venerdì 7 dicembre 2018

Il mio personale ricordo del morbillo

E' sera.  Sono sdraiata sul divano del salotto e sto guardando la televisione; non saprei dire ora quanti anni avrò avuto, forse tra i sette e i dieci. C'è un film su italia 1:  una pellicola molto anni 70, in cui un biondo nerboruto con un elmo da Odino è arrabbiato con qualcuno e lo spedisce sulla terra per punizione. Io sento il divano sotto di me che inizia a muoversi, come se il pavimento ondeggiasse "Mamma! il divano si muove!" dico ridendo. Vedo mia madre -quant'era giovane! a pensarci avrà avuto la mia età di adesso- che viene verso di me, gli occhi dilatati dalla paura, e dopo avermi messo una mano fronte dice a papà: "la febbre è salita".

Nella sua voce sento una risonanza isterica.
Mi mettono il termometro e la temperatura è 42 gradi. Il divano continua a ondeggiare, ed io sono molto fiera di aver raggiunto la temperatura massima del termometro. Mamma e papà confabulano, hanno l'aria preoccupata...

Alla fine il morbillo è passato, ed io non ho avuto neanche l'encefalite, o almeno non abbastanza da impedirmi di prendere una laurea in medicina...chissà cosa hanno fatto dopo? non ricordo nient'altro che questo spezzone di pochi minuti. Ringrazio ogni giorno il santo patrono dei virologi che mi permette di vivere con la tranquilla certezza che io non dovrò mai trovarmi nella condizione di mia madre quella sera: Aspettare che passi senza poter fare niente. aspettare sapendo che potrebbe evolvere in qualcosa di spaventoso, come una meningite o un encefalite. Aspettare senza avere nessun farmaco efficace a disposizione se non quelli sintomatici per abbassare la febbre.
E ancora una volta non riesco a capire quale madre abbia voglia di passare una notte come quella solo per un infondato pregiudizio sui vaccini...non lo capisco e non lo capirò mai.
Spero solo che per tutti i bambini contagiati dal morbillo quella terribile notte passi senza conseguenza come la mia...

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