venerdì 23 dicembre 2022

Signori, si nasce

 Uno dei miei specializzandi preferiti è Mario. é sempre educato, cortese e disponibile, ed è dotato di un senso dell'umorismo naturale che tira fuori provvidenzialmente nei momenti di crisi.

Ieri stava chiudendo una ferita con una specializzanda del primo anno. I nuovi specializzandi sono entrati ora e questa era la prima volta che faceva una sutura intradermica.

Armato di santa pazienza, mentre anche Candy Crush sul mio telefonino aveva tirato fuori la scritta: Madonna, che palle!, Mario era lì che controllava punto per punto l'operato della pischella, che  dal canto suo,ce la stava mettendo tutta ma insomma: la prima volta è sempre la prima volta. 

Se qualcuno non lo sapesse l'ambiente dell'ortopedia è tra i più maschilisti che esistano in un ospedale. Già di per sè la chirurgia è un ambiente fortemente maschilista, la chirurgia ortopedica lo è all'ennesima potenza e ci sono ancora parecchi infermieri che pensano che una donna ortopedica non può essere brava perchè non è abbastanza forte fisicamente, come se l'atto chirurgico si riducesse a una specie di macelleria acefala.

Io sono stata fortunata perchè l'anestesia è una delle specialità meno colpite da questo problema, ma davvero non so come avrei fatto se mi fossi innamorata di una specialità chirurgica. Trovo che le mie colleghe siano davvero messe a dura prova.

Questa cosa doveva essere molto chiara a Maria che, dopo un ora di fatica e massima tensione chiude la sutura intradermica facendoci un bel cappio alla fine. Mario le dice:" brava! però il cappio fallo più piccolo sennò ti si scioglie. " Lei  esegue e senza pensare risponde: "Ah! io pensavo che più grosso è meglio è!"

A quel punto si rende conto di cosa ha detto e fa una faccia imbarazzata di chi si aspetta la solita risposta. Ma Mario è Mario e la classe non è acqua: mette il cerotto alla ferita e fa: " Lo so, ti aspetti che faccia la battutaccia da ortopedico. Ma non la farò: dai, noi siamo meglio di così!" Lei si è rilassata e ha sorriso ed io ho pensato :Signori, si nasce.

sabato 17 dicembre 2022

Mai contente

 Io ho sempre avuto problemi a capire l'omofobia.

Riservata come sono, mi pare che l' orientamento sessuale di una persona sia una cosa talmente personale che non riesco a capire come si possa pensare di fissare delle regole valide per tutti.

Gli omofobi mi sembrano come uno a cui non piacciono le zucchine e invece di comprare i peperoni decide di iniziare una crociata mondiale per proibire la coltivazione delle zucchine nel mondo.

Non molto intelligente, ecco.

Questo fa sì che io , che già di mio non brillo per eccessiva prontezza d'osservazione, sia particolarmente rincoglionita per tutto quello che  ha a che fare con l'orientamento sessuale. Se uno è gay o me lo dice o se aspetta che lo capisco da sola non avrà grosse soddisfazioni

Chissà perchè però avevo capito, Dio solo sa da chi o da cosa, che Mario fosse gay. Ed ero proprio convinta che , vedi? stavolta si che ho avuto l'occhio lungo, eh! Il che ci stava pure con lo stereotipo per cui i gay sono belli e curati. Infatti Mario è bellissimo, con grandi occhi azzurri e capelli scuri, sempre ben pettinato e rasato ed è uno dei "great favourite" delle nostre specializzande.

La settimana scorsa, mentre eravamo a mangiare in cucina, ho gardato nel suo piatto e ho detto: "wow! sembra buonissimo! ma è il tuo compagno che ti cucina?"

"La mia compagna , Maria." ha risposto lui un po' stupito

"Si, si, certo! " ho risposto io, conscia di aver fatto come al solito una figura di merda

Due giorni dopo sono andata a cambiarmi alle otto e c'era Mario, nello spogliatoio degli specializzandi accanto al nostro, con la porta aperta,  senza maglietta e con braghe in vista, da cui si poteva apprezzare la tartaruga degli addominali, le spalle larghe e tutto il fisico sfoggiabile da un trentenne ortopedico e palestrato.

L'ho guardato e ho detto: "Mario! che ci fai mezzo nudo in corridoio?"

lui ha risposto qualcosa sulla porta che non si chiudeva ed io sono entrata nello spogliotoio delle donne. 

Ho alzato gli occhi al cielo e, buttando 46 anni di politically correct, ho pensato tra me e me " Ma non era mejo se eri frocio?

sabato 10 dicembre 2022

Meno male che le ossa sono tutte bianche

 :-"Propofol, mi hanno dato il risultato della moc"

:-"Ah, bene, mamma, e che c'è scritto?"

