venerdì 20 dicembre 2019

è natale e siamo tutti più buoni

è difficile ,se sei medico, curare una persona a cui vuoi bene.
è difficile perché tu, al contrario della maggioranza delle persone, hai presente tutte le ipotesi peggiori e hai un idea almeno approssimativa di quello che andrebbe fatto, anche se non fa direttamente parte della tua specialità.
Tutte le volte che hanno operato una persona a cui tenevo io ho scelto l'anestesista, ma sono stata fuori dalla sala operatoria ,ben cosciente di non essere abbastanza lucida da distinguere le mie paure dai dati clinici.
Ma non tutti sono come me.
Non lo era per esempio il collega, medico generico, la cui moglie è venuta con una fibrillazione atriale al P.S.:date le sue condizioni cliniche, la signora andava cardiovertita. La cardioversione è quella cosa che piace tanto agli sceneggiatori americani in cui il dottore urla: LIBERA! e si vede il paziente che salta sul letto; in pratica si fa passare una corrente elettrica attraverso il cuore per ripristinare il ritmo normale.
Se avete mai preso la scossa avete idea della sensazione: non una cosa piacevole.
Il marito, dopo essersi presentato, aver messo chiaro i suoi titoli e avermi interrogato sul mio curriculum, mi ha chiesto: "ah, senti: la sèdi con la benzodiazepina, vero?"
"No, "ho risposto "la benzodiazepina è troppo leggera per una cardioversione elettrica. Uso il propofol."
"Il propofol?!" ha ribattuto stupito e contrariato"ma come? da noi all'ospedale di C. usano le benzodiazepine e poi l'anexate per risvegliarli"
"ma sei sicuro?" dico io "mi pare strano: le benzodiazepine per una cardioversione elettrica...mi pare un po' poco..."
"no, no, ti assicuro..." insiste lui
"se lo dici tu..." taglio corto "io comunque userò il propofol. Secondo me è superiore per questo tipo di procedure."

Portiamo la paziente in sala e  l'attacchiamo al monitor. Lui ovviamente entra con noi. Dopo aver detto al cardiologo con quanti Joule andava data la scarica elettrica gli dice: "ma da noi all'ospedale di C. usano le benzodiazepine per queste procedure..."
il cardiologo lo guarda totalmente disinteressato alla faccenda: "ah sì? qua i nostri anestesisti usano il propofol..."
"eh, ma con le benzodiazepine puoi usare l'antidoto, anzi, lo fanno direttamente i cardiologi senza l'anestesista... " dice proponente/incoraggiante
il cardiologo lo guarda con occhi vitrei, poi mi guarda me, come dire "machecazzovuolequesto?"
a quel punto mi intrometto e dico, tentando di buttarla sul ridere: "sono proprio cattivi nel tuo ospedale: un farmaco leggero e senza neanche l'anestesista ? gli volete proprio male ai vostri pazienti!"
"no, no, si svegliano benissimo! da anche amnesia retrograda." insiste lui
Non rispondo
Faccio il propofol.
Cardiovertiamo.
Tutto a posto.
Dopo 30 secondi scarsi dalla scarica lui mi guarda: "però permettimi con una benzodiazepina e l'anexate a quest'ora si era già svegliata!"
io a questo punto sto seriamente pensando di mandarlo a fare in culo , ma invece non lo faccio, perché è quasi natale, ma decido che è ora che capisca che questo è il MIO fottuto lavoro.
"Sì, "dico, "ma facendo l'antidoto avresti spiazzato tutti i recettori,  provocando uno squilibrio di naurotrasmettitori e un aumento dell'ansia del paziente e magari, rischiavi anche di fargli ricordare tutto.
Come vedi invece lei è stabile emodinamicamente, respira autonomamente, ed è amnesica.
Inoltre il propofol si smaltisce prima e completamente avendo un maggior volume di distribuzione delle benzodiazepine ed essendo lipofilico e il risveglio è pronto e piacevole senza bisogno di antidoti.
A riprova di quello che dico guardo la paziente e sussurro: "Maria, svegliati."
lei apre gli occhi , tipo la bella addormentata
"tutto bene? "le chiedo
"si...ho fatto un bellissimo sogno..."
"bene, cara, adesso ti svegli bene e poi vai a casa."
"grazie mille dottoressa"
"prego, cara, arrivederci."
e me ne vado senza guardare nessuno.
e va bene tutto, ma fatemi lavorare in pace.

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