domenica 15 dicembre 2024

alla fine ho chiamato

 "Propofol, sono Mario"

"Ciao Mario, dimmi..."

"Senti, quel paziente di domani a cui devo cambiare la protesi..."

"Mmmm..."

"Sta in utic (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica) . Ho chiamato per dire che non facessero il clexane stasera, che ne fa 8000 x 2...però sai com'è, io sono sempre un ortopedico...non è che mi danno molto credito...Potresti richiamare tu e dirglielo di nuovo?"

"Sssiiii...si, Mario, sai che i cardiologi sono simpatici come un dito in un occhio..."

"Beh, voi parlate la stessa lingua"

"Si, ma ci considerano un po' i parenti poveri..."

"Eh, figurati, a noi ci considerano gli immigrati clandestini!"

venerdì 8 novembre 2024

Il fascino della divisa

Specializzando di ortopedia guardandomi fuori dalla sala operatoria che aspetto appoggiata al muro: Propofol, sembri il lupo travestito da nonna!


giovedì 31 ottobre 2024

Cosa da dire al dottore

" Allora signora, leggo qui sulla cartella clinica che non ha malattie importanti, che è gia stata operata, non prende farmaci e non è allergica a niente. Giusto?"

"si, si"

"va bene, allora facciamo l'anestesia al braccio e poi se vuole la sedo un pochino per l'intervento."

"si, per favore, vorrei dormire."

Facciamo l'anestesia, posizioniamo il paziente sul letto e iniziamo l'intervento. Inizio col fare alla signora un blando sedativo ad una dose assolutamente consona e, mentre me ne sto seduta a guardare il monitor la signora si addormenta e la saturazione di ossigeno del sangue comincia a scendere.

Io mi avvicino stupita e metto un po' di ossigeno con le cannule nasali.

Scende ancora.

Prendo la maschera facciale e accendo il ventilatore.

Ventilo, ma la saturazione scende.

Faccio chiamare il collega della sala accanto e mentre lui arriva chiedendosi cosa succede la signora fa un sospirone e ricomincia a respirare.

"Ma che è successo?" mi chiede

"niente... non respirava e non si ventilava"

"ma che gli hai fatto?"

"un milligramo di midazolam!"

"e poi?!"

"niente!"

ci guardiamo stupiti.

lui torna nella sua sala ed io mi risiedo.

passano 5 minuti e la scena si ripete. la saturazione scende, io ventilo in maschera con difficoltà,la signora fa un respirone e si sveglia.

fortunatamente l'intervento è finito.

"Tutto bene signora?" Le dico quasi sveglia 

"si si , benissimo grazie?"

"ha sentito male alla mano?"

"nono, ho dormito benissimo!"

"ah...senta signora, mi scusi, ma lei soffre per caso di apnee notturne, ha mai avuto qualche problema ventilatorio?"

"No, non soffro di apnee notturne, però ho una malformazione del naso dalla nascita per cui quando mi addormeto l'aria non passa più, come se ci fosse un tappo, ed io smetto di respirare. Però è una cosa che poi passa da sola..."

AH, ecco...in fondo, perché pensare che fosse una notizia interessante...


venerdì 25 ottobre 2024

A cosa serve

 Dopo tanti anni posso dire che essere un medico, quando hai un parente malato è orribile. 

Lo è perché è quasi impossibile NON fare il medico e essere semplicemente preoccupato e ansioso invece di essere quello a cui tutti si rivolgono per avere consolazione e spiegazioni.

Lo è perché i tuoi colleghi ti considerano un collega, appunto, e si esprimono con te come se parlassero tra tecnici e quindi senza quel minimo di delicatezza che ci si aspetterebbe anche dal più scaciato laureato in medicina.

Se parlassimo a voi come parliamo tra noi, altro che aggressioni.

Ed ora che sta male una persona a cui voglio bene, mi ritrovo in un ruolo schizofrenico a gestire notizie senza aver ben presente chi sono e cosa dovrei fare: se mettermi a piangere e farmi consolare o mettere la solita maschera di serenità e prendere tutto nelle mie capaci spalle di medico.

In questa situazione gli unici che mi hanno saputo dire una parola di conforto, di rassicurazione, di speranza, sono stati, e lo dico con fierezza, i miei colleghi rianimatori; probabilmente mi hanno fatto discorsi irreali, non conformi con le aspettative cliniche o con le probabilità , probabilmente non hanno migliorato di una virgola tutto quanto; ma sono gli unici che per qualche momento, mentre dicevano quelle rassicuranti banalità , mi hanno fatto sentire il cuore più leggero.

