Mi pare che ci sia un enorme incomprensione su alcune delle cose che facciamo noi medici. Tra queste l'idea che noi rifiutiamo qualsiasi approccio curativo diverso dal nostro, per snobismo o fanatismo.
Non è così.
Noi non siamo i fedeli di un credo religioso, siamo gli applicatori di un metodo: un metodo inventato da un tale Galileo Galilei che nel seicento si chiese: ma come faccio a dimostrare che una cosa è vera?
E si rispose mettendo delle regole e chiamandole "metodo scientifico".
Queste regole erano piuttosto strette per l'epoca, anche se oggi in realtà lo sono diventate ancora di più, per esempio dicono che un fenomeno dev'essere riproducibile, spiegabile (o almeno deve avere un ipotesi plausibile) e verificabile: credo alla tua ipotesi che gli asini volano solo se
1. mi spieghi che gli sono cresciute le ali
2. mi fai vedere che c'è un asino in cielo
3.mi spieghi come hai fatto a fargli crescere le ali e se ci provo ci riesco anche io.
Queste sono le uniche regole possibili per arrivare alla verità? No
Sono perfette? No
Questo è l'unico metodo possibile per curarsi? No. Un miliardo di cinesi si cura con la medicina tradizionale e sta benissimo così.
Anche noi medici stiamo benissimo con tutte le altre possibili declinazioni del concetto di cura, la cosa che ci infastidisce è solitamente quando i rappresentanti di altri metodi utilizzano i nostri criteri distorcendoli.
La pranoterapia non ha effetti collaterali.
No, ma neanche funziona.
Se utilizzi i criteri del mio metodo li devi utilizzare tutti, non solo quelli che ti fanno comodo. E se li utilizzi tutti il tuo metodo non funziona per i miei criteri, quindi la quantità di effetti collaterali è irrilevante.
Altra cosa: come dicevo, noi non siamo sacerdoti e il Dio della Scienza non ci punisce per eresia. Ciascuno di noi utilizza probabilmente in qualche misura sistemi di cura "alternativi" tra chi si fa i massaggi Shiatzu, chi si droga di erbe e chi si cosparge di arnica per cavalli, ma siamo pagati per utilizzare il metodo scientifico, non quello che ci pare a noi sul momento e quando siamo nel nostro lavoro questo principio non è derogabile, qualsiasi cosa io creda nella mia vita privata.
Faccio un esempio pratico: durante il covid ciascuno di noi che lavoravamo in rianimazione assumeva un qualche tipo di integratore: io mi drogavo di ginseng, alcuni colleghi di iperico, c'è chi alzava il gomito con la vitamina d, C e anche tutto il gruppo delle B andava fortissimo.
Esisteva una qualsiasi forma di evidenza scientifica che dimostrasse un miglioramento della prognosi del Covid con l'assunzione di Ginseng? Assolutamente nessuna. Il che non mi impediva di sentirmi meglio prendendolo, perché in qualche modo agivo sulla mia paura della malattia.
Nonostante questo non mi sarei mai permessa di dare del ginseng ad un malato di covid, perché non avrei rischiato di fare del male a qualcuno dei miei pazienti dandogli qualcosa di cui non sapevo l'effetto.
Il Dio della Scienza non ci punisce per eresia, ma per Stupidità si.
L'altro invece è Infinitamente Misericordioso con i nostri errori, ma Lui non si occupa di Scienza
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