sabato 1 maggio 2010

Televisione

Apprendo oggi dalla televisione la prossima messa in onda di un'ennesima "docu-fiction" (pastrocchio di parole che significa una cosa che vuol sembrare vera, ma non lo è) sul reparto trapianti del Sant'Orsola di Bologna.
Già quella sul reparto maternità mi aveva lasciato francamente perplessa (chiunque abbia visto un parto sa che non è uno spettacolo da vedere con la famiglia mentre si cena), quella sul pronto soccorso mi aveva fatto seriamente dubitare del buon gusto dei miei connazionali, ma questa mi sembra veramente il fondo del barile.
Essendo stata in un reparto trapianti so quanto quel tipo di lavoro possa essere deprimente, sfiancante, pieno di disillusioni e delusioni ;
Oltretutto i trapianti d'organo non consistono solo nella fase in cui metti il nuovo fegato e il paziente sta bene, ma anche e sopratutto nel lavoro preparatorio, quanto mai ingrato, che inizia quando devi andare a dire alla madre/moglie/padre/marito di qualcuno che, nonostante il cuore batta visibilmente, quel qualcuno è morto e sarebbe molto utile il suo fegato.
Un discorso questo, raramente semplice, mai piacevole.
Dopo si passa alla seconda fase in cui diverse equipe chirurgiche aprono quello che era "il paziente" e cominciano a togliere roba, finchè l'ultimo non dice "ok, finito" preleva un pezzo di carne e lo mette in un thermos da picnic e a te non resta che spegnere il monitor e il ventilatore e andartene con un certo disagio, lasciando "la salma".
Alla fine si passa al trapianto vero e proprio e poi al post trapianto, nessuna delle due cose particolarmente allegre.
A me, che non sono uno spirito particolarmente sensibile, sono occorsi anni per mandare giù questa roba e tornare a casa a parlare dell'ultimo x-men senza risentirne, e consideriamo che io ho le conoscenze per capire la parte "tecnica".
Sembra invece che il telespettatore medio, dopo 8 ore in ufficio col capo stronzo, i colleghi squali, il traffico del rientro, la moglie che gli parla del mutuo e il figlio che vuole il cellulare nuovo si sieda, stracco, davanti agli spaghetti con la "pummarola 'n coppa" e si immerga, finalmente!, nella gioiosa atmosfera del Servizio Trapianti d'Organo. Che goduria!
Mah...sarò io che non capisco...

3 commenti:

nomade ha detto...

ok, io non sono decisamente il telespettatore medio. ma a momenti son stata male a leggere il post!! decisamente, non avrei mai potuto fare medicina.

Propofol ha detto...

tesoro, tu non sei neanche il telespettatore minimo! bastava un posto sui bisturi per farti andare in palla!;) ma a noi piaci esattamente come sei...

Enrica ha detto...

Amica non potrei essere più d'accordo!
Se quella sul reparto maternità dimostrava l'esibizionismo latente di ogni cuore di mamma che, pur di far vedere quant'è bello il piccolino suo, se ne stava a cosce aperte in mondo visione, questa cosa ci dice?
Che dentro ognuno dei telespettatori medi c'è un bisogno sadico e morboso di cose drammetiche tristi e raccapriccianti, che non c'è più rispetto neanche per la morte e che il dott. House c'ha inculato a tutti!?!
Scusa il livore, ma come tu ben sai sono io che spesso spiego ai parenti che quel figlio/moglie/fratello... non c'è più e sono sempre io che spengo il ventilatore...chissà com'è ma su questo nessuno ci ha mai fatto una docu-fiction!