E in quel momento non mi serviva altro

sabato 14 settembre 2024

Non arriverò alla fine dell'adolescenza

 - Mamma, mi aiuti a buttare la roba in camera mia? io non so mai cosa buttare e cosa tenere....

- Certo, amore, se vuoi ti presto anche il libro sul decluttering che ho letto lo scorso anno e che mi ha insegnato tanto...

- Nono, per carità: io non lo voglio imparare. voglio che lo fai tu per me!!

sabato 7 settembre 2024

l' amore

"Mamma, ma come avete fatto te e papà a stare insieme 25 anni?"

"Ma...non so, Sofia, probabilmente è l' Amore che proviamo uno per l' altra che ci permette di superare le difficoltà quotidiane..."

"Boh, io sto con voi da 14 anni e già non vi sopporto più..."

lunedì 26 agosto 2024

Lavoro di squadra

 Una delle cose che mi piace dell'ortopedia è che gli ortopedici non sono quasi mai maleducati o presuntuosi. Probabilmente, al contrario degli altri chirurghi, occupandosi di una branca così particolare non sentono di doversi affermare sull'anestesista o di dover competere, ma non ho mai visto nella mia sala operatoria attuale, le scene che ho visto in altre branche chirurgiche.

La scorsa settimana una paziente si è sentita male in sala operatoria. 

Mentre facevamo quel che c'era da fare e prestavamo i soccorsi si è avvicinato Mario, l'ortopedico della signora nonché uno dei migliori del reparto. 

Mi ha guardato smarrito: "Propofol, che succede?" mi ha chiesto

"non lo so Mario, adesso lo scopro e vediamo"

"ah, ok, posso fare qualcosa?"

"no, caro grazie"

"ah, ok" ha guardato la signora e gli ha dato una pacca sulla spalla: "Signora respiri!!!" ha suggerito invitante 

Ho faticato a non scoppiare a ridere: "Grazie Mario" ho detto

"figurati" ha risposto lui "ho fatto quello che potevo"

lunedì 19 agosto 2024

In caso di mancanza di ossigeno la maschera comparirà automaticamente sul vostro viso

 Faccio questo lavoro da così tanti anni che certe cose mi vengono proprio automatiche: Le frasi da dire ai pazienti che arrivano e vanno via, le minute istruzioni e avvertimenti prima delle procedure, le battute per metterli a loro agio: le ho ripetute così tante volte che ogni tanto mi sento un attore shakespeariano alle prese con l'ennesima replica di "Sogno di una notte di mezza estate".

La parole mi escono fuori da sole, ed evidentemente sempre con gli stessi toni, e questo sdoppiamento mentale mi da la possibilità di pensare, che ne so, alla lista della spesa, mentre sembro rassicurante, competente e completamente concentrata sul mio interlocutore.

Questa cosa non dev'essere sfuggita a Mario, il mio specializzando preferito, che è sempre attento agli altri e alle dinamiche personali in sala operatoria. Mentre salutavo un paziente che stava uscendo dalla sala operatoria,imitando la voce registrata degli aerei ,declama:

"Grazie per aver volato con la Propofol airlines, speriamo di avervi di nuovo tra i nostri passeggeri. Le uscite si trovano in fondo al corridoio dopo la porta automatica..."

e niente: forse dovrei davvero registrarmi!!!


lunedì 8 luglio 2024

Tranquillo, tesoro, mamma vuole bene ad entrambi

 In un assolato sabato di luglio entro in reparto per vedere una paziente con dietro Mario, specializzando silenzioso ed efficiente come un killer della Yakuza.

Ad accogliermi c'è uno dei miei specializzandi di ortopedia preferiti, di cui assolutamente non ricordo il nome, ma che mi accoglie sempre con un sorriso, ascolta attentamente quello che dico e mi chiama dotteressa. Si deve chiamare qualcosa tipo Antonio...

"Ciao caro, che dici? siamo venuti a vedere la Rossi..."

" buongiorno dottoressa, mi segua vi accompagno!"

ci avviamo nel corridoio " un lungo sabato di guardia, eh?" commento indicando la splendida giornata estiva fuori

" eh si....e sono di guardia anche domani..."

"povero! ti è toccato tutto il weekend?"

