mercoledì 10 agosto 2011

Ognuno scarica lo stress come può...

Una delle domande più gettonate per gli anestesisti è: "Ma come fai a fare questo lavoro? IO non ci riuscirei mai? ma forse dopo un po' ti abitui no?
Ecco: NO.
Non ti abitui mai, ma dopo un po' impari a prendere tutte queste storie di bambini morti, giovani paralitici politraumatizzati, madri di famiglia col cancro e vecchi sbavanti abbandonati a morire in solitudine e chiuderle in una bella scatola in fondo alla mente non appena stimbri il cartellino.
Ovviamente nessuna scatola è perfetta, e anche da queste filtra un bel po' di roba: dalla mia per esempio, esce un po' di delirio ipocondriaco, e grandi considerazioni esistenziali, quasi sempre inutili; ma l'oggetto del mio transfert emotivo più pesante è senz'altro uno solo: il cinema.
Ho già avuto modo di dire che non sono appassionata di cinema, ma da quando faccio questo lavoro la mia capacità di prendere le distanze dalle immagini è diventata pari a zero. Basta dire che mi commuovo guardando le pubblicità del mulino bianco. Ma non così, all'acqua di rose: mi salgono le lacrime agli occhi ogni volta che vedo la famiglia riunita per colazione con davanti i tarallucci!
Questa forma di psicosi ha grandemente limitato la mia già scarsa cultura. Se consideriamo che oggi i film per adolescenti contengono almeno due stupri si capisce che ormai posso vedere solo film il cui protagonista è un coniglietto rosa o altro roditore in colori pastello. Nelle serate in cui non sono particolarmente stanca arrivo alle winx, ma la notte faccio brutti sogni. L'anno prossimo provo con twilight, ma magari prima prendo un valium.


1 commento:

Gira che ti rigira ha detto...

Twilight te lo faccio vedere io, con l'ausilio delle altre due comari e vedrai che con i nostri commenti diventa un film comico.
Dopotutto Eduard è il primo vampiro glitterato della storia...in alternativa c'è "mordimi" ma diventa troppo facile