mercoledì 19 agosto 2020

La nuova strutturata

 Arrivare in un ospedale nuovo è sempre uno shock. Oddio, immagino che lo sia un po' per tutte le professioni, ma il mio è un lavoro di equipe e lavorare con un equipe sconosciuta è davvero spiazzante. Oltretutto in una sala operatoria si sta tutti vestiti nello stesso modo, in un pigiama monocolore a scelta dell'azienda - quello che abbiamo adesso è blu-  e quindi il primario, a meno che non sia circonfuso di luce,è indistinguibile dal portantino. A complicare la faccenda ci sono gli specializzandi che girano continuamente e quindi non sai mai chi sono: Per dire ,il mio infermiere di anestesia il primo giorno entra in sala e, dandomi subito del tu,  mi apostrofa con una battuta. Io rispondo e lui continua: tu cosa sei? secondo terzo o quarto anno?"

"Io sono la nuova strutturata." rispondo" Piacere, Propofol"

mi guarda perplesso:"Diobono, ma sei il mio capo! mi potevi dire che stavo facendo una figura di merda?!?!"

Anche in questo completo estraniamento ci sono delle consolazioni. Il linoleum della sala operatoria, per esempio. Che, non so perchè, è sempre dello stesso colore azzurro. In qualsiasi sala operatoria del pianeta probabilmente. Ci saranno delle equipe di cervelli che hanno deciso così.

Quando ti senti spaesato, quando non sai il nome di nessuno di quelli in sala con te, quando non sai nemmeno dove sono le siringhe, basta guardare il pavimento e troverai quel qualcosa di familiare. basta poco a sentirsi meglio...

In questa sala operatoria fanno ortopedia e quindi gli anestesisti sono specializzati in questo campo. 

Diciamo che l'ortopedia è una specialità che si trova un po' dappertutto, dall'ospedaletto di provincia al grande policlinico, e tutti gli anestesisti che hanno girato un po' sanno più o meno cavarsela, compreso me. Questi anestesisti però facendo solo questo, fanno cose molto più precise e specialistiche: visualizzano singoli nervi con l'ecografo e gli iniettano anestetico vicino per bloccarli. Oppure li cercano con uno stimolo elettrico e li bloccano quando li trovano. Una roba che richiede una conoscenza abbastanza approfondita dell'anatomia, della sonoanatomia, della fisiologia e della farmacologia, manualità e , nel mio caso, una discreta dose di culo.

Era quello che volevo, qualcosa di nuovo da imparare e ne sono entusiasta. Ogni giorno vado in sala e quando esco sono lessa per la tensione. Sogno un anestesia generale per rilassarmi un po'. Ma la cosa che mi ha più colpito sono i miei colleghi. Tutti, nessuno escluso, dal più giovane al più anziano, si sono fermati e mi hanno insegnato. Hanno rallentato, fatto il doppio lavoro, spiegato, speso tempo, per farmi imparare il più velocemente e bene possibile. Se faccio progressi lo devo a loro che, ognuno a suo modo, mi ha dato qualcosa che mi ha fatto andare avanti più velocemente. 

Se anche non fossi contenta di imparare, sarei contenta di lavorare con persone così...