lunedì 23 marzo 2020

Cronache dal coronavirus - fino a qui tutto bene

Sembrerà un controsenso, ma ho scelto anestesia anche perchè non volevo avere paura.
Io di natura non sono un cuor di leone: mai stata una di quelle che pensavano "che figata buttarsi col paracadute!", mai pensato di andare a cercare coccodrilli nel Borneo ( o dovunque siano) , detesto volare, soffro il mare per cui niente rafting o canoa estrema e al pensiero di viaggiare sulla luna vengo presa dall'ansia.
Il massimo della mio senso dell'avventura sono le montagne russe di Nemo a Disneyland Paris, quelle per i bambini piccoli, alla fine delle quali avevo comunque bisogno di un ansiolitico, mentre Sofia a sette anni le faceva con le braccia sollevate sopra la testa urlando: "CHE BEEELLLLLOOOOOO!!!!! RIFACCIAMOLO!!!!!!!!".
Quindi no. Non mi piacciono le emozioni forti.
Quando si è trattato di scegliere la specialità ho pensato: in medicina ci sono cose spaventose: il trauma, l'arresto cardiaco, l'emergenza (non sapevo ancora quante, in realtà, sono molte di più...) . Dove posso andare in un posto in cui mi insegnino a gestire queste cose così bene che anche se mi capitano non avrò paura?
Ed eccomi qua: Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione.
E fino a qui questa scelta aveva pagato. E sì, perchè al duecentesimo arresto cardiaco della tua vita tu non hai paura, in qualunque modo avvenga.
Puoi avere determinazione, ansia, cercare al massimo di fare del tuo meglio per salvare una vita. Ma paura non più, visto che sai cosa fare, sai cosa succederà.
Fino ad ora.
Perchè, lo confesso senza vergognarmene, ho paura.
Ho paura di infettarmi e di infettare la mia famiglia. E se anche questa paura è irrazionale, se anche mi ripeto che uso tutti i DPI , che la probabilità di contagio è molto bassa, alla fine rimane sempre quel peso nel petto. Quel pensiero fisso che continua a correre come un topo sulla ruota e fa si che mentre lavori, stai a casa, dormi, ti lavi, qualcosa dentro di te sta sempre in ascolto a sentire se ti viene da tossire, se ti fa male la gola, se ti senti salire la febbre, se respiri bene. E questo pensiero non è mai sazio, non è mai soddisfatto.
Per questo io non vi capisco quando vi lamentate che dovete stare a casa; perchè io darei qualcosa per far tacere quella voce. Per dire che semplicemente "noi stiamo a casa e non ci possiamo infettare."
Per avere la tranquilla certezza che andrà tutto bene.
Io ci posso solo sperare giorno per giorno.

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