martedì 21 aprile 2020

Cronache dal coronavirus - tecniche di controllo dell'ansia

Sembra, ho paura a dirlo, che le cose stiano andando un po' meglio.
Il flusso dei pazienti che sembrava inarrestabile si è fermato un po' e se restasse così, si potrebbe gestire; siamo tutti un po' terrorizzati dalla fase due perchè una botta l'abbiamo retta in qualche modo, ma la seconda non lo so se ce la faremmo, eppure da qualche parte bisogna iniziare: è come quel paziente delicato che dopo tanti giorni di migliormento nessuno ha il coraggio di estubare: prima o poi va fatto, quindi c'è sempre uno che una mattina si sente fortunato e fa la prova.
Speriamo di essere fortunati.
Nel frattempo il livello d'ansia medio è sceso parecchio, ormai ci siamo abituati o forse siamo troppo stanchi per continuare a preoccuparci. Rimane un disagio mentale di fondo che si esprime in una serie di stranezze che colpiscono noi operatorio sanitari, ma ho la sensazione che potrebbero essere diffuse un po' dappertutto.
Io per esempio ho sviluppato quella che definerei "Sindrome del criceto sulla ruota", ovverosia faccio cose. Sempre. Di continuo. Sennò mi prende l'ansia. Ma non è che faccio una cosa sola, il che mi classificherebbe nella normale patologia quotidiana, no, ne devo fare almeno due insieme, rientrando così in quello che il DSMV (il grande elenco delle patologie psichiatriche) definisce come sindrome maniacale. Per esempio: Gioco a monopoli E stiro i panni; cucino E ascolto trasmissioni di geopolitica; faccio i compiti con Sofia E cucio mascherine artigianali di cotone.
Ma poi faccio cose che non mi sarei mai sognata nella mia vita: sistemo lo sgabuzziono, lavo le sciarpe, pulisco i vetri.
vi rendete conto?i vetri. Una roba che a stento ho percepito nella mia vita e che di solito mi arriva sotto forma di Maria (la donna che come punizione nella vita ha scelto di aiutarmi a casa) che dice: Propofol, oggi ho fatto i vetri; comuncazione che di solito il mio cervello derurbrica subito sotto la voce: non so cosa vuol dire ma dalle una risposta gratificante.
Ieri ho pulito il divano con l'aspirapolvere e acqua e alcool. Giò mi guardava come fossi impazzita.
Ma non contenta di questo c'è anche il programma fitness. Anzi due.
Il primo è una serie di lezioni di Pilates su youtube dal titolo "Pilates con Tiziana ", che è una tizia che io avrei definito una trucidona di Roma nord, ma Gio e Claudio, evidentemente più sensibili alle sue doti morali, hanno detto non essere assolutamente trucida. Quindi alle 18 Sofia ed io iniziamo a fare Pilates con la duchessa del Sussex.
Poi , mentre cercavo un pigiama, mi sono imbattuta nelle lezioni in streaming di yoga di Oysho. Tutta contenta mi sono sintonizzata sulla prima e dopo 3 minuti ho capito che era molto al di fuori delle mie possibilità fisiche. A quel punto però mi ero intestardita e girando per il web mi sono imbattuta in un canale che si chiama "la scimmia yoga", in cui c'è una tipa carinissima che ha un approccio molto più soft. Io riesco quasi a completare una delle lezioni del ciclo "yoga per ultranovantenni con problemi motori." Conto di riuscirci per la fine della quarantena.
Come se non bastasse, su consiglio di Roberta che dice che fa bene all'ansia, mi sono lanciata anche nelle meditazioni guidate della tizia in questione, tra cui una serie di meditazioni sui chackra (che non so come si scrive) che rappresentano il fondo più basso della mia parabola razionalista. Tra tre mesi mi iscriverò alla Wicca e allora vi autorizzo tutti a togliermi il saluto.
Sofia è entusiasta della meditazione: ci mettiamo a letto e dopo 90 secondi esatti dall'inizio della meditazione lei dorme come un ghiro.
Se sapevo che era così semplice la cominciavo a far meditare a due anni.
Io resto sul letto a cercare di immedesimarmi in un elefante bianco sulla cima della montagna e a visualizzare un onda di calore rosso che sale dai miei ischi, mentre intanto penso ai cazzi miei, cosa che credo infici un po' il risultato di pace interiore.
Forse dovrei semplicemente drogarmi di lexotan...


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