domenica 22 giugno 2008

Psicopatologia del chirurgo

Già che ho inserito l'argomento dei chirurghi sarà opportuno che io mi dilunghi un attimo a spiegare la problematica interazione tra Noi e Loro.
Ovviamente il mio è il punto di vista di una sola parte, ma questo è il blog di un anestesista, perciò il bluff è dichiarato.
I chirurghi dicevo, sono una razza balzana, proprio come certi cavalli capaci di vincere tutte le gare ma che ogni tanto di punto in bianco roteano gli occhi, cominciano a schiumare dalla bocca e tentano di mordere l'amato fantino.
Sarà la tensione a cui sono sottoposti, sarà il rigido autocontrollo che si devono imporre, ma sono in genere mentalmente instabili.
Nella maggioranza sono persone carine e gentili che magari ti offrono il cappuccino quando le incontri al bar,  e scherzano con te in sala operatoria, poi all'improvviso comincia l'operazione, e loro danno di matto: urlano, bestemmiano, hanno i tic... ne conosco uno, uno stimato professionista, che quando s'inkazza comincia a prendere a testate i suoi assistenti (i chirurghi al tavolo operatorio hanno i guanti sterili e il camice sterile, per cui non possono toccare nulla con le mani...) , un'altro quando si innervosce batte i piedi sul pavimento, tipo bambino dell'elementari che fa i capricci, un terzo chiede 20 volte al secondo all'infermiera di sistemargli la luce sul campo operatorio, un quarto lancia addosso al personale di sala brandelli di tessuto sanguinolento...cose così, fatte da una persona in una situazione" normale" basterebbero a garantirgli una terapia di assistenza psichiatrica per un certo tempo, invece , nel microcosmo della sala operatoria la cosa viene considerata con un misto di irritazione e rassegnazione...come coi cavalli appunto. La cosa fin qui resterebbe nel folklore se non fosse che poi il loro atteggiamento aggressivo spesso si sfoga su quelli che gli stanno intorno e lì intorno c'è sempre l'anestesista.
Ho notato però nel tempo che i chirurghi veramente bravi, i "grandi vecchi" con anni di esperienza, o i giovani e talentuosi geni del bisturi, non perdono mai la calma, non gridano, non bestemmiano anche nelle condizioni più critiche e non se la prendono mai con quelli che hanno intorno.
Non sarà un metro di giudizio ortodosso, ma per valutare la bravura di un chirurgo io guardo sempre il suo atteggiamento al tavolo.
Ricordo un super professore che alla fine di un passaggio particolarmente delicato e complesso  di un grosso intervento, si voltò verso di me, che ero solo una specializzanda alle prime armi, e sorridendo gentilmente con gelidi occhi azzurri mi apostrofò:
"è vivo il paziente, compagna anestesista?"
io, presa alla sprovvista risposi: "si professore: hasta la victoria!"
e lui: "siempre"
e terminò l'operazione felicemente.
Ecco come si sta al mondo.

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