giovedì 27 ottobre 2011

And the winner is...

Anche quest'anno è iniziato il concorso a premi: dì una stronzata al tuo medico preferito. 
Che poi, se fossi io a chiederlo, se andassi da qualcuno a dire: ma tu come ti curi? almeno potrei dire di meritarmelo, ma no! vengono da me apposta per lanciarmi il guanto della sfida con le loro asserzioni; con quello sguardo che sembra dire: "E adesso daì, dimmi che ho torto!"
L'ultima di una lunga serie è stata la mamma di un amichetto di Sofia (ho scoperto che la demenza medica sui bambini raggiunge vette artistiche), che durante una conversazione sui mali di stagione mi ha informato che Mario ha 39e mezzo di febbre.
"ah, lo stai imbottendo di tachipirina anche tu!" ho risposto ignara, sorridendo solidale. Ma così, giuro, era una battuta!
"NOOOOOOO! " mi ha risposto sdegnata " ci sono tante cose prima di arrivare alla tachipirina"
Qui devo confessare il mio errore: sono caduta nella trappola e perplessa ho chiesto: "ah, e quali?"
"Le pezze fredde sulla fronte, i bagnoli tiepidi, un sacco di cose prima di riempirlo di roba chimica...ah! " ha concluso guardandomi con un misto di superiorità e disprezzo, " ma certo TU queste cose non le puoi capire...TU sei un medico..."

SI, E TU FAI LA DOG-SITTER!!!

Ma invece, NON ho risposto così, ho solo sorriso con dolcezza.
Non siete fieri di me?

Io un po' si, e infatti quest'anno ho deciso di lanciare il

CONCORSO A PREMI DEL BLOG DI PROPOFOL: 

Regolamento: segnala a questo blog, sull'apposito link il caso (o i casi) più lampanti ed iperbolici di idiozia sentiti dai tuoi pazienti/parenti/conoscenti/amici sull'argomento medicina, diagnosi e cura. 
A giugno i 3 casi migliori (cioè peggiori) a mio insindacabile giudizio, vinceranno un pacchetto della famosa tisana per la gastrite fatta  dalla mia erborista di fiducia e saranno anche fieri di aver fatto un favore all'umanità denunciando un decerebrato.
Unisciti anche tu alla crociata contro la stupidità. Noi amiamo le cause perse!


mercoledì 26 ottobre 2011

Secondo me è andata così...

10.000 anni fa, da qualche parte nella mezzaluna fertile.
Uomo con barba bianca a uomo con barba nera e bambino in braccio: "...io questa novità di mettervi a piantare semi per terra non la capisco proprio: fate i moderni con questa "agricoltura"... Sarà utile come dici, ma se nessuno caccia i mammuth mi dici come mangiate se domani i tuoi semi non danno frutti?
Io dico: va bene insegnare a lavorare queste erbette ai bambini, ma prima di tutto devono saper cacciare un mammuth!"

Intorno al 1800, Inghilterra.
Uomo con barba bianca e cappello " a tricorno" a uomo con barba nera e cappello a cilindro: "... e poi vi riempite la bocca con questi paroloni moderni "rivoluzione industriale" che significa solo che perdete il vostro tempo attorno a quegli aggeggi di metallo rumorosi e puzzolenti invece di stare nelle campagne a controllare le vostre terre! è così che crescete i vostri figli!? Alla prossima carestia mangerete le macchine, ve lo dico io! Prima di tutto i nostri ragazzi devono conoscere le basi dell'agricoltura!"

Oggi, qualsiasi posto della terra.
Uomo brizzolato in completo grigio a a uomo con barba nera in jeans: "...tutto 'sto internèt, 'sto computer e i ragazzini non sanno più fare le moltiplicazioni! e se un giorno si rompe il computer? mi dici che fanno?!"

giovedì 13 ottobre 2011

Il problema degli imbecilli è che spesso non se ne accorgono...