"eh già..."

a quel punto sento una voce pacata dietro di me "io faccio 3 weekend di seguito questo mese"

come un killer della Yakuza leggermente seccato...

e niente, mi è toccato commiserare un po' anche lui, sennò poi dicono che preferisco gli ortopedici....

domenica 19 maggio 2024

un idiota è un idiota è un idiota....

 Educazione vorrebbe che quando si va a casa d'altri ci si comporta con rispetto, e questo vale anche, più o meno per la sala operatoria.

Capita spesso che un'anestesista abbia un parente/amico/conoscente che si opera nel suo ospedale, in una sala in cui lui non lavora. 

Sebbene chiunque abbia una specializzazione in anestesia e rianimazione sia in grado di fare tutto quello che compete alla nostra branca, o almeno dovrebbe, è chiaro che si occupa di neuroanestesia ha delle competenze specifiche approfondite diverse da chi fa anestesia per la senologia: e sicuramente la neuroanestesia sarà complicatissima, ma anche la senologia bisogna saperla fare sennò si fa del casino.

Ovviamente questo discorso vale anche per l'ortopedia che fa della roba superspecialistica che in pratica facciamo solo noi che la facciamo tutti i giorni.

La scorsa settimana abbiamo operato il parente di un anestesista di un altro blocco.

Maschio, anziano. La specie peggiore per l'interazione. Puoi stare sicuro che è convinto che lui SA, e che il suo compito è spiegarti la Vita, con la V maiuscola.

Infatto, fedele al clichè , si presenta in sala e , nell'ordine

1. fa cambiare la lista operatoria perché lui alle 11 se ne deve andare

2. arriva il paziente e lui dice: faccio io, nonostante davanti a lui ci sia il primario dell'anestesia ortopedica

3. fa l'anestesia al paziente senza neanche chedere ma voi di solito che fate per quest'intervento?

Io, ovviamente, al punto 1 avevo già scritto al primario dicendo: vieni in sala che sennò questo lo sfanculo e lei, che è una donna che ha del talento per le pubbliche relazioni, è arrivata  con un sorriso sfolgorante, mi ha mandato a coprire un'altra sala ed è rimasta a ciucciarsi mr. machoman con invidiale aplomb, evitandomi una lite con uno degli anziani dell'ospedale.

Inutile dire che secondo quelli che sono i criteri dell'ortopedia, molto diversa dal suo reparto di provenienza, l'anestesia che ha fatto faceva schifo, e se l'avessi fatta io mi avrebbero preso per il culo per tre giorni; inutile dire anche che , nei giorni successivi, è toccato a noi andarci a mettere una pezza sul postoperatorio, perchè il postoperatorio dell'ortopedia non sarà difficile come quello dell cardio o della neuro ma ha le sue regole e se non le rispetti il paziente schianta di dolore e le complicanze si sprecano.

Inutile dire che questo perfetto idiota non ha percepito niente di tutto questo, e resterà convinto che meno male che c'era lui , che è un anestesista di serie A sennò chissà come finiva...


giovedì 25 aprile 2024

Ce li ho

Squilla il cellulare: è Mario , lo specializzando anziano e braccio destro di Barbablù.

"Mario, ciao: dimmi..."

"Propofol, scusa: sei per caso in ospedale?"

"Smontavo dalla notte, stavo andando a casa, posso aiutarti?"

" Eehhh, si...cioè, forse....tu sai qualcosa dell'ematologia?"

"come materia in generale o parli del lavoro con la Rossi?"

"Non lo so!!! ho appena ricevuto un messaggio da Barbablù con scritto: Chiama Propofol e scrivete all'ematologa per iniziare questo cazzo di lavoro...hai idea di cosa voglia dire?"

"Si, Mario , tranquillo. Ora ti mando il numero della Rossi, tu la chiami e la solleciti per mandarci la documentazione per il protocollo sull'ottimizzazione del sangue nella protesi di ginocchio, poi la chiamo io e me lo faccio mandare"

"Ah, ok."

"Mario, sai chi mi sembri? Andrea, la protagonista de "il diavolo veste Prada""

"Propofol, non sai quante volte ho pensato che la mia specializzazione è una lunga ripetizione di quel film"

"si, io ho l'impressione di fare la parte di Stanley Tucci..."

"Hai anche i libri di Harry Potter?"

"Guardo..."

 



mercoledì 17 aprile 2024

Effetto notte

- Sofi, per domani devi portare la cartellina di arte?
- No, mamma
- Ah, quella di tecnica? 
- Neanche
- Mammamia non fate proprio niente il giovedì!
- Mamma oggi è martedì.

mercoledì 3 aprile 2024

Miracoli pasquali

 Ho già parlato altrove dei miei piccoli miracoli pasquali.

