martedì 1 febbraio 2022

Strategie di sopravvivenza

 E' tanto che non scrivo. Il fatto è che all'inizio di gennaio sono dovuta tornare alla rianimazione covid per il picco di infezioni e non ne avevo nessuna voglia. L'idea di tornare indietro, riabituarmi a lavorare con il tutone e l'FP3, ricominciare a vedere quei pazienti tutti uguali, lasciare l'ortopedia e tutti i piccoli progetti in fieri che ognuno di noi ha nel posto in cui lavora, mi sembrava un boccone particolarmente amaro da digerire, considerando che ero tornata a settembre, ma , ovviamente, non è che avessi scelta, come non l'abbiamo avuta negli ultimi due anni, quindi sono andata.

La cosa che salva la rianimazione covid è che ci lavora un gruppo di persone meravogliose a partire dal primario, che quando ha saputo la notizia mi ha scritto un sms: "nei miei migliori sogni non avrei mai creduto che saresti tornata". Quando sono arrivata mi sembrava di tornare a scuola dopo le vacanze, come se incontrassi dei vecchi amici, e , passato il solito primo shock anche l'FP3 è tornata sopportabile, e il tutone lo metto ballando la macarena. 

I pazienti in rianimazione sono praticamente tutti no vax, e questo non semplifica le cose: si va dagli scettici ai francamente oppositivi ed è diffcile a volte resistere alla tentazione di dirgli "ma fai un po come cazzo ti pare!!!" e andarsene. 

Una cosa però ho capito di queste persone: al di là di quale scusa utilizzino per giustificarsi, la maggior parte di loro è semplicemente ansiosa. La verità e che non riescono a gestire la paura del vaccino. Anche da malati sono estremamente ansiosi; me ne ricordo uno che voleva che io restassi lì vicino al suo letto e lo rassicurassi perchè aveva paura della malattia.

Alla fine ho trovato un modo per interagire con loro: dimentico quel che so della loro anamnesi vaccinale. Mi comporto come se il vaccino non esistesse e la questione neanche si ponesse, così riesco guadagnare quella sintonia che serve a permettere a me di curarli e a loro di farsi curare.

Alla fine questo mese è passato, e da domani torno in ortopedia. 

Non so neanche più se sono contenta, forse devo abituarmi all'idea che ormai il lavoro che conoscevo non esisterà più e per il resto della mia carriera dovrò fare i conti con il covid.

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