venerdì 26 giugno 2009

O forse sarei stata come adesso

E' arrivata in rianimazione una nuova collega, giovane, carina, da un altro posto.

Prima ancora che avesse messo piede in ospedale è stato perfettamente chiaro che era raccomandata da qualcuno, e neanche poco. 

Dopo 30 giorni di lavoro è stata messa a fare la prima di guardia in rianimazione;

Il primario ha messo ben in chiaro che qualunque pubblicazione esca dal reparto deve contenere il suo nome tra gli autori;

Nei 3 mesi che è stata nel nostro ospedale ha partecipato , lei sola, a due congressi italiani e un congresso internazionale a spese dell'istituto;

Siccome un piccolo servizio è rimasto vacante a causa di un pensionamento inatteso lei ne è stata nominata responsabile, dopo 4 mesi che lavora con noi;

Siccome ovviamente, tutto ciò ha creato non poche polemiche tra gli altri, il primario in persona è sceso per dire che nessuno doveva permettersi di parlare male di lei oppure ne avrebbe risposto a lui.

Come ci aspetta che sia una persona così? minimo una sciacquetta senza arte nè parte, che va avanti andando a letto col primario.

Ecco: lei invece è non solo uno dei migliori anestesisti che io conosca, ma è anche una persona deliziosa: gentile, sorridente, disponibile. Forse con un po' l'aria da prima della classe, ma date le sue conoscenze non la si può neanche biasimare troppo. Sempre disposta ad aiutare e fare un favore, la prima ad arrivare e l'ultima ad andare via. La collega e l'anestesista che tutti vorrebbero.

Come al solito considerazioni sulla faccenda:

1: in che diavolo di paese viviamo in cui devono essere raccomandati i migliori? è una cosa tristissima...

2: cosa vuol dire in sintesi essere raccomandati? semplicemente poter fare il proprio lavoro secondo le proprie capacità, approfittare delle occasioni per migliorarsi e non essere costretto a subire una serie di umiliazioni e soprusi da parte di chi è più anziano. In altri paesi questo si chiama lavoro.

C'è un 'altra considerazione, un po' più personale e non scevra da una certa invidia: come sarei io al suo posto? che medico sarei divenato se il mio cognome fosse stato quello "giusto", invece che uno qualsiasi? Quanto sarei migliore di come sono se avessi avuto la possibilità di beneficiare del suo stesso addestramento?

Forse amerei il mio lavoro ugualmente , ma di un amore più leggero, non appesantito dalle tante volte che ho dovuto chinare la testa quando non volevo, e accontentarmi di quello che restava.

Unica piccola soddisfazione: potrei uscire domani dall'ospedale senza dover dire grazie a nessuno.

Non è molto, ma è già qualcosa.

1 commento:

Gira che ti rigira ha detto...

Lo dicevo io che Claudio non era normale...non solo è stato LUI ad insegnare a ME a fare la spesa, ma è anche l'unico uomo che ci mette 10 minuti per scegliere il tonno al miglior prezzo..perchè forse non sapete che c'è il prezzo al kg sgocciolato e non, al netto della lisca 3 con la tara della pinna...insomma voglio un esorcista