lunedì 6 luglio 2009

A proposito di razzismo

Qualche tempo fa, facevamo ancora i turni in ostetricia, è arrivata in sala parto una giovane donna dello Sri Lanka in procinto di partorire il primo figlio. Evidentemente arrivata in Italia da poco, aveva l'aria spersa e spaventata di tutte le donne al primo parto , oltretutto lontana dalla famiglia, in un paese straniero, circondata da persone che non aveva mai visto e che parlavano una lingua di cui non capiva una parola.
Con lei è entrato il marito, un uomo un po' più grande, con un viso intelligente e occhi solo per la moglie.
è stato lui ad assistere al parto, senza un tremito nè un cedimento, e ad aiutarla, traducendo per lei le nostre istruzioni, rassicurandola, confortandola, tenendola materialmente, finchè ,dopo 6 lunghe ore di travaglio è nato un bel maschietto color cioccolata.
Tutto il personale, partecipe dell'avvenimento, si è congratulato festante con la mamma, finalmente rasserenata, ma sopratutto col neopapà che scoppiava evidentemente di orgoglio.
Alcuni giorni dopo camminavo per i corridoi dell'ostetricia immersa nei miei pensieri quando ho visto con la coda dell'occhio un uomo che mi salutava.
Ero talmente concentrata che ci ho messo qualche attimo a registrare il fatto, riconoscerlo e alzare gli occhi; in quei pochi istanti, lui, invece di richiamarmi, aveva ritirato il sorriso e ripreso a camminare ingobbito, con un espressione in viso umiliata e mortificata.

Ecco: più di ogni altra cosa, più delle stupide leggi, più dei criminali che picchiano la gente per strada, mi sembra che la misura del nostro razzismo me l'abbia data costui. Un uomo, giovane, onesto, nel momento felice ed orgoglioso della nascita del primo figlio, talmente abituato ad essere discriminato in questo paese, da ritenere "normale" che il medico che ha assistito al parto non lo saluti per strada, facendo finta di non riconoscerlo.
Ovviamente l' ho inseguito, salutato e ho chiesto notizie della sua famiglia, sperando di fargli vedere che non siamo tutti come le bestie con cui evidentemente è abituato a trattare.
E quella è stata la prima, ma non l'ultima volta, in cui mi sono vergognata del mio paese.

6 commenti:

Gira che ti rigira ha detto...

Ma non dimenticarti mai di un certo albanese che ha fatto carte false per entrare in protezione civile, così da ridare parte di quello che ha ricevuto da gli italiani.
Non siamo sempre bestie ed il nostro paese non fa sempre schifo. Ogni tanto dovremmo ricordarlo

Propofol ha detto...

e ti ricordo che a quell'albanese, in tuta della protezione civile, mentre lavorava per gli italiani, è stato detto che gli stranieri vengono in Italia a rubare e a fare le mignotte...e tu te lo ricordi quanto era inkazzato, perchè tu gli hai impedito di sbroccare! =)

Gira che ti rigira ha detto...

è vero...ma l'ignorante ha dato dello straniero anche al''italo agerntino, a te e forse anche a me dietro le spalle....quindi era lei il problema. una singola in un mare di gente. m
Ora ogni tanto guardiamo il mare di gente che si comporta bene invece di guardare semrpe e solo il singolo ingorante?
non sempre...ma ogni tanto.....

BIGLIETTAIO ha detto...

Ma non devi vergognarti del tuo paese.
Diciamo che la delicatezza e la sensibilita' e l' ampatia con cui hai descritto la scena e' davvero commovente, e' vero a volte alcuni manco li considerano agli immigrati....a volte basterebbe non far sentir loro questa indifferenza questa "superiorita" questa non considerazione....o forse, chi lo sa, forse siamo cosi' tanto di corsa che non ci accorgiamo mai di nessuno : italiani compresi.
Io ti invito a non esagagerare mica siamo tutti cosi', anzi ti diro' dii piu', io ho girato tanti posti di lavoro e,a parte i soliti deficienti, e' prorpio li che gli immigrati trovano rispetto, reciprocita' ed amicizia.
ok forse i tempi sono un po' cambiati ultimamente causa la crisi si e' un po' piu' "razzisit", ma ripeto : non ti angustiare, nonostante tutto siamo un grande popolo : guarda come ti sei comportata tu in questo episodio e tutta l' equipe durante il parto,guarda come abbiamo vissuto tutti insieme il dramma dell' Abruzzo : sembravamo quasi un popolo normale.E poi sei sicura che lui pensasse e provasse quello che hai pensato tu : forse era solo deluso per l' episodio in se'....non per altro.
Saluti

Propofol ha detto...

ok, avete ragione... a democratica votazione di popolo ammetto di essere un po' troppo pessimista... =) spero... =)
grazie a entrambi! =)

Anonimo ha detto...

io invece non mi sento italiana dal 1861 :D