venerdì 30 luglio 2021

I furbetti del Vaccino

 Io questo post non lo volevo neanche scrivere:  mio marito , la mia amica Nancy ed ultimamente anche Sofia, dicono che devo smetterla di fare le risse per strada con gli antivaccinisti. E io ci provo, giuro, ma poi alla fine mi si chiude la vena e parto lo stesso, quindi tanto vale che scriva anche.

Non starò qui a discutere sul funzionamento dei vaccini: chiunque abbia lavorato in una terapia intensiva covid ha visto con i suoi occhi l'andamento dell'età dei ricoverati seguire con imbarazzante esattezza la progressione vaccinale. Attualmente ricoverati ci sono solo under 50 che non hanno fatto in tempo a farsi la seconda dose, persone che non hanno potuto fare il vaccino tipo le donne gravide, o no-vax. Il resto sono chiacchere da bar.

Il problema per cui i no-vax ci stanno così antipatici è più di ordine etico.

Noi abbiamo un Servizio Sanitario nazionale, il che vuol dire che abbiamo deciso che la salute di un individuo è un suo diritto fondamentale e non può essere subordinata al suo reddito, quindi se ne deve occupare lo Stato. Per mantenere questo servizio, questa convinzione morale, direi, facciamo tutti dei sacrifici: come pazienti: perché accettiamo liste di attesa più lunghe , infrastrutture pubbliche più scadenti di quelle della Sanità privata, perché paghiamo un cospicuo ammontare di tasse che servono a curare anche le malattie che non abbiamo noi, ma hanno altri sconosciuti. Come medici: perché abbiamo stipendi più bassi di quelli dei nostri colleghi della sanità privata, perchè lavoriamo di più e in condizioni spesso non ottimali, per usare un eufemismo. Ciascun cittadino fa dei sacrifici per mantenere questo diritto. E ne fa ancora di più da quando c'è il covid. Perché è una patologia che costa tanto:  ha tempi di guarigione lunghi e impiega farmaci costosi con un alto utilizzo delle terapie intensive ; ma non solo in termini di soldi: per curare i malati di covid molti medici sono stati distolti dai loro compiti e molti malati con patologie meno gravi hanno dovuto aspettare. E siamo d'accordo che alcune cose non sono urgenti: stare un anno  senza dormire la notte per i dolori del tunnel carpale non ti uccide, ma rompe parecchio i coglioni.

Tra i prezzi che abbiamo pagato c'è stato quello di vaccinarci. Di sbattersi per prenotare, di andare a farsi due buchi, di stare col male al braccio o con la febbre per due giorni. Perché siamo parte di uno stato, di un servizio sanitario nazionale e farlo era utile alla comunità.

Invece i  no-vax no. Loro non fanno parte dello Stato con noi, loro vogliono fare quelli contro, quelli che sono fuori dal sistema.

E fin qui i andrebbe bene; il problema è che poi, quando si ammalano - e si ammalano, garantito al limone, come tutti gli altri - allora li deve curare il sistema.

Ecco, il fatto è questo: che non puoi fare l'alternativo fuori dal sistema quando ti fa comodo e dentro al sistema quando non ti fa comodo ; non puoi invocare contemporaneamente la libertà individuale e la responsabilità collettiva. O meglio, puoi , ma non aspettarti di stare molto simpatico agli altri che invece i sacrifici li hanno fatti personalmente. Ai loro occhi, ai nostri occhi, sarai un altro dei tanti furbetti all'italiana che non fa il suo dovere, certo che tanto il conto lo pagheranno sempre gli altri.

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