La trafila ospedaliera che un paziente fa per mettere un agocannula è la seguente: prima ci prova l'infermiere giovane, poi l'infermiere anziano, il medico del reparto e alla fine viene chiamato l'anestesista.
Tralasciamo il fatto che i miei colleghi considerano l'anestesista di guardia come "mettitore di cannule", che è come chiamare Schumacher a scaldarti la Panda nelle mattine fredde, si capisce bene che al suo arrivo costui si trova davanti un povero Cristo a cui hanno fatto almeno 4 buchi nelle braccia, che è pieno di cerotti, dolorante, e con l'adrenalina a mille, mentre magari lo rimproverano pure perchè strilla che gli fanno male o perchè "ha le vene difficili".
In questa situazione la prima cosa da fare è calmare il paziente. 
Così ieri quando sono arrivata al reparto di cardiologia ho chiesto in che condizioni fosse il malato prima di entrare in stanza:
"Pessime" ha risposto la cardiologa, un bionda 27enne con tutta la collezione di Tiffany agli arti superiori, "d'altronde c'ha 90 anni, è rincoglionito completamente".
Sono entrata e sul letto c'era un uomo tutto ripiegato, magrissimo, bianco di capelli e dalla pelle diafana, tranne per i lividi sulle braccia , steso sul letto con gli occhi chiusi.
"Come va' signor Rossi? ci sentiamo meglio oggi?" ha chiesto la garrula emulatrice di Audrey Hepburn con un tono da maestra dell'asilo.
Nel silenzio totale che è seguito mi sono rivolta al paziente:
"Salve, sono la dottoressa Propofol, sono l'anestesista. Posso provare a metterle una cannula?"
una leggera contrazione delle labbra che sembrava un "fai come cazzo ti pare", ma signorile.
"Signor Rossi" ho continuato prendendogli il braccio per esaminarlo, "le guardo solo le braccia, non farò niente senza prima avvertirla"
mentre esaminavo quel campo di battaglia ho cominciato automaticamente a fare conversazione. "Che lavoro fà lei?"
un sussurro: "sono professore universitario"
"ah però, che bello! di che materia?"
"diritto" ha detto aprendo un occhio e guardandomi
"ha insegnato per molto? dove?"
"40 anni, all'università di X"
"Davvero? ho un paio di amici laureati là...molto dura come scuola, molto competittiva"
"si, però c'era anche grande rispetto, grande voglia di fare" ha detto con 2 occhi aperti, marroni, perfettamente lucidi.
"Professore," ho domandato " ma posso farle una domanda sul suo lavoro?"
"mi dica..." ha detto con voce chiara e sguardo curioso
"ma che differenza c'è tra un reato colposo e uno preterintenzionale? cercavano di spiegarmelo ieri, ma non riesco a capire..."
Anni di conversazione mi hanno insegnato che chiedere questa cosa a chiunque si occupi di legge è come chiedere ad uomo di spiegarti il fuorigioco. Ci proverà. Comunque ci proverà.
Dopo mezz'ora io avevo un idea più chiara delle sfumature della legislatura italiana e il mio paziente aveva una cannula al braccio e chiaccherava animatamente in maniera perfettamente normale e coerente.
Quest'uomo delizioso, colto, interessante, perfettamente in sè, aveva bisogno , più che della cannula, di essere trattato con la dignità e il rispetto che competevano alla sua intelligenza. Constatato che quell'imbecille di cardiologa e tutti gli altri si ostinavano a trattarlo come un vecchio rimbambito perchè pensavano che alla sua età uno dovesse essere rimbambito , si era semplicemente rifugiato nel silenzio come scelta di dignità, non ritenendoli neanche degni di spiegazioni.
E questi dementi non si erano neanche accorti di essere stati snobbati. 

Sono andata via dalla stanza salutando il mio redivivo paziente con cannula, ma avevo un presentimento di ciò che sarebbe successo: 15 minuti dopo infatti ha suonato il telefono e la cardiovelina mi ha richiamato in reparto. Entrando in stanza l'ho trovato seduto sul letto con aria innocente che mi porgeva il braccio e diceva: "Dottoressa Propofol, mi è uscita la cannula dalla vena di nuovo...non so proprio come sia potuto succedere... " e i suoi occhi avevano lo stesso luccichio di un undicenne che ha fatto una marachella tut'altro che colposa.
Mi sono messa a ridere e mi sono seduta sul suo letto per una chiaccherata...