venerdì 30 ottobre 2020

Seconda ondata

 Eccoli qua, sgradevoli come me li ricordavo. Visti attraverso la plastica degli occhiali, il fastidio al naso e dietro le orecchie della maschera,  valori che sembrano incompatibili con la vita, sempre uguali, sempre gli stessi, giorno dopo giorno, per un numero interminabile di giorni.

Benvenuti nella Seconda Ondata, il posto in cui non volevamo essere, il momento in cui vediamo davanti a noi tutta la salita e nessun piano su cui riposarsi.

Mi ripeto che finirà, che deve finire prima o poi, ma ogni mattina mi sveglio con lo stesso peso sullo stomaco.

un passo alla volta, immagino.

venerdì 23 ottobre 2020

la preospedalizzazione

 Come è intuitivo anche per i più sprovveduti c'è una bella differenza  tra operare un ventenne sportivo di ernia inguinale e fare un trapianto di fegato ad un 80enne diabetico, cardiopatico e insufficiente renale. Questa differenza è opportuno saperla prima di entrare in sala operatoria, e se non si è dotati di poteri paranormali l'unico modo è far fare al paziente una visita  preoperatoria, nota all'ufficio budget come preospedalizzazione.. 

La preospedalizzazione base si compone di: 

1. Elettrocardiogramma, eseguito dall'infermiere e refertato dal cardiologo (diciamo 5 minuti il primo e 15 il secondo), 

2. Esami di laboratorio: prelievo eseguito dall'infermiere (5 minuti) trasporto al laboratorio (dipende dall'ospedale, ma diciamo 5 minuti), posizionamento dei campioni in macchina e avvio della stessa ( 5 minuti) , svolgimento del processo di analisi (all' incirca 2 ore), validazione dei risulati dal medico di laboratorio per garantirne la correttezza (5 minuti)

eventuale:

3. Rx torace refertata dal radiologo (5 minuti di esecuzione, 15 minuti di referto) 

e questo al netto di altri esami necessari (ecocardiogramma, visita cardiologica, prove di funzionalità respiratoria, test cutanei di allergia al lattice...) che hanno un tempo variabile in base alla patologia del paziente.

Tutti questi dati passano quindi nelle mani dell'anestesista, che li raccorda e li integra con quelli raccolti durante l'intervista al paziente (intervista che nel caso del giovane 20enne dura 15 minuti, in quella dell' ottantenne di solito 30) , alla fine del quale al paziente viene spiegato che tipo di anestesia subirà, quali sono i rischi ad essa connessi  più domande varie ed eventuali (fase questa che nel caso di gravide o pazienti logorroici può continuare per un tempo virtualmente infinito)

Fatti i dovuti calcoli, l'ntera procedura non può svolgersi in meno di 3 ore e trenta a paziente. 

Questo per dire che se un paziente deve fare tutto in una giornata , entrando alle 7 esce minimo alle 11 (se è quello giovane, l'altro chiaramente deve essere studiato di più quindi direi mezzogiorno).

Che per il paziente si traduce in 15 minuti di esami e 2 ore e 45 di attesa.

L'alternativa è fargli fare tutti gli esami e mandarlo a casa e poi farlo ritornare per la visita in un secondo momento, facendogli però perdere un ulteriore giorno di lavoro.

Degli ospedali in cui ho lavorato alcuni avevano scelto la prima alternativa, altri la seconda; in entrambi i  casi l'anestesista si trova davanti pazienti scocciatissimi che dicono: 

A:  "Dottoressa, ma possibile che bisogna aspettare così tanto? è tutta la mattina che sono qui! ma non si potrebbero fare le cose e quando è tutto pronto ci richiamate?"

oppure:

B: "dottoressa, però ho dovuto chiedere un altra mattina di permesso per venire qua a parlare con lei che ci ha messo 15 minuti! ma non si poteva fare tutto in un giorno solo?!"


E ogni volta io mi chiedo: cosa cazzo avevi di così più importante da fare che andarti a far vedere, gratuitamente, da gente che ti aprirà come un capretto e ti richiuderà e nel frattempo deve mantenerti in vita?

Quasi quasi a qualcuno glielo chiedo....

venerdì 16 ottobre 2020

Cose che capitano in Toscana

Io quando sono indaffarata, canticchio. 
Non lo so dev'essere una cosa del mio subconscio per sviarmi e alleviare l'ansia, fatto sta che più sono nervosa e concitata più canticchio. Il mio repertorio spazia su qualunque cosa, dalla pubblicità delle tabù degli anni 80 alla musica lirica; mi parte qualunque canzone di cui sento una parola. Se un paziente dice "ahi!" io attacco automaticamente "cielito lindo" (ahi ahi ahi ahi canta y no llores...)
Nella mia carriera ho trovato più di un Infermiere e di un collega col mio stesso tic con cui intrecciare involontari cori polifonici: un bravissimo ortopedico con cui lavoravo che ha la voce uguale, ma davvero uguale a Renato Zero; la sua interpretazione de "Il cielo" sulla protesi d'anca è commovente...
Ieri un paziente mi ha detto : dottoressa sto a digiuno da stamattina quando mi sono svegliato.
Manco a dirlo entro in sala mugolando: questa mattina/mi son svegliato...
È partito immediatamente il coro unito di ferrista e infermiera : o bella ciao/bella ciao/bella ciao ciao ciao! 
Ho alzato gli occhi sorridendo: è bello lavorare in Toscana ❤️

venerdì 9 ottobre 2020

La mia oculista è differente

 

15.05



Guarda, ho ritirato fuori i miei vecchi occhiali dell'università...
15.05

Sei seria?
               15.05

?Dici che quei 20 anni di invecchiamento si notano
Costarono un sacco a mamma nei lontani anni 90...
15.07


Stavo cercando una foto di Rita che indossava gli stessi ma non li trovo
                                                                                                                                                                                15.09
?Hayworth
15.09


                                                                                                                      15.10