domenica 28 settembre 2025

Partiamo dalle cose semplici

 Un uomo non più giovane soffre di svenimenti improvvisi per cui si decide di mettergli un Holter, ovvero un apparecchio che fa un elettrocardiogramma in continuo per 24 ore. L'Holter è collegato direttamente ad un ospedale centrale, perchè l'uomo e sua moglie abitano in un posto abbastanza isolato.

La domenica all'ora di pranzo lui sviene e dopo un paio di minuti, squilla il telefono

"Pronto, salve, chiamo dall'ospedale: il tracciato dell'elettrocardiogramma ha auto una lunga pausa, che è successo?" chiede una voce professionale

"ma...ha avuto uno dei suoi svenimenti, ma ora si sta riprendendo" dice la moglie corsa in fretta dalla cucina con la pentola del sugo sul fornello

"Signora," continua la voce " le confermo che gli svenimenti hanno origine cardiaca, porti subito suo marito all'ospedale più vicino, le mando l'elicottero del soccorso e lo trasferiamo qua"

I due si avviano in ospedale e lo raggiungono giusto in contemporanea con l'elicottero. 

Il personale dell'elisoccorso , per carità , è composto da professionisti meravigliosi, che hanno la tendenza a sentirsi un po' Tom Cruise in Top Gun piuttosto che Robin Williams in Patch Adams. Arrivano con le loro divise  gialle e arancioni col sottofondo delle pale che girano e cominciano a urlare ordini: "presto, barella! mettilo su! dammi la cartella!" Il paziente, già stordito dallo svenimento, sta là buono buono che si lascia impacchettare, la moglie, che non capisce neanche bene cosa succede, interpella uno dei supereroi in divisa  e chiede timidamente: dove lo portate? 

Lui la guarda dall'alto e risponde: "non si preoccupi, signora, ora lo portiamo direttamente all'ospedale di *** dove verrà operato d'urgenza, lei ci può raggiungere quando vuole, tanto resta ricoverato.

Lei, sgomenta, cerca di racappezzarsi tra tutte queste cose strane che le dicono, poi col tipico senso pratico delle donne porge al medico un golfino azzuro e fa: Senta, può prendere il suo golfino? che magari nell'elicottero fa freddo...

domenica 14 settembre 2025

Europass

 Essendo un rianimatore io vado in vacanza con dei rianimatori (non sempre, ma abbastanza spesso) ,in particolare una coppia di amici con cui condividiamo la passione per i viaggi in giro per l'Europa. Nelle nostre estati è capitato più di una volta di trovarci a rianimare gente in spiaggia, fare soccorsi su sentieri montani, idratare turisti nei musei, e se dieci anni fa, quando eravamo giovani e motivati, partivamo a razzo come un rescue team di provata efficienza, oggi ci siamo un po' ridimensionati. 

Quest'estate entrando nel museo di una piccola chiesa abbiamo visto una donna che, seduta per terra vicino alla teca con un reliquario , se ne stava perfettamente immobile con la faccia tra le mani.

Siamo rimasti a guardarla sulla soglia della stanza un po' interdetti, senza sapere se entrare o no. Poi mi è venuto un dubbio e ho sussurrato a Federico "oh, ma starà bene? chiediamo se ha bisogno di aiuto?" Lui si è subito ripreso: "Propofol, hai rotto il cazzo a salvare la vita alla gente in Europa, esci , và, che se ne annamo subito" ha concluso spingendomi fuori

giovedì 4 settembre 2025

Un lungo addio

 Il 13 agosto mia madre ci ha lasciati.

La sua malattia è stata rapida e, tutto sommato, poco dolorosa. Niente che non abbia già visto decine di volte in una carriera medica di 20 anni.

Ho cercato di fare tutto quello che era possibile, senza scivolare nell'accanimento terapeutico, eppure, alla fine, ho fatto tutto quello che dicevo che non avrei mai fatto: nutrirla via flebo, darle l'ossigeno; ho cercato di convincere Dio a lasciarmela un altro po' con tutti i trucchetti da rianimatore che conoscevo, ma sapevo che non ci sarebbe cascato...spero di essermi fermata in tempo, prima di fare cose che avrebbero solo prolungato la sua sofferenza. è stato orribile vedere come tutto quello che sapevo sarebbe successo, tutti i passaggi di disfacimento di una vita, succedesse, ineluttabilmente, quasi fossi una moderna Cassandra. E mentre una parte del mio cervello diceva: ora le verrà questo, l'altra parte continuava a credere che no, figurati, andrà meglio. è morta a casa sua, nel suo letto ,come voleva lei, questo almeno ero sicura che fosse la cosa giusta, eppure dopo che è morta ho chiesto a tutti i miei colleghi che mi chiamavano per le condoglianze: ma secondo te se l'avessi portata in ospedale sarebbe stato diverso? e tutti, perchè i miei colleghi sono degli ottimi professionisti, mi hanno risposto con la massima serietà e prendendosi il tempo per spiegarmi, che no, non sarebbe cambiato niente e avevo fatto la cosa giusta.

Ora sto qua a elaborare le fasi del lutto come da manuale di psicologia,  e a volte mi chiedo, o più spesso lo chiedo a Lui, che resta il mio interlocutore favorito a proposito di etica, Cosa Avrei Dovuto Imparare Da Tutto Questo: forse a lasciar andare le cose senza provare per forza a controllarle e a prendercene la responsabilità, ma mi resta la sensazione di aver fatto il massimo e il massimo non è bastato, che è la solita lezione di sempre


Buonanotte mamma