La trafila ospedaliera che un paziente fa per mettere un
agocannula è la seguente: prima ci prova l'infermiere giovane, poi l'infermiere anziano, il medico del reparto e alla fine viene chiamato l'anestesista.
Tralasciamo il fatto che i miei colleghi considerano l'anestesista di guardia come "mettitore di cannule", che è come chiamare Schumacher a scaldarti la Panda nelle mattine fredde, si capisce bene che al suo arrivo costui si trova davanti un povero Cristo a cui hanno fatto almeno 4 buchi nelle braccia, che è pieno di cerotti, dolorante, e con l'adrenalina a mille, mentre magari lo rimproverano pure perchè strilla che gli fanno male o perchè "ha le vene difficili".
In questa situazione la prima cosa da fare è calmare il paziente.
Così ieri quando sono arrivata al reparto di cardiologia ho chiesto in che condizioni fosse il malato prima di entrare in stanza:
"Pessime" ha risposto la cardiologa, un bionda 27enne con tutta la collezione di Tiffany agli arti superiori, "d'altronde c'ha 90 anni, è rincoglionito completamente".
Sono entrata e sul letto c'era un uomo tutto ripiegato, magrissimo, bianco di capelli e dalla pelle diafana, tranne per i lividi sulle braccia , steso sul letto con gli occhi chiusi.
"Come va' signor Rossi? ci sentiamo meglio oggi?" ha chiesto la garrula emulatrice di Audrey Hepburn con un tono da maestra dell'asilo.
Nel silenzio totale che è seguito mi sono rivolta al paziente:
"Salve, sono la dottoressa Propofol, sono l'anestesista. Posso provare a metterle una cannula?"
una leggera contrazione delle labbra che sembrava un "fai come cazzo ti pare", ma signorile.
"Signor Rossi" ho continuato prendendogli il braccio per esaminarlo, "le guardo solo le braccia, non farò niente senza prima avvertirla"
mentre esaminavo quel campo di battaglia ho cominciato automaticamente a fare conversazione. "Che lavoro fà lei?"
un sussurro: "sono professore universitario"
"ah però, che bello! di che materia?"
"diritto" ha detto aprendo un occhio e guardandomi
"ha insegnato per molto? dove?"
"40 anni, all'università di X"
"Davvero? ho un paio di amici laureati là...molto dura come scuola, molto competittiva"
"si, però c'era anche grande rispetto, grande voglia di fare" ha detto con 2 occhi aperti, marroni, perfettamente lucidi.
"Professore," ho domandato " ma posso farle una domanda sul suo lavoro?"
"mi dica..." ha detto con voce chiara e sguardo curioso
"ma che differenza c'è tra un reato colposo e uno preterintenzionale? cercavano di spiegarmelo ieri, ma non riesco a capire..."
Anni di conversazione mi hanno insegnato che chiedere questa cosa a chiunque si occupi di legge è come chiedere ad uomo di spiegarti il fuorigioco. Ci proverà. Comunque ci proverà.
Dopo mezz'ora io avevo un idea più chiara delle sfumature della legislatura italiana e il mio paziente aveva una cannula al braccio e chiaccherava animatamente in maniera perfettamente normale e coerente.
Quest'uomo delizioso, colto, interessante, perfettamente in sè, aveva bisogno , più che della cannula, di essere trattato con la dignità e il rispetto che competevano alla sua intelligenza. Constatato che quell'imbecille di cardiologa e tutti gli altri si ostinavano a trattarlo come un vecchio rimbambito
perchè pensavano che alla sua età uno dovesse essere rimbambito , si era semplicemente rifugiato nel silenzio come scelta di dignità, non ritenendoli neanche degni di spiegazioni.
E questi dementi
non si erano neanche accorti di essere stati snobbati.
Sono andata via dalla stanza salutando il mio redivivo paziente con cannula, ma avevo un presentimento di ciò che sarebbe successo: 15 minuti dopo infatti ha suonato il telefono e la cardiovelina mi ha richiamato in reparto. Entrando in stanza l'ho trovato seduto sul letto con aria innocente che mi porgeva il braccio e diceva: "Dottoressa Propofol, mi è uscita la cannula dalla vena di nuovo...non so proprio come sia potuto succedere... " e i suoi occhi avevano lo stesso luccichio di un undicenne che ha fatto una marachella tut'altro che colposa.
Mi sono messa a ridere e mi sono seduta sul suo letto per una chiaccherata...