, va'!"

Già un po' rinfrancata ho chiamato Sara  la mia amica gioielliera per metterla al corrente del nuovo status quo: "Ah, ok, allora le fedi te le faccio fare per mercoledì" ha detto senza scomporsi
-"ma no, Sara,  non c'è bisogno. Hanno detto che in comune posso sposarmi senza."
-"ma non dire cazzate! che fai gli stringi la mano dopo il si?"
-"ma...ma... che gli dici a quello dell'incisione che deve anticipare la data?"
-"gli dico che sei incinta e devi fare un matrimonio riparatore..." ha risposto con perfetta naturalezza  " comunque pensa che anche Liz Taylor si è sposata due volte con lo stesso uomo!"

Sono tornata a casa e ho messo al corrente quell'uomo saggio che è mio padre: "Papà, sabato ci sposiamo, poi mi opero al cervello e poi ci risposiamo." e lui ha risposto laconico: " Io ci vengo, ma secondo me se ti operi al cervello col cazzo che ti risposi dopo..."

La sera, messa a dormire Sofia, mi sono seduta sul divano e ho raccontato tutto a Giò: "Pensa amore: tu non volevi sposarti neanche una volta, ed io ti faccio sposare due..."
e lui, che sa esprimere le più delicate sfumature di sentimento dell'animo umano, mi ha guardato con intensità e ha detto: "Morta'..."

venerdì 30 marzo 2012

Gli infermieri cono entrati scodinzolando

Ortopedico vestito sterilmente sulla porta della sala operatoria, vuota:
"OOHHHhhh! c'è qualcuno? Dai, non fate come a casa che non mi s'incula nessuno, almeno i cani mi scodinzolano!"

giovedì 29 marzo 2012

Le grandi storie d'amore viste ad una certa età perdono un po' di fascino

- : secondo me è molto più bello!
-: infatti! a parte che nel libro è alto due metri e se tanto mi da tanto non si sa quanto ce l'ha grosso.
-: a quell'altro neanche gli si dovrebbe alzare...
-: e poi vuoi mettere quanto è caldo nel letto?
-: si! gli metti i piedi addosso d'inverno e puoi dormire con solo il lenzuolo!
-: e comunque considera che i suoi genitori e i tuoi sono amici, mentre quell'altro ha una sorella stronza e pericolosa che oltretutto non ti può vedere.
-: beh, però l'altro è ricco, mentre lui c'ha pure il padre sulla sedia a rotelle che poi finisce che ti devi tenere il suocero in casa...
-: sarà ricco, ma deve anche farsi dei nuovi documenti ogni 20 anni...e poi sai che orrore quando cominciano a scambiarlo per tuo figlio!
-: però pensa che non gli devi cucinare...basta con l'ansia del " che faccio stasera", anzi: quello sa fare tutto; a buon bisogno cucina lui. Quell'altro chissà quanto mangia!
-: mah...non mi convince nessuno dei due, io, se Bella fosse mia figlia gli direi: "cercati un bravo ragazzo normale! Basta co' sti vampiri e 'sti lupi mannari, che in una relazione so' solo problemi..."