:-" nono, tutto bene...solo...una cosa strana...hanno messo la mia data di nascita giusta, l'indirizzo giusto, ma hanno scritto razza: caucasica. Ma avranno confuso il mio esame con quello di qualcun'altro?"

venerdì 2 dicembre 2022

Post triste e sconclusionato

 Questa estate è morta una persona a cui volevo molto bene.

L'ho sempre chiamato "zio", anche se non eravamo imparentati in nessun modo. Lui e sua moglie per me erano zio e zia, da quando sono nata.

è difficile descrivere una persona che non c'è più. 

Una vita intera compiuta  e archiviata come in una scatola.

Ho aspettato tanto per trovare le parole giuste per parlare di lui che non sono riuscita a scrivere niente altro. Pensavo: questa cosa la scriverò dopo il post su zio Paolo.

La verità è che tutti ci prepariamo in qualche modo alla perdita delle persone più strette, tutti sappiamo che mamma e papà dovranno morire, ma nessuno è preparato alla scomparsa delle persone che formano tutto il contorno della tua vita senza che tu te ne renda conto.

Ho fatto affidamento sulla silenziosa presenza di zio per tutta la vita, senza neanche rendermene conto.

Comincio a capire cosa provano quegli anziani che ti dicono: "dottorè, che campo a fare? non c'è più nessuno!" e tu gli rispondi: "ma come signora! ci sono i figli! e i nipoti! ma loro scuotono la testa..."

quello che intendono con "nessuno" è nessuna delle persone che formavano la loro vita, che costituivano il loro mondo prima e che ora sono sparite.

Lo so che non mi spiego bene, forse non sono ancora abbastanza vecchia.

Comunque zio era una persona speciale. è facile dirlo di un morto , lo so, ma lui lo era davvero. Aveva viaggiato per mezzo mondo e aveva un infinità di storie da raccontare, ma al contrario di quasi tutti quelli che conosco aveva mantenuto la capacità di ascoltare in silenzio e con attenzione. 

Credo non ci sia stato problema o decisione dell'età adulta che io abbia preso senza consultarlo, eppure non mi ha mai fatto una predica. Di solito la sua opinione teneva sempre conto dei tuoi sentimenti e benchè fosse capace di furibonde incazzature, non cercava mai di prevaricare gli altri.

Sembrava istintivamente dotato di quello che viene comunemente definito buonsenso. La capacità di mettere le cose nella giusta prospettiva e di dare ad ognuna il giusto peso. Ancora adesso , senza rendermene conto , a volte penso: ne devo parlare con zio Paolo. Anche se lui non c'è più.

Quando abbiamo traslocato avevamo bisogno di un prestito. Zio ci ha dato i soldi e da quel momento non ha mai più accennato alla cosa. 

Il giorno del funerale, Giò guardava dritto davanti a sè ed a un certo punto l'ho sentito mormorare: Non abbiamo neanche fatto in tempo a finire di ridargli i soldi.

Ecco, io penso che questo sia la cosa che mette in luce, nella maniera più semplice e immediata il suo carattere: non per i soldi, che non sono niente, ma per il suo modo di esserci sempre per tutti noi senza mai far pesare il suo appoggio.

E niente. Alla fine questo post non è venuto come volevo e non ci verrà mai.

Vorrei solo che lui non fosse morto, ecco.

lunedì 22 agosto 2022

Che gli vuoi dire?

 Alle ore 8.30 scende trafelato lo specializzando di ortopedia:

"Propofol! Propofol!

"Dimmi Mario, che succede?"

"Senti: quel paziente a cui ieri hai detto di fare due sacche di sangue...."

"Eh...."

"Gliene hanno fatta una ieri notte e una l'hanno lasciata stamattina...non so chi glielo abbia detto"

"Gliel'ho detto io...qual'è il problema?"

"Ah...ecco...che la sacca è stata nel nostro frigo, che non si sa se va bene per il sangue...."

"Scusa, Mario, ma è un frigo medico o è l'indesit di casa mia?"

"Nonono, è un frigo medico...."

"Va bene. Quindi?"

"Quindi che facciamo? glielo dobbiamo fare il sangue?"

"Mario,chiedi al caposala se quel frigo va bene, oppure senti il trasfusionale...perchè sei venuto da me?"

"Mmmh...mi sono rivolto all'adulto di riferimento...."

lunedì 15 agosto 2022

Sinite parvulos venire ad me

 Gio ed io abbiamo una compagnia di amici che ci portiamo dalla giovinezza. Quel tipo di persone che hai selezionato nell'arco di una vita e che sono simili a te, con cui ti tieni sempre in contatto in un modo o nell'altro e finisci per dividere la vita, anche se ormai abitiamo in 4 città e due continenti.

