giovedì 10 maggio 2012

è viva e lotta con noi

Ed eccomi qua, è fatta!
Mi sembra passato chissà quanto, ma sono a casa da lunedì e sono stata operata solo una settimana fa.
Mi guardo indietro e penso a quanto sono vere le cose che ho sempre detto ai miei pazienti: "guardi Signora, vedrà che è più la paura prima che l'intervento. Quando si sveglierà dira: già fatto?!"
è consolante o no?

Ed ecco il fedele resoconto della mia settimana da infiltrata dall'altra parte:

Domenica, lunedì, martedì: entrata e preospedalizzazione.
Branchi di amici e zii che vengono a trovarmi, colleghi che chiaccherano, e gli specializzandi della notte che chiedono delucidazioni sull'emogasanalisi - perchè, PERCHé solo noi anestesisti comprendiamo un emogasanalisi? non è una cosa così oscura!!! -
Più la rubrica quotidiana: "Esami ematochimici all'anestesista", in cui gli infermieri del reparto venivano a turno ogni mattina a fare il prelievo,  mostrando la loro bravura e la loro personale tecnica.
 Ne ho lodata una con una mano davvero leggerissima e  mi hanno detto che se n'è vantata tutto il turno... so' soddisfazioni...

Mercoledì: intervento.
Spremuta de core mattutina con gli strazianti addii e ,giunta in sala operatoria, il collega dice:" è inutile che ti tengo qua così sveglia che ti agiti solo". Due gocce di farmaco e il mio ricordo successivo è il ritorno in camera da letto e il viso di Giò.
Che lavoro nobile che faccio! 

Giovedì, venerdì, sabato, domenica: postop.
Posso dire una cosa? facendo il medico, e ascoltando quelle che sono le voci comuni si ha sempre l'impressione che i pazienti li maltrattiamo e li abbandoniamo.
Non è vero.
Io sono stata lavata tutte le mattine ed il letto cambiato, ho potuto avere informazioni, e quando ho avuto dolore o nausea mi sono stati fatti i farmaci necessari senza attesa.
è vero che sono una collega, ma le stesse attenzioni venivano dispensate, nello stesso modo alla mia compagna di stanza e alla ragazza operata prima di me.
Questa è la mia seconda esperienza da paziente e posso dirlo: la sanità italiana, almeno per quello che ne ho potuto provare io, funziona discretamente. Abbiamo senz'altro dei margini di miglioramento, ma dovremmo essere  fieri di essere riusciti a costruire una cosa del genere che sia diritto di ogni cittadino. 

Lunedì: uscita.
Finalmente a casa vengono lasciata tra le amorose braccia del mio parentame che al grido: ti devi rimettere! ha lanciato un offensiva culinaria con un regime che neanche le oche da ingrasso.

il prossimo post per la programmazione di intervento per obesità patologica...

3 commenti:

CosmicMummy ha detto...

innanzitutto bentornata!!!
sono d'accordo su quello che dici della sanità, anche io nelle (per fortuna) piccole esperienze che ho avuto mi sono sempre trovata bene. ho anche lavorato in opspedale per un paio di anni come tirocinante e ho potuto vedere quanto si smazzano tutte le categorie professionali. credo che il vero difetto della nostra sanità (ma non solo di quello) è che ci sono troppe differenze fra un ospedale e l'altro, fra una città e l'altra, fra una regione e l'altra... abbiamo ospedali all'avanguardia e centri di eccellenza e ospedali in cui anche andare al pronto soccorso è un rischio. è questo che è ingiusto, un certo standard minimo dovrebbe essere garantito a tutti, a nord, a sud, al centro, purtroppo non è così.

Propofol ha detto...

hai ragione: purtroppo il problema è che rimane tutto molto affidato alla buona volontà del singolo.
una delle cose in cui possiamo/dobbiamo migliorarci!

Anonimo ha detto...

Ben tornata cara...
Ania