domenica 28 febbraio 2010

Una pessima virtù

Il mio ospedale, si sarà capito, è probabilmente uno dei migliori del Burkina Faso, e sono sicura che è meglio anche di parecchi ospedali delle comunità rurali dell'India del sud. Magari non tutti.
Detto ciò qualche attenuante tocca anche a noi.
La direzione sanitaria ha iniziato da qualche anno una politica di taglio dei costi che si può definire solo "brutale".
Questa politica implica: blocco completo delle assunzioni stabili, tagli sulle forniture di farmaci e materiale parafarmaceutico (tipo sondini per aspirazione, divise, cerotto), mancata sostituzione del personale pensionato o trasferito etc...etc..etc...
Nel frattempo però, non ha programmato alcuna diminuzione del volume delle prestazioni, che anzi: dovrebbero aumentare.
Benchè sia spesso messo in croce , il personale ospedaliero è composto di persone che facilmente empatizzano coi malati, e hanno un minimo sindacale di idea romantica di far del bene all'umanità.
Quando gli si dice che, per esempio mancano le siringhe, ne prendono una sola per paziente e la sciacquano per ogni farmaco.
Quando ad un infermiere si fanno fare 40 ore di straordinario perchè "dai, facciamo anche quest'esame, questo bambino è venuto da lontano, mica lo possiamo rimandare indietro!" lui le fa, ma dopo 6 settimane se sbaglia qualcosa è normale.
Quando si dice all'anestesista: "e dai, questo c'ha un cancro, mica possiamo farlo aspettare perchè mancano un paio di farmaci" è probabile che lui ne userà altri, ma se poi il paziente vomita, o ha più dolore di quanto sarebbe normale, la colpa non è dell'anestesia.
Fare leva sull'empatia del personale sanitario permette senz'altro di risparmiare diversi milioni a fne anno, ma è un sistema che a lungo andare impoverisce la qualità dell'assistenza e anche quella dei rapporti all'interno dell'ospedale.
Per quanto il principio sia buono, penso che questa cosa del "...e dai facciamolo uguale" sia la nostra peggiore virtù.
Se ogni tanto dicessimo: "no. questo non si fa perchè non c'è il materiale." forse all'inizio molti pazienti soffrirebbero disagi, ma in breve i nostri economi si renderebbero conto che la medicina non si nutre di numeri, ma di persone e che la qualità non è un optional.

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