Essendoci noi riprodotti per primi, ed essendo stata Sofia per un po' l'unica bambina, è cresciuta in mezzo ad una pletora di "zii" che sono sati un po' la sua famiglia allargata e i suoi adulti-tipo. 

Non so se questo sia esattamente un bene: essere trascinata per fiere di giochi di ruolo dai 4 anni in poi, cresciuta a fumetti e libri fantasy, foraggiata a citazioni di film e dinosauri della lego, non è esattamente un educazione convenzionale, ma lei sembra in qualche modo averla interiorizzata correttamente, tranne quando mi guarda contrariata e dice cose tipo: certo che siete strani, eh!

Ieri ne parlavo appunto con zio Caciara, in visita estiva a casa nostra, come da tradizione:

"Cacià' " ho chiesto " come ti senti ad essere una figura di riferimento per una dodicennne?"

lui ci ha pensato un attimo mentre uscivamo dall'Esselunga

"Più che altro, in colpa" ha risposto 

Non si può dire che ci manchi l'autoconsapevolezza

lunedì 8 agosto 2022

Sigla

 Per spiegare i chirurghi plastici ci vorrebbe un libro.

Io non ci ho lavorato molto, perchè ho sempre preferito il lavoro ospedaliero, ma pur sempre abbastanza per rendermi conto di quanto il loro universo sia   lontano da quello che noi medici viviamo ogni giorno.

Li dipingono come spietati e privi di umanità, ma non è così: un chirurgo plastico è per molti versi più empatico di un medico normale. 

Quando viene un paziente e gli spiega, accorato, che ha la piega del gomito troppo accentuata e la pelle gli pende in modo disgustoso (storia vera, eh....) un qualsiasi medico si sentirebbe in diritto di liquidare la faccenda con un "Non dire stronzate!", invece il chirurgo plastico è capace di vedere il gomito del paziente come lo vede lui, e di interpretare i suoi desideri per la piega del gomito...se non è empatia questa, non so cosa sia.

Ovviamente i chirurghi plastici sono ricchi. O almeno diciamo molto più ricchi della media. Inoltre vivono in un mondo basato essenzialmente sull'apparire e quindi sono vestiti e curati in modo da sembrare belli, ricchi e competenti. 

Quelli con cui lavoro io adesso li potremmo considerare i più spirituali tra i chirurghi plastici. Gente che lavora anche in ospedale, con i pazienti ustionati e non solo con pazienti che si vogliono rimpicciolire il monte di Venere. Ma sono sempre chirurghi plastici. Arrivano in sala alle 9, hanno la divisa personale di un colore che gli dona,  3 Montblanc nel taschino, e operano con la musica da discoteca.

Attenzione: non con la radio, come tutti i normali chirurghi, loro hanno  la playlist personale di spotify premium che alla fine della seduta, immancabilmente, chiudono con la stessa canzone, annunciando " sigla!" mentre io sveglio il paziente sulle immortali note di Elton John e Dua Lipa.

Avrei dovuto dedicarmi alla chirurgia plastica...





lunedì 25 luglio 2022

Ma figurati se mi preoccupo

Sono appena rientrata dalle ferie e in lista c'è una bella protesi d'anca. 

Apro la cartellina anestesiologica e leggo in anamnesi: arresto cardiaco durante un precedente intervento.

"Scusi signora", dico alla paziente " ma in che senso arresto cardiaco"?

"Eh, dottoressa, durante l'operazioni sono andata in arresto, mi hanno rianimato per 20 minuti...hanno detto a mio marito che ero più di là che di qua, mi hanno ripresa per i capelli...."

"Ah. E dopo le hanno fatto delle analisi per capire cosa era successo e perchè? Le hanno scritto qualcosa ?"

"Nono. Sono uscita il giorno dopo e basta"

"Ah" dico ridendo , ma non troppo " E non li ha denunciati?"

"ma scherza dottoressa? mi hanno salvato la vita, sono stati degli ANGELI" dice pronunciando proprio la parola in maiuscolo

"Ma, signora, entra per un interventino che si fa in un ora, questi quasi l'ammazzano e poi la mandano via come se niente fosse e sono degli angeli?!" A me non sembra proprio così. Oggi lei è qui di nuovo ad operarsi e non sappiamo se c'è qualcosa che non va o se quello che è successo può capitare di nuovo!"

lei mi guarda con un sorriso incoraggiante, mi mette una mano sul braccio e sussurra sorridente: "Via, lei è giovane e si è spaventata. Non si preoccupi: andrà tutto bene!"

lunedì 18 luglio 2022

All we are saying...

 -: "ciao amore! che stai mangiando?"

-: "ciao, filetti dimerluzzo panati"

-: "ah, buoni! come mai ti sei comprato i filetti di merluzzo?"

