martedì 15 settembre 2009

Miti da sfatare

Frequentando l'ambiente medico-chirurgico da più di 3 lustri ci sono cose che fatalmente ti capita di dover ascoltare e che tu sai essere assolutamente false.
I primi anni cercavo di smentire i miei interlocutori, ma ho visto che la cosa non faceva altro che irritarli, perciò ho imparato a tacere senza compromettermi.
Tuttavia, un mero bisogno di verità mi spinge a rettificare un paio di miti che quasi tutti i pazienti hanno.
per esempio:
O' professore: professore è un titolo accademico che indica l'abilitazione ad insegnare. Non tutti i medici sono professori, non tutti i medici bravi sono professori e non tutti i primari sono professori. Professore è solo chi insegna in un università.

O' primario. Idem. Primario è solo il medico che riveste il ruolo amministrativo più alto del reparto. Per la cronaca di solito si diventa primario non per bravura ma per raccomandazione. Il titolo di primario dà modo di alzare la parcella, ma non corrisponde necessariamente a delle capacità maggiori degli altri. Anzi: spesso il primario è un geronte con il parkinson che è rimasto alle tecniche operatorie del secolo scorso, e chi opera veramente è l'aiuto giovane che però prende la metà dell'onorario per una visita.

L'operatore. Tutti quelli che hanno subito un intervento chirurgico, se interrogati, e a volte anche non, affermano con sicurezza: "a me mi ha operato il professor Tal de' Tali, primario del reparto xyz, e siccome il mio era un caso particolare, anche se al tavolo c'era l'assistente, ha fatto tutto lui fino all'ultimo punto!"
Può essere. Però in 8 anni di sala operatoria io non ho mai visto un chirurgo con la qualifica superiore a" ricercatore" mettere un punto di cute. Di solito nei policlinici universitari la cute la fà lo specializzando che dopo 12 ore di intervento a tirare le valve è l'ultimo che rimane al tavolo mentre il primario e l'assistente stanno a prendere il caffè.
Inter nos lo specializzando è anche il migliore a fare la cute perchè è l'unico che ci mette attenzione e dedizione.

Il caso particolare. I casi particolari non esistono. La vostra colecisti è come quella di tutti gli altri. Le vostre ragadi anali non hanno niente di speciale e il chirurgo che le ha operate ne ha viste altre centinaia così. Se vi dice il contrario può avere solo due motivi:
1- giustificare il fatto che l'intervento è durato più del previsto.
2- farvi piacere per ammortizare la cifra esorbitante che sta per chiedervi.
Se il vostro caso è davvero speciale il chirurgo si presenta con un sorriso a 32 denti e vi blandisce per mezz'ora prima di chiedervi se può usare delle foto che vi ha fatto per una pubblicazione scientifica.
In quel caso preoccupatevi.

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