venerdì 10 marzo 2023

8 marzo

 Si leggono sempre un sacco di cose sulla maternità. E davvero credo che avere un figlio sia un'esperienza unica e personale per ognuno di noi. è difficile spiegarlo a chi non lo ha provato. Per me diventare madre è stato come "entrare in scena". Fino al giorno prima sei un "giovane" (che in Italia è considerata davvero una brutta parola) , gli "adulti" ti sorridono e ti ascoltano con condiscendenza, ma in realtà tutti pensano che tu sia poco più che un adolescente cretino anche se guadagni 4000 euro al mese e salvi vite umane, Il giorno dopo sei una MADRE, titolo che in Italia è inferiore per autorevolezza solo alla Madonna. Dall'alto del tuo ruolo di MADRE ci si aspetta che tu diriga autorevolmente e con saggezza l'intera famiglia e che tu prenda tutte le decisioni connesse con la creatura neonata. E non importa se fino a ieri eri la scema che giocava a fare il dottore. Ora tu SAI grazie all'infallibile ISTINTO MATERNO. La cosa è così radicata che mio suocero, per esempio , tutt'oggi mi fa incazzare ogni volta perchè mi chiede le cose tipo:

"Propofol, possiamo portare Sofia a Gardaland quest'estate?"

"Certo, mi aveva detto Gio che ne avevate già parlato con lui, no?"

"si, ma che c'entra, tu sei la MADRE sei tu che devi dire di si"

Come se lui, che detiene il 50% del DNA della creatura sopracitata (a volte penso di più) non avesse voce in capitolo.

Ieri, invece, le bambine stavno organizzando un uscita prenatalizia, che comprendeva uno spostamento da scuola a casa nostra.

alle 14.00 mi chiama la mamma di Maria. 

CIao, sono la mamma di Maria, so che le bimbe vengono da te a fare merenda..."

" si , infatti. Io non ci sarò perchè lavoro, ma c'è mio marito che le aspetta a casa..."

"Ah, ecco. No, volevo dirti...a me sembra che il tragitto fino a casa tua sia un po' troppo lungo per le bimbe...sai hanno anche le cartelle..."

"ah, dici?"
"eh...senti, mio marito è a casa. Se le va a prendere lui e te le porta?"

"va bene, penso che anche Giò possa andare ,così con due macchine fanno un viaggio solo....senti: ti dò il numero di mio marito ,così lo fai chiamare dal tuo e si mettono d'accordo.."


"No, è meglio se ci mettiamo d'accordo noi. Tu parli con tuo marito e mi fai sapere..."

" ma senti...io sono al lavoro, rischio di dirti cose che poi non vanno bene, ti do' il numero parli con lui..."

"no, no, anche io sono al lavoro domani. Mettiamoci d'accordo tu ed io e poi gli diciamo come fare..."

...e niente: non c'è stato verso: lei proprio non concepiva l'ipotesi di delegare a suo marito o al mio una decisione che riguardasse la figlia. Era proprio al di fuori del suo mondo.

Quando si parla della liberazione delle donne, vorrei che prima di tutto passasse attraverso di loro. Che loro per prime si concedessero di lasciar cadere il peso che le mettono sulle spalle e cominciassero a credere che il mondo andrà avanti anche senza di noi. 

Che sembra brutto da dire, ma ti fa fare un bel respiro di sollievo.

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