domenica 25 marzo 2012

Questo matrimonio non s'ha da fare, ed altre notizie

Pareva troppo bello per essere vero, e in effetti lo era: l'evento della stagione, ovverosia il mio matrimonio  con lo psicopatico padre di mia figlia, è rimandato a data da destinarsi.
Le ragioni sono più di una, ma elenco le due principali:
1. non abbiamo abbastanza soldi.
2. devo subire un intervento chirurgico a breve.
no, non mi faccio la liposuzione all'addome, come ho sempre sognato, mi devono togliere un tumore benigno dell'ipofisi.
Insomma, si può dire che scambiamo un matrimonio con un operazione al cervello...molto da noi...
Se qualcuno avesse dei dubbi in proposito, il mio morale è ai minimi storici, e sì, pur essendo un anestesista ho paura dell'operazione: al prossimo che fa quest'osservazione gli spacco il setto nasale con una capocciata, così da fargli velatamente comprendere quanto la trovi una mancanza di tatto, di sensibilità, di umorismo e in ultima analisi di buon gusto.
La seconda cosa che mi sta più sul cazzo dopo questa, sono quelli che vogliono essere rassicurati da me sul mio intervento perchè io sono medico. Tipo: "ma sei sicura che non ci siano probabilità che diventa un cancro?" oppure" ma non ci sono possibilità che distruggano il cervello, no?"
Ecco: internet è pieno di siti medici che parlano di adenomi ipofisari. Se avete dubbi andate a cercarli.
Diciamo che l'ideale sono quelli che mi danno una pacca sulla spalla senza parlare, che perlopiù sono stati i miei colleghi medici.
...
...
sto pensando ad un modo carino di concludere questo post che dimostri come riesco a mantenermi positiva e a non perdere il mio aplomb, ma non mi viene. Forse perchè non ci riesco.
oh, 'fanculo.

giovedì 1 marzo 2012

Effetti collaterali dell'idiozia

Il tragico dramma della nostra società è che le persone vogliono fare le furbe senza essere manco intelligenti.
Prendiamo l'antico ma sempre attuale caso dei turni di guardia: da che mondo è mondo i "vecchi" del servizio con la frase: "eh, io alla tua età lavoravo come una bestia" cercano di togliersi i turni di notte e darli agli ultimi arrivati.
 Se la direzione lo permette si genera la situazione per cui i più giovani hanno 7 notti e i più anziani nessuna, come nel mio ospedale.
Il tempo però, come fece notare Giò ad un nostro anniversario, è un figlio di puttana bastardo e implacabile e vuole che se noi lavoriamo 2 notti a settimana, loro devono coprire 4 giorni. Così ,alla domenica sera, noi siamo sconvolti dal cambio di bioritmo, ma loro sono completamente distrutti dall'essersi fatti minimo 4 turni da 12 ore di giorno. Oltretutto nel nostro piccolo ospedale ci sono servizi in cui la notte passa tranquilla, ma di giorno in qualunque posto si lavora a pieno a regime;  alle 20.00 quando dai il cambio, li senti che si lamentano di che giornata terribile è stata e quanto sono stanchi di dover lavorare tutti i giorni alla loro età.
Se questi fessi facessero i turni  non dico in modo di favorirci, ma semplicemente lasciando una distribuzione uniforme senza cercare di avere favoritismi, faremmo tutti circa 3 notti al mese - un numero gestibilissimo-  e avremmo tutti dei giorni liberi per recuperare le energie, andare alla posta e farsi i colpi di sole.

Ma no, come al solito questo sarebbe davvero troppo intelligente...

lunedì 27 febbraio 2012

Signore e signori : la madre della sposa

-: (tono tragico- lamentoso) Propofol, aiutami, sto male!
-: Si, mamma, lo so è una brutta influenza, dai! ora hai preso la tachipirina e ti si abbassa la febbre
-: No, non funzionerà....oddioddioddio...ahhh..come sto male...mi fa male tutto...ahia...la testa...basta, non ce la faccio più a soffrire così...mi butto dalla finestra...
-: dalla finestra per l'influenza mamma?
-: sisisisi...soffro troppo, uccidimi, ti prego, uccidimi...
-: mamma, c'hai 38 e 2, mica 40, dai, stai tranquilla...
-: no, basta uccidimi.
-: mamma: ma perchè ogni volta che c'hai l'influenza mediti il suicidio?
-: perchè non voglio più soffrire
-: ho capito, ma è una cosa che passa in 3 giorni: vorresti perderti tutto il resto per 3  giorni di influenza?
-: si
-: ma dai! ti perderesti il matrimonio di tua figlia?
-: ti guarderò da lassù...

sabato 25 febbraio 2012

Se ve lo chiedevate anche voi

- Ma cosa vi ha spinto a  fare i ginecologi?
- che domanda: la grande passione per la patata!

sabato 18 febbraio 2012

Già mangia 3 cose in croce...