-: "ma veramente non li ho comprati, erano in freezer"

-: "Ah...in freezer? senti Gio, io non ricordo di ave comprato dei filetti di merluzzo ultimaente...cioè, non so da quanto è che sono lì...sei sicuro che sono ancora buoni?"

guarda i filetti con occhio da intenditore e ne avvicina un boccone al naso

-: "ma senti...non sembrano andati a male...diamogli una chiance"

"diamogli una chance" l'essenza della cucina familiare in periodo estivo....

giovedì 14 luglio 2022

Ma è difficile anche essere figlia di un'anestesista

Il corso di vela estivo 
- "mamma, lo sai che la barca davanti a me ha scuffiato?"
- "Ah, e poi avete tolto il tubo?"
- " eh?!"
- "niente, amore, scusa, dicevi?"

sabato 25 giugno 2022

Lasciate che i fancazzisti vengano a me

 Ai miei tempi per entrare in una scuola di specializzazione (si poteva provare il concorso in una sola scuola d'Italia), la procedura era la seguente: ti presentavi ad un primario di anestesia al quarto anno di medicina e gli chiedevi la tesi. A quel punto diventavi un interno, una specie di plancton della catena alimentare, che frequentava il reparto e faceva tutti i lavori più umili. 

Il concorso per entrare era ovviamente truccatissmo, quindi si entrava per anzianità di internato o per raccomandazione. 

Quando veniva il tuo turno vincevi il concorso ed entravi in specializzazione e a quel punto "appartenevi " al professore che ti aveva fatto entrare e per i 4 anni del corso facevi quel che ti dicevano e punto,Se non lo facevi a fine anno c'era l'esame di passaggio e se ti bocciavano uscivi automaticamente dalla scuola e addio sogni di gloria.

In questo perfetto sistema mafioso all'italiana, si può ben immaginare come gli specializzandi fossero considerati una specie di schiavi e utilizzati in ogni possibile maniera sensata e insensata. 

In quei 5 anni (uno di internato e 4 di specializzazione ) ho visto di tutto: ingiustizie, soprusi ,raccomandazioni, favori sessuali, umiliazioni gratuite, sfruttamento del lavoro. Se ti rimaneva qualche idea positiva dell'università dopo la laurea, in specializzazione te la facevano passare subito.

Non voglio dire che fosse tutto negativo: c'erano anche persone che si comportavano in maniera eticamente corretta, nonostante il sistema, anestesisti che mi hanno insegnato tutto quello che so, che riuscivano ad essere dei professionisti seri e affidabili anche in mezzo alla marea di piccoli faccendieri che li circondava.

Seppur in maniera completamente sbagliata alla fine dei 4 anni avevi imparato almeno la base dell'anestesia. Secondo la feroce espressione che usano qui in Toscana : o bere o affogare, ti toccava ingoiare anestesia tuo malgrado se non volevi trovarti nella merda più di quanto c'eri già, ma in generale quando uscivi dalla specializzazione avevi la sensazione di essere uscita dal carcere e poter cominciare a respirare liberamente.

Un'altra abilità che sviluppavi presto e bene era quella di lavorare col pilota automatico quando eri molto oltre un ragionevole livello di stanchezza. Lo specializzando infatti non aveva nè riposo nè smonto notte per cui capitava di stare in sala per 24 o 36 ore consecutive, spesso e volentieri da solo perchè ovviamente lo strutturato andava a dormire. In quei momenti il mio cervello continuava a lavorare in background mentre io, in pratica svenivo per la stanchezza

Questa abilità si è rivelata utilissima negli anni, permettendomi di cavarmela in svariate situazioni di merda, e ora che anche 12 ore di giorno mi cominciano a  pesare l'ho talmente perfezionata da poter finire una seduta di ortopedia praticamente in trance.

A volte in realtà penso che in trance lavoro meglio che da sveglia: riesco  a percepire la frequenza cardiaca dal suono del monitor con uno scarto di 5 o 6 battiti al minuto e mi sveglio immediatamente se il suono tonale del saturimetro scende sotto il 98%. Faccio anche delle conversazioni particolarmente brillanti con i pazienti di cui poi non ricordo assolutamente nulla, ma siccome in reparto mi salutano devo essere andata bene. Intubo ad occhi chiusi, faccio le spinali russando, infilo tubi in ogni possibile pertugio il tutto in modalità risparmio energetico.

E però.

