La vita del rianimatore è una vorticosa girandola di rogne intervallata da qualche sprazzo di reale soddisfazione.
Uno di questi sprazzi, per esempio, è venir salutati da un giovanotto su una carrozzella della riabiltazione e riconoscere in lui il ragazzino quasi morto che ti hanno portato 3 mesi fa. Ancora meglio è se, vedendo te e la tua collega, vi viene incontro sorridendo e dicendo: "dottoresse, speravo di incontrare proprio voi! ero passato in riamazione per salutare!" dopo che lo abbiamo abbracciato festosamente ha aggiunto:" Voi siete le mie dotteresse preferite: siete quelle che mi facevano più morfina!".
Dieci lunghi anni di applicazione sullo shock settico.
E bastava così poco...
venerdì 18 febbraio 2011
martedì 15 febbraio 2011
La vita bisognerebbe allargarla
Sarà perchè è molto impegnativo, ma in questo periodo i miei pensieri rimbalzano continuamente tra mia figlia e i miei pazienti, come una pallina di gomma in una stanza chiusa. Sofia si addormenta ed ecco che la mia mente corre alle cose che ci sono da fare in rianimazione e lì invece, il pensiero vola continuamente a mia figlia, cosa fa, come sta, se sto riuscendo a dedicargli abbastanza tempo.
Il resto? sparito. non esiste più.
A volte - lo ammetto - mi pesa: vorrei avere più spazio per leggere un libro, uscire con le amiche o anche solo stare a guardare il soffitto;
Però capitano anche le sere in cui Sofia si addormenta in braccio a me e mi sorride nel sonno.
"Certo" ha detto Giò guardandoci ieri "che si parla sempre di come i genitori viziano i figli, ma mai del contrario"
"Cosa intendi? " ho chiesto
"Beh, adesso delle due non so chi sembra la più appagata!" ha concluso sorridendo.
E ha ragione lui.
Il resto? sparito. non esiste più.
A volte - lo ammetto - mi pesa: vorrei avere più spazio per leggere un libro, uscire con le amiche o anche solo stare a guardare il soffitto;
Però capitano anche le sere in cui Sofia si addormenta in braccio a me e mi sorride nel sonno.
"Certo" ha detto Giò guardandoci ieri "che si parla sempre di come i genitori viziano i figli, ma mai del contrario"
"Cosa intendi? " ho chiesto
"Beh, adesso delle due non so chi sembra la più appagata!" ha concluso sorridendo.
E ha ragione lui.
domenica 6 febbraio 2011
Le nuove scarpe di Sofia
ok , lo ammetto: sono un filo sopra le righe, ma erano le uniche rimaste di quel numero al negozio superspecializzato in calzature per bambini che faceva i saldi...
Il commento di Giò è stato: Ma chi pensi che sia tua figlia Paris Hilton?!
becero...
venerdì 4 febbraio 2011
Responsabilità
Mi faccio un vanto di essere una persona tollerante, e ritengo che ogni religione vada rispettata, indipendentemente da quanto possa essere lontana dal nostro modo di sentire. Certo, non posso approvare le manifestazioni violente o oppressive perpetrate in nome di una pretesa spiritualità, ma cerco di adeguarmi al motto di Voltaire "Combatto le tue idee, ma difendo il tuo diritto ad averle"
Questo è a volte difficile nel mio lavoro.
Il mio ospedale è specializzato nel trattamento di pazienti testimoni di Geova , che quindi rifiutano il sangue e gran parte dei derivati. Queste persone firmano dei consensi veramente estremi che recitano più o meno: "non voglio che mi sia fatto sangue neanche se sto per morire e se lo chiedono i miei parenti più stretti. "In realtà questo consenso è lungo due pagine e così dettagliato e minuzioso che la prima volta che l'ho letto ci ho messo 10 minuti solo per contemplare tutte le ipotesi.
è fin troppo ovvio dire che l'idea di far morire un essere umano perchè non posso fargli il sangue mi ripugna, però rispetto la loro volontà (e quando muoiono provo un senso di colpa orrendo, come se fosse colpa mia)
La cosa che però mi fa profondamente inkazzare è l'atteggiamento di molti di loro. per citare alcune delle frasi più tipiche:
"Ma tanto i chirurghi che devono lavorare senza sangue, diventano più bravi degli altri" (chi l'ha detto?)
"Io guarisco prima perchè siccome non faccio le trasfusioni non ho rigetto" (neanche ossigeno, però)
e sopratutto: "Dottoressa, perchè ha spaventato mia nonna dicendole che ha un rischio aumentato perchè non può fare il sangue? non potrebbe venire a tranquillizzarla?"
ma anche: "Come è potuto succedere che è morta?!"
