sabato 22 dicembre 2018

Non ci sono capace

Una delle cose che mi piace della rianimazione è il fatto che il paziente vada guardato nella sua complessa interezza. Nelle altre discipline, bene o male, si passa la vita a studiare un singolo organo, ma noi anestesisti rianimatori, spaziamo dalla partoanalgesia ai trapianti d'organo...cosa che magari ti fa bestemmiare per la maggior parte del tempo, ma insomma, ha anche i suoi vantaggi...
Purtroppo però ci sono branche che frequentiamo molto poco anche noi, perchè non hanno approcci chirurgici, o perchè hanno pazienti che arrivano raramente nel nostro ambito. Gli psichiatri, per esempio , che frequentiamo solitamente per ragioni personali e dovremmo freqentare di più, o i dermatologi , il cui proverbiale rapporto rischi/guadagni ci fa sospirare di malcelata invidia ogni volta che infiliamo un tubo nella gola di qualche ultracentenario rantolante.
Un paio  di settimane fa un paziente della rianimazione si è ricoperto di vescicole di natura indefinita, perciò io e la collega ci siamo guardate con perplessità e abbiamo deciso che era il momento di chiamare un dermatologo in consulenza. Urgente.
Ervamo già pronte al chivveseincula quando ha risposto al telefono Andrea. Io ho balbettato: Ehm, ciao, non ci conosciamo, sono Propofol ti chiamo dalla terapia intensiva, avremmo una paziente con uno sfogo strano addosso e...non sappiamo che pesci pigliar...ehm, ci servirebbe un tuo conforto, dicevo...non è che potresti passare?
"ma certo!" ha risposto lui con voce sorridente, "arrivo subito!"
ho attaccato e ho guardato la collega: "ha detto che arriva subito"
"mah.."
"mah..."
dopo 3 minuti si presenta lui, brizzolato, capello con look "out of bed" fatto ad arte, braccialetti al polso di cuoio e argento, camice  gettato addosso con nochalance che cadeva perfetto, manco quelli ER, (mentre il mio pare sempre quello di sbirulino, non so perchè...) comunque arriva lui, ascolta attento quello che diciamo, poi va al letto della paziente (sedata e intubata) e le fa una visita accurata. fa una biopsia per essere certo della lesione, risponde gentilmente alle infermiere,scrive la consulenza sorridendo poi saluta e se ne va.
Noi, completamente disabituate a questa atmosfera da corse di Ascot riprendiamo la nostra stravaccatagine abituale pensando che però, forse, dermatologia non era così male...

Dopo una settimana vado al bar a prendere un caffè e c'è lui.
Mi saluta gentile e caloroso come se mi conoscesse da sempre e mi chiede notizie della paziente.
"è morta." dico io.
Lui mi guarda senza parlare ed io mi rendo conto che forse sono stata un filo troppo tranchant e cerco di metterci una pezza: "no, dicevo: è morta...purtroppo...sai, aveva una sepsi...e ...ecco da noi  capita...e...."
lui continua a guardarmi senza dire niente, mentre io sempre più confusa  balbetto frasi incoerenti..." si...sai la sepsi...la rianimazione...vabbè, comunque ciao, eh!" e con un luminoso sorriso lo saluto e fuggo dal bar.
E niente: ci sarà un motivo per cui dermatologi e anestesisti non si frequentano...

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