E però, lavorando all'università con me c'è sempre lo specializzando. Che è giovane, e 12 ore in sala le regge benissimo, anzi dopo si va a fare una birra; che è pieno di energia e desiderio di conoscenza anche alle sei di pomeriggio, quando il massimo del mio desiderio è quello di un Negroni.

perchè col cazzo che questi giovani non hanno voglia di lavorare...quelli che capitano a me lavorano come somari e utilizzano tutto il loro tempo ed energie per imparare, e io vorrei sapere dove li trovano quei fortunati di Alessandro Borghese e quell'altra sgallettata tutti questi fancazzisti che i miei sono tutti discepoli di Stakanov. Che però non sanno fare le spinali. E i blocchi. E a volte non riescono a intubare e allora io devo uscire dalla trance e fargli fare la procedura, e poi spiegargliela perchè questi maledetti vogliono capire il perchè e il percome dei loro errori e tu glielo devi spiegare, che Dio li Fulmini, anche se stai dormendo dalla siesta delle 15 perchè che fai? se non capiscono non imparano...e quindi io devo uscire dalla mia trance mistica e fare 12 ore di duro lavoro a cervello acceso, e quando esco sono lessa come un polipo.

Ma so che quando sarà vecchia mi cureranno loro. E questo un po' mi consola.

venerdì 17 giugno 2022

Il fascino della Scienza

 Giusto così, per fare qualcosa che abbia un senso oltre che martellare femori, ho deciso di fare qualche studio scientifico.  Era dai luminosi tempi dll'università che non mi cimentavo con le insidie della Scienza, con la S maiuscola , e ho pensato che avendo un posto fisso, degli specializzandi e una materia da approfondire fosse proprio il momento giusto per ricominciare.

Non avevo fatto i conti con gli infermieri dell'ortopedia.

Per iniziare e riprendere la mano ho messo a punto un protocollino di tutto riposo sulla protesi d'anca:

Noi in sala facciamo un blocco antalgico che dovrebbe garantire l'analgesia per almeno 12 ore 

in reparto:

1) tachipirina ore 8-16-24

2) se il dolore è più di 3 da uno a 10 (si chiama scala NRS) : toradol, 1 fiala ogni 8 ore

3) se , dopo toradol il dolore è più di 5 da uno a 10,  iniziare l'infusione di Morfina con un coso che si chiama elastomero e che è praticamente un palloncino che si sgonfia in maniera controllata rilasciando il farmaco. L'elastomero lo mandiamo noi già preparato dalla sala operatoria firmato da me con ora e data di preparazione.

Mi sembrava una cosa facile e immediata.

What could possibly go wrong?

Ecco com'è andata

Paziente 1: 

io: "Ciao! non so se avete visto che sul foglio delle prescrizioni c'è una nuova analgesia. Paracetamolo, toradol e l'elastomero lo attaccate solo se ha dolore...hai visto ?è tutto scritto qui!"

Infermiere 1: "Ah, ecco, dottoressa....si, avevo visto...però volevo chiedere: potrebbe farci anche un foglio a parte con su scritto il protocollo per esteso? così oltre alla diaria abbiamo un foglio dove guardare ..."

io: Ma certo!!!! lo imposto subito così lo avete già dal prossimo paziente!

Paziente 2:  "come dice dottoressa? Ah, questa cosa non l'aveva letta...ho visto l'elastomero nel letto e l'ho attaccato subito!"

Paziente 3: 

io: "salve! eccomi qui. Volevo dirvi che questo paziente entra nel protocollo...sapete quello che stiamo facendo?...ecco, vede? qui nella diaria ci sta scritto la sequenza dei farmaci....paracetamolo, toradol, morfina....poi, qui ho fatto un bel foglio con tutto il protocollo spiegato e le cose da fare nel postoperatorio, così lo avete anche scritto per esteso

Infermiere 2: ah, si dottoressa....volevo dirle giusto...ma si potrebbe fare una piccola lezione in cui ci spiega per bene questa cosa? magari anche con i crediti....

Io: Ma certo!!! mi organizzo e la facciamo al più presto!

Paziente 4: Ah, dottoressa, aveva dolore maggiore di 5 da uno a dieci quindi gli ho attaccato la morfina...come dice? no, il toradol non l'ho fatto....

Paziente 5: 

Io: Salve!come va il paziente che abbiamo operato oggi? avete visto che ha fatto il blocco antalgico e rientra nel protocollo? sta scritto qui nella diaria e qui nel foglio delle prescrizioni , e poi per giovedì 15 è prevista na piccola riunione con i crediti per spiegare meglio tutto...

Infermiere 3: Ah, salve dottoressa...sì, ho visto la STU e il foglio, ma volevo chiederle: va bene la lezione, ma potrebbe fare magari un poster su cui spiega il protocollo che attacchiamo in stanza infermieri così lo abbiamo davanti?

Io: Ma certo! mi organizzo e domani lo porto.