O tu, ragazza del banco del pesce, la cui rara sensibilità è nota in tutto il conad, tu che guardi intenerita ai fanciulli che passano sui carrelli delle mamme, tu che certamente già pregusti la tenera gioia della maternità quando, nel calore del tuo nido familiare potrai godere di quel supremo amore che tanto si presta al paragone con l'assoluto, tu che albergi un animo attento a tutte le più sussurrate sfumature del sentimento, dietro al tuo banco pieno di pesci morti ad occhi spalancati e fissi stesi sul ghiaccio:

Come cazzo ti viene in mente di indicare a mia figlia la sogliola che le sto comprando per il pranzo e dire "Guarda che bel pesciolino! è NEMO!"

e adesso ovviamente si mangia solo carne fino a nuovo avviso...
devo proprio cominciare con la spesa online...

domenica 12 febbraio 2012

Signore e signori: il testimone dello sposo

- " Senti: lo sai, soldi non ne ho, la macchina manco la guido quindi non te la posso dà, però sull'alcool so' preparato... tieni: così la tua futura moglie la smette di scrivere post disperati sul blog!"

Dopo la presentazione di Roberta, direi che per Claudio questa è una sintesi eccellente.

Alzo il mio bicchiere, colmo di Lagavulin, al testimone!



P.s. Questa sequenza di post potrebbe dare l'impressione che siamo completamente alcolizzati.Non completamente.

martedì 7 febbraio 2012

Una situazione complicata

Per i soliti carta-vince-carta-perde delle amministrazioni pubbliche io sono in arretrato di due stipendi e Giò aspetta che gli vengano rimborsati i soldi di una trasferta. Quindi su entrambi i nostri conti ci sono circa 300 euro cosa che ci costringe ad un austerity del tutto in tono con il periodo storico;

Con un bell'apropos e con mirabile  accuratezza, io ho distrutto la macchina in un incidente a carambola che ha coinvolto 4 veicoli, ma per fortuna nessun  pedone;

Nel frattempo la neve imperversava e i miei concittadini, scambiandola evidentemente per una glaciazione della durata di qualche millennio, hanno preso d'assalto il supermercato rendondolo del tutto impraticabile;

Ovviamente Sofia, profondamente schifata da questa roba bianca che cade dal cielo e dallo spettacolo poco dignitoso dei suoi genitori che giocano a palle di neve,  ha voluto mettere fine a tutto ciò facendosi venire un bel 38.7 che ci rinchiudesse tutti in casa;

Ieri sera Giò, con in mano la bottiglia vuota del lagavulin ha sintetizzato la situazione con la solita precisione scientifica:

"Siamo senza soldi, senza macchina e senz'alcool...siamo proprio ridotti male..."


lunedì 30 gennaio 2012

In sala parto



1. - Salve signora, sono l'anestesista, ora facciamo l'epidurale: che bel pancione! che aspettiamo qui un bambino o una bambina?

- mmmhhh....UN VITELLO da quanto spinge!!! si sbrighi per favore...

ci sono momenti in cui il rapporto medico-paziente non è la cosa più importante...


2. - Salve signora, sono l'anestesista, ora facciamo l'epidurale:guardi ci mettiamo pochissimo, l'importante è che lei mantenga la posizione e stia assolutamente immobile. Cominciamo!
-aspettiaspetti!
-dica?
-posso tremare?

non sempre dare istruzioni semplici basta


3. - Signora mentre preparo le cose si rilassi quando glielo dico si rimette in questa posizione così, con la gobba all'infuori come il gatto! capito?
-sisi
-Fatto. Signora, ora si metta come prima!
-come?
-come prima, faccia il gatto!
-Miao!

però pure voi...


