lunedì 8 agosto 2022

Sigla

 Per spiegare i chirurghi plastici ci vorrebbe un libro.

Io non ci ho lavorato molto, perchè ho sempre preferito il lavoro ospedaliero, ma pur sempre abbastanza per rendermi conto di quanto il loro universo sia   lontano da quello che noi medici viviamo ogni giorno.

Li dipingono come spietati e privi di umanità, ma non è così: un chirurgo plastico è per molti versi più empatico di un medico normale. 

Quando viene un paziente e gli spiega, accorato, che ha la piega del gomito troppo accentuata e la pelle gli pende in modo disgustoso (storia vera, eh....) un qualsiasi medico si sentirebbe in diritto di liquidare la faccenda con un "Non dire stronzate!", invece il chirurgo plastico è capace di vedere il gomito del paziente come lo vede lui, e di interpretare i suoi desideri per la piega del gomito...se non è empatia questa, non so cosa sia.

Ovviamente i chirurghi plastici sono ricchi. O almeno diciamo molto più ricchi della media. Inoltre vivono in un mondo basato essenzialmente sull'apparire e quindi sono vestiti e curati in modo da sembrare belli, ricchi e competenti. 

Quelli con cui lavoro io adesso li potremmo considerare i più spirituali tra i chirurghi plastici. Gente che lavora anche in ospedale, con i pazienti ustionati e non solo con pazienti che si vogliono rimpicciolire il monte di Venere. Ma sono sempre chirurghi plastici. Arrivano in sala alle 9, hanno la divisa personale di un colore che gli dona,  3 Montblanc nel taschino, e operano con la musica da discoteca.

Attenzione: non con la radio, come tutti i normali chirurghi, loro hanno  la playlist personale di spotify premium che alla fine della seduta, immancabilmente, chiudono con la stessa canzone, annunciando " sigla!" mentre io sveglio il paziente sulle immortali note di Elton John e Dua Lipa.

Avrei dovuto dedicarmi alla chirurgia plastica...





Nessun commento: