venerdì 9 agosto 2019

Piccoli miracoli notturni

Non sempre è semplice definire lo stato di vigilanza di un paziente in rianimazione: primo perché varia continuamente con l'alternanza di periodi di veglia e di sonno molto più breve di quella normale, secondo perché  i paziento hanno spesso una coda di sedazione, o sono sotto antidolorifici pesanti, quindi oscillano in uno stato di dormiveglia, terzo perché spesso sono lì per dei problemi cerebrali come emorragie o traumi che hanno un impatto importante sull'espressione delle funzioni cognitive.
Spesso, si avvicendano in cartella ,a distanza di pochissime ore, esami clinici che vanno da: paziente vigile e collaborante, a paziente non sedato, non risvegliabile, con tutte le sfumature che ci stanno in mezzo.
Ieri è arrivato un paziente dalla sala operatoria, e mentre impostavamo la terapia e lo sistemavamo nel letto gli infermieri facevano l'esame obiettivo: "Pressione 125/70...frequenza 90, sondino nasogastrico, diuresi presente. Ha un cvc va controllato..."
"è vigile?" chiede quella che sta riportando i dati in cartella
"sì sì" risponde Anna,la più giovane del turno
"scusa Anna: ma sei sicura che è vigile?" mi intrometto " ha l'anestetico in infusione continua..."
"no, no è vigile, prima ci ho parlato!"
vado verso il paziente che sembra proprio anestetizzato. Provo a chiamarlo. Niente.
Mi giro verso Anna che mi guarda un po' mortificata...
Giovanni, l'infermiere più anziano del turno, che di esperienza e occhio clinico ne ha parecchio si volta verso di noi e allargando le braccio esclama con sguardo inspirato: "Sant'Anna da Frittole. La santa che parla ai sedati!..."

1 commento:

Anonimo ha detto...

per sopravvivere a un ambiente tosto come quello della rianimazione o si hanno i superpoteri o si è dei santi ;)