A riprova che Nostro Signore con me si fa due risate, quest'anno ne abbiamo avuto uno il venerdì santo.

Paziente giovane in lista per tumore, quindi non rimandabile. Per una serie di casi che sfiderebbero la legge delle probabilità è sfuggito a tutti quello che lui dice subito a me in presala: "dottoressa, guardi: mi hanno detto che sono difficile da intubare, di dirlo quando vengo operato"

Sorrido, bestemmio mentalmente in sanscrito poi lo guardo e gli faccio aprire la bocca, piegare il collo, alzare la testa, dire trentatre e faccio tutte quelle misure cabalistiche che facciamo noi anestesisti in questa situazione. 

Indubbiamente non sembra avere un anatomia favorevole, ma nemmeno così male...io, che ormai sono per età e per curriculum , un anestesista esperta, solitamente un tentativo lo faccio e utilizzando i device moderni con un po' di fortuna riesco senza problemi...

Storco la bocca e chiamo la primaria. Lei tace. Penso che mi dirà" Prova, casomai lo svegli" invece lei, che ogni tanto c'ha dei momenti paranormali, contrariamente al solito mi fa:" Chiama il broncoscopista, cospargiti il capo di cenere e chiedigli di venire a intubarlo col broncoscopio"

Io attacco, chiamo il broncoscopista, poi penso: "Vabbè, io ci provo intanto che arriva , così casomai gli dico di non venire..." ma in sala non era pronto niente quindi comincio a preparare tutto e nel frattempo il broncoscopista è arrivato. "Ok, mi dice " allora tu lo sedi e io lo intubo"

"Vuoi che faccio prima un tentativo?" chiedo 

"Ma no " mi risponde "tanto sto già qua"

prepara tutto, inizia la procedura con la sicurezza di chi l'ha fatta milioni di volte e tac, non riesce a passare...la gola di questo paziente ha un anatomia completamente sovvertita, la procedura si prolunga, passiamo dei brutti minuti e alla fine , grazie alla sua bravura ed esperienza, alla mia e anche ad un po' di culo, il paziente viene intubato.

Alla fine siamo tutti affannati a guardarci, con il povero paziente ignaro che dorme tranquillo tra noi, e Barbablù che osserva la scena con serenità ortopedica.

Io, prima di pensare che vorrei una birra ho un ultimo momento di lucidità: se provavo a intubarlo questo mi moriva sul tavolo. Garantito al limone.

Poi ho pensato solo alla birra, ed è questa capacità da Homer Simpson che permette a noi anestesisti di sopravvivere. 

Grazie Signore

venerdì 22 marzo 2024

mali della tecnologia

 Tra i 100 ricordi che spero i MIB mi tolgano con un neuralizzatore ci sono diverse consulenze dei miei anni giovanili nel reparto psichiatria, sezione disturbi dell'alimentazione. Consulenze a giovani donne, di fatto già morte, che terminavano con un forzatissimo "non indicazione al trattamento rianimatorio" scritto proprio con la gola chiusa e la penna che si rifiutava.

Accanto a me operatori e parenti tutti segnati da quel senso di disperata impotenza di chi si deve arrendere all'invisibile. 

Di quelle esperienze mi è rimasto un atteggiamento rigidissimo verso qualunque commento sul corpo di una donna e una gran paura che quel mostro possa sfiorare anche solo per un attimo mia figlia e trascinarla in quel buco nero. 

A volte però forse arrivo un po' alla paranoia.

Il mese scorso infatti si è rotta la bilancia a casa e ne ho ricomprata una in offerta di quelle che ti calcolano pure il bmi, l'impedenziometria, la percentuale di massa grassa, di massa magra, di massa ossea, fortunatamente non di quella cerebrale sennò mi sarebbero venuti ancora più problemi di autostima.

Questo oggetto di grande impatto tecnologico ovviamente si sincronizza con l'apposita app del telefonino e gli manda tutte le misurazioni.

Il terzo giorno, quindi,  sincronizzo l'app dopo essermi pesata e trovo 34 nuove misurazioni, di cui 3 mie e 29 tutte sui 49 kg, peso che esclude Gio più o meno dalla terza media. 

29 misurazioni mi hanno subito insospettito: cos'è questa nuova attenzione al peso in una tredicenne? Mi sono mossa cautamente e ho cercato prima di approcciare il discorso con qualche domanda...."Sofi, quant'è che pesi e quanto sei alta?"

