lunedì 11 novembre 2013

Avete dei neuroni specchio, usateli.

Ore 9.00 sala operatoria: un ragazzo sui 20 anni deve sistemare un frattura del polso. Sul petto, a sinistra in alto - dove tutti credono che sia il cuore, ma si sbagliano - ha tatuato un nome: Mario.
Entriamo in contemporanea io e l'infermiera ed io dico: "Vediamo un po', ti chiami Mario?" (prima domanda cretina), "No", risponde lui, "Mi chiamo Pietro. Pietro Rossi". Io annuisco, sorrido e mi rimetto a guardare la cartella. Con la coda dell'occhio vedo l'infermiera che sta per aprire la bocca, alzo gli occhi per fulminarla con lo sguardo, ma non faccio in tempo che lei garrula cinguetta: "E allora perché hai tatuato "Mario" sul petto?"

Dai, ditemi che non l'avreste fatto. Per favore.

Puntuale come la rata dell' Enpam arriva la risposta:"Perché Mario era mio fratello. è morto l'anno scorso di incidente stradale. Aveva 18 anni"
Gelo in sala. Ovviamente.

Ore 21.30 casa dei miei:  rientro sfranta dopo una giornata di merda e passo a prendere Sofia. Mia madre mi dice: "perché non ti fermi a mangiare un boccone?" io, che ho la testa che mi gira dalla stanchezza e zero voglia di cucinare, dico ok. Il mio umore si evince dal fatto che rispondo a monosillabi mugugnati e ingurgito il cibo senza neanche vederlo; dopo un quarto d'ora riprendo un po' di vita e mi comincio a rilassare, faccio  un po' di conversazione con mio padre, due risate e l'umore mi sta virando al civile/sociale, quando mia madre mi apostrofa a tradimento: "ma stai seguendo la dieta? Pensa che la tabaccaia  all'angolo mi ha chiesto se sei di nuovo incinta per quanto ti ha visto ingrassata!"

Anche questo, vi prego, ditemi che non l'avreste fatto.

Ore 16.00 ai giardinetti: in mezzo a dei bambini vocianti passa una giovane donna. Un imbecille sulla sessantina, che evidentemente è un conoscente, le attacca bottone. La ragazza fa conversazione cortesemente e il vecchio imbecille , evidentemente abusando della sua cortesia comincia un terzo grado:
-:" ma quando fate un bambino?" la interroga
-: "eh, adesso vediamo, ci stiamo pensando" risponde lei sul vago
-: "ma come ci state pensando? ah, questi giovani d'oggi! noi non aspettavamo tanto a fare i figli! voi siete troppo viziati!
-: "beh, siamo appena sposati..."
-: "eh, appunto! che aspettate?
-: "ora che ci sistemiamo col lavoro..."
-: "Ma quale lavoro! in qualche modo i figli si mantengono! volete sempre avere la pappa pronta!"
-: "..."
-:" guarda che poi diventate troppo vecchi, e non vi vengono più! dovete sbrigarvi!"
a questo punto la ragazza, che da qualche minuto dà segni di turbamento sempre maggiori, scoppia a piangere e scappa via, mentre il cretino la guarda allibito.
Io so, per il mio lavoro, che il marito sta facendo degli accertamenti perché sembra che abbia una malattia ematologica per la quale dovrà fare chemioterapia.

Mi chiedo: possibile che siamo diventati così graniticamente insensibili ai sentimenti degli altri?
è possibile che non ti vengano in mente delle ragioni per cui un ragazzo di 20 anni si fa tatuare un nome sul petto?
Possibile che nessuno si renda conto che anche le ragazze cicciottelle (e a maggior ragione le 37enni!) hanno in casa degli specchi e delle bilance?
Veramente sei così scemo da credere che un ragazzo e una ragazza che si sono sposati non abbiano mai considerato l'ipotesi di avere un figlio?

e sopratutto: chi, o cosa ti fa sentire autorizzato a dire cose palesemente sgradevoli o ineducate? cosa ti fa credere che si possa dire tutto, in qualunque momento ed in qualunque forma a chiunque?

Per favore. PER FAVORE. Utilizzate la semplice regola universale che Nostro Signore ci ha così saggiamente inviato: "Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi."
e, mi permetto di aggiungere: prima di aprire la bocca, ACCENDETE QUEL CAZZO DI CERVELLO!!!

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