Paziente 6:

Io: Salve! come sta il nostro paziente del protocollo? ha visto? ho scritto tutto in STU, poi qui c'è il foglio prescrizioni, in sala infermieri c'è un poster con la flow chart con su scritto tutto, e per essere sicura c'è anche una copia  appesa al letto del paziente...giovedì c'è la riunione per rispiegare tutto

Infermiere 4: mi dispiace dottoressa, ma io mi rifiuto categoricamente di attaccare un farmaco che non è preparato da me.

Io in che senso , scusi?

I4: l'elastomero preparato in sala io non lo attacco al paziente; o me lo mandate già attaccato o io non do al paziente una cosa che non ho fatto io

Io: ma guardi che l'elastomero è nominativo, la sua composizione è scritta sopra e in cartella e firmata da me che l'ho preparato e sono l'anestesista con scritta anche data e ora di preparazione...

I4: non mi interessa! io non lo farò mai! voi siete dei pazzi criminali!

Paziente 7: 

Io: Salve! come va il paziente dell'anca? ha visto? abbiamo cambiato il protocollo, non c'è più l'elastomero, al bisogno si da la morfina orale, è scritto in diaria e sul foglio prescrizioni, e c'è il protocollo appeso in stanza infermieri e attaccato al letto del paziente. Giovedì facciamo una riunione accreditata per parlarne.

Infermiere 5: ah, bello! non ne sapevo niente....

In tre mesi sono riuscita a raccogliere 7 pazienti. 

I miei colleghi si rifiutano, gentilmente ma fermamente, di aiutarmi.

Non capisco perchè...

sabato 11 giugno 2022

Guarda, è lei!

Diciamoci la verità: per quanto detesti quelli che dicono che il nostro lavoro è una missione, rimane comunque il fatto che non ti sbatti tanto per lo stipendio, in realtà lo fai per i pazienti.

 A me piacciono i pazienti. Più che altro in anestesia generale, che se volevo parlare con la gente facevo l'internista, ma insomma mi piacciono abbastanza. 

Una delle cose che mi piace di più è il passaggio in reparto alla fine della seduta, quando sali a vedere come stanno quelli che hai operato durante il giorno. Quando entri nella stanza chiedendo: permesso? si verifica sempre quello strano fenomeno per cui il paziente si gira verso il familiare più vicino e additandoti, tipo star sull'Hollywood boulevard, fa: guarda, è lei!!! facendoti capire che ha raccontato tutto di te e di come hai fatto l'anestesia e che sei già un personaggio nella loro mitologia familiare: "quell'anestesista tanto brava"

L'altro giorno mentre passavo ho sentito un paziente che bisbigliava con aria spocchiosa: quella è LA MIA ANESTESISTA , come a dire: guarda che roba che mi sono potuto permettere! che detto di me , con lo zoccolo in gomma della Birkenstock e la cuffietta con gli unicorni, vuol dire proprio che sono stata brava

sabato 9 aprile 2022

Bisogna essere precisi

 Ho parlato spesso dei ferristi. Sono infermieri dedicati alla chirurgia che stanno al tavolo operatorio e passano le cose al chirurgo che opera. Detto così sembra una cosa da niente, ma l'immensa mole di competenze che c'è dietro questa attività li rende , secondo me , delle figure davvero incredibili. La loro conoscenza tecnica di ogni aspetto dell'intervento è pari a quella del chirurgo e la loro attività è importante per la riuscita dell'intervento quanto quella del chirurgo stesso. Non è un caso che molti dei grandi chirurghi della storia avessero il loro ferrista personale, e tutt'oggi "il professore" di solito si lava solo con uno o alcuni ferristi di suo gradimento. 

Quelli dell'ortopedia capiscono il funzionamento di apparecchi che metterebbero in difficoltà un meccanico della Ferrari ,hanno competenze sui modelli di protesi pari a quelle di Stanley Tucci sui vestiti ne "il diavolo veste Prada" e in più capiscono anche gli ortopedici, quindi direi che siamo al Top.

Ieri in cucina si parlava della lista operatoria ed io ho detto:

"come primo intervento c'è un....un...." poi mi sono bloccata perchè non mi veniva la parola "Oddio, come si chiama!!! intervento su polso per decomprimere il nervo, che tagliano la fascia..." e per spiegarlo ho fatto il gesto dell'incisione sul polso

"ah" ha interloquito la ferrista " un tunnel carpale!"

"ecco" tunnel carpale! " ho risposto sollevata come quando trovi la parola che non ti viene

" si, dottoressa, ma fallo bene il taglio, sennò poi quando pensi all'intervento ci pensi male"

"eh? ho risposto perplessa

"il taglio...con la mano...sai quando hai fatto il gesto per farti capire....hai fatto un taglio orizzontale :così " e mima il mio gesto " invece la per la neurolisi del mediano al carpo il taglio è verticale" e fa il gesto dell'incisione corretta." così." Sennò poi pensi all'intervento sbagliato."

l'ho guardata per capire se scherzava , ma era seria. D'altronde lavorano sempre con gli ortopedici mica possono essere normali...

venerdì 1 aprile 2022

Ma te vuoi davvero sfidare la morte, tesoro...

