venerdì 22 marzo 2019

Vado bene anche così

Io sono figlia di un'ossessiva-compulsiva grave. Una donna che da marzo a luglio mi chiama praticamente tutti i giorni per discutere la progettazione della valigia che Sofia porterà in vacanza ad agosto con loro...
Questo, unito al fatto di essere stata addestrata  da uno che urlava che l'anestesia è una cosa per gente con le palle e sennò potevamo stare a casa a fare i pompini (che poi: a saperlo dopo che buon consiglio era!), fa sì che io abbia sviluppato un potente screensaver verso tutte le psicosi di tipo organizzativo/ossessivo che sono, in verità, piuttosto comuni nelle donne della mia età.
A nostra discolpa, non è questione di sesso ma di ruolo: mentre l'anestesista maschio medio si mette le scarpe ed esce di casa, la sua controparte femminile, si mette le scarpe, svuota la lavastoviglie, conferma la babysitter, programma la cena, mette sul tavolo i soldi della lezione di karate e controlla il saldo bancario. Quando esce di casa c'ha talmente tanta roba in testa che per salvare vite umane deve trovare 5 minuti tra la ceretta e la spesa.
Il risultato di questo continuo macinare cose nella propria testa è che spesso, da chi ci lavora insieme, le donne vengono percepite come delle rompicoglioni.
Intendiamoci: a volte con piena e completa ragione: sono talmente abituate a fare cose da sole da non avere più il minimo di grado di quell'elasticità indispensabile per lavorare con gli altri.
Ma a riprova che le generalizzazioni sono sempre stupide e imprecise , io, vaccinata in giovane età e con un carattere abbastanza malleabile, riesco più o meno ad andare d'accordo con tutti (salvo alcune eccezioni tragiche che si sono manifestate nella mia lunga carriera e che hanno dato luogo a memorabili episodi di violenza). E questo è particolarmente apprezzato nelle situazioni di emergenza.
L'altro giorno, in sala operatoria si è verificata unproblema inaspettato: nel risolverlo il personale infermieristico che era là doveva aiutarmi e lo ha fatto in modo egregio. Risolta la situazione uno degli infermieri anziani mi apostrofa, con palese ammirazione : è andato tutto bene perché c'eri tu. Perché tu...sei un uomo!"
Io l'ho guardato perplessa dall'alto della mia quarta coppa c e lui deve aver percepito che qualcosa nel suo complimento non funzionava come avrebbe dovuto: "Cioè, " si è corretto  "sei come un uomo...no, cioè, sei una bella donna...
insomma, vai bene così." ha concluso.
ed io ho allargato le braccia e ho risposto , sebbene non del tutto convinta: grazie...

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