lunedì 30 settembre 2013

Le 10 frasi con cui riesce sempre a farti sentire una merda....


  1. -:"Perchè non mi tieni con te invece di mandarmi a scuola?"
  2. -:"Non voglio andare a scuola, voglio stare sempre con te e papà"
  3. -:"Perchè tu e papà non avete tanti soldi e dovete andare sempre a lavorare?"
  4. -:"Non mandarmi a scuola, ho bisogno delle tue coccole"
  5. -:"Mamma tu preferisci il lavoro a me?"
  6. -:"Mi mancherai tanto"
  7. -:"Io sto meglio di tutto quando sto con te e papà"
  8. -:"Perchè papà deve lavorare lontano?"
  9. -:"Perchè tu devi lavorare di notte?"
  10. -:"Ma non c'è nessun'altro che potrebbe curare le persone, così tu curi solo me?"

lunedì 23 settembre 2013

È inutile:per lui sei sempre la cosa sbagliata!

Il primario entrando nella sala relax: "dove sono gli anestesisti?"
Noi ci guardiamo:"Eccoci prof. Non le bastano tre?"
E lui: "ma quali anestesisti! Voi siete al massimo tre straccioni di rianimatori!"

sabato 14 settembre 2013

Il lato oscuro dell'anatomia

Sabato mattina in radiologia con uno dei miei medici preferiti: anziano, competente e inkazzoso.

Paziente uno:
Rivolto al tecnico durante l'esecuzione di una risonanza piuttosto complicata e di difficile interpretazione: "Allora? Si è accesa qualche luce nel buio dell'anatomia? "

Paziente due:
Guardando la ricetta del medico: "Ma questa cos' è? La giornata degli esami a cazzo? Ma questo che ha scritto? Fossa cranica invece di fossa pterigoidea? " -schifato- "Questi nell'anatomia ci brancolano..."

giovedì 12 settembre 2013

Primo giorno di scuola materna

 Nel cortile dell'edificio c'è una gran folla, ed io prendo Sofia in braccio per paura che si spaventi; camminando le dico:
"Hai visto la nuova scuola amore?  è bella no? la tua aula è lì!"
"Sì" mi risponde lei ,tranquilla. "ora  però potresti mettermi giù per favore?"
e trotterella in classe.

Allora ho capito che quella che non è pronta per la scuola materna ,sono io.


martedì 10 settembre 2013

Faccio un altro lavoro, ok?

Lo dico subito a scanso equivoci: a me dei lavori di casa non me ne frega un cazzo.

Diciamo che di fronte alla prospettiva di 12 o più ore senza impegni di tipo lavorativo la mia lista di cose da fare è:
1. stare con Sofia
2. stare sdraiata sul divano a leggere un libro
3.stare sdraiata sul divano a guardare il soffitto
4. stare sdraiata sul divano a dormire
5. uscire a camminare
6. uscire a camminare con un amico
7. studiare degli argomenti di anestesia

le posizioni dalla 2 alla 7 sono variabili a seconda dell'umore.

E si, in effetti percepisco a volte un aumento di entropia quando apro l'anta dell'armadio, ma sempre in maniera nettamente inferiore a quanto percepisca la bellezza della scena d'amore tra Lenore e Wang-Dang nel settimo capitolo de "La scopa del sistema" , cosa questa che mi porta fatalmente verso il divano piuttosto che verso l'armadio.
 E questo non sarebbe un problema per me. C'è infatti una donna valente e generosa che -dietro adeguato compenso- provvede due volte a settimana ad abbassare il livello entropico delle parti visibili della casa, sebbene ci siano cose che ormai sono in disordine da così tanto tempo che il nostro occhio le percepisce in ordine.
L'intoppo di questo meccanismo perfetto sono gli altri. E in particolare:
Mia madre, che appartiene a quella categoria di donne classficabili alla voce "casalinga perfetta". Mia madre per cui il fatto che il cielino della finestra sia in abete rosso e non in duglas come gli infissi, costituisce una spina nel fianco ogni volta che entra nello studio, cosa che io rimuovo puntualmente ogni volta che lei esce di casa.
Mia madre e mia suocera, che hanno idee diverse su ciò che va stirato e che ,se arrivano a casa mia una dopo l'altra, ridividono tutti i panni piegati (da loro, io aspetto che i panni scendano dallo stendino da soli).
E non ultimo , mio marito. Che quando l 'ho conosciuto non sapeva cuocere neanche un uovo e adesso ha da ridire su come riempio la lavastoviglie.
Mio marito che è afflitto da una forma grave di "sindrome di Cenerentola", che lo porta a scendere a buttare la spazzatura compulsivamente ogni volta che mette piede a casa, con una frequenza tale da farmi credere che andasse a chiamare l'amante; e sopratutto con una frequenza tale da consumare tutte le buste di plastica della casa, cercando poi di riciclare quelle già usate per spazzature precedenti con risultati discutibili.
Mio marito, lui, che l'altro giorno guardando il pavimento della cucina mi ha detto: "Ma hai visto che schifo?" ed io ho risposto :"Amore, ho studiato tanto, abbiamo fatto tanti sacrifici, a 25 anni mi venivi a prendere alle due del mattino all'uscita del centro trapianti, perchè mi mettessi a fare le pulizie di casa?"
Ha risposto:
-: "No, quello l'ho fatto perchè diventassi ricca, ma visto che non ci è riuscito una spazzata al pavimento la potremmo pure dare ogni tanto."

sabato 7 settembre 2013

Chi non muore si rivede

Si, lo so. Questo blog si è preso una discreta...più che discreta ,pausa estiva. Ma sono successe cose, e quando succedono cose io ci devo pensare su parecchio, digerirle, riassumerle e solo allora le posso scrivere.
Nella fattispecie è successo che ho di nuovo cambiato lavoro.  Ho cercato tra l'altro un modo per scrivere il perché ed il percome ma non mi è venuto niente che non fosse molto offensivo per qualcuno, per cui ho lasciato perdere. 
Il nuovo ospedale è molto carino. È un piccolo istituto in una zona abbastanza di frontiera.  I colleghi sono molto simpatici ed io sono stata assegnata alla rianimazione.
La verità è che io, nata e cresciuta nell'aria gelida e sanguinolenta delle sale operatorie, non so se sono abbastanza brava per la rianimazione. Ci vogliono caratteristiche che credo di non avere proprio: una buona memoria, la capacità di gestire più cose contemporaneamente, una visione a lungo termine della terapia.  Ma come quegli uomini di mezza età che si appassionano al golf anche se non sanno giocare,  io provo una fascinazione irresistibile per la terapia intensiva che...che ci casco sempre insomma.
E così sono abbastanza contenta. Anche se è solo un altro contratto libero professionale per un anno.
Ma ormai la nostra generazione è abituata a vivere pericolosamente.