Specializzando: Propofol, ma davvero hai 46 anni?

Io: si, Mario, perchè?

S.: Sono tanti....

Io: prego?

S.: no...intendevo che te li porti bene...

Io: ah, ecco...

sabato 26 marzo 2022

Penne lisce ne abbiamo?

 E così mi hai beccato brutto bastardo. 

Ti ho sentito arrivare, e tanto lo sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato : quando venerdì mi sono alzata con quel mal di testa strano avevo già capito come andava a finire. Ho avuto paura, ovviamente, come tutti , ma anche una sensazione quasi di sollievo: dopo tanta ansia di prenderlo in questi due anni, ormai l'ho preso. è finita l'ansia.

Da lì è stata una strana sensazione di sdoppiamento, come essere allo stesso tempo medico e paziente, con una parte di me che seguiva lo svolgersi dei sintomi e un'altra che stava male e diceva tutto quello che tutti i pazienti covid hanno detto in tutti questi anni.

Eppure è finita quasi subito: giusto due giorni di sintomi e poi una luuunga convalescenza, ben lontana da quello che ho visto passare agli altri. Quando la febbre non  più tornata, quando è sparita la tossetta , diminuito il raffreddore, non mi sembrava vero: dentro di me, sepolta profondamente, c'era la convinzione che sarei stata una di quelle che prendeva una forma severa, che le cose per me sarebbero andate male.

L'unica cosa rimasta, a ricordarmi che il covid l'ho passato anche io, è una spossatezza strana, un po' di fiatone, un uggia allo stomaco quando faccio le cose;  per il resto sto qui, e aspetto che si negativizzi il tampone. Nel frattempo cucino e leggo, chiusa in questi centometriquadri e la mia consolazione sono le amiche che mi scrivono messaggi così:



lunedì 21 marzo 2022

In teoria non c'è differenza tra la teoria e la pratica

 L'anestesia e rianimazione comprende una vasta gamma di elegantissime soluzioni a praticamente tutti i problemi della moderna medicina, soluzioni che, illustrate sapientemente in sede congressuale, appaiono semplicissime e di sicuro risultato; peccato che poi, trasportate nella pratica clinica, siano quasi sempre inutili o indisponibili e l'unica soluzione che hai è arrangiarti con quello che capita. 

L'altro giorno per esempio è arrivato in sala operatoria, alle 6 del pomeriggio come ultimo intervento, un uomo dall'aria mite, con grandi occhi azzuri , grosso come un armadio a due ante e interamente coperto di tatuaggi.

Appena mi sono presentata mi ha apostrofato: "te sei l'anestesista? ti volevo dire che a me non mi si trovano le vene....mi hanno dovuto fare 4 buchi pure stamattina per farmi il prelievo"

Bestemmio in sanscrito e mi domando PERCHE' il paziente senza vene arriva alle sei in sala operatoria senza che nessuno si sia rinvenuto prima di questo mistero, nonostante l'abbiano visto almeno 4 laureati in medicina di varie branche e uno stuolo di infiermieri laureati anch'essi.

D'altronde cosa fai: alle sei del pomeriggio e dopo che è sceso in sala lo rimandi? neanche morta.

Sorrido radiosa: "non preoccuparti caro, adesso vediamo."

Al primo tentativo fatto dalla nostra infermiera di sala di inserire un agocannula con la normale procedura il signore sviene. 

Lo sveglio a schiaffi e quando si è ripreso si scusa: " non so come sia successo..."

"Ma figurati, si vede che sei un po' impressionabile..." lo tranquillizzo io " e dimmi: "continuo cercando di distrarre la sua attenzione" che lavoro fai?"

"Lo scaricatore di porto" mi risponde serafico. 

Ah, ecco.

Nel frattempo, anche controllando le braccia in ogni possibile anfratto ,non ci sono vasi che emergono. Prendo l'ecografo e cerco di visulizzarli e mi rendo conto che il problema è nella tragica miscela di muscoli gigantesci e vene piccolissime, che fa si che in pratica, quegli esili fili decorrano sepolti sotto centimetri di bicipiti.