4. Ginecologo alla paziente 50enne che ha appena partorito due gemelli: "brava signora! ha covato proprio bene!"
Assistente: "gallina vecchia fa buon brodo!"

l'irresistibile fascino della saggezza popolare


C'era un tempo in cui le famiglie non avevano soldi per ricoverare una donna in ospedale e si partoriva a casa,
in cui le donne erano considerate esseri umani di serie B e non c'erano molti medici che volevano occuparsi di ostetricia,
in cui il dolore era considerata l'espiazione per le proprie colpe,
in cui il fatto che una donna morisse di parto era molto comune e considerato una cosa così, che succede.
E mi incazzo quando sento dire che il parto "non va medicalizzato perchè è un evento naturale" , o che con la peridurale "non ti senti diventare madre", perchè mi sembra
che milioni di donne morte nei loro letti senza nessuno ad assisterle, siano servite solo per permettere a delle stupide che potrebbero, di rifiutarsi di partorire in sicurezza il loro bambino;
Forse però, il fatto che il parto non faccia più paura,  è la prova migliore di quanta strada abbiamo fatto;
E quando vedo che ad assistere una gravida ci sono una ginecologa, un'ostetrica, un'anestesista e una portantina, penso che ci sono voluti molti anni, ma ce l'abbiamo quasi fatta.


mercoledì 11 gennaio 2012

Lo ucciderò, davvero.

Giorno di smonto. Ora di pranzo 

- (clic) Pronto?
- Amore, sono io, di nuovo. Volevo chiederti: dove hai messo la cheesecake che era nel frigo?
- ...mmmmhhh...l'ho mangiata.
- l'hai mangiata? Giò l'hai mangiata TUTTA?!
- beh, era metà.
- erano più di tre quarti!!! ne avevo mangiata una sola fetta, ieri!!!
- ...
- ...
- ...ero molto depresso...

domenica 8 gennaio 2012

Breve riepilogo di 15 frenetici giorni

Ecco qua: le vacanze sono già passate ed io non ho neanche fatto in tempo a scrivere un post. Questi 15 giorni sono stati pienissimi di cose emozionanti e meravigliose, spero che tutti voi abbiate avuto delle feste così belle.
Per riassumere i fatti salienti:

23 dicembre. Giò si presenta con una scatolina al cui interno c'è un bellissimissimo anello con uno smeraldo, avvolto in un pezzo di carta con su scritto: "mi vuoi sposare?"
Così. Per dimostrare che quando vuole sa fare anche il principe azzurro.

24 dicembre. Una giornata di guardia in sala parto. Guardo il fiume scorrere dalle finestre e penso che esattamente 10 anni prima, proprio questo giorno,  nel pronto soccorso di questo stesso ospedale abbiamo portato il mio amatissimo nonno in coma.
Ero molto lontana dall'immaginarmi affacciata a questa finestra nel 2011;
Vorrei poter dare una pacca sulla spalla alla me di allora  e dirmi che andrà tutto bene.

24 dicembre. Una delle mie più care amiche viene a farsi un' ecografia ed il marito ed io assistiamo emozionatissimi alla visione in anteprima del suo fututro figlio e mio futuro nipote!

25dicembre - 6 gennaio. Sofia decide che è giunto il momento di far sapere al mondo come la pensa e inizia a parlare tutto insieme, il suo vocabolario è ancora un po' ridotto ma si fa capire bene: messa davanti al presepe si informa sulla sacra famiglia, poi alla domanda "Cosa diciamo a Gesù e Maria che stanno lassù in cielo?" fa un eloquente gesto con la mano e dice: Giù!!!
tu scendi dalle stelle...

La battuta migliore in ambito medico di quest'anno non è mia, ma di un amica e collega che era di guardia il 31 notte ed è stata chiamata per un urgenza in emodinamica: entra in sla e saluta la paziente con un "Auguri signora!" e lei: " Auguri de che?! c'ho un infarto!"