giovedì 31 ottobre 2024

Cosa da dire al dottore

" Allora signora, leggo qui sulla cartella clinica che non ha malattie importanti, che è gia stata operata, non prende farmaci e non è allergica a niente. Giusto?"

"si, si"

"va bene, allora facciamo l'anestesia al braccio e poi se vuole la sedo un pochino per l'intervento."

"si, per favore, vorrei dormire."

Facciamo l'anestesia, posizioniamo il paziente sul letto e iniziamo l'intervento. Inizio col fare alla signora un blando sedativo ad una dose assolutamente consona e, mentre me ne sto seduta a guardare il monitor la signora si addormenta e la saturazione di ossigeno del sangue comincia a scendere.

Io mi avvicino stupita e metto un po' di ossigeno con le cannule nasali.

Scende ancora.

Prendo la maschera facciale e accendo il ventilatore.

Ventilo, ma la saturazione scende.

Faccio chiamare il collega della sala accanto e mentre lui arriva chiedendosi cosa succede la signora fa un sospirone e ricomincia a respirare.

"Ma che è successo?" mi chiede

"niente... non respirava e non si ventilava"

"ma che gli hai fatto?"

"un milligramo di midazolam!"

"e poi?!"

"niente!"

ci guardiamo stupiti.

lui torna nella sua sala ed io mi risiedo.

passano 5 minuti e la scena si ripete. la saturazione scende, io ventilo in maschera con difficoltà,la signora fa un respirone e si sveglia.

fortunatamente l'intervento è finito.

"Tutto bene signora?" Le dico quasi sveglia 

"si si , benissimo grazie?"

"ha sentito male alla mano?"

"nono, ho dormito benissimo!"

"ah...senta signora, mi scusi, ma lei soffre per caso di apnee notturne, ha mai avuto qualche problema ventilatorio?"

"No, non soffro di apnee notturne, però ho una malformazione del naso dalla nascita per cui quando mi addormeto l'aria non passa più, come se ci fosse un tappo, ed io smetto di respirare. Però è una cosa che poi passa da sola..."

AH, ecco...in fondo, perché pensare che fosse una notizia interessante...


venerdì 25 ottobre 2024

A cosa serve

 Dopo tanti anni posso dire che essere un medico, quando hai un parente malato è orribile. 

Lo è perché è quasi impossibile NON fare il medico e essere semplicemente preoccupato e ansioso invece di essere quello a cui tutti si rivolgono per avere consolazione e spiegazioni.

Lo è perché i tuoi colleghi ti considerano un collega, appunto, e si esprimono con te come se parlassero tra tecnici e quindi senza quel minimo di delicatezza che ci si aspetterebbe anche dal più scaciato laureato in medicina.

Se parlassimo a voi come parliamo tra noi, altro che aggressioni.

Ed ora che sta male una persona a cui voglio bene, mi ritrovo in un ruolo schizofrenico a gestire notizie senza aver ben presente chi sono e cosa dovrei fare: se mettermi a piangere e farmi consolare o mettere la solita maschera di serenità e prendere tutto nelle mie capaci spalle di medico.

In questa situazione gli unici che mi hanno saputo dire una parola di conforto, di rassicurazione, di speranza, sono stati, e lo dico con fierezza, i miei colleghi rianimatori; probabilmente mi hanno fatto discorsi irreali, non conformi con le aspettative cliniche o con le probabilità , probabilmente non hanno migliorato di una virgola tutto quanto; ma sono gli unici che per qualche momento, mentre dicevano quelle rassicuranti banalità , mi hanno fatto sentire il cuore più leggero.

E in quel momento non mi serviva altro