Guardo l'infermiera: "Abbiamo cannule più lunghe?" chiedo

no

"Un midline?"

no

"ok, cosa abbiamo di lungo?"

un centrale a due vie

"va bene,portamelo."

apro questo aggeggio che normalmente andrebbe infilato nel collo, e con una manovra ad minchiam e una notevole dose di fortuna, lo infilo nella vena del braccio sotto guida ecografica, fissandolo poi con 10-20 metri di cerotto.

dopo aver finito la manovra mi volto verso lo specializzando e gli dico: "Scusa Mario, se non ti ho fatto fare niente, ma qua veramente non sapevo neanche che pesci pigliare io...."

lui mi guarda con i suoi meravigliosi occhi azzurri sgranati e mi fa: "Propofol, ma scherzi? è stato bellissimo! cioè, quando hai messo il centrale ecoguidato nella cefalica...io non immaginavo nemmeno che si potesse fare! è stato MAGICO"

L'ho guardato per capire se mi stesse prendendo per il culo, ma era serio.

Ho valutato l'ipotesi di mandarlo a fanculo, ma era troppo bello.

Sono andata in cucina a farmi un caffè.

venerdì 18 febbraio 2022

La preanestesia ha un effetto disinibente

 - Senti...Posso chiederti una cosa?

- Certo, dimmi pure!

- Hai davvero una cuffietta azzurra con degli unicorni rosa o è colpa della roba che mi hai iniettato?

- No, tranquillo, ce l'ho davvero.

- Ah ok. I miei amici non mi crederanno mai.

martedì 15 febbraio 2022

Le cose belle del ritorno in ortopedia

 1. Scoprire che le tue colleghe hanno impedito alla nuova caposala di buttare la tua biscotazza del Mulino Bianco  rimasta fuori dall'armadietto quando sei partita per il covid. 

Al grido di: " NOOOOOOO, non sai cosa ci siamo dovuti mangiare per farle raccogliere i punti!!!!!!!"

che poi i Pandiyo non erano così male, dai....

2. La primaria che mi scrive in un messaggino: sono contenta che torni a casa.

3. Entrare in sala e vedere il chirurgo anziano (che non sapeva del mio ritorno) che alza gli occhi dal tavolo operatorio e riconoscendomi, fa una faccia stupita e contenta

4. Scoprire che ancora riesco a vedere il muscolo quadrato del gluteo sopra cui si riconosce il segno del"pettirosso" accanto a cui si prende ecograficamente il nervo sciatico (se sei fortunato)

5. Avere il tuo armadietto con scorte di viveri bastanti per una guerra teronucleare e cambi d'abito che coprono le 4 stagioni 



martedì 1 febbraio 2022

Strategie di sopravvivenza

 E' tanto che non scrivo. Il fatto è che all'inizio di gennaio sono dovuta tornare alla rianimazione covid per il picco di infezioni e non ne avevo nessuna voglia. L'idea di tornare indietro, riabituarmi a lavorare con il tutone e l'FP3, ricominciare a vedere quei pazienti tutti uguali, lasciare l'ortopedia e tutti i piccoli progetti in fieri che ognuno di noi ha nel posto in cui lavora, mi sembrava un boccone particolarmente amaro da digerire, considerando che ero tornata a settembre, ma , ovviamente, non è che avessi scelta, come non l'abbiamo avuta negli ultimi due anni, quindi sono andata.

La cosa che salva la rianimazione covid è che ci lavora un gruppo di persone meravogliose a partire dal primario, che quando ha saputo la notizia mi ha scritto un sms: "nei miei migliori sogni non avrei mai creduto che saresti tornata". Quando sono arrivata mi sembrava di tornare a scuola dopo le vacanze, come se incontrassi dei vecchi amici, e , passato il solito primo shock anche l'FP3 è tornata sopportabile, e il tutone lo metto ballando la macarena. 

I pazienti in rianimazione sono praticamente tutti no vax, e questo non semplifica le cose: si va dagli scettici ai francamente oppositivi ed è diffcile a volte resistere alla tentazione di dirgli "ma fai un po come cazzo ti pare!!!" e andarsene. 

Una cosa però ho capito di queste persone: al di là di quale scusa utilizzino per giustificarsi, la maggior parte di loro è semplicemente ansiosa. La verità e che non riescono a gestire la paura del vaccino. Anche da malati sono estremamente ansiosi; me ne ricordo uno che voleva che io restassi lì vicino al suo letto e lo rassicurassi perchè aveva paura della malattia.

Alla fine ho trovato un modo per interagire con loro: dimentico quel che so della loro anamnesi vaccinale. Mi comporto come se il vaccino non esistesse e la questione neanche si ponesse, così riesco guadagnare quella sintonia che serve a permettere a me di curarli e a loro di farsi curare.

Alla fine questo mese è passato, e da domani torno in ortopedia. 

Non so neanche più se sono contenta, forse devo abituarmi all'idea che ormai il lavoro che conoscevo non esisterà più e per il resto della mia carriera dovrò fare i conti con il covid.