Allora: non è che i martiri cristiani dicevano: "ma senta, questi leoni non fanno tanto male vero?" Se hai deciso di morire per una causa, a me va anche bene, ma non puoi pensare che io ti racconti bugie per farti passare la paura. Non vuoi il sangue? il rischio che hai di morire è più alto del normale. Lo è perchè lo dimostrano diversi studi scientifici, e lo è indipendentemente da quanto bravo è chi ti opera. E se è questo che vuoi me lo devi mettere per iscritto, perchè mi stai costringendo a venire meno al giuramento che ho fatto di curare le persone secondo scienza e coscienza.
Io mi prendo la mia responsabilità e me la vedo con la mia coscienza. Tu veditela con la tua.
Questo è a volte difficile nel mio lavoro.
Il mio ospedale è specializzato nel trattamento di pazienti testimoni di Geova , che quindi rifiutano il sangue e gran parte dei derivati. Queste persone firmano dei consensi veramente estremi che recitano più o meno: "non voglio che mi sia fatto sangue neanche se sto per morire e se lo chiedono i miei parenti più stretti. "In realtà questo consenso è lungo due pagine e così dettagliato e minuzioso che la prima volta che l'ho letto ci ho messo 10 minuti solo per contemplare tutte le ipotesi.
è fin troppo ovvio dire che l'idea di far morire un essere umano perchè non posso fargli il sangue mi ripugna, però rispetto la loro volontà (e quando muoiono provo un senso di colpa orrendo, come se fosse colpa mia)
La cosa che però mi fa profondamente inkazzare è l'atteggiamento di molti di loro. per citare alcune delle frasi più tipiche:
"Ma tanto i chirurghi che devono lavorare senza sangue, diventano più bravi degli altri" (chi l'ha detto?)
"Io guarisco prima perchè siccome non faccio le trasfusioni non ho rigetto" (neanche ossigeno, però)
e sopratutto: "Dottoressa, perchè ha spaventato mia nonna dicendole che ha un rischio aumentato perchè non può fare il sangue? non potrebbe venire a tranquillizzarla?"
ma anche: "Come è potuto succedere che è morta?!"
Allora: non è che i martiri cristiani dicevano: "ma senta, questi leoni non fanno tanto male vero?" Se hai deciso di morire per una causa, a me va anche bene, ma non puoi pensare che io ti racconti bugie per farti passare la paura. Non vuoi il sangue? il rischio che hai di morire è più alto del normale. Lo è perchè lo dimostrano diversi studi scientifici, e lo è indipendentemente da quanto bravo è chi ti opera. E se è questo che vuoi me lo devi mettere per iscritto, perchè mi stai costringendo a venire meno al giuramento che ho fatto di curare le persone secondo scienza e coscienza.
Io mi prendo la mia responsabilità e me la vedo con la mia coscienza. Tu veditela con la tua.
mercoledì 2 febbraio 2011
Oculistica reprise
E ti pareva che anche qui non mi toccava riprendere la mia croce: l'oculistica.
Il personale della sala di oculistica è composto da: Mario il caposala ,un omone per cui una parola è poco e due sono troppe; e Salvatore l'infermiere, un ometto segaligno, che mi ha già raccontato per intero la sua vita un paio di volte intercalandola con profferte amorose di vario genere.
Oggi l'oculista era in sala operatoria, una paziente aspettava nella presala lì davanti e Salvatore era nella stanza accanto, preso nella narrazione di un episodio particolarmente pregnante del suo rapporto con la figlia, di cui ho perso purtroppo il significato parabolico.
Al culmine del racconto l'oculista chiede dalla sala: "Salvatore! hai messo le gocce alla prossima paziente?"
Lui, che ovviamente si è scordato, ha utilizzato l'arte tutta maschile di mentire con nochalance e ha risposto senza alcuna esitazione: "si!"
Già stava per proseguire la conversazione quando è giunta la voce della paziente dalla presala: "NON È VERO! NON MI HA MESSO NIENTE!!!"
L'oculista ed io siamo scoppiati a ridere e lui è dovuto andare , a malincuore, a mettere le gocce.
Mai mentire ai pazienti...
Il personale della sala di oculistica è composto da: Mario il caposala ,un omone per cui una parola è poco e due sono troppe; e Salvatore l'infermiere, un ometto segaligno, che mi ha già raccontato per intero la sua vita un paio di volte intercalandola con profferte amorose di vario genere.
Oggi l'oculista era in sala operatoria, una paziente aspettava nella presala lì davanti e Salvatore era nella stanza accanto, preso nella narrazione di un episodio particolarmente pregnante del suo rapporto con la figlia, di cui ho perso purtroppo il significato parabolico.
Al culmine del racconto l'oculista chiede dalla sala: "Salvatore! hai messo le gocce alla prossima paziente?"
Lui, che ovviamente si è scordato, ha utilizzato l'arte tutta maschile di mentire con nochalance e ha risposto senza alcuna esitazione: "si!"
Già stava per proseguire la conversazione quando è giunta la voce della paziente dalla presala: "NON È VERO! NON MI HA MESSO NIENTE!!!"
L'oculista ed io siamo scoppiati a ridere e lui è dovuto andare , a malincuore, a mettere le gocce.
Mai mentire ai pazienti...
domenica 30 gennaio 2011
Pantpant
Grazie Signore, per averci dato il 30 gennaio e la fine di queste spaventevoli 180 ore.
Il problema non sono le ore, sono le ore + la figlia: Sofia infatti ha deciso che l'orario giusto in cui svegliarsi sono le 4 del mattino, così vede bene la luce dell'alba. Quindi si finisce per stare svegli la notte, lavorare il giorno e nelle restanti ore cercare le energie per stare con lei che cresce ad una velocità incredibile.
Ma bando alle ciance: nell' ospedale convenzionato in cui lavoro adesso il primario della rianimazione è milanese, il suo vice è romano, e il responsabie delle sale operatorie è calabrese. Ogni volta che sono insieme sembra di assistere ad un film di Aldo Giovanni e Giacomo.
Il mio preferito è in particolare il primario della rianimazione: oltre ad essere un ottimo rianimatore è anche una persona gentile e disponibile. Per me che venivo dal pak polare dell'università è stranissimo sentire il primario che chiama domenica mattina dicendo: "uè, come stai? meno male che ci sei tu! volevo assicurarmi andasse tutto bene." Uno che se non ti ricordi una cosa te la dice senza farti sentire colpevole di alto tradimento, che cerca di farti andare ai corsi e ai congressi perchè così migliori, che ascolta quando parli senza guardarti col sopracciglio alzato e che, sopratutto, quando un paziente va male si agita e si inkazza e se la prende con tutto e tutti e comincia a spulciare la cartella e a cercare di fare qualcosa.
Lavorare con lui mi ha fatto tornare la voglia di fare il rianimatore, ed è bello svegliarsi,sapere di avere 12 ore davanti ed essere comunque di buon umore. Speriamo che duri.
Il problema non sono le ore, sono le ore + la figlia: Sofia infatti ha deciso che l'orario giusto in cui svegliarsi sono le 4 del mattino, così vede bene la luce dell'alba. Quindi si finisce per stare svegli la notte, lavorare il giorno e nelle restanti ore cercare le energie per stare con lei che cresce ad una velocità incredibile.
Ma bando alle ciance: nell' ospedale convenzionato in cui lavoro adesso il primario della rianimazione è milanese, il suo vice è romano, e il responsabie delle sale operatorie è calabrese. Ogni volta che sono insieme sembra di assistere ad un film di Aldo Giovanni e Giacomo.
Il mio preferito è in particolare il primario della rianimazione: oltre ad essere un ottimo rianimatore è anche una persona gentile e disponibile. Per me che venivo dal pak polare dell'università è stranissimo sentire il primario che chiama domenica mattina dicendo: "uè, come stai? meno male che ci sei tu! volevo assicurarmi andasse tutto bene." Uno che se non ti ricordi una cosa te la dice senza farti sentire colpevole di alto tradimento, che cerca di farti andare ai corsi e ai congressi perchè così migliori, che ascolta quando parli senza guardarti col sopracciglio alzato e che, sopratutto, quando un paziente va male si agita e si inkazza e se la prende con tutto e tutti e comincia a spulciare la cartella e a cercare di fare qualcosa.
Lavorare con lui mi ha fatto tornare la voglia di fare il rianimatore, ed è bello svegliarsi,sapere di avere 12 ore davanti ed essere comunque di buon umore. Speriamo che duri.
venerdì 14 gennaio 2011
Anno nuovo col botto
Cari amici e lettori, scusate la lunga pausa del blog, ma abbiamo avuto nell'ordine: 2 influenze, un balzo di crescita con svezzamento e 170 ore di lavoro (5 notti, 3 weekend...)
è un attimo che non ce la sto facendo...
a prestissimo!
Prop.
è un attimo che non ce la sto facendo...
a prestissimo!
Prop.
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