mercoledì 19 novembre 2008

Oculisti mon amour

Veramente, io non rinucerei alla mia giornata di oculistica per nulla al mondo:una seduta operatoria lì mi fa sentire un genio, è un vero toccasana per il mio ego.
Ieri per esempio, apro la cartella del terzo paziente in lista e leggo la data di nascita: 1908. Ho controllato che non fosse uno sbaglio e l'ho guardato.Dopo aver constatato che era vivo da alcuni impercettibili segni clinici e dopo aver appurato che presentava una straordinaria somiglianza con tutankamon mi sono avvicinata al chirurgo ridendo:
"Professore", gli ho detto " noi vogliamo veramente prenderci il rischio di mettere sul tavolo operatorio un paziente di cento anni, sia pure in anestesia locale, per un intervento di cataratta? Se il Signore sceglie proprio questa mezz'ora per chiamarlo a sè, cosa gli raccontiamo prima ai parenti e poi eventualmente al giudice?"
Lui mi ha guardato stupito e ha risposto, serissimo:
"Ma guarda che ci sono lavori scientifici che dimostrano che quest'intervento allunga la vita ai pazienti: perchè ci vedono meglio e inciampano meno!"
Mentre io stavo per chiedere di quanto pensava di poter allungare la vita ad un paziente di 100 anni con qualcosa che non fosse l'elisir di eterna giovinezza, arriva un'altra oculista e dice: "è matura la cataratta?" (cioè è pronta per essere operata, le cataratte si operano solo quando sono formate e impediscono la visione,e allora si dicono " mature")
la caposala che era lì presente, a quest'uscita non si contiene e fa: "embè, me sa che si nun è matura questa, il signore deve aspettà la prossima vita..."
ed io dentro di me pensavo: "ringrazio la mia mamma che mi ha fatto così funky..."

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