"senza neanche guardarmi ha risposto: " boh, ma' ,peserò sui 50 kg..."

visto che quest'approccio non sortiva risultati mi sono messa a controllare la sua alimentazione: al secondo piatto di pasta e lenticchie che si versava mi è sembrato improbabile che avesse una tendenza all'anoressia...ho controllato se andasse a vomitare dopo il pasto, ma si è sbragata sul divano col telefonino in mano a guardare i video di youtube.

Nel frattempo risincronizzando il telefono ho trovato altre 10 misurazioni. 

Sempre più perplessa mi sono messa a studiarle e ho visto che erano tutte ravvicinate tra le 7 e le 7.15 del mattino, così mi sono appostata fuori dal bagno e facendo la vaga ho cominciato a passare e ripassare come se stessi facendo altro per sbirciare dalla fessura della porta.

Ebbene dopo 3 minuti mi sono resa conto che questa piccola deficiente sale sulla bilancia per arrivare più vicina allo specchio e mettersi meglio il rimmel. E la bilancia ogni volta che si attiva e registra il peso mandandolo poi dritto al mio telefonino. 29volte in 15 minuti perché sale, riscende e risale managgia a lei!!!!!!

L'ho pesantemente insultata mentre mi guardava senza capire con la faccia di chi dice: "azzo vuoi?! " , ho disinstallato l'app della bilancia smadonnando e poi sono tornata in cucina pensando, ma con sollievo , che fare il genitore è il peggior mestiere del pianeta

venerdì 8 marzo 2024

vivi e lascia vivere

 Io sto invecchiando male, e questo è palese a tutti, ma mi sembra sempre di più che ci sia una quantità di gente che rompe i coglioni al prossimo costantemente, per qualsiasi cosa. Gente che non riesce a fare a meno di sottolineare qualsiasi imperfezione anche in cose che non la riguardano minimamente, che non riesce ad astenersi dal commentare il lavoro degli altri, la vita degli altri, le scelte degli altri, qualunque esse siano, cercando qualsiasi appiglio per trovare errori, difetti o mancanze o fare osservazioni. 

Sempre più gente convinta di avere titolo per fare commenti, anche con toni e scelte di parole ben aldilà di quello che io considererei una "pacata osservazione", su tutto quello che gli capita sotto gli occhi, solo per il gusto della polemica, della critica, del rimprovero.

La scorsa settimana alle 8 del mattino ho chiesto ad un infermiere se aveva fotocopiato la cartella del paziente che doveva andare via. 

"Non l'ho fatto! nessuno mi ha detto di farlo" ha risposto lui piccato

io sono stata zitta , ma la mia collega ha subito ribattuto: Non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo! queste cose fanno parte delle mansioni infermieristiche!

La discussione è andata avanti altri 10 minuti.

10 minuti di parole al vento per un dialogo che doveva essere:

"Mario, hai fotocopiato la cartella del paziente?"

"No, Propofol, ora lo faccio."

12 secondi in tutto, compresa la pausa per sorseggiare il caffe.

Ora, consentitemi un luogo comune, sarà che io sono romana e noi siamo stati inclini, dai tempi dell'impero a Gigi Proietti, a cercare di non rompere il cazzo alle gente se proprio non è necessario. Vivi e lascia vivere è un bel motto che io mi sento di abbracciare caldamente.

Però pensando a queste persone cercavo di trovare un denominatore comune che mi spiegasse che gusto ci provano a comportarsi così, anche perché il loro comportamento ha un riflesso sull'intero ambiente in cui stanno, sia esso la famiglia o la sala operatoria o il gruppo sportivo. All'inizio pensavo fosse una questione di pignoleria, del fatto che queste persone notano molti dettagli e quindi li enfatizzano, ma non è questo: guardandoli bene mi sono convinta che loro rompono le palle agli altri per dimostrare che esistono. Evidentemente sono così insicure che se non sono al centro dell'azione, se gli altri non focalizzano su di loro la loro attenzione, non si sentono "riconosciute" e hanno paura di non essere considerate. Sembrano forti, ma in realtà sono talmente deboli che se qualcuno non gli dimostra di prenderli in considerazione ogni momento si sentono sparire. 

Questa profonda spiegazione psicosociale non mi leva del tutto la voglia di dargli una capocciata. Però un po' si


sabato 2 marzo 2024

Una vera scienziata

In città ci sono stati dei disordini in cui era coinvolta anche la polizia. Siccome la cosa ha avuto un po' di risonanza, gli amici di fuori mi hanno mandato messaggi. Tra i primi, Ale, il padrino di Sofia, laureato in fisica,anche lui con figli "piccoli"

A: Oh, ma Sofia è stata coinvolta negli scontri?

Io: No, per fortuna a quell'ora era a casa che partecipava alle olimpiadi di matematica

A: Nella torre d'avorio mentre il mondo brucia...

sabato 24 febbraio 2024

Povero Agamennone

Sofia ha un'amica che si chiama Elettra. Io quando ho sentito il nome sono rimasta un po' stupita: "Accidenti" ho detto " le hanno dato un nome impegnativo!

Lei mi ha guardato indignata: "Mamma, ma guarda che mica perché si chiama così dev'essere come quella scema di Elettra Lamborghini!!!!"

Grazie, professor Colleoni, per tutte le volte che mi ha interrogato in letteratura greca, per avermi trattenuto intere domeniche in casa a tradurre pedissequamente i tragici greci e per avermi costretto con metodi brutali e retrivi a ignorare quasi completamente l'esistenza di Elettra Lamborghini, il cui nome , tutto sommato, è meno impegnativo della sua più illustre ed oscura omonima...

sabato 13 gennaio 2024

Ma come fai a dirglielo

 L'altra sera sono arrivata in terapia intensiva per dare il cambio al collega e, invece della solita scena di tranquillità precena ho trovato un campo di battaglia con tanto di modelli INPS del decesso da preparare.

Il collega che smontava, un anziano preparato a tutto, mi è venuto incontro con l'aria di chi ha venduto cara la pelle: "Mario, tutto bene?"

"Bene un cazzo...sono montato stamattina alle 8 e non sono riuscito neanche ad andare al cesso...il paziente del letto uno è morto stamattina, abbiamo ricoverato il letto tre alle 15, alle 16 il letto due ha deciso che doveva morire pure lui e si è arrestato così, all'improvviso, senza nessun segno, siamo stati a lavorarci fino adesso, l'ho ripreso non so come e l'ho stabilizzato..."

"minchia...."ho esordito io

in quel momento entra Debora la specializzanda, con l'aria fresca e riposata di una trentenne, che guarda il collega tutta felice: "Allora Mario, io vado: grazie! grazie mille! è stata una giornata fantastica! ho visto tantissime cose che non avevo mai visto!" ha detto,  trasudando entusiasmo.

Io ho taciuto, Mario l'ha guardata e si vedeva palesemente che stava per dire altro, poi però ci ha ripensato e ha detto solo "Prego , figurati" 

Ed io l'ho ammirato tanto per questo.

lunedì 8 gennaio 2024

Bisogna ammettere la sconfitta

 Mentre per fare un'anestesia vera e propria serve un anestesista, per fare un'anestesia locale basta un po' chiunque: chirurghi, dermatologi, ortopedici. La differenza sta, secondo me, in quella che si potrebbe chiamare "Prestazione minima richiesta." E sì, perché fare un anestesia locale non è così semplice come immaginano alcuni: non basta buttare dell'anestetico a casaccio vicino a dove si taglia, o meglio non sempre basta; e come sempre ci sono alcuni che studiano quello che fanno e altri che fanno cose a caso pensando che qualcuno cimetta una toppa. Tipico è l'esempio dell'ernia inguinale, procedura che viene fatta in locale "assistita" dall'anestesista: se il chirurgo sa quello che fa l'assietnza si limita a  due chiacchere col paziente, se il chirurgo pensa che basta una punturina qua e là mentre taglia a me tocca fare delle dosi di anestetitco e antidolorifico che basterebbero per un trapianto di fegato.

Mediamente i nostri ortopedici sono bravini con l'anestesia locale, soprattutto uno, che è uno specialista della chirurgia del piede e di solito fa tutto da solo senza neanche coinvolgerci; io però, che mi stufo a stare con le mani in mano e sono un impaziente, quando sto con lui gli chiedo se posso fare io l'anestesia locale, così ne approfitto per muovere un po' le mani o addestrare lo specializzando.

"Anestesia perfetta" mi ha detto l'altro giorno uscendo dalla sala "la paziente non ha sentito nulla"

"maddai?! ho risposto io con un po' di spocchia "proprio come se fossi un'anestesista, eh?"

"no" ha risposto prontamente lui " proprio come se tu fossi un ortopedico